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mercoledì 13 maggio 2015

Manifestazione nazionale rom e sinti / U barò merapé charar u sinti

Via Staffetta il manifesto della manifestazione nazionale antirazzista promossa da rom e sinti per sabato prossimo a Bologna per contrastare la violenta campagna d’odio antizigano portata avanti in Italia dalla destra leghista e neofascista. Purtroppo da mesi era stata già fissata, per la stessa data, la riunione di redazione di Zapruder (alla quale non potrò mancare) ma chiedo a quant@ leggono Marginalia di far girare il volantino della manifestazione

lunedì 29 luglio 2013

Cécile Kyenge e le banane di Forza Nuova

Le manifestazioni di razzismo/sessismo contro la ministra Kyenge si susseguono con una tale frequenza (dall'orango di Calderoli all'istigazione allo stupro di Valandro), che diventa complicato anche solo tenerne il conto: l'ultimo episodio alla festa del Pd a Cervia qualche giorno fa. Dopo che Forza Nuova aveva disseminato la piazza di fantocci insanguinati e volantini contro lo ius soli con lo slogan "L'immigrazione uccide", c'è stato un lancio di banane verso il palco dove la ministra teneva il suo discorso. Come da copione questi episodi sono stati seguiti da una nuova ondata di messaggi di solidarietà bipartisan, anche da parte di personaggi come il leghista Luca Zaia, e dalla minaccia di querela da parte di Roberto Fiore per chi associa il lancio di banane a Forza Nuova. In questo modo, paradossalmente, sono proprio episodi come questi che vengono strumentalmente utilizzati per consolidare la riduzione del sistema sessismo/razzismo a qualche gesto imbecille di una minoranza indistinta, gesti nati dal nulla, senza significato e conseguenze, senza storia, senza nessun legame con leggi infami, centri di identificazione ed espulsione, accordi per il controllo alle frontiere e sfruttamento del lavoro, migrante e non. Nello stesso tempo tutto il paese, da destra a sinistra, si può così indignare, esprimere solidarietà alla ministra nera testimoniando così la propria fede "antirazzista" e "antisessista" ...

domenica 21 luglio 2013

Cécile Kyenge e il peso delle parole

Leggo su Animabella, il blog di Cinzia Sciuto, un articolo (L'orango di Calderoli e lo spazio della politica) che a partire dalle frasi razziste/sessiste contro Cécile Kyenge di leghisti come Calderoli e Valandro, contesta in maniera efficace chi vorrebbe derubricare simili episodi "a battute da Bar Sport", insistendo sul fatto che anche "le parole contano, e non solo perché ledono l'immagine della ministra o istigano addirittura a commettere un reato. Ma perché [...] plasmano (letteralmente) lo spazio della politica [...]. La lotta politica è anche lotta per mettere al bando certe parole e per dare piena cittadinanza ad altre. Perché le parole si portano appresso significati, storie, valori, ideali e, infine, diritti. Chi insiste, per esempio, perché non si usi la parola 'clandestino' lo fa perché sa che eliminare quella parola dalla scena significherebbe avere di fronte un uomo (o una donna) alla ricerca di una vita migliore, e chiudere un uomo (o una donna) innocente dentro una vera e propria prigione, come i Centri di identificazione ed espulsione, sarebbe molto più difficile che chiuderci un 'clandestino'. E non per niente “clandestino” è una parola molto amata invece da chi vorrebbe 'filtrare' le masse umane che premono ai nostri confini. E così di questo passo, tutte le grandi battaglie per l'ampliamento dei diritti, sono anche (e forse prima di tutto) battaglie per dare legittimità ad alcune parole e rendere tabù altre". Condivido l'importanza di riflettere sul linguaggio, ribadita anche nell'introduzione al volume Femministe a parole: "il linguaggio non è affatto neutro, ma riflette e veicola rapporti di dominazione che le parole a loro volta, possono contribuire a riprodurre e consolidare. Proprio perché le parole sono imbevute di ideologie sessiste, razziste e classiste, i 'soggetti assoggettati' hanno costantemente sentito il bisogno di condurre delle battaglie contro e dentro il linguaggio, rimuovendo alcune parole e inventandone di nuove" (S. Marchetti, Jamila M.H. Mascat, V. Perilli, Ediesse, 2012).  Peccato allora che proprio in questo articolo Sciuto finisca poi per definire Giovanni Sartori - che per le sue posizioni in materia di immigrazione ha trovato consensi anche in siti neonazisti come quello di Storm Front -, "illustre politologo" (le virgolette sono mie) ... Anche perché, come  un nostro lettore in un commento a  Le lacrime della leghista, anch'io giudico le esternazioni di Sartori - che ha anche invitato a regalare un dizionario a Cécile Kyenge - molto più insidiose del rozzo razzismo/sessismo di un Calderoli o una Valandro. Molto più insidiose proprio perché  "il prof. Sartori", come scrive Riccardo nel suo commento, è considerato anche da certa sinistra "democratico e progressista" ...

