Non c'è nulla da aggiungere.
.

 Sul greto del Panaro, in località Ca’nova                       di San Cesario, in provincia di Modena, c'è un monumento. Qui, il 17 dicembre del 1944, furono ritrovati i corpi di nove uomini e una donna. Quest'ultima era Gabriella degli Esposti, partigiana combattente, attiva nei primi Gruppi di difesa della donna,  tra le organizzatrici delle manifestazioni di luglio che avevano visto a Castelfranco Emilia scendere in piazza centinaia di donne contro la guerra, madre di due bambine piccole, Savina e Liduina, e incinta di una terza.
Sul greto del Panaro, in località Ca’nova                       di San Cesario, in provincia di Modena, c'è un monumento. Qui, il 17 dicembre del 1944, furono ritrovati i corpi di nove uomini e una donna. Quest'ultima era Gabriella degli Esposti, partigiana combattente, attiva nei primi Gruppi di difesa della donna,  tra le organizzatrici delle manifestazioni di luglio che avevano visto a Castelfranco Emilia scendere in piazza centinaia di donne contro la guerra, madre di due bambine piccole, Savina e Liduina, e incinta di una terza.
ضد العنف الجنسي و العنصرية
ضد الفاشية الجديدة و القديمة
لنتحد جميعا : انتفاظة
Impotriva violentei sexiste si rasiste
 impotriva fascismului vechi dar si a celui nou
 toate unite: revolta!
 Il 3 maggio scorso si era tenuto a Bologna un incontro del  movimento di donne neofasciste DEA,  Donne e Azione (un trafiletto su un quotidiano locale, mi sembra, parlava della nascita di un "femminismo" di estrema destra). La portavoce  è tal Maria Bambina, per la cronaca moglie di Gianluca Iannone, dicono ex-picchiatore (ma recentemente ha subito una condanna dal tribunale di Sulmona ...), ex dirigente nazionale della Fiamma Tricolore (poi espulso), candidato, poi non eletto, per La Destra, presidente di CasaPound Italia, ideatore e fondatore di Radio Bandiera Nera e cantante del gruppo nazirock ZetaZeroAlfa ...
Il 3 maggio scorso si era tenuto a Bologna un incontro del  movimento di donne neofasciste DEA,  Donne e Azione (un trafiletto su un quotidiano locale, mi sembra, parlava della nascita di un "femminismo" di estrema destra). La portavoce  è tal Maria Bambina, per la cronaca moglie di Gianluca Iannone, dicono ex-picchiatore (ma recentemente ha subito una condanna dal tribunale di Sulmona ...), ex dirigente nazionale della Fiamma Tricolore (poi espulso), candidato, poi non eletto, per La Destra, presidente di CasaPound Italia, ideatore e fondatore di Radio Bandiera Nera e cantante del gruppo nazirock ZetaZeroAlfa ...
Rinvio all'articolo di Alessandro Portelli, Il gran rifiuto di Rosa Parks.
La foto segnaletica di Rosa Parks è presa dal sito di Crossmode
.
ضد العنف الجنسي و العنصرية
ضد الفاشية الجديدة و القديمة
لنتحد جميعا : انتفاظة
 Fortunatamente (per me) il mio è elettrico ...
Fortunatamente (per me) il mio è elettrico ...
 Leggo che dopo l'elezione di Barack Hussein Obama si moltiplicano negli Usa le proposte per versioni "black" di personaggi storici della storia del cinema. Dopo l'idea di uno 007 "nero", è la volta di Beyoncé (Giselle Knowles, non allarmatevi se il nome non vi dice nulla fino a poco fa non diceva nulla neanche a me, comunque è un'attrice, cantante e non so quant'altro, definita "donna più desiderata della terra" o qualcosa del genere) che si autocandida per una Wonder Woman "of color".
Leggo che dopo l'elezione di Barack Hussein Obama si moltiplicano negli Usa le proposte per versioni "black" di personaggi storici della storia del cinema. Dopo l'idea di uno 007 "nero", è la volta di Beyoncé (Giselle Knowles, non allarmatevi se il nome non vi dice nulla fino a poco fa non diceva nulla neanche a me, comunque è un'attrice, cantante e non so quant'altro, definita "donna più desiderata della terra" o qualcosa del genere) che si autocandida per una Wonder Woman "of color". 
Il Laboratorio è una rete translocale antifascista, antisessista e antirazzista, costituita da donne e lesbiche provenienti da pratiche, percorsi e “mondi” diversi, accomunate dalla consapevolezza che è quanto mai necessario oggi porre al centro della pratica teorica e politica le interrelazioni delle categorie (e dei rapporti) di classe, genere, “razza” e sessualità. Abbiamo cominciato a confrontarci da tempo attraversando spazi, momenti, luoghi ed esperienze molteplici: dalle riflessioni nate intorno al numero monografico Donne di mondo. Percorsi transnazionali dei femminismi (Zapruder, n. 13 2007) all'imponente manifestazione dello scorso novembre a Roma contro la violenza sulle donne, dalle discussioni all'interno del Sommovimento antirazzista e antisessista nato dal Tavolo razzismo  del Flat romano nel  febbraio di quest'anno all'adesione e partecipazione al grande corteo dei/delle migranti del 5 luglio qui a Bologna.
