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lunedì 27 luglio 2015

InteRGRace / Visuality and (anti) racism

InteRGRace Symposium – Interdisciplinary Research Group on Race and Racisms (FISPPA, University of Padova), Visuality and (anti) racism, 21-22 January 2016 - University of Padova, Italy. In collaboration with FISSPA, Centro Interuniversitario di Storia Culturale (CSC), DISGSGeA, Postcolonialitalia, ZaLab, Docucity, CUC/Centro Universitario Cinematografico. Keynote speakers Monica Moreno Figueroa – Cambridge University and Anna Scacchi – University of Padova.Call for papers + Call for visual contributions: InteRGRace www.intergrace.it

domenica 31 maggio 2015

Black Icons / Reminder

Sul sito di Postcolonialitalia il programma completo del seminario di ricerca su 'razza' e visualità Black Icons, che si terrà il 3-4 giugno a Padova . Fate circolare, pleeeeease ;-) Presto reminder anche per il convegno bolognese del 5 giugno, Le esclusioni della bellezza organizzato da InteRGRace, Modi e Csge ...

mercoledì 13 maggio 2015

Manifestazione nazionale rom e sinti / U barò merapé charar u sinti

Via Staffetta il manifesto della manifestazione nazionale antirazzista promossa da rom e sinti per sabato prossimo a Bologna per contrastare la violenta campagna d’odio antizigano portata avanti in Italia dalla destra leghista e neofascista. Purtroppo da mesi era stata già fissata, per la stessa data, la riunione di redazione di Zapruder (alla quale non potrò mancare) ma chiedo a quant@ leggono Marginalia di far girare il volantino della manifestazione

martedì 7 aprile 2015

Claudette Colvin

Un bel volume  per 'scoprire' Claudette Colvin,  una militante africana-americana per i diritti civile spesso dimenticata, alla quale avevo accennato brevemente anni fa in Rosa Parks e le altre, buona lettura

sabato 7 marzo 2015

Una lettera aperta per la laicità

Un gruppo di universitar@ francesi ha lanciato un appello/lettera aperta, di cui sono tra le firmatarie, in seguito alle dichiarazioni di Pascale Boistard, segretaria di stato ai Droits des femmes , che in una intervista al Figaro si è detta favorevole per un allargamento all'università della legge del 2004 contro "i segni ostentatori negli spazi pubblici". Un ulteriore segno del clima islamofobo accentuatesi in Francia dopo gli attentati di gennaio. Per chi volesse firmare l'appello, che lunedì sarà pubblicato su Libération, può farlo qui.

