Grazie alla segnalazione di Fabiana (e via la trasmissione del Mfla di Radio Ondarossa) rinvio a uno degli episodi della serie Grand et petite con frammenti di una bella intervista a Paola Tabet. Buona visione e ascolto
Visualizzazione post con etichetta sessismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sessismo. Mostra tutti i post
domenica 17 gennaio 2016
domenica 27 aprile 2014
Fisppa / Modelli mediatici di femminilità e mascolinità in discussione
Martedì 29 aprile 2014, alle ore 13.30 (aula A, via Bassi, 2 - Padova), presentazione dei risultati della ricerca condotta dagli studenti del Corso di Metodologie e tecniche della ricerca sociale IIdella Professoressa Annalisa Frisina , organizzata dal FISPPA (Dipartimento di Filosofia,Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell'Università di Padova) in collaborazione con il Liceo delle Scienze Sociali Marchesi Fusinato. Intervengono Claudia Padovani, Vincenza Perilli e Lorenza Perini
domenica 7 luglio 2013
Il colore come marchio
Nel suo Race e Nature. Système des marques, idée de groupe et rapports sociaux (1977) - che abbiamo recentemente tradotto e pubblicato in Non si nasce donna - Colette Guillaumin ricostruisce la storia della (recente) nascita del "sistema dei marchi" (e tra questi i tratti somatico-morfologici come il "colore"), aspetto cruciale nella genealogia del razzismo. Non è esattamente la stessa cosa (mi sembra ovvio ma specifico a scanso di equivoci), ma leggendo su Il Paese delle donne della ricerca di Jo B. Paoletti (Pink and Blue: Telling the Girls From the Boys), sul fenomeno del rosa e dell’azzurro come colori di genere, è scattata immediatamente l'associazione
martedì 23 aprile 2013
Donne contro. Ribelli, sovversive, antifasciste nel Casellario Politico Centrale
Donne contro. Ribelli, sovversive, antifasciste di Martina Guerrini, recentemente pubblicato da Zeroincondotta, è un volume che a partire dalle schede di "anonime" conservate presso il Casellario Politico Centrale, restituisce le biografie di donne che si opposero al fascismo, "dalle prime sovversive che contrastarono lo squadrismo, alle operaie ribelli al regime, passando dalle militanti della cospirazione clandestina sino alle partigiane che seppero impugnare anche le armi, il fascismo dovette fare i conti con donne che non accettarono di sottomettersi al ruolo sociale e all'ideologia sessista che le voleva soltanto prolifiche e ubbidienti 'giovani italiane'". Il volume sarà presentato domani al Circolo Anarchico Berneri, al cui sito rinviamo per ulteriori info sull'iniziativa. Buon 25 aprile a tutte/i
lunedì 29 ottobre 2012
Prendiamoci cura delle nostre perversioni!
Dal Laboratorio Smaschieramenti / antagonismogay: "Lo striscione di Forza Nuova, Le perversioni vanno curate, è un attacco a tutte noi che ogni giorno allegramente ci ribelliamo "agli schemi tradizionali
maschio/femmina". Un attacco che proviene da un formazione politica che non è semplicemente portatrice di "ignoranza" e "inciviltà", ma che è espressione di logore culture fasciste che continuamente cercano di sdoganarsi come opinioni tra le altre, quando invece andrebbero respinte senza appello dalle persone LGBTIQ, da tutta la cittadinanza e dalle istituzioni. Per quanto grottesco e antiquato, il fastidio dei fascisti di fronte all'affermarsi di forme molteplici e complesse di sessualità, piaceri e transiti tra i generi non è una patologia, così come non lo è la violenza contro donne, lesbiche, gay, trans.Si tratta invece della parte più visibile ed estrema della cultura patriarcale e machista che ci circonda e che ogni giorno combattiamo. Eppure c'è una verità racchiusa nello slogan usato dai forzanovisti e nel loro rispolverare la categoria "freudista" di perversione. Le perversioni vanno curate, ma non in senso patologico, come vorrebbero farci credere un manipolo di ciarlatani, sedicenti psicologi e cattolici integralisti. Vanno curate nel senso che bisogna prendersi "cura di sè", coltivare le proprie perversioni, aiutarle a crescere e a dispiegarsi, perché sono costitutive della sessualità, dell'eterosessualità come dell'omosessualità e di tutte le posizioni di desiderio. Coraggio, ancora uno sforzo e anche "I tre saggi sulla sessualità" di Freud potrebbero entrare nella cul-tura - del resto, la cultura è sempre incarnata in un corpo - di questi inconsapevoli fans di Gender Bender, che puntualmente si ripresentano a ogni edizione in cerca del piacere perverso della visibilità"
domenica 30 settembre 2012
Che genere di concorso?
