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mercoledì 20 novembre 2013

Il ramadan di Daniela Santanchè

Nuova puntata per La vendetta del burqa, la saga all'insegna dell'islamofobia che vede come protagonista Daniela Santanchè, ex Alleanza Nazionale, poi candidata fallita per La Destra - Fiamma Tricolore e ora fedelissima di Berlusconi nell'agonizzante Popolo della Libertà. Già rinviata a giudizio per diffamazione lo scorso anno dal gup di Milano per aver offeso "la reputazione e l'onore" (così nel decreto che ne disponeva il giudizio) di una donna italiana convertita all'Islam nel corso della trasmissione televisiva Iceberg, il 21 settembre del 2009, adesso Santanchè è a processo per un'altra vicenda che l'ha vista in primissima fila sempre nel settembre 2009.  L'episodio è la cosiddetta  "protesta anti-burqa" organizzata a Milano dall'allora leader del Movimento per l'Italia (da lei fondato un anno prima) durante la quale la parlamentare  aveva tentato di strappare il velo ad alcune donne musulmane che si recavano ad una festa per i festeggiamenti di fine Ramadan. In seguito aveva dichiarato di essere stata vittima di un'aggressione da parte dei "fondamentalisti islamici", notizia che aveva generato titoli memorabili su molti quotidiani, come l'indimenticabile Per festeggiare il Ramadan picchiano la Santanchè (Il Giornale). Ora arriva il processo e la richiesta da parte del pm di un mese di arresto e cento euro di multa per Santanché e 2000 euro di multa per Ahmed El Badry, accusato di lesioni per aver assestato un pugno nello sterno alla parlamentare del Pdl. Per il vice procuratore onorario, a differenza di Santanché, El Badry non merita le attenuanti generiche e nemmeno quelle "della provocazione, in quanto ha colpito una persona, oltre tutto di sesso femminile, che esprimeva opinioni e non c'era motivo di colpirla". L'appuntamento (e terza puntata della saga) è ora per il 1 di dicembre, giorno in cui parleranno le difese e il giudice si dovrebbe ritirare in camera di consiglio per la sentenza.

lunedì 5 novembre 2012

I bianchi d'Europa

Invitato dal movimento di estrema destra francese Bloc Identitaire alla convention Direction Reconquête! che si è tenuta a Orange questo fine settimana, l'eurodeputato leghista Borghezio ha esaltato la platea, prima lodando gli occhi blu delle donne - bianche ed europee -, occhi "blu per un popolo che vuole restare bianco” e poi lanciando il suo messaggio: "Viva i bianchi d’Europa, viva la nostra identità, la nostra etnia, la nostra razza: quando la nostra patria viene invasa, bisogna bastonare". Fonte: Il fatto quotidiano

venerdì 10 febbraio 2012

Femminismo occidentale e medioorientale a confronto

Nel sito di Jura Gentium.Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale, una interessante sezione - a cura di Nicola Fiorita, Orsetta Giolo e Renata Pepicelli - è dedicata ai Femminismi nell'Islam. Da questa sezione, ricca di interventi, materiali e bibliografie, mettiamo per intanto in evidenza - come contributo al dibattito - l'articolo di Sandra Rossetti, Femminismo occidentale e mediorientale a confronto. Buona lettura!
L'immagine è un'opera di Shirin Neshat

martedì 10 gennaio 2012

Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente

Segnaliamo l'uscita del venticinquesimo Quaderno di Donne e Ricerca, Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente di Simona Stano. Con una prefazione di Massimo Leone, il Quaderno - dopo una contestualizzazione storico-politica dell'argomento trattato - offre un'interessante rilettura delle retoriche dell'alterità (A. Rivera, 2005) messe in campo dai media a proposito del cosiddetto "velo islamico", con una puntuale ricerca su alcune testate giornalistiche (quali l'inserto settimanale di Repubblica D La Repubblica delle donne e la rivista di moda Vogue Italia), dalla quale emerge come le  rappresentazioni della "dona velata" che queste riviste offrono sono per la maggior parte costruite intornoal velo come sofferenza e sottomissione. Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente è consultabile sul sito web del CIRSDe e sulla piattaforma AperTo.

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

In nome del burqa: cronache di ordinario razzismo e sessismo
Ma sottomessa a chi?
Avvistato burqa, Ufo postcoloniale?
Daniela Santanché e le nuove cerimonie di svelamento
Burqa Laptop
Veli svelati. Soggettività del velo islamico

Il burqa e le pseudo-femministe

lunedì 10 ottobre 2011

Il burqa e le pseudo-femministe

Dichiarazione di Suad Sbai, deputata del Pdl, a proposito dell'imminente arrivo in Aula, anche in Italia, della cosiddetta legge "anti-burqa": "In Europa la salvezza delle donne sarà il diritto e non le pseudo-femministe: spero che la Camera dimostri coraggio nell’approvarlo e nel liberare tutte queste donne da un fardello insopportabile”. Pseudo-femministe del mondo intero uniamoci ...