sabato 25 ottobre 2014

Bus separati per "rom" e "residenti" / Una lettera di Giuseppe Faso

Bus separati per "rom" e "residenti" sulla linea n. 69, che da Torino porta nella cittadina di Borgaro: questa la proposta avanzata dal sindaco, Claudio Gambino (Pd) e da un assessore di Sel, Luigi Spinelli. La definiscono una "provocazione", forse ignari (come altri che prima di loro hanno avanzato simili proposte) del decreto del 19 luglio 1937 che all'interno della più ampia legislazione di segregazione razziale nelle colonie italiane in AOI, interdiceva "ai sudditi l'uso di autovetture in servizio pubblico guidate da nazionali" (cfr. La menzogna della razza, Grafis, 1994). Sulla vicenda pubblico una lettera che Giuseppe Faso (dell'associazione Straniamenti e autore, tra l’altro, di Lessico del razzismo democratico) ha inviato al sindaco di Borgaro Torinese. Per chi volesse imitarlo ecco la mail: sindaco@comune.borgaro-torinese.to.it . 
Egregio sindaco, Le chiedo col massimo rispetto un ripensamento rispetto alla Sua idea, se riportata senza forzature dalla stampa. Si possono senza dubbio capire e rispettare le Sue preoccupazioni e il Suo senso di responsabilità nei confronti di un problema la cui gravità non posso certo giudicare io da centinaia di chilometri di distanza. La soluzione prospettata da Lei, quale appare dalla stampa, preoccupa: non è possibile immaginare di distinguere l’utenza dei bus secondo una provenienza sociale, etnica, razziale e rivendicare una distanza dal razzismo. Abbia pazienza, ma il razzismo consiste proprio nel categorizzare le persone, e attribuire loro responsabilità o quozienti di inaccettabilità, in base semplicemente a una presunta origine. Lei probabilmente è piemontese, e io sicuramente meridionale: “piemuntisi” erano per i miei bisnonni truppe di occupazioni, che sulla base di presunta pericolosità di intere popolazioni hanno compiuto crimini di massa. E persone nate e vissute da ragazzi dove io sono nato e vissuto da ragazzo in Comuni non lontani dal suo hanno operato negli ultimi decenni secondo logiche mafiose – partendo dal movimento terra e inquinando a volte municipi interi -; impediranno a Lei e a me di rispettarci come individui, e come individui responsabili del loro operato, e non della loro più o meno presunta appartenenza, giudicarci? Spero di no. Lei ha una grande responsabilità amministrativa: non si faccia ricordare come chi ha attuato quanto i Suoi colleghi leghisti hanno più volte minacciato. Non penserei che Lei è un razzista, non attribuisco a nessuno etichette totalizzanti. Ma i gesti, le decisioni, i comportamenti, quelli sì, possono essere razzisti, e non dipendono dalle Sue intenzioni, ma dalle categorizzazione che metterà o no in atto. Se Lei adopererà una categoria razzizzata, avrà deciso da solo del razzismo della Sua decisione. Certo, molti Le daranno ragione. Non mi faccia operare paralleli storici poco lusinghieri per chi a suo tempo ha dato o avuto consenso su questi temi. Cordialmente, Giuseppe Faso 
(Photo credit: effetti sulla popolazione civile dei gas usati dagli italiani durante l'aggressione all'Etiopia 1936-1941, foto dal sito dell'Ecadf)