Ricevo da Sonia Sabelli la lettera aperta che il Laboratorio di studi femministi Sguardi sulle Differenze dell’Università di Roma «La Sapienza», ha inviato al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaProf. Francesco Profumo e per conoscenza alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità Prof.a Elsa Fornero. Vi lascio alla lettura della lettera, senza nessun commento, poiché il testo mi sembra dica, e bene, tutto quello che è necessario.
sabato 15 settembre 2012
Dorothea Tanning sulla scacchiera
Dorothea Tanning (Galesburg, 25 agosto 1910 – New York, 31 gennaio 2012), pittrice, poetessa, scrittrice ... colpisce che ai più continui ad essere nota come "moglie di Max Ernst".
mercoledì 13 giugno 2012
Condannato per stupro uno degli agenti / auguzzini di Bolzaneto
La Corte d' appello di Genova ha confermato ieri la condanna dell'agente Massimo Pigozzi, già noto (e condannato) per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001. La nuova condanna riguarda lo stupro di due donne di nazionalità rumena (sul Secolo XIX "due prostitute romene") e di averne "palpeggiato" (ibidem) altre due mentre si trovavano in stato di fermo nella questura genovese. Notizie così da qualche tempo non abbiamo più lo stomaco di commentarle, ma rinviamo ad un articolo "in tema" tratto dal nostro archivio.
giovedì 7 giugno 2012
Per gli archivi di Zanele Muholi
Vi avevamo parlato da poco dell'artista/fotografa sudafricana Zanele Muholi, che a settembre sarà tra le protagoniste della nuova edizione del Same Prefer Cake. Ritorniamo su di lei con un articolo di Elisabeth Lebovici, Crime de haine contre les archives de Zanele Muholi, a proposito del furto subito da Muholi qualche mese fa, quando l'appartamento che condivide con la sua compagna Liesl Theron è stato devastato e l'intero archivio fotografico sottratto.
mercoledì 23 maggio 2012
Ryanair / Induzione al sessismo ad alta quota
Scenetta: coppia lui/lei con bambino al seguito in aeroporto si accingono a salire a bordo su un volo della Ryanair. Lei davanti, lui dietro con il bambino per mano. Quest'ultimo a metà scaletta urla: " Mamma non hai visto il cartello? Fermati altrimenti ci fanno la multa! I bambini devono salire dando la mano alla mamma non al papà ...". Mi chiedo: la Ryanair (e non solo) potrebbe essere denunciata per induzione al sessismo?
N.B : Ci scusiamo per la pessima qualità dell'immagine
domenica 25 settembre 2011
Orgasm Inc. e le mutilazioni genitali femminili in occidente
Orgasm Inc. è un documentario girato nel 2009, dopo quasi dieci anni di lavoro di ricerca, dalla regista Elizabeth Canner. Il film, che abbiamo visto nell'ultima edizione del Some Prefer Cake, mostra il "dietro le quinte" della corsa febbrile di alcune case farmaceutiche statunitensi per la messa a punto (ed immissione sul mercato) del primo farmaco per curare le cosiddette Fsd, disfunzioni sessuali femminili. La "scoperta" delle Fsd, vera e propria nuova "malattia femminile", è stata di fatto un'invenzione delle compagnie farmaceutiche, speranzose di piazzare sul mercato un prodotto capace di eguagliare le vendite strepitose di prodotti quali il notissimo Viagra (contro la scarsa "potenza" sessuale maschile). Orgasm Inc. documenta questa corsa senza scrupoli (i rischi per la salute delle donne di prodotti a base di testosterone ed estrogeni, tra l'altro inefficaci, sono continuamente omessi) e il sistematico tentativo delle compagnie farmaceutiche di trasformare in "malattia" ciò che invece è frutto di fattori molteplici, che non hanno nulla a che fare con il patologico (problematiche relazioni tra i generi, mancanza di educazione sessuale, eterosessualità obbligatoria ...). Il film documenta anche il martellamento mediatico che spinge molte donne occidentali, spesso consigliate dal proprio medico, a ricorrere sempre più massicciamente, ad operazioni chirurgiche, quali vaginoplastiche e interventi "estetici" (grandi labbra, clitoride ...), viste come mezzo per curare le proprie "disfunzioni" e accedere al "piacere" e alla "normalità". Vere e proprie mutilazioni genitali femminili. E dal documentario emerge anche un altro dato: l'occidente (a differenza di quanto vorrebbero farci credere certe retoriche razziste e sessiste) è l'unico luogo sulla faccia della terra dove il numero delle mutilazioni genitali femminili è in costante e rapido aumento ...
