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venerdì 30 settembre 2016

Iperstoria

Imperdonabile: mi sono accorta che nn ho ancora segnalato l'uscita del numero di Iperstoria curato da Tatiana Petrovich Njegosh, La 'realtà' trasnazionale della razza, in cui tra l'altro è stato pubblicato un mio contributo. A questo link l'indice, da cui potete scaricare/leggere i singoli articoli

giovedì 11 febbraio 2016

Comunicare le differenze

Sabato 13 febbraio a Livorno parteciperò al seminario Comunicare le differenze. Riflessioni e strategie di azione per un'informazione non discriminatoria, promosso dal  Centro Mondialità e Sviluppo Reciproco in collaborazione con Cesvot e altre realtà associative. Programma completo e ulteriori info qui

domenica 11 gennaio 2015

Je ne suis pas Charlie

Je ne suis pas Charlie / I am not Charlie / Io non sono Charlie ... Qui sopra una delle "vignette satiriche" di Charlie Hebdo, via The Maroon Colony, che ne pubblica anche altre particolarmente significative, tra le quali quella che rappresenta la ministra Christiane Taubira nelle vesti di un gorilla (uno dei più longevi topos razzisti di memoria coloniale, e di cui ha fatto recentemete le spese  anche Cécile Kyenge). Sull'uso della retorica della "libertà di espressione"  in relazione a quanto avvenuto in Francia rinvio al bel testo di Rawrfeminista. Per una lucida presa di posizione sul dibattito scatenatosi anche in Italia e alcuni dei suoi punti problematici,  rinvio all'articolo di Karim Metref, Io non mi dissocio da niente, ripubblicato sul suo blog da Sonia Sabelli.

domenica 27 aprile 2014

Fisppa / Modelli mediatici di femminilità e mascolinità in discussione

Martedì 29 aprile 2014, alle ore 13.30 (aula A, via Bassi, 2 - Padova), presentazione dei risultati della ricerca condotta dagli studenti del Corso di Metodologie e tecniche della ricerca sociale IIdella Professoressa Annalisa Frisina , organizzata dal FISPPA (Dipartimento di Filosofia,Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell'Università di Padova) in collaborazione con il Liceo delle Scienze Sociali Marchesi Fusinato. Intervengono Claudia Padovani, Vincenza Perilli e Lorenza Perini

sabato 15 giugno 2013

Razzismo, sessismo e arte / Portrait d'une négresse

Scambio notturno di mail con Rosa (che ringrazio per la segnalazione) a proposito di Portrait d'une négresse, della pittrice francese Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville presentato al Salon del 1800 e oggi conservato al Musée du Louvres. Secondo alcune letture critiche con questo ritratto l'artista mette in discussione le imbricazioni di sesso, razza e classe vigenti all'epoca in Francia, quando forti sono le resistenze al decreto sull'abolizione dello schiavismo da parte della Convenzione nel 1894. Per altre/i il quadro di Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville è comunque frutto dello sguardo di una donna-artista bianca ancora impregnato di un immaginario coloniale. Di questo quadro si torna a parlare lo scorso anno, quando sul supplemento del quotidiano spagnolo El Mundo viene pubblicato un fotomontaggio dell'artista statunitense Karine Percheron-Daniels, dove al posto del volto della "négresse" di Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville vi è quello di Michelle Obama. A questo proposito Yves Ekoué Amaïzo scrive: Karine Percheron-Daniels devrait ouvrir un Zoo humain comme au 19e et début du 20e siècle avec ses œuvres de bas niveau (tableaux et images) comme l’avaient fait ses ancêtres racistes avec les « Vénus hottentotes ». Elle devrait montrer la nudité des ancêtres de la reine Elizabeth ou du roi d’Espagne à côté des massacres coloniaux dont ils portent la responsabilité et qui semblent lui avoir échappé. La femme noire esclave ne l’aurait jamais été si les ancêtres de cette peintre sans culture n’avaient pas eu des ancêtres esclavagistes qu’elle tente maladroitement de justifier, réhabilitant, voire promouvant ainsi, l’esclavage des temps modernes. L’ambigüité de ce tableau relève moins de la demi-nudité de Michelle Obama que de la capacité de cette artiste faussement non-raciste à réveiller la nostalgie de la bonne vieille époque de l’esclavage où la femme noire servait de variable d’ajustement pour les défaillances des femmes blanches auprès de leur mari esclavagiste.