sabato 11 ottobre 2014

Mos maiorum. Mega-retata europea contro i migranti

Dal blog di Annamaria Rivera una versione ampliata del suo articolo sull'operazione europea  Mos Maiorum pubblicato originariamente da Il Manifesto. Prima di lasciarvi alla lettura dell'articolo vi segnalo che sul sito del Coordinamento migranti è possibile scaricare e stampare un utile foglio informativo multilingue. Buona lettura e diffusione  // L’hanno chiamata Mos Maiorum, la grande retata europea contro i migranti che scatterà il 13 ottobre per concludersi il 26. Infelice già nel nome che allude, con gusto della romanità di tipo mussoliniano, ai “costumi degli antenati”, cioè al sistema etico-normativo tradizionale che nella Roma patriarcale e pre-civica aveva al centro, tra gli altri valori e principi, la valentia militare. La spruzzata di romanità da incolti pretenziosi – o piuttosto un lapsus che ne rivela il subconscio razzista e imperialista – non riesce a occultare il vero scopo dell’operazione: fermare, controllare, identificare, schedare migranti irregolari e potenziali richiedenti-asilo, intercettati sul territorio europeo sulla base della presunzione della loro colpevolezza. Promossa dal governo italiano nel contesto del semestre di presidenza europea, approvata, il 10 luglio scorso, dal Consiglio dei ministri dell’Interno e della Giustizia, la mega-retata sarà coordinata dalla Direzione centrale per l’immigrazione e dalla Polizia di frontiera del ministero dell’Interno italiano, in collaborazione con Frontex ed Eurosur. Il principale scopo dichiarato di questa operazione transnazionale, ma che avrà l’Italia come teatro operativo principale, è stroncare le reti che trafficano in “clandestini”. In realtà, come abbiamo ribadito più volte, a creare gli irregolari e quindi il traffico di tale merce umana sono il proibizionismo europeo, l’assenza di canali d’ingresso legali e il Regolamento Dublino III. Quest’ultimo, impedendo i movimenti interni all’UE dei richiedenti-asilo, conferendo agli Stati, invece che alle persone, la facoltà di decidere dove chiedere protezione, prevedendo perfino che essi possano essere trattenuti se c’è “pericolo di fuga”, li induce ad affidarsi a reti illegali pur di raggiungere le mete desiderate.Come è ammesso esplicitamente nel documento ufficiale del Consiglio dell’UE, datato 10 luglio 2014, servirà anche a schedare i migranti e a “raccogliere informazioni rilevanti per scopi investigativi e d’intelligence”. Insomma, le vere finalità sono terrorizzare e criminalizzare migranti e potenziali richiedenti-asilo, soprattutto ripulire il territorio europeo, quello italiano in specie, da un buon numero di indesiderabili. Questa mega-retata non è una novità assoluta. Infatti, tra il 15 e il 23 settembre scorsi si era svolta l’operazione Archimedes (ancora il gusto della classicità!), vasta operazione di polizia, coordinata da Europol, contro il crimine organizzato transnazionale. Nell’ambito di questa operazione, l’Italia, con la collaborazione di Frontex, si era occupata, tra l’altro, d’immigrazione irregolare, identificando e schedando ben diecimila migranti in tutta Europa. Perlopiù persone ree di null’altro se non di sfuggire a miseria e altre calamità, in buona parte provocate dai rapporti di sfruttamento neocoloniale che le potenze occidentali impongono ai paesi del Sud o comunque non egemoni.Ciò che rende ancor più infame Mos Maiorum– non evoca forse le retate di massa, di triste memoria, contro altri indesiderabili?– è che si accompagni con l’annunciata fine di Mare Nostrum. Ancora un’operazione dal nome classicheggiante, ma che almeno, pur con delle ambiguità, ha sottratto più di centoventimila vite umane all’immenso cimitero marino che è divenuto il Mediterraneo. Dopo le lacrime di coccodrillo di Schultz e Mogherini a Lampedusa, nel corso della commemorazione della strage del 3 ottobre 2013, di nuovo coloro che sono costretti a fuggire da realtà funeste, prodotte o incrementate dagli apprendisti stregoni occidentali, tornano a essere nemici o, appunto, indesiderabili. E’ da molti giorni che le associazioni e le reti che difendono i diritti dei migranti lanciano l’allarme sulla Grande Retata e mettono in guardia i migranti e i profughi a rischio. Recente è, invece, la presa di posizione del Gue-Ngl, il raggruppamento di sinistra del Parlamento europeo. Sollecitato da Barbara Spinelli, il gruppo, con l’appoggio dei Verdi, ha denunciato il carattere discriminatorio dell’operazione in una lettera aperta al Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni. Nella lettera si rivendica, fra l’altro: il sostegno a Mare Nostrum; la creazione di corridoi umanitari; la garanzia della pienezza del diritto di asilo e di altri diritti fondamentali; la possibilità che i rifugiati raggiungano paesi europei diversi dal primo paese d’arrivo; la fine di ogni forma di detenzione dei migranti in quanto tali. Nel contempo, il Gue-Ngl si appresta a presentare una “richiesta di dichiarazione” del Consiglio durante la prossima plenaria del Parlamento europeo. Tutto ciò potrebbe sembrare banale routine politica. Eppure oggi, quando stragi e retate di migranti si consumano spesso nel silenzio e nell’indifferenza dei più, non è cosa da poco che nel Parlamento europeo vi sia qualche sussulto di opposizione alla Fortezza Europa (Annamaria Rivera, 11 ottobre 2014) // L'immagine che illustra questo post è un fin troppo eloquente graffito di Bansky, rimosso qualche giorno fa perché giudicato "offensivo e razzista". Ma è chiaro che "Banksy has not been banned from Clacton-on-Sea because he is a racist. He has been suppressed because he exposed the truth (Jonathan Jones, The Guardian)