domenica 17 luglio 2011
Lo stupro Strauss-Kahn ? Solo "un troussage de domestique"

lunedì 23 maggio 2011
Stupratore di classe (e di razza)
Dieci giorni fa Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale, è stato arrestato per aver aggredito e stuprato, in un lussuoso albergo newyorkese, una giovane inserviente afro-americana. In molte, in Italia e altrove, si sono giustamente indignate di come la stampa e personaggi politici/pubblici hanno fatto sfoggio, in questa occasione, di propositi misogini e sessisti atti a "difendere" il ricco e potente stupratore a scapito della vittima. Sexisme: ils se lâchent, les femmes trinquent, si intitola, in modo significativo, l'appello/manifestazione lanciato da diversi gruppi femministi francesi. Nella strenua difesa di Strauss-Khan in Italia brilla il quotidiano La Repubblica, con alcune vere e proprie perle di sessismo, e tra queste un video, segnalato da Femminismo a Sud, in cui, definendo una "barbarie" la foto di Strauss-Khan in manette, si descrive con sofferta partecipazione "il volto di Dominique Strauss-Kahn arrestato, il pensiero costretto su quelle immagini da criminale del cinema ma con la forza dell'uomo potente che torna a sentirsi un fuoriclasse, quasi un supereroe". Insomma, uno stupratore di classe, che certo merita dalla stampa trattamento diverso dagli immigrati-stupratori per le cui foto sbattute in prima pagina La Repubblica (e tanti altri) non ha mai versato una lacrima. C'è chi (Gennaro Carotenuto nel suo sito) sul caso Strauss-Khan scrive: "Accusare il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, di aver stuprato una cameriera in un albergo di Nuova York, corrisponde all’Al Capone arrestato per evasione fiscale o è come se Hitler fosse stato condannato dopo l’olocausto solo per aver dato uno schiaffo al bambino della foto del Ghetto di Varsavia. Francamente me ne infischio se Strauss-Kahn sia colpevole o innocente dello stupro per il quale è stato arrestato. Quello che so è che è a capo di un’organizzazione criminale, il Fondo Monetario Internazionale, che nell’ultimo mezzo secolo ha sodomizzato la vita di centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, depredato intere nazioni ed è responsabile della carestia indotta che ha portato alla morte per fame di centinaia di migliaia di bambini in America latina, Africa, Asia.Che il capo di una tale associazione mafiosa si sentisse in diritto di stuprare anche fisicamente le sue vittime non può sorprenderci". Capiamo la "logica" di un simile commento, ma non possiamo condividerne il contenuto (e le improbabili analogie con le tasse di Al Capone o con un Hitler schiaffeggiante bambini nel ghetto di Varsavia). Il punto non è sorprendersi. Non ci sorprendiamo di quanto avvenuto, ma certo siamo troppo avvezze a ragionare sulle relazione tra diversi sistemi di dominio per stilare fuorvianti "classifiche" dei crimini e discutibili equivalenze tra schiaffi e stupri. E non ci sfugge il legame tra certe retoriche (e politiche) neocoloniali (che continuano a vedere nei paesi del sud del mondo terre vergini da scoprire, penetrare, possedere e sfruttare) e lo stupro di una donna, per giunta nera e povera.
domenica 20 marzo 2011
Note sull'Unità d'Italia, la patria, la nazione e il corpo delle donne
Riceviamo e segnaliamo (con il solito ritardo ...), due contributi del laboratorio Sguardi sui Generis, che a partire dalle celebrazioni dei centocinquant'anni dell'Unità d'Italia, offre stimoli di riflessioni su nazione-patria-donne. Il primo contributo è un intervento audio di Liliana Ellena La nazione-patria: decostruzione anziché celebrazione. Una prospettiva di genere. Ilsecondo è una riflessione del Laboratorio, Cosa si celebra insieme all'Unità d'Italia? Note sul 17 marzo. Buon ascolto/lettura.