lunedì 17 giugno 2013

Un dizionario razzista per Cécile Kyenge

"Se lo Stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto, e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse". Questo l'incipit dell'editoriale contro Cécile Kyenge e lo ius soli che Giovanni Sartori - il "politolo" che per le sue posizioni in materia di immigrazione ha trovato consensi anche in siti neonazisti come quello di Storm Front - scrive oggi sul Corriere della Sera . Per l'articolo completo rinviamo a Giornalettissimo // Immagine: Wangechi Mutu, Primary syphilitic ulcers of the cervix (2005) // Alcuni articoli correlati  in Marginalia :Chi ha paura della donna nera ?, L'integrazione è un campo di battaglia, Cécile Kyenge e lo stupro

lunedì 11 marzo 2013

Comprendere la strumentalizzazione del femminsimo a fini razzisti per resistere

Per le/i francofone/i segnalo questo articolo, Comprendre l’instrumentalisation du féminisme à des fins racistes pour résister (Comprendere la strumentalizzazione del femminismo a fini razzisti per resistere), articolo pubblicato qualche anno fa su Contretemps, ma ancora utilissimo, mi sembra

martedì 29 gennaio 2013

Parlare di razza. La lingua del colore tra Italia e Stati Uniti

E' stato da poco edito da Ombre Corte il volume Parlare di razza, la lingua del colore tra Italia e Stati Uniti, a cura di Tatiana Petrovich Njegosh e Anna Scacchi. Non ho ancora letto il libro, e dunque per intanto rinvio alla scheda sul sito dell'editore, e ad un'intervista - pubblicata su CorriereImmigrazione -, di Sergio Bontempelli a Giuseppe Faso, autore dell'introduzione al volume. En passant, osservo che la copertina di Parlare di razza, è una rielaborazione di Noire et Blanche di Man Ray, che solo qualche giorno fa aveva nuovamente attirato la nostra attenzione via una foto di Billie Holiday ...

mercoledì 9 gennaio 2013

Stupri in India (e retoriche neocolonialiste in Italia)

Dopo anni trascorsi a denunciare le retoriche razziste e sessiste diffuse dai media italiani - insieme sintomo (e parte attiva nella produzione) di un pervasivo immaginario neocoloniale -, capita di essere assalite da un vero e proprio senso di nausea alla lettura di talune ricostruzioni ed elucubrazioni giornalistiche su gravi fatti di cronaca, come lo stupro di gruppo avvenuto qualche settimana fa a Delhi. Una boccata di ossigeno leggerne la puntuale de-costruzione e critica su I consigli di zia Jo, che autorizzo ufficialmente ad inviare a Marginalia tutti i commenti (OT o non OT) che desidera ...

lunedì 5 novembre 2012

I bianchi d'Europa

Invitato dal movimento di estrema destra francese Bloc Identitaire alla convention Direction Reconquête! che si è tenuta a Orange questo fine settimana, l'eurodeputato leghista Borghezio ha esaltato la platea, prima lodando gli occhi blu delle donne - bianche ed europee -, occhi "blu per un popolo che vuole restare bianco” e poi lanciando il suo messaggio: "Viva i bianchi d’Europa, viva la nostra identità, la nostra etnia, la nostra razza: quando la nostra patria viene invasa, bisogna bastonare". Fonte: Il fatto quotidiano

giovedì 27 settembre 2012

L'etnicizzazione del sociale / Reminder

Velocissimo reminder per quante/i sono sul suolo bolognese: domani, venerdì 28 settembre, alla libreria ModoInfoShop (via Mascarella, 24/b - Bologna), presentazione del volume di Zapruder,  L'etnicizzazione del sociale. Vi aspettiamo!