mercoledì 5 giugno 2013

Bianco e nero al Modo InfoShop

Venerdì 7 giugno al Modo InfoShop (clicca per maggiori info) presentazione del volume di Gaia Giuliani e Cristina Lombardi-Diop Bianco e nero. Storia dell’identità razziale degli italiani, organizzata dal gruppo locale di Storie in movimento. Il volume che ricostruisce la storia culturale e politica dell’identità razziale degli italiani dal periodo unitario al boom economico, passando per il fascismo e il dopoguerra. Esso unisce la ricerca e le competenze di due studiose italiane di formazione diversa e complementare: muovendo entrambe dagli studi culturali, dagli studi critici su razza e bianchezza e dagli studi di genere, Gaia Giuliani esamina le teorie scientifiche e politiche sulla razza al fine di tracciare i processi di identificazione razziale in atto nel discorso pubblico dall’Unità al 1936; Cristina Lombardi-Diop prende in considerazione le pratiche discorsive medico-scientifiche, la letteratura coloniale e l’iconografia legata ai consumi e alle pratiche del quotidiano allo scopo di mappare i processi di razzizzazione che dal 1936 al 1965 si affermano nella cultura diffusa e di massa. L’obiettivo del volume è quello di fornire uno strumento interpretativo fondamentale per la comprensione delle radici storiche e culturali e delle forme attuali del razzismo in Italia

lunedì 27 maggio 2013

Analisi socio-politica delle pubblicità: genere, classe, razza, età e eterosessismo

Presentazione del volume a cura di Laura Corradi Specchio delle sue brame. Analisi socio-politica delle pubblicità: genere, classe, razza, età e eterosessismo (Ediesse, 2012) alla Biblioteca italiana delle donne lunedì 27 maggio (sul Server Donne maggiori info). Indice del volume: Specchio delle sue brame. Semiotica femminista e analisi socio-politica intersezionale nei commercials (Laura Corradi), Pubblicità di classe. Disuguaglianza, differenza e distanza (Emanuela Chiodo e Laura Corradi), "Sesso" e "razza" al muro. Il sistema razzismo/sessismo in pubblicità (Vincenza Perilli), Eteronorma e immaginari lgbt nelle pubblicità (Marta Baldocchi e Angela Tiano), Eternamente giovani: L'ageism nelle pubblicità (Laura Corradi), Per una sociologia politica del culo femminile nelle pubblicità italiane (Laura Corradi). Sul tema si veda anche 1, 2, 3 ...

martedì 21 maggio 2013

Bianco supremo / Supreme White

Un souvenir da Parigi: Metro République, 19 maggio 2013,  pubblicità murale del marchio Supreme White Paris, specializzato "dans la conception, la fabrication et la commercialisation de produits cosmétique Afro innovants, extrêmement clarifiants et anti-tâches" ...

martedì 7 maggio 2013

Donne, corpi, pubblicità a Roma3

Questo pomeriggio, presso la facoltà di Scienze della Formazione di Roma3, presentazione del volume di Laura Corradi (e con contributi di Marta Baldocchi, Emanuela Chiodo, Vincenza Perilli, Angela Tiano) Specchio delle sue brame. Analisi socio-politica delle pubblicità: genere, classe, razza, età ed eterosessismo (Ediesse, 2012). Per maggiori info sull'iniziativa rinviamo al sito di UniRoma. Articoli correlati in Marginalia: Specchio delle sue brame, Il sistema sessismo/razzismo in pubblicità, Donne, corpi, pubblicità