(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:
Per carità di patria
Il colore delle donne meridionali e l'Unità d'Italia
Femminismo latino (frammenti per una memoria critica femminista)
Voci di donne dalle rivolte, uteri per la patria e guerre umanitarie
Il corpo delle donne non è della nazione
Per Faith, condannata a morte dallo stato italiano
La matrice della razza
giovedì 10 marzo 2011
"Il sangue delle donne uccise nella rivolta è ancora fresco e già ci stanno tradendo"
Nella frase di Nawal El Sadaawi (tratta da un articolo pubblicato da The New Yorker) è tragicamente riassunto quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni in Egitto e la delusione e la rabbia di chi, come Nawal El Sadaawi stessa, vedevano nella rivoluzione scoppiata in gennaio "un sogno". Le donne, dall'inizio in prima fila nelle rivolte, vedono ora disattese in maniera brutale quelle che erano state le loro rivendicazioni, ovvero uguaglianza dei sessi, ruolo non subordinato della donna nella vita politica e civile, una legislazione e una costituzione che garantiscano libertà e diritti per tutte/i le/i cittadini, senza differenza di sesso, origini, credo religioso. Durante la manifestazione in piazza Tahrir dell'altro ieri, otto marzo, organizzata (come vi avevamo segnalato), da attiviste e attivisti per denunciare il rischio che il nuovo assetto politico-militare si traducesse in un rafforzamento del dominio patriarcale, vi è stata una contro-manifestazione di un nutrito drappello di uomini. Questi hanno attaccato le/i manifestanti, strappato manifesti e striscioni, malmenato e molestato alcune donne e urlato slogan quali "La rivoluzione non sarà laica!", Non ci sarà mai in Egitto un presidente donna!" e "Rientrate a casa a far da mangiare!", oltre al classico "Qualunque cosa accada continueremo a scoparvi". Forse non si poteva immaginare una tale violenza, fisica e verbale, ma segnali preoccupanti erano stati colti da tempo, come è emerso anche nei collegamenti in diretta con attiviste egiziane dal Cairo e da alcuni interventi in sala durante la giornata No Hagra! No tirannia!. In particolare Francesca Biancani ha sottolineato come dagli emendamenti proposti dalla nuova coalizione costituitasi in Egitto dopo la rivoluzione (e per approfondimenti rinviamo al sito - in inglese/arabo - dell'Egyptian Center of Women's Rights), emerge un' esclusione di fatto sia delle donne come dei/delle "non-egiziani" (e dei/delle non eterosessuali). Il nuovo presidente infatti, dovrà essere " nato da due genitori egiziani e non potrà sposare che una donna egiziana".
sabato 5 febbraio 2011
Senza stupore: eccezione e norma ai tempi di Arcore
Invece dal Laboratorio Sguardi Sui Generis riceviamo una riflessione ricca di spunti interessanti sul cosiddetto sexygate berlusconiano, che porta in esergo una frase di Walter Benjamin: "Lo stupore perché le cose che noi viviamo sono 'ancora' possibili nel ventesimo secolo non è filosofico. Non sta all'inizio di alcuna conoscenza, se non di questa: che l'idea di storia da cui deriva non è sostenibile". Rinviamo al sito del Laboratorio per la lettura del testo Senza stupore: eccezione e norma ai tempi di Arcore.