Il nostro confronto si  si è anche nutrito (e si nutre) delle lotte passate di donne e lesbiche contro il fascismo, il sessismo, il razzismo coloniale e post-coloniale, delle relazioni con donne impegnate attivamente su queste questioni in Italia e altrove e soprattutto delle elaborazioni ed esperienze concrete sviluppatesi anche in altri contesti nazionali, grazie alla presa di parola di donne migranti o appartenenti alle cosiddette seconde e terze generazioni. Di qui, la convinzione che l'interrogarci sull'interrelazione tra sessismo e razzismo (nelle loro differenti forme e manifestazioni: dal femminicidio alla violenza omo-lesbo-transfobica, dalla deriva securitaria contro prostitute e altr* soggetti “fuori della norma”, dalla persistenza dell'antisemitismo e del razzismo antimeridionale fino all'attuale virulenza razzista contro rom e migranti) sia oggi condizione imprescindibile per instaurare uno scambio ed un rapporto tra donne “autoctone” e “migranti”, “bianche” e “non-bianche”, europee e non europee, postcoloniali e diasporiche, per agire insieme una reale pratica antisessista e antirazzista. 
L'iniziativa che presentiamo stasera è un'ulteriore tappa – per noi fondamentale – di questo percorso. Riteniamo infatti che  la privazione della memoria delle lotte passate e contemporanee sia una forma di dominazione che ha investito (ed investe) soprattutto le lotte delle donne, come dimostra la partecipazione delle donne italiane alla Resistenza, per lungo tempo disconosciuta o ridotta in termini di "aiuto" e di "contributo" al movimento di liberazione (“maschile”).
Noi vorremmo invece restituire l'importanza, la ricchezza e la specificità della lotta delle donne nella Resistenza e durante gli anni del nazifascismo, e del prezzo che esse hanno pagato: da quelle che hanno combattuto, anche armi in pugno, a quelle che sono state  perseguitate, imprigionate, torturate, massacrate, violentate, deportate. Ma vorremmo farlo rifiutando sia le letture in termini meramente agiografici della Resistenza (che spesso si concentrano su alcune figure “esemplari” in termini fortemente retorici), sia  il mito del “siamo (state) tutte resistenti”, ricordando invece anche le “zone d'ombra”, il consenso o la partecipazione di altre donne a gruppi e organizzazioni fasciste durante il ventennio. Ci sembra questa l'unica maniera per dare veramente valore a quante hanno pagato in prima persona il loro impegno militante e, più in generale, il loro anelito di libertà, e anche smarcarci con forza da  quant* oggi propongono (nel quadro di un più vasto progetto di “pacificazione nazionale”) l'equiparazione tra chi ha resistito e chi no e, in ultima analisi,  tra partigiani/e e fascisti/e. Questa chiave di lettura ci sembra inoltre proficua per affrontare – come ci proponiamo per il futuro – altre forme, passate e contemporanee, di lotta delle donne: lotte che hanno subito (e subiscono) un vero e proprio processo di rimozione, soprattutto quando mettono in crisi un certo immaginario sessista e razzista con il quale non si è ancora riuscit* a fare completamente i conti. In questo senso, la figura di Kebedech Seyoum – una delle tante indomite resistenti all'invasione coloniale italiana degli anni 30 – ci è sembrata emblematica.
La conoscenza della storia, di queste ed altre “resistenze”, di un passato e un presente di lotte, che come donne ci ha viste e ci vede protagoniste o comunque coinvolte è essenziale per mettere a punto nuove pratiche di resistenza e combattere il razzismo e il sessismo, fattori strutturali dei vecchi e nuovi fascismi.
 Da mesi c'era chi discuteva se la  famosa quartina di Nostradamus (e sì, c'è anche chi ha il tempo di discutere di simili piacevolezze)  "sarà l'eletto Grigio e Nero dalla grande compagnia di Gesù uscito", piuttosto che all'elezione di un Papa ("nero" dal "continente nero" come nella canzone dei Pitura Freska), potesse riferirsi invece a quella di un presidente degli Usa, massima "autorità" dei nostri tempi ... Ebbene da oggi Barack Houssein Obama è il 44esimo presidente a stelle e strisce, si dirà che Nostradamus ci aveva preso e che per il Papa nero dovremo aspettare ancora un po' ...
 Da mesi c'era chi discuteva se la  famosa quartina di Nostradamus (e sì, c'è anche chi ha il tempo di discutere di simili piacevolezze)  "sarà l'eletto Grigio e Nero dalla grande compagnia di Gesù uscito", piuttosto che all'elezione di un Papa ("nero" dal "continente nero" come nella canzone dei Pitura Freska), potesse riferirsi invece a quella di un presidente degli Usa, massima "autorità" dei nostri tempi ... Ebbene da oggi Barack Houssein Obama è il 44esimo presidente a stelle e strisce, si dirà che Nostradamus ci aveva preso e che per il Papa nero dovremo aspettare ancora un po' ...
 Si sa che la privazione della memoria delle lotte passate e contemporanee è una forma di dominazione. Questa ha investito (e investe) soprattutto le lotte delle donne, basti pensare alla  partecipazione delle donne italiane alla Resistenza, per lungo tempo disconosciuta o ridotta in termini di "aiuto" e di "contributo" al  movimento di liberazione (inteso "maschile"), situazione ben riassunta da un libro del 1976, La Resistenza taciuta.
Si sa che la privazione della memoria delle lotte passate e contemporanee è una forma di dominazione. Questa ha investito (e investe) soprattutto le lotte delle donne, basti pensare alla  partecipazione delle donne italiane alla Resistenza, per lungo tempo disconosciuta o ridotta in termini di "aiuto" e di "contributo" al  movimento di liberazione (inteso "maschile"), situazione ben riassunta da un libro del 1976, La Resistenza taciuta.