giovedì 15 maggio 2014

InteRGRace / La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale

Rinviando al sito di InteRGRace per il programma di appuntamenti e iniziative dei prossimi mesi, per intanto segnalo che mercoledì 21 maggio 2014, presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione (Aula Rossa, terzo piano - via Azzo Gardino 23 - Bologna) dalle 16 alle 19, InteRGRace organizza discussione intorno alla tavola rotonda, a cura di Gaia Giuliani pubblicata in  Studi Culturali (n. 2, 2013) con il titolo La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale . Introducono: Patrizia Violi (TraMe, Università di Bologna), Cristina Demaria (Co-direttrice “Studi Culturali”, Università di Bologna) Modera: Gaia Giuliani (Università di Bologna, InteRGRace). Intervengono: Sonia Sabelli ( Quale razza? Genere, classe e colore in Timira e L’ottava vibrazione) Tatiana Petrovich Njegosh (La linea del colore nella cultura di massa), Devi Sachetto (La gestione e la produzione delle differenze: razza e razzismo nei processi lavorativi italiani). Discutono: Vincenza Perilli (InteRGRace) e Gaia Giuiani

giovedì 3 aprile 2014

InteRGRace online

«Race is a textual thing [...] Race after all the violence remains a social construct; it changes with the context, it is relational, not essential, and never be finely fixed, but subject to the constant process of redefinition and appropriation [...]. It is a signifier, an empty sign, it is not fixed in a nature, it can not be secured in its meaning, floats in a sea of relational differences» (Stuart Hall, Race. The Floating Signifier, MEF, 1996). Il sito di InteRGRace è finalmente online: http://www.intergrace.it

domenica 1 dicembre 2013

Rosa Parks e le altre

Ripropongo un articolo scritto il primo dicembre di cinque anni fa, Un'altra Rosa Parks, perché mi sembra possa offrire ancora validi spunti di riflessioni. Del resto ora non avrei il tempo di scrivere qualcosa ex-novo ma mi sembra doveroso ricordare in questa data simbolo Rosa Parks, Claudette Colvin, Mary Louise Smith e le altre militanti afro-americane per i diritti civili attive negli anni cinquanta nel Montgomery Bus Boycott // In molt*, quando qualche mese fa una ragazzina italiana di origini marocchine è stata picchiata selvaggiamente da un gruppo di coetanei/e per non aver ceduto il post in autobus, abbiamo pensato (scrivevo "forse non inutilmente") a Rosa Parks, un'icona della lotta per i diritti civili. Eppure ancor oggi il gesto di "disobbedienza" di questa donna ci è consegnato dalla storia come un atto "eroico", ma individuale e quasi spontaneo messo in atto da una modesta sartina afro-americana che, un bel giorno (era il primo dicembre del 1955), rientrando stanca dal lavoro, rifiuta di alzarsi da un posto riservato ai/alle "bianchi/e" su un autobus della razzista e segregazionista cittadina di Montgomery, in Alabama, scatenando con il suo arresto il famoso Montgomery Bus Boycott. Ma il "rifiuto" di Rosa Parks non nasce dal "nulla". Le lotte antisegregazioniste avevano già una lunga storia: già l'anno prima, ad esempio, la Corte Suprema aveva dovuto dichiarare non costituzionale la segregazione scolastica (che di recente ha ispirato la proposta della Lega Nord di "classi separate" in Italia). La stessa Rosa Parks era del resto attiva, dal 1943, nel movimento per i diritti civili: segretaria della sezione di Montgomery della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP, fondata nel 1909) era assidua frequentatrice della Highlander Folk School, un centro educativo per i diritti dei lavoratori e per l'uguaglianza razziale. Del resto, quel giorno del 1955, furono arrestate con lei altre due attiviste afroamericane, Claudette Colvin e Mary Louise Smith, che già in precedenza erano state tratte in arresto e multate per essersi rifiutate di cedere i posti "per bianchi". La sera stessa dell'arresto, inoltre, fu un'altra donna (bella figura di intellettuale/militante come oggi non esistono quasi più), Jo Ann Robinson - docente universitaria e attivista della Women's Political Council, un'organizzazione di donne afro-americane -, a scrivere, fotocopiare e distribuire con altre militanti della WPC un volantino che invitava a un giorno di boicottaggio dei mezzi pubblici . Iniziato qualche giorno dopo l'arresto di Parks, Colvin e Smith, il boicottaggio si estese coinvolgendo anche altre organizzazioni come il Civil Rights Movement (guidato da un allora ancora pressoché sconosciuto Martin Luther King): in migliaia nei mesi successivi (precisamente per 381 giorni) non salirono sugli autobus, e poiché quasi i 3/4 degli utenti degli autobus di Montgomery erano "negroes", il boicottaggio causò anche un danno economico notevole. In seguito al protrarsi e al diffondersi della protesta, nel 1956 il caso approdò alla Corte Suprema degli Stati uniti che decretò incostituzionale la segregazione sui mezzi pubblici. Seppure lontana nel tempo questa storia (raccontata in questa maniera) mi sembra ancora utile e ricca di spunti per quant* intendono opporsi (attivamente) a razzismo, sessismo e fascismo , in un contesto come quello odierno caratterizzato (qui e altrove) dal moltiplicarsi di aggressioni fasciste contro militanti, migranti e soggetti "fuori della norma", esacerbato e violento sessismo, strapotere degli apparati polizieschi e repressivi (per i quali anche aver protestato contro il summit di Vicky sull'immigrazione diventa prova a carico per l'accusa di "terrorismo"). E allora se le cose non nascono dal nulla, se il gesto individuale fuori da un contesto di lotta non basta e soprattutto se un blog è, e resta, un blog (ma se sono - anche - qui a scrivere penso possa servire a qualcosa finché potrò ancora farlo) ... ATTIVIAMOCI