martedì 30 aprile 2013

Donne, fotografia e colonialismo

Ho appena finito di leggere (e condivido volentieri con voi) un bell'articolo di Monica Di Barbora, Donne in Aoi: fotografie tra sguardo pubblico e privato, pubblicato sull'ultimo numero di Officina della Storia, dedicato a storia e fotografia. Vi trascrivo un breve passaggio dalla parte iniziale dell'articolo che mi sembra significativo delle cautele e del rigore metodologico adoperato dall'autrice nel trattare una materia oltremodo complessa: "La mia riflessione si concentrerà, in particolare, sulla rappresentazione fotografica delle donne in quei territori che, dopo la proclamazione dell'impero nel maggio 1936, avrebbero preso il nome di Africa orientale italiana, allargandosi alla rappresentazione delle donne bianche, percorso meno battuto dalla storiografia italiana. La generica categoria “donne” risulta utile, da un punto di vista operativo, all'interno di una riflessione che si concentra sui modelli socialmente e culturalmente imposti, per definizione schematici e destinati a produrre un ordinamento classificatorio. Si tratta, tuttavia, di una categoria che, anche utilizzata in questo senso ristretto, necessita di ulteriori specifiche. Se, infatti, restituisce la comune esposizione a rapporti di potere fortemente squilibrati, vigenti nei rispettivi ambiti di provenienza, comprende in sé tanto le colonizzate che le colonizzatrici. Donne, quindi, con posizionamenti assai diversi rispetto a colore della pelle, potere all'interno della società coloniale, credo religioso, appartenenza, spesso ceto sociale. Oltre che, naturalmente, diverse per i percorsi individuali di vita. Abbiamo a che fare, quindi, con una categorizzazione che si pone al centro di tensioni e linee di forza che vanno sempre tenute presenti". Potete leggere la versione integrale dell'articolo nel sito di Officina della storia

lunedì 15 aprile 2013

Nuovi femminismi al Piano Terra

Nuovi femminismi è il titolo della serata che si terrà al Piano Terra di Milano venerdì 19 aprile, una serata per discutere - come scrivono le organizzatrici - a partire "da due testi che ci hanno appassionato, ci hanno fatto pensare e ci hanno fornito termini nuovi e tracce da seguire non scontate: Femministe a parole (Ediesse) e Lo schermo del potere (ombre corte). Senza dimenticare alcunché delle genealogie femministe ma tenendo in conto il desiderio e il piacere di avventurarsi lungo strade originali, entrambi i testi rispondono alla necessità urgente di affrontare problematiche inedite, fornendo interpretazioni e indicazioni per il pensiero e l’agire della politica delle donne nella contemporaneità". Vi aspettiamo! numerose/i ;-)