venerdì 21 settembre 2012

Zapruder / L'etnicizzazione del sociale

L’“etnia”, la “razza”, come anche una certa nozione statica di “cultura”, sono alcuni dei concetti più ricorrenti attraverso i quali viene narrato lo spazio sociale contemporaneo. Gli attori dei drammi sociali, così raccontati, sembrano agire secondo un copione noto, dove le differenze irriducibili e le identità inconciliabili tengono i ruoli dei protagonisti. Si è affermato un ordine del discorso che trova la propria convalida in una griglia concettuale che legge la molteplicità del reale attraverso figure semplici, originarie, unitarie. Venerdì 28 settembre presso la Libreria Modo Infoshop (via Mascarella 24/b – Bologna), presentazione del numero di Zapruder L’etnicizzazione del sociale: politica, memoria, identità (2010) che tematizza queste recenti fortune del dispositivo dell’etnia, ricostruendone la genealogia e individuandone le logiche. Ne discuteranno con Silvia Cristofori e Andrea Brazzoduro, curatori del volume, Gaia Giuliani e alcuni/e redattori e redattrici della rivista

lunedì 17 settembre 2012

Il razzismo

Segnaliamo l'uscita, per Ediesse, del volume Il razzismo, di Alberto Burgio e Gianluca Gabrielli che sarà presentato questa sera - con Patrizia Dogliani, Sandro Mezzadra e Giorgio Tassinari - presso la biblioteca Walter Bigiavi (via Belle arti, 33 - Bologna). Bookshop a cura della Libreria delle Moline

mercoledì 5 ottobre 2011

Con Houria Bouteldja, accusata di "ingiurie razziali"

Houria Bouteldja, portavoce de Les Indigènes de la République e figura centrale delle Blédardes, autrici del notorio Appel des féministes indigènes, e della quale avevamo pubblicato la traduzione di Le féminisme est-il universel?, è stata denunciata per "razzismo anti-bianchi" da un gruppuscolo di estrema destra, l'Agrif (Alleanza generale contro il razzismo e per il rispetto dell'identità francese e cristiana). L'Agrif contesta a Bouteldja l'uso, durante una trasmissione televisiva nel 2007, del neologismo "souchiens", una sorta di "ritorsione" contro i propositi razzisti di coloro che si definiscono "francesi di souche" (di origine, stirpe, generazione ...). Convocata davanti al procuratore il 6 maggio scorso, Houria Bouteldja sarà presto, in data ancora da fissare, sottoposta a processo. Nella petizione Solidarité avec Houria Bouteldja: une accusation "qui nous insulte tous", petizione già firmata, tra gli altri, da Etienne Balibar e Christine Delphy, si sottolinea come il fatto che "siano proprio coloro che esercitano le peggiori violenze contro le minoranze a presentarsi come coraggiosi difensori dei francesi [bianchi, di souche] insultati, non è un fatto isolato, ma il segno di una deriva inquietante".

mercoledì 25 maggio 2011

Le forme del dominio

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente, è il titolo della discussione che si terrà dopodomani (27 maggio 2011 - ore 18), presso la Libreria delle Moline (via delle Moline 3/a - Bologna) a partire dal volume di Alberto Burgio Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa (DeriveApprodi, 2010). Interventi di Vincenza Perilli (Razzismo e sessismo) e Mauro Raspanti (Razza, razzismo e neorazzismo). Seguirà dibattito con l'autore.


martedì 17 maggio 2011

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente, è il titolo della discussione che si terrà venerdì prossimo (27 maggio 2011 - ore 18), presso la Libreria delle Moline (via delle Moline 3/a - Bologna) a partire dal volume di Alberto Burgio Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa (DeriveApprodi, 2010). Interventi di Vincenza Perilli (Razzismo e sessismo) e Mauro Raspanti (Razza, razzismo e neorazzismo). Seguirà dibattito con l'autore.