(Alcuni) articoli correlati in Marginalia e altrove:
Prostitute, amanti, protette
Considerazioni sul Rubygate
Barbie e libertà
Comunicato stampa del Comitato per i diritti civili delle prostitute
Bunga bunga, gru, arresti ed espulsioni
Etichette:
bibliografie,
calamità (in)naturali,
Cpt/Cie,
cyberspazio,
donne e lavoro,
femminismi,
in-sicurezza,
patriarcato,
sessismo,
Silvio Berlusconi,
violenza sulle donne
Museo di arte delle donne / L'ironia contro gli stereotipi di genere

Un report della tre giorni del Mad a Villa5 dal blog di Minerva Jones (grazie), L'ironia contro gli stereotipi di genere. L'accenno ai fondi irrisori che hanno reso irrealizzabile una struttura permanente mi fa pensare a tutta una serie di riflessioni sviluppate all'interno della pratica/teoria artistica femminista sulla marginalità dell'arte delle donne. Per queste ultime, nei musei come altrove (ogni riferimento alla cosiddetta attualità è intenzionale), l'unico spazio concesso sembra essere quello individuato dalle Guerrilla Girls nella metà degli anni Ottanta. Buona lettura e (amare) riflessioni.
mercoledì 19 gennaio 2011
Barbie e libertà (ovvero: della tanto sbandierata libertà femminile in Occidente)
La foto è stata scattata qualche settimana fa ad una delle due vetrine di un negozio di giocattoli in una via centrale di una città medio grande del nord Italia. E' la vigilia della Befana, le due vetrine sono tirate a lucido e rigidamente "separatiste" (il separatismo è disdicevole solo quando lo praticano i gruppi di dominati), ovvero una vetrina per "maschi" (giochi d'azione, supereroi, macchinine e poi il piccolo scienziato, il piccolo dottore, il piccolo esploratore ...) e l'altra per le bambine, tutta rosa ovviamente. Sulla pila di pupazzetti, cucinine e lavatrici in miniatura, bambolette di tutti i tipi con guardaroba e attrezzi per il maquillage annessi, una Barbie fasciata in un abito di lamè con stampata la statua della libertà ... Chissà quanti adulti (magari "scandalizzati" dalle "orge" di Berlusconi & Co ... ) hanno regalato (o regaleranno) a povere bambine questa disgraziata summa della libertà femminile in occidente ...
Etichette:
arte e dintorni,
bambine/bambini,
Barbie,
calamità (in)naturali,
giocattoli sessisti,
nomadismi personali,
sessismo,
Silvio Berlusconi,
violenza sulle donne
domenica 19 dicembre 2010
L'emancipazione malata. Sguardi femministi sul lavoro che cambia
L'emancipazione malata. Sguardi femministi sul lavoro che cambia è un volume collettivo da poco edito dalla Libera Università delle donne, chiuso dalla traduzione di alcuni stralci della bella intervista di Mathieu Trachaman a Paola Tabet (intervista che vi avevamo già segnalato in Marginalia esattamente un anno fa), La banalité de l'échange. L'emancipazione malata, raccoglie alcuni dei contributi (di Ornella Bolzani, Nicoletta Buonapace, Rosa Calderazzi, Maria Grazia Campari, Manuela Cartosio, Lidia Cirillo, Lea Melandri, Paola Melchiori, Cristina Morini, Liliana Moro, Daniela Pastor) nati dalle discussioni su donne e lavoro all'interno del collettivo Donne e Politica e nei seminari organizzati dalla Lud negli ultimi anni, contributi che si prefiggono, come si legge nella prefazione, di delineare "un femminismo di qualità diversa rispetto ad altri che pure si sono occupati dello stesso tema ... La diversa qualità consiste soprattutto nella consapevolezza che non è possibile comprendere il lavoro e le sue mutazioni, né quello degli uomini né quello delle donne, se non si posiziona il proprio angolo di visuale nell'intersezione genere/classe/cittadinanza. Non esiste una 'condizione femminile' uguale per tutte, esiste una molteplicità di posizioni femminili nella gerarchia sociale". Per una puntuale lettura del volume rinviamo alla recensione di Mariagrazia Rossilli, Femminilizzazione del lavoro: tra conflitto di classe e di genere.
(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:
Razzismo e sessismo nel mercato del lavoro in Italia
Prima le donne e i bambini (con riserva)
Per Fathia Fickri: morire di lavoro migrante
San Valentino a CasaPound
Lavorare stanca
Etichette:
bibliografie,
donne e lavoro,
donne migranti,
femminismi,
femminismo anni 70,
intersezionalità,
Ma(donne),
Paola Tabet,
precarietà,
sessismo,
Superwoman,
Wonder Woman
mercoledì 29 settembre 2010
Iscriviti a:
Post (Atom)