venerdì 5 aprile 2013

L'inutilità degli studi di genere in Italia

Qualche mese fa un'intervista di Barbara Romagnoli a Serena Sapegno e Annalisa Perrotta in merito al corso di formazione per insegnanti Che genere di programmi? organizzato dal Laboratorio Sguardi sulle differenze, faceva emergere la "cancellazione del genere" dai programmi scolastici in Italia. La "cancellazione" arriva fino all'Università, dove tra i primi corsi a cadere sotto la mannaia dei cosiddetti "tagli" c'è il corso di Studi di genere tenuto da più di un decennio all'Università della Calabria da Laura Corradi, corso giudicato "superfluo" come la stessa docente racconta in un'intervista pubblicata su Il Fatto Quotidiano. Superfluo, quindi inutile. A futura memoria, ed esprimendo la nostra solidarietà personale e politica a Laura, pubblichiamo il bel programma del corso 2012-2013, corso che "si propone di presentare alle studentesse ed agli studenti la categoria sociologica di genere attraverso studi teorici ed empirici che riguardano la società contemporanea - in una vivace dimensione transculturale. La prospettiva adottata guarda al genere nella sua intersezione con altre categorie sociologiche: classe, razza/etnia, età, preferenze sessuali, religione". Programma del corso: 4 marzo - Introduzione al corso. Studi di genere e teoria intersezionale // 5 marzo - Genere, generazioni, orientamenti sessuali (C. Leccardi) // 7 marzo - Genere, generazioni e femminismo (M. Cacace) // 11 marzo - L'uso improprio del corpo della donna in pubblicità // 12 marzo - Il corpo della donna nei media (D. Preziosi) // 14 marzo - Femminismi, agency e leadership delle donne // 18 marzo - (Laboratorio) Donne disabili: salute, sessualità, leadership (N. Coppedè)// 19 marzo - (video) Ecofemminismo indiano - Vandana Shiva // 21 marzo - Le contadine e l'eco-femminismo indiano (B. Benedetti) // 25 marzo - (Laboratorio) Sessismo e razzismo in Italia (V. Perilli) // 26 marzo - Classe e genere nelle pubblicità (E. Chiodo) // 4 aprile - Problematiche di genere - pedofilia (T. Garistena)// 8 aprile - (Laboratorio) Problematiche di genere prostituzione e sex-workers (RhockHer) // 9 aprile - Sessismo ed ageism // 10 aprile - Giornata internazionale del social work // 11 aprile - Problematiche di genere prostituzione minorile // 15 aprile - (Laboratorio) Genere, maschilità e critica della violenza (S. Ciccone)// 16 aprile - Donne movimenti anticoloniali, donne migranti // 18 aprile - Femminismo transnazionale e Islam // 22 aprile - Donne e crisi economica (L.Cirillo)// 23 aprile - Genere, religioni, spiritualità // 29 aprile - (Intervista) Lavorare con le sex workers  // 30 aprile - Problematiche: genere, transessualità e transgender // 2 maggio - Donne e leadership nel servizio sociale (L. Nigri)// 6 maggio - Brainstorming, gruppi di lavoro, discussione guidata // 7 maggio - Genere, casta e leadership - Bandit Queen // 9 maggio - Problematiche di genere: anoressia (A. Gullo)// 13 maggio - Presentazione tesine // 14 maggio - Problematiche: omosessuali e religione // 16 maggio - Sessismo, eterosessismo, omofobia, transfobia // 20 maggio - Presentazione tesine // 21 maggio - Genere e sessualità (A.Tiano) 23 maggio - Ripasso concetti e problematiche - Conclusione corso - modalità d'esame

giovedì 21 febbraio 2013

Analisi intersezionale immagini pubblicitarie razziste e sessiste / Workshop

Questo pomeriggio, all'interno del seminario di autoformazione Per una critica dell'identità: dal femminismo agli "altri femminismi", organizzato dal Laboratorio autoformazione e da Bartleby, terrò un workshop sull'analisi intersezionale di alcune pubblicità. Qui (1, 2, 3 ...) alcuni spunti e materiali utili. Ricordiamo che la La frequenza dà diritto ai crediti previsti per i seminari dei corsi di Scienze storiche, Lingua e cultura italiane per stranieri e Filologia, Letteratura e tradizione classica. Vi aspettiamo ;-) 

martedì 27 novembre 2012

Lo schermo del potere al Torino Film Festival

In collaborazione con il Torino Film Festival, il Museo Nazionale del Cinema ospita, mercoledì 28 novembre, alle ore 17.00, nella sala eventi della Bibliomediateca, la presentazione del volume Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilità di Alessandra Gribaldo e Giovanna Zapperi. Ne discuteranno con le autrici Liliana Ellena e Alina Marazzi // L'immagine, tratta dalla copertina del libro, è - come avevamo già avuto modo di segnalarvi - un'opera di Birgit Jürgenssen, Gladiatorin, 1980

sabato 27 ottobre 2012

Gender Bender / Lo schermo del potere

Nel ricchissimo programma di Gender Bender 2012 - che si è inaugurato oggi con un flash mob in piazza Nettuno - anche la presentazione del volume di Alessandra Gribaldo e Giovanna Zapperi Lo schermo del potere (Ombre corte, 2012). Per ulteriori dettagli sulla presentazione - che si terrà il 2 novembre presso la Libreria Ambasciatori - rinviamo alla pagina specifica sul sito del festival. Vi aspettiamo!