mercoledì 10 novembre 2010

La bella, la bestia e l'umano: sessismo, razzismo e specismo

Vi avevamo già anticipato tempo fa l'uscita del volume La bella, la bestia e l'umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo di Annamaria Rivera. Secondo l'autrice "ad assimilare specismo, sessismo e razzismo è l’attribuzione agli «altri», alle donne, ai non umani di una natura diversa, inferiore o mostruosamente superiore, da controllare e soggiogare". Di questi tre sistemi di dominio, Rivera analizza - come si legge nella quarta di copertina -, "analogie e intrecci, peculiarità e divergenze. Ed esemplifica l’analisi dei processi di alterizzazione e reificazione attraverso alcuni temi: la dialettica fra razzismo istituzionale e xenofobia popolare; il trattamento dei corpi altrui, fino agli stupri «etnici»; le controversie sul «velo islamico» e sulle modificazioni dei genitali femminili; la vicenda italiana delle donne-tangenti. Infine, accogliendo la critica dei femminismi «non bianchi», suggerisce di adottare una postura critica e relativista, per evitare l’etnocentrismo, trascendere l’universalismo particolare, immaginare un modello di universalità relazionale, concreto, situato, sessuato". Del libro si discuterà domani, 11 novembre, alle ore 18 presso la Feltrinelli International (via Zamboni 7/b), in presenza dell'autrice e con Alberto Burgio e Vincenza Perilli.

sabato 29 maggio 2010

L'etnicizzazione del sociale. Politica, memoria, identità

E' appena uscito il nuovo numero della rivista Zapruder (e colgo l'ccasione per ricordarvi che sono aperte le iscrizioni al Simposio estivo di storia della conflittualità sociale) curato da Andrea Brazzoduro e Silvia Cristofori, Etnicizzazione del sociale. Politica, memoria identità con articoli/recensioni di Francesco Pompeo, Michela Fusaschi, Andrea Priori, Ulderico Daniele, Stefania Pepoli, Silvia Cristofori, Ilaria Cansella, Oscar Greco, Brigitte Leiter, Francesca Viscone, Piero Baral, Gabriele Proglio, Maria Grazia Meriggi, Chiara Giorgi, Elena Petricola, Beppe De Sario, Francesco Paolella, Vincenza Perilli e Andrea Tappi. Nel sito di Zapruder/Storie in movimento trovate l'indice completo del numero, mentre domenica 6 giugno, nell'ambito del Festival sociale delle culture Antifasciste se ne terrà una presentazione (mi dispiace moltissimo non poterci essere!) in presenza di alcune/i delle/dei collaboratrici/collaboratori della rivista.