lunedì 29 luglio 2013

Cécile Kyenge e le banane di Forza Nuova

Le manifestazioni di razzismo/sessismo contro la ministra Kyenge si susseguono con una tale frequenza (dall'orango di Calderoli all'istigazione allo stupro di Valandro), che diventa complicato anche solo tenerne il conto: l'ultimo episodio alla festa del Pd a Cervia qualche giorno fa. Dopo che Forza Nuova aveva disseminato la piazza di fantocci insanguinati e volantini contro lo ius soli con lo slogan "L'immigrazione uccide", c'è stato un lancio di banane verso il palco dove la ministra teneva il suo discorso. Come da copione questi episodi sono stati seguiti da una nuova ondata di messaggi di solidarietà bipartisan, anche da parte di personaggi come il leghista Luca Zaia, e dalla minaccia di querela da parte di Roberto Fiore per chi associa il lancio di banane a Forza Nuova. In questo modo, paradossalmente, sono proprio episodi come questi che vengono strumentalmente utilizzati per consolidare la riduzione del sistema sessismo/razzismo a qualche gesto imbecille di una minoranza indistinta, gesti nati dal nulla, senza significato e conseguenze, senza storia, senza nessun legame con leggi infami, centri di identificazione ed espulsione, accordi per il controllo alle frontiere e sfruttamento del lavoro, migrante e non. Nello stesso tempo tutto il paese, da destra a sinistra, si può così indignare, esprimere solidarietà alla ministra nera testimoniando così la propria fede "antirazzista" e "antisessista" ...

mercoledì 3 luglio 2013

Razzismo nei media

Dal sito Il razzismo è una brutta storia apprendo della pubblicazione di un volume che - anche se non ho avuto ancora occasione di leggerlo -, mi sembra particolarmente interessante perché si occupa di un tema importante (media e razzismo) così come è percepito e analizzato da un gruppo di giovanissimi ragazzi/e di diverse origini culturali e geografiche. Nella mia tendopoli nessuno è straniero - questo il titolo - è infatti stato scritto da ragazze e ragazzi  della redazione di  Occhio ai media monitorando gli articoli pubblicati sulla stampa in occasione del terremoto avvenuto in Emilia un anno fa.