mercoledì 19 settembre 2012

Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilità

Tra qualche ora sarà finalmente possibile precipitarsi in libreria per accaparrarsi una copia ancora fresca di stampa di Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilità, l'ultima fatica di Alessandra Gribaldo e Giovanna Zapperi, appena data alle stampe da Ombre Corte. L'immagine di copertina - un' opera del 1980 dell'artista Birgit Jürgenssen, Gladiatorin -, illustra efficacemente la chiave di lettura proposta dal volume sull'intreccio tra genere e cultura visiva: la necessità di cogliere "la complessità dei rapporti di potere che si esprimono attraverso le immagini senza cedere alla nostalgia di un femminile autentico" e guardando i corpi nella loro materialità che è anche "uno spazio attivo di resistenza, di lotta, di azione e di sfida". Poiché mancano alcune ore all'apertura dei negozi, nell'attesa vi proponiamo la lettura della premessa del volume, ringraziando autrici ed editore per la condivisione: "Questo testo è nato dalla necessità comune, teorica e politica insieme, di elaborare una riflessione femminista sull’intreccio tra genere e visualità a partire dal contesto italiano. Il tema dell’immagine femminile si è imposto in termini di emergenza in concomitanza con gli scandali sessuali che hanno accompagnato il declino berlusconiano, fortemente caratterizzato dalla rinnovata visibilità di immaginari e comportamenti sessisti. Il nostro contributo si riaggancia alla radicalità femminista come chiave di lettura del presente, nella possibilità di riconnettere elementi nodali della contemporaneità a partire dal genere. Invece di soffermarci sulla riduzione del genere femminile ad immagine erotizzata e asservita e sul suo rapporto più o meno diretto con la condizione delle donne in Italia, siamo partite da una critica della rappresentazione come ambito sessuato e dalle risposte date dai movimenti legati al femminismo. Si tratta infatti di tematizzare una serie di questioni sollevate dagli scandali, ma che sono state costantemente rimandate a tempi più opportuni, fuori dalla contingenza e da un’emergenza che sembrava richiedere una risposta senza scarti, immediata, compatta, condivisa. Da questo punto di vista la caduta di Berlusconi ha avuto un effetto ulteriore di chiusura nei confronti di posizioni critiche, in un contesto in cui l’unità viene presentata come condizione indispensabile per uscire dalla crisi politica ed economica che sta attraversando l’Italia. La questione della visualità si è affermata esclusivamente nei termini di un problema, poi rapidamente accantonato per dare spazio ad altre tematiche ritenute di maggiore rilevanza politica, con l’effetto di dare per scontato, lasciandolo indiscusso, un campo di analisi decisivo. A fronte dell’emergenza rappresentata dalla crisi economica, i temi relativi al genere sono infatti stati messi da parte come secondari, se non addirittura superflui, mentre il ribaltamento “d’immagine” ai vertici dello stato è stato funzionale al depotenziamento delle istanze più critiche interne al femminismo. Se da una parte è evidente come la produzione del genere funzioni all’interno di una serie di dispositivi di dominio che coinvolgono fortemente il campo visivo, dall’altra il problema identificato con l’immagine femminile è stato percepito nei termini di uno schermo, come qualcosa che blocca la visione, impedendo alla realtà – delle “donne” come categoria, della condizione femminile – di emergere in modo intelligibile. La “dignità delle donne” offesa dai modelli femminili veicolati dai media è stato l’oggetto attorno al quale si è cristallizzata l’attenzione dell’opinione pubblica. È proprio attraverso l’analisi della formazione di questo luogo produttivo di istanze sul genere che è possibile sciogliere ed evidenziare l’intreccio che lo costituisce. Un intreccio estremamente complesso e storicamente determinato, affatto scontato, attraverso il quale è possibile analizzare le modalità dello sguardo che costruisce l’alterità, dove la categoria di genere non può darsi da sola, ma va sempre articolata insieme a quelle di razza, sessualità, classe. La dimensione visiva costringe a confrontarsi con le tematiche