mercoledì 1 aprile 2009

Cacchine neofasciste

Talvolta capita che alcune notiziole, che pure avrebbero meritato un po' di spazio qui, vadano perse . Solo oggi, ad esempio, leggo dell'accoglienza riservata alla convention elettorale di CasaPound a Bologna a base di cacche varie. Ahimè, mi son detta, speriamo che nessun* sospetti che l'immagine qui di fianco, usata in Marginalia qualche tempo fa per illustrare un articoletto su CasaPound, fosse un'oscura allusione atta ad istigare il passaggio ai fatti. Qualcun* (forse) penserà che sono un tantino paranoica, invece vi assicuro che (purtroppo) non sono preoccupazioni peregrine. In un'epoca in cui la libertà d'espressione è invocata a gran voce per giustificare le peggiori nefandezze (dalle camere a gas "dettaglio della storia" alla riabilitazione della Repubblica di Salò), può capitare, ad esempio, solo per aver tirato fuori qualche scheletro dall'armadio de Il Resto del Carlino, di subire pesanti forme di mobbing inventivo ... Vista l'aria che tira e il poco tempo che (ancora forse) resta prima che ci mettano il bavaglio a tutt*, passo velocemente (di cacca in cacca) al convegno promosso da Forza Nuova a Milano per il prossimo 5 aprile. Dovrebbero colà intervenire tra i maggiori rappresentanti dei partiti neofascisti europei aderenti al progetto Fronte Nazionale europeo, da Bruno Gollnisch del Front National a Simon Darby del British National Party per arrivare a Stratos Karanikolau del greco-cipriota Proti Grammi (Linea di Fronte). Senza dimenticare Roberto Fiore, ovviamente.
In un articolo di Bruna Jacopino, vengono tratteggiati i ritratti di alcuni di questi personaggi, come il segretario generale dell’Npd tedesco, Ugo Voight sotto processo in questi giorni in Germania, insieme ad altri due suoi camerati, per “incitamento all’odio razziale” . O ancora Bruno Gollnisch del Front National, eurodeputato ed ex professore di diritto all’università di Lione, condannato, lo scorso anno, a cinque mesi di reclusione con la sospensione della pena e ad una multa di 5.000 euro per aver contestato nel 2004 l’esistenza delle camere a gas. Del resto Ugo Voight sogna di rifondare «una Grande Germania su principi nazionalisti e gerarchici» e recentemente ha stretto un’alleanza con i naziskin delle Skinheads Sachsiche Schweiz, che non sono precisamente delle mammolette. Di Gollnisch invece, ricorderei anche l'impegno con i fondamentalisti pro-life: lo scorso 20 gennaio era, ad esempio, in prima fila alla "marcia per la vita" che aveva radunato a Parigi circa quindicimila anti-abortisti provenienti da mezza Europa. E che dire del British National Party? Uno dei suoi "giovani" aderenti ha definito gli/le omosessuali "AIDS Monkeys", "bum bandits" e "faggots" ... (non credo ci sia bisogno di traduzione). E per chi non ha la memoria corta sono note le aggressioni razziste e sessiste di camerati di Forza Nuova a diversi soggetti "indesiderati", come le loro campagne islamofobe, anti-migranti/rom e contro l'autodeterminazione delle donne (quest'ultima presa di posizione è ben riassunta da "Aborto=omicidio", titolo di un documento del gruppo femminile di Forza Nuova Verona, Donne in azione, da non confondere con Donne e Azione di CasaPound ...)
Insomma, la crème de la crème della destra xenofoba, omolesbotransfobica, pro-life, fondamentalista, negazionista, suprematista e razzista, si riverserà a Milano il 5 aprile. Anch'io non credo che saranno tantissimi (qualche centinaio, forse?), ma non mi sembra comunque un segnale da sottovalutare. Non si tratta (solo) di nazistelli nostalgici con teste rasate e tatuaggi tipo Heil Hitler, ma di gente che ha rappresentanti nel Parlamento Europeo (come il Front National di Jean-Marie Le Pen) o nel Parlamento del proprio paese (come il British National Party) e che può impunemente presentare (come Forza Nuova) liste elettorali con personaggi del calibro di Don Giulio Tam, che si autodefinisce "crociato in lotta contro la decadenza, l'invasione islamica e le trame dei perfidi giudei" ... E non è neanche da trascurare che di fronte alle (legittime) proteste e alle (altrettanto legittime) richieste di impedire questa iniziativa (dall'Anpi a diverse realtà antifasciste), il sindaco Letizia Moratti abbia invocato la "libertà d'espressione". Ben conosciamo l'articolo 21 della Costituzione italiana, (quello che sancisce per l'appunto il diritto di tutt* di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione), ma invocarlo in difesa di chi viola i principi e le norme (anch'esse costituzionali) di libertà, democrazia e diritti umani per tutti e tutte, mi sembra (molto) pericoloso.
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lunedì 13 ottobre 2008

ControStorie: Razzismo, genere, classe



Editoriale

Alex Gaudillière, La nuova destra
Leila Soula, Scioperi per documenti
Nina Ferrante, Contro l'essenzialismo culturale
A. G, Angela Davis: la forza, l'intelligenza, l'energia che trasmette
Chris Harman, Schiavitù e razzismo (traduzione dall'inglese di Stefano Gioffrè)
Vincenza Perilli, Miti e smemoratezze del passato coloniale italiano
Valentina Quaresima, Laicità o persecuzione religiosa?
Barbara De Vivo, Velare, svelare: il razzismo nella Franca coloniale e postcoloniale

Altre storie

Mouvement des Indigènes de la République, Siamo gli indigeni della Repubblica (traduzione dal francese di Barbara De Vivo)
Elsa Dorlin, Performa il tuo genere, performa la tua razza! (traduzione dal francese di Brune Seban)

Impaginazione: Brune Seban; Grafica: Lorenzo De Vivo; Illustrazioni: Linda Vignato

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E mentre scrivo ( forse scriviamo decisamente troppo) apprendo che a Varese una ragazzina è stata vittima , tra l'indifferenza generale, di un violento pestaggio da parte di una trentina di compagn* di scuola, pestaggio (come oramai è regola) condito da insulti razzisti quali "marocchina di merda". Sembra che l'aggressione sia l'atto conclusivo di un "alterco" scoppiato in autobus il giorno prima quando lei si era rifiutata di cedere il posto a sedere. Pensare a Rosa Parks è troppo facile, ma forse utile.
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martedì 15 aprile 2008

Italiani/e, brava gente ...

Non c'è scampo.


