 ... ed anche per sessiste, razziste, fasciste e integraliste di ogni dove, perché disgraziatamente, ma ovviamente,  ci sono pure queste ...
... ed anche per sessiste, razziste, fasciste e integraliste di ogni dove, perché disgraziatamente, ma ovviamente,  ci sono pure queste ....
ضد العنف الجنسي و العنصرية
ضد الفاشية الجديدة و القديمة
لنتحد جميعا : انتفاظة
 Fortunatamente (per me) il mio è elettrico ...
Fortunatamente (per me) il mio è elettrico ...
 Leggo che dopo l'elezione di Barack Hussein Obama si moltiplicano negli Usa le proposte per versioni "black" di personaggi storici della storia del cinema. Dopo l'idea di uno 007 "nero", è la volta di Beyoncé (Giselle Knowles, non allarmatevi se il nome non vi dice nulla fino a poco fa non diceva nulla neanche a me, comunque è un'attrice, cantante e non so quant'altro, definita "donna più desiderata della terra" o qualcosa del genere) che si autocandida per una Wonder Woman "of color".
Leggo che dopo l'elezione di Barack Hussein Obama si moltiplicano negli Usa le proposte per versioni "black" di personaggi storici della storia del cinema. Dopo l'idea di uno 007 "nero", è la volta di Beyoncé (Giselle Knowles, non allarmatevi se il nome non vi dice nulla fino a poco fa non diceva nulla neanche a me, comunque è un'attrice, cantante e non so quant'altro, definita "donna più desiderata della terra" o qualcosa del genere) che si autocandida per una Wonder Woman "of color". 
Il Laboratorio è una rete translocale antifascista, antisessista e antirazzista, costituita da donne e lesbiche provenienti da pratiche, percorsi e “mondi” diversi, accomunate dalla consapevolezza che è quanto mai necessario oggi porre al centro della pratica teorica e politica le interrelazioni delle categorie (e dei rapporti) di classe, genere, “razza” e sessualità. Abbiamo cominciato a confrontarci da tempo attraversando spazi, momenti, luoghi ed esperienze molteplici: dalle riflessioni nate intorno al numero monografico Donne di mondo. Percorsi transnazionali dei femminismi (Zapruder, n. 13 2007) all'imponente manifestazione dello scorso novembre a Roma contro la violenza sulle donne, dalle discussioni all'interno del Sommovimento antirazzista e antisessista nato dal Tavolo razzismo  del Flat romano nel  febbraio di quest'anno all'adesione e partecipazione al grande corteo dei/delle migranti del 5 luglio qui a Bologna.
Il nostro confronto si  si è anche nutrito (e si nutre) delle lotte passate di donne e lesbiche contro il fascismo, il sessismo, il razzismo coloniale e post-coloniale, delle relazioni con donne impegnate attivamente su queste questioni in Italia e altrove e soprattutto delle elaborazioni ed esperienze concrete sviluppatesi anche in altri contesti nazionali, grazie alla presa di parola di donne migranti o appartenenti alle cosiddette seconde e terze generazioni. Di qui, la convinzione che l'interrogarci sull'interrelazione tra sessismo e razzismo (nelle loro differenti forme e manifestazioni: dal femminicidio alla violenza omo-lesbo-transfobica, dalla deriva securitaria contro prostitute e altr* soggetti “fuori della norma”, dalla persistenza dell'antisemitismo e del razzismo antimeridionale fino all'attuale virulenza razzista contro rom e migranti) sia oggi condizione imprescindibile per instaurare uno scambio ed un rapporto tra donne “autoctone” e “migranti”, “bianche” e “non-bianche”, europee e non europee, postcoloniali e diasporiche, per agire insieme una reale pratica antisessista e antirazzista. 
L'iniziativa che presentiamo stasera è un'ulteriore tappa – per noi fondamentale – di questo percorso. Riteniamo infatti che  la privazione della memoria delle lotte passate e contemporanee sia una forma di dominazione che ha investito (ed investe) soprattutto le lotte delle donne, come dimostra la partecipazione delle donne italiane alla Resistenza, per lungo tempo disconosciuta o ridotta in termini di "aiuto" e di "contributo" al movimento di liberazione (“maschile”).
Noi vorremmo invece restituire l'importanza, la ricchezza e la specificità della lotta delle donne nella Resistenza e durante gli anni del nazifascismo, e del prezzo che esse hanno pagato: da quelle che hanno combattuto, anche armi in pugno, a quelle che sono state  perseguitate, imprigionate, torturate, massacrate, violentate, deportate. Ma vorremmo farlo rifiutando sia le letture in termini meramente agiografici della Resistenza (che spesso si concentrano su alcune figure “esemplari” in termini fortemente retorici), sia  il mito del “siamo (state) tutte resistenti”, ricordando invece anche le “zone d'ombra”, il consenso o la partecipazione di altre donne a gruppi e organizzazioni fasciste durante il ventennio. Ci sembra questa l'unica maniera per dare veramente valore a quante hanno pagato in prima persona il loro impegno militante e, più in generale, il loro anelito di libertà, e anche smarcarci con forza da  quant* oggi propongono (nel quadro di un più vasto progetto di “pacificazione nazionale”) l'equiparazione tra chi ha resistito e chi no e, in ultima analisi,  tra partigiani/e e fascisti/e. Questa chiave di lettura ci sembra inoltre proficua per affrontare – come ci proponiamo per il futuro – altre forme, passate e contemporanee, di lotta delle donne: lotte che hanno subito (e subiscono) un vero e proprio processo di rimozione, soprattutto quando mettono in crisi un certo immaginario sessista e razzista con il quale non si è ancora riuscit* a fare completamente i conti. In questo senso, la figura di Kebedech Seyoum – una delle tante indomite resistenti all'invasione coloniale italiana degli anni 30 – ci è sembrata emblematica.
La conoscenza della storia, di queste ed altre “resistenze”, di un passato e un presente di lotte, che come donne ci ha viste e ci vede protagoniste o comunque coinvolte è essenziale per mettere a punto nuove pratiche di resistenza e combattere il razzismo e il sessismo, fattori strutturali dei vecchi e nuovi fascismi.
 Da mesi c'era chi discuteva se la  famosa quartina di Nostradamus (e sì, c'è anche chi ha il tempo di discutere di simili piacevolezze)  "sarà l'eletto Grigio e Nero dalla grande compagnia di Gesù uscito", piuttosto che all'elezione di un Papa ("nero" dal "continente nero" come nella canzone dei Pitura Freska), potesse riferirsi invece a quella di un presidente degli Usa, massima "autorità" dei nostri tempi ... Ebbene da oggi Barack Houssein Obama è il 44esimo presidente a stelle e strisce, si dirà che Nostradamus ci aveva preso e che per il Papa nero dovremo aspettare ancora un po' ...
 Da mesi c'era chi discuteva se la  famosa quartina di Nostradamus (e sì, c'è anche chi ha il tempo di discutere di simili piacevolezze)  "sarà l'eletto Grigio e Nero dalla grande compagnia di Gesù uscito", piuttosto che all'elezione di un Papa ("nero" dal "continente nero" come nella canzone dei Pitura Freska), potesse riferirsi invece a quella di un presidente degli Usa, massima "autorità" dei nostri tempi ... Ebbene da oggi Barack Houssein Obama è il 44esimo presidente a stelle e strisce, si dirà che Nostradamus ci aveva preso e che per il Papa nero dovremo aspettare ancora un po' ...