dell’origine e dell’autenticità, dell’autorappresentazione, della soggettività, dell’agency.L’immagine del femminile appare dunque come un prisma che rifrange i rapporti tra le generazioni, il razzismo e l’omofobia dilaganti, lo scambio sessuo-economico, le nuove forme del lavoro. Si tratta di nodi attraversati dalla produzione del genere nell’Italia contemporanea, dove il genere emerge come una dimensione strutturalmente più complessa rispetto alla focalizzazione sulla donna e sulla sua immagine degradata. Il visuale è un ambito cruciale per la riflessione femminista a partire da una problematizzazione di questioni che coinvolgono una molteplicità di soggetti che non si identificano necessariamente con la categoria “donna”. L’immagine e le forme di assoggettamento nelle quali quest’ultima è coinvolta sono infatti inscindibili dalle molteplici articolazioni attraverso le quali vengono prodotte le differenze. L’immagine femminile come schermo del potere ha una duplice valenza: da una parte è ciò che nasconde le dinamiche di potere attraverso processi di naturalizzazione e legittimazione, dall’altra rappresenta anche un campo politico di negoziazione e di conflitto, prodotto e sito di produzione insieme. Un femminismo dell’emergenza, che risponde all’insofferenza collettiva nei confronti di rappresentazioni sessiste può solo rigenerarsi attraverso una teoria critica. L’inchiesta teorica e intellettuale non può non intrecciarsi con quella politica: la critica ha un ruolo fondamentale da svolgere in una situazione come quella dell’Italia contemporanea, dove l’esigenza di unità e le larghe convergenze vengono presentate come una necessità per fronteggiare l’emergenza, e dove di conseguenza ogni posizione critica tende ad essere bollata come superflua, se non addirittura dannosa. È necessario infatti superare risposte sostanzialmente difensive che vedono nell’espressione di un ripensamento delle categorie e nella rivendicazione di soggetti “dissonanti”, un mero ostacolo ad una politica condivisa. Teoria e politica non possono essere separate né contrapposte, come se la teoria fosse un elemento che può essere legittimato solo in contesti non “emergenziali”, etichettandolo come prematuro, untimely, fuori luogo: la teoria critica permette di contestare il senso stesso di un tempo legittimo che la esclude sistematicamente (Brown 2005, p. 4). Nel far emergere in modo sempre più evidente un’impossibilità di distinguere tra politico e privato, gli eventi politici italiani e globali danno ragione alle ragioni del femminismo. Se “il tempo è adesso”, non abbiamo bisogno di redenzione per fare posto ad un’immagine di donna integra e dignitosa, quanto piuttosto di reinvenzione. La critica dei processi di naturalizzazione dell’alterità, di cristalizzazione delle identità, di cooptazione di ogni diversità, di criminalizzazione e marginalizzazione del conflitto, di razzializzazione della società, è centrale per una politica femminista. Le tematiche relative alla femminilizzazione del lavoro, nel senso dell’estensione delle caratteristiche storicamente attribuite al lavoro femminile, di cura e riproduttivo a tutta la sfera lavorativa, l’intreccio tra identità, politica e rivendicazioni di posizioni situate, la violenza strutturale di un sistema produttivo, sono diventate snodi centrali a partire dai quali ripensare possibili politiche del comune. Contro la tentazione di mettere da parte posizioni critiche in nome di rivendicazioni focalizzate su un soggetto unitario, una riflessione femminista che faccia proprio il nodo che lega visualità, genere e produzione della differenza permette di cogliere alcuni aspetti cruciali del presente aprendo anche delle possibilità trasformative. Se infatti il campo del visivo è attraversato dai rapporti di dominio, nella sua componente più instabile e mutevole l’immagine può rappresentare anche un’apertura, una possibilità, le cui potenzialità sono nelle nostre mani".

giovedì 5 luglio 2012

Calabrifornia

Da ieri (e per alcuni giorni) finalmente in Calabrifornia, per varie cose e tra queste la presentazione di Specchio delle sue brame, il volume al quale ho contribuito con il saggio "Sesso" e "razza" al muro. Stasera alla libreria Ubik di Cosenza