Da oggi camminerò chiedendomi in mezzo a che gente vivo. Non che prima pensassi di vivere in chissà quale paese, ma oggi devo rassegnarmi al fatto che la maggioranza di coloro che incontro per strada ha direttamente o indirettamente accolto e premiato la destra xenofoba e razzista, omo-lesbo-transfobica e sessista, integralista, pro-life e guerrafondaia ...

Non c'è "illusione" possibile.


Anche considerando i voti - che potremmo definire di "protesta" o "dissenso" - dati a gruppi minori come Sinistra Critica o Partito comunista dei lavoratori, i conti non tornano.
E non tornano neanche se consideriamo l'astensionismo, questa volta certo aumentato, ma che non è possibile ricondurre a una motivazione o matrice unica, essendoci stata una massiccia campagna per l'astensione anche da destra, e in particolare dalla cosiddetta nuova destra [1].

Tra l'altro, e anche per quanto sopra, per me non è consolatoria neppure l'affermazione ricorrente "tanto sono tutti uguali".

Per chiudere con un riferimento colto e "femminista", non mi interessa in questo momento pensare che Virginia Woolf infine decise di non dare a nessuno le sue tre ghinee (e perché), ma mi colpisce a chi tanti/e, troppi/e hanno deciso di dare, oggi in Italia, il proprio obolo.


NOTE:

[1] Penso in particolare a Movimento Zero, fondato da Massimo Fini, il cui Manifesto vede tra i firmatari il maître à penser della Nouvelle Droite, Alain De Benoist.

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Articoli correlati in Marginalia:

Piccoli razzisti crescono
La pelle giusta
Un frammento per ricordare Riccardo
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giovedì 3 aprile 2008

I Misteri della Rete. Un feuilleton dei nostri tempi [prima puntata]


In un articolo scritto a più mani quasi dieci anni fa, Negazionismo virtuale: prove tecniche di trasmissione, l'analisi di un episodio specifico (ovvero l'immissione in rete di messaggi negazionisti – in particolare Paul Rassinier, Robert Faurisson e Vieille Taupe di Pierre Guillaume – ad opera del collettivo “di sinistra” Transmaniacon), diveniva il pretesto per riflettere su un fenomeno che era all'epoca, almeno in Italia, abbastanza nuovo, ed anche sulle possibilità inedite offerte dal web ad operazioni di questo tipo.

In Negazionismo virtuale smontavamo la “favola” dell'uso del materiale negazionista “ai fini di uno smantellamento – da un punto di vista “rivoluzionario e di classe” – dell'antifascismo” da parte di questa ben poco rivoluzionaria combriccola, in quanto ci era chiaro che la critica dell'antifascismo consensuale e celebrativo sviluppata dai movimenti di estrema sinistra nel dopoguerra subisce una torsione verso un anti-antifascismo che ne altera violentemente la valenza e la cui pretesa efficacia 'sovversiva' diviene sempre più inverosimile, a fronte delle trasformazioni postfasciste in atto nella cultura e nella costtituzione italiana”.

Svelavamo altresì come l'uso di soprannomi, acronimi e vari pseudonimi (seppure espediente storicamente già sperimentato con successo in ambito revisionista/negazionista), trovava nel contesto telematico nuove e inedite sperimentazioni grazie a discorsi quali no name e dissoluzione del soggetto [1].

Constatavamo, infine, come “l'operazione revisionismo in rete ha svolto di fatto un ruolo “sperimentale”, diverso da quello intenzionale o dichiarato: ha funzionato come una prova in vitro, un test del grado di tollerabilità dell'intollerabile raggiunto negli ambiti alternativi, o antagonisti, trovando, oltre ad alcune puntuali risposte, significative e preoccupanti sacche di giustificazione o indifferenza. Anche su questa nuova zona grigia, preventivamente esplorata nel cyberspazio, si fonderanno in parte le precarie fortune dell'editoria negazionista italiana[2].