domenica 9 giugno 2013

Transfemminismi / Transféminismes

Dopo Du côté obscur: Féminismes Noirs - la cui uscita è prevista per il prossimo ottobre -, la rivista internazionale di filosofia femminista e teoria queer Comment S'en Sortir, lancia il cfp per il numero successivo, Transféminismes : politiques des transitions féministes, numero che intende cartografare le alleanze, le lotte comuni e le traduzioni di concetti tra movimenti e teorie trans, femministe, anti-razziste e queer

mercoledì 17 aprile 2013

Variabili femministe / Un seminario itinerante a partire da alcune parole chiave

Ad un anno dalla sua pubblicazione, e mentre siamo in attesa che si definiscano le prossime date di quello che abbiamo ironicamente definito tour, parte a Torino una bellissima iniziativa ovvero un ciclo seminariale itinerante ispirato proprio dal volume Femministe a parole (edito da Ediesse nella collana sessismoerazzismo) dal titolo Variabili femministe. Il ciclo - strutturato su di una serie di incontri a partire da alcune parole chiave condivise - è organizzato da FemminismItineranti, una rete di singole e realtà femministe torinesi nata a partire da incontri, scambi, desideri sollecitati dalla lettura del volume ed aperta a tutte/i coloro che condividono una prospettiva antirazzista, antisessista, antiomo&transfobica, e antifascista. Alla rete  hanno aderito AlmaTerra, Archivio delle Donne in Piemonte, Centro Studi del Pensiero Femminile, Donne in Nero-Casa delle Donne, Indignate Rosse, L’Altramartedì, Me-dea e SguardiSuiGeneris. Il primo incontro, a cura di quest'ultima realtà, si terrà questo pomeriggio a Palazzo Nuovo (e mi scuso della segnalazione in extremis ma è sempre più difficile stare dietro al ritmo di mille cose e a veri e propri scompensi temporali) e avrà per titolo Nazionalismi invadenti: genere, rappresentazioni, ruoli (sul sito di SguardiSuiGeneris maggiori dettagli e bibliografia), mentre per gli altri incontri sarà a breve disponibile il programma completo. Per info e contatti: femminismitineranti@gmail.com).

martedì 19 marzo 2013

Contro la Bossi-Fini: questo è il momento!

Contro la Bossi-Fin: questo è il momento! è lo slogan che riassume lo spirito della manifestazione dei/delle migranti che - decisa nella scorsa assemblea dei/delle migranti del 17 febbraio - si svolgerà sabato prossimo - 23 marzo 2013 - a Bologna. Rinviamo al sito del Coordinamento migranti e a Migranda per materiali, volantini, spot e ultime adesioni

mercoledì 20 febbraio 2013

Speak out ! / Non in nostro nome

Segnaliamo la conferenza internazionale "Non in nostro nome. Prevenire la violenza di genere attraverso il self-empowerment di donne migranti, rifugiate e di gruppi minoritari , per la costruzione di reti territoriali e comunitarie", che si terrà il 21 Febbraio all' Università di Venezia - Ca’ Foscari e il 22 Febbraio all' Università di Padova, presso il Dipartimento Fisppa. La conferenza costituisce l’evento conclusivo del progetto Speak out! Empowering migrant, refugee and ethnic minority women against gender violence in Europe, cofinanziato dal Programma Daphne III della Commissione Europea e coordinato da Franca Bimbi, docente presso l'Università di Padova. Come si legge nella presentazione della conferenza " il progetto Speak out! ha preso le mosse da una preoccupazione: nel dibattito pubblico Europeo, ed anche in Italia, le donne MRM (migranti, rifugiate, di minoranze) sono spesso tacitate, mentre sono rappresentati prevalentemente punti di vista maschili e delle donne “native”. Ancora di più negli scenari dell’attuale crisi, appare necessario sviluppare in Europa politiche di inclusione, gender and migrants friendly, capaci di superare i rischi di razzializzazione ed etnicizzazione dei discorsi sulla migrazione. Speak out! ha perseguito l’obiettivo di dar voce alla molteplicità dei discorsi delle donne MRM ed ai loro e “nostri” posizionamenti translocali, sulle esperienze di migrazione e di violenza familiare, istituzionale, razziale". Per maggiori info e il programma dettagliato della conferenza rinviamo al sito del Departimento di Sociologia dell'Università di Padova