E' un testo sicuramente “datato” a rileggerlo ora dopo tanto tempo, eppure è stato importante, almeno per me. Negazionismo virtuale – e l'episodio che ne è all'origine – ha segnato da una parte il mio rapporto con una certa doxa del movimento (che all'epoca ha avvallato, giustificato o comunque non ritenuto importante criticare questa deriva negazionista) e dall'altra il mio rapporto con la rete, che ho guardato a lungo con una certa diffidenza. Utile strumento per comunicazioni veloci e scambio materiali tramite mail, il web è stato per me per molto tempo (spiace un po' dirlo) quello dei “siti della vergogna” [3], il luogo dove puoi acquistare l'uniforme – completa di berretto e stivali – di Hitler o Mussolini o il pugnale delle SS con la scritta “Sangue e onore”, il luogo che pullula di siti inneggianti all'antisemitismo e al razzismo, all'odio verso migranti, rom, gay e lesbiche (come, ad esempio i vari siti di Forza Nuova) e della diffusione di tesi revisioniste e negazioniste.

Col tempo ho scoperto che il web offre anche molto altro, anche se devo confessare che una buona dose di diffidenza mi è restata. Fare, ad esempio, una ricerca basandomi esclusivamente su fonti reperite in rete resta per me ancora impensabile e la casa piena di libri e le biblioteche più o meno polverose sono ancora per me luoghi belli e indispensabili .

Del come e dei perché che mi hanno portata poco più di un anno fa a Marginalia, ho già detto in uno dei primi post che ho pubblicato. Ed è stata un'esperienza interessante. Ho appreso (e continuo ad apprendere) molte cose, molte delle quali non potevo che imparare qui. E questo nonostante abbia dedicato a Marginalia veramente poco del mio (già poco) tempo [4]. Ciò nonostante ho tentato di far girare o rilanciare notizie che ritenevo importanti, dato spazio a cose ed esperienze poco visibili o marginali, appoggiato iniziative e sostenuto appelli [5]. E poi , ovviamente, grazie a Marginalia, ho fatto anche degli “incontri”.

Sarà a causa del poco tempo sarà per pigrizia ma ho “vagato” poco per il web e dunque la maggioranza di questi incontri non li ho “cercati”, ma sono “capitati”, quasi sempre tramite la citazione o la pubblicazione di un post di Marginalia in altri blog o siti. Sistematicamente – quando ne ho avuto notizia – ho segnalato questi “incontri” nella rubrica Feedback, ritenendo facessero parte – in ogni caso – della “storia” di Marginalia e di questa storia dovesse rimanere traccia. Alcuni di questi siti/blog mi sono piaciuti, altri meno o per niente. Con certi si è creato un qualche rapporto (commenti reciproci, segnalazioni, collaborazioni ...) e man mano dai Feedback sono finiti nelle varie rubriche che avevo creato (da Eppur si muove a Segnaletica). Altri non trovavano collocazione in nessuno degli spazi già esistenti in Marginalia e infine ho creato una rubrica apposita, Diversamente pensanti. Dal socialista che rivela posizioni pro-life alla sostenitrice di Israele, dallo studioso islamista alle italiane convertite all'Islam, per finire con un blog veramente “notevole”: mi riferisco a Kelebek.

Dovrei adesso tornare indietro di qualche mese e raccontare dell'incontro di Marginalia con quest'ultimo blog, per giungere alla vicenda della libreria Comunardi di Torino.

Forse sarebbe stato più “economico” togliere Kelebek dai miei link senza questo lungo post, ma non è il mio “stile”. Ed inoltre penso sia più “utile” così.

Ma stasera è tardi. Dunque, per intanto, aggiungo un “maneggiare con cura” ai Diversamente pensanti e rinvio alla prossima puntata.



NOTE:

[1] Su queste derive (e tanto altro) rinvio a Nuovo? No, lavato con Perlana.

[2] Nel cartaceo le citazioni sono a pp. 178, 177 e 179.

[3] Siti della vergogna è il titolo di un dossier – a cura di Saverio Ferrari e Riccardo Rudelli – presentato nel 2003 all'Istituto Ferruccio Parri di Bologna.

[4] 39 post in un anno sono proprio una miseria (mi dicono), soprattutto quando, spesso, si tratta di articoli già pubblicati altrove. Ma tant'è.

[5] E dalla critica dei "siti della vergogna" sono finita, sempre grazie a Marginalia, in liste quali Le firme della vergogna, per aver firmato un appello contro una conferenza di Faurisson, progettata da Claudio Moffa all'Università di Teramo. Interessante la discussione seguita alla pubblicazione dell'appello in Indymedia CH.

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Tanto per restare "sulla notizia" e in argomento: segnalo il presidio indetto dall'Assemblea Antifascista Permanente contro La Destra - Fiamma Tricolore, previsto per domani pomeriggio a Bologna .

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