(Alcuni) articoli correlati:

Burqa burqa delle mie brame chi è la più fashion del reame?
In nome del burqa: cronache di ordinario razzismo e sessismo
Avvistato burqa. Ufo Postcoloniale?
Il burqa nel cervello ...
Il fondamentalismo del pelo superfluo
Violenza sulle donne migranti e razzismo
Veli svelati. Soggettività del velo islamico

mercoledì 5 ottobre 2011

Con Houria Bouteldja, accusata di "ingiurie razziali"

Houria Bouteldja, portavoce de Les Indigènes de la République e figura centrale delle Blédardes, autrici del notorio Appel des féministes indigènes, e della quale avevamo pubblicato la traduzione di Le féminisme est-il universel?, è stata denunciata per "razzismo anti-bianchi" da un gruppuscolo di estrema destra, l'Agrif (Alleanza generale contro il razzismo e per il rispetto dell'identità francese e cristiana). L'Agrif contesta a Bouteldja l'uso, durante una trasmissione televisiva nel 2007, del neologismo "souchiens", una sorta di "ritorsione" contro i propositi razzisti di coloro che si definiscono "francesi di souche" (di origine, stirpe, generazione ...). Convocata davanti al procuratore il 6 maggio scorso, Houria Bouteldja sarà presto, in data ancora da fissare, sottoposta a processo. Nella petizione Solidarité avec Houria Bouteldja: une accusation "qui nous insulte tous", petizione già firmata, tra gli altri, da Etienne Balibar e Christine Delphy, si sottolinea come il fatto che "siano proprio coloro che esercitano le peggiori violenze contro le minoranze a presentarsi come coraggiosi difensori dei francesi [bianchi, di souche] insultati, non è un fatto isolato, ma il segno di una deriva inquietante".

domenica 25 settembre 2011

Orgasm Inc. e le mutilazioni genitali femminili in occidente


Orgasm Inc. è un documentario girato nel 2009, dopo quasi dieci anni di lavoro di ricerca, dalla regista Elizabeth Canner. Il film, che abbiamo visto nell'ultima edizione del Some Prefer Cake, mostra il "dietro le quinte" della corsa febbrile di alcune case farmaceutiche statunitensi per la messa a punto (ed immissione sul mercato) del primo farmaco per curare le cosiddette Fsd, disfunzioni sessuali femminili. La "scoperta" delle Fsd, vera e propria nuova "malattia femminile", è stata di fatto un'invenzione delle compagnie farmaceutiche, speranzose di piazzare sul mercato un prodotto capace di eguagliare le vendite strepitose di prodotti quali il notissimo Viagra (contro la scarsa "potenza" sessuale maschile). Orgasm Inc. documenta questa corsa senza scrupoli (i rischi per la salute delle donne di prodotti a base di testosterone ed estrogeni, tra l'altro inefficaci, sono continuamente omessi) e il sistematico tentativo delle compagnie farmaceutiche di trasformare in "malattia" ciò che invece è frutto di fattori molteplici, che non hanno nulla a che fare con il patologico (problematiche relazioni tra i generi, mancanza di educazione sessuale, eterosessualità obbligatoria ...). Il film documenta anche il martellamento mediatico che spinge molte donne occidentali, spesso consigliate dal proprio medico, a ricorrere sempre più massicciamente, ad operazioni chirurgiche, quali vaginoplastiche e interventi "estetici" (grandi labbra, clitoride ...), viste come mezzo per curare le proprie "disfunzioni" e accedere al "piacere" e alla "normalità". Vere e proprie mutilazioni genitali femminili. E dal documentario emerge anche un altro dato: l'occidente (a differenza di quanto vorrebbero farci credere certe retoriche razziste e sessiste) è l'unico luogo sulla faccia della terra dove il numero delle mutilazioni genitali femminili è in costante e rapido aumento ...

sabato 23 luglio 2011

Strage di Oslo: ritratto di un fondamentalista. Bianco, cristiano e di destra

Dopo aver blaterato di presunti attentatori fondamentalisti islamici i media sono stati costretti oggi a confermare la notizia che il responsabile della duplice strage avvenuta ieri in Norvegia (attentato nel centro di Oslo e sparatoria sull'isola di Utoya, nel corso del meeting dei giovani laburisti, più di novanta morti in tutto), è Anders Behring Breivik, norvegese, bianco, cristiano, legato ad ambienti di estrema destra, ultra-nazionalista, ferocemente anti-islamico e autore di testi, pubblicati in rete, che non lasciano dubbi sulle sue motivazioni di tipo politico. Ma ora diranno probabilmente che era uno "squilibrato".

venerdì 15 aprile 2011

Vittorio Arrigoni / Guerrilla Radio

Guerrilla Radio, il blog di Vik da Gaza City. Un posto dove passare adesso e magari lasciargli un saluto, o solo rileggere qualcosa, imparare delle cose, essere d'accordo o no. E per chi prima di oggi non sapeva neanche chi fosse, sicuramente l'unico luogo dove scoprire chi era Vittorio Arrigoni e cosa faceva.

giovedì 3 febbraio 2011

L'insurrezione mediterranea, gli equilibri postcoloniali spezzati e noi

L'insurrezione mediterranea e noi, è un articolo di qualche giorno fa (ma qui facciamo della necessità virtù, abbiamo sempre detto che non ci interessa, volendo usare il gergo giornalistico, "stare sulla notizia"), ma ve lo proponiamo oggi in lettura perché ha il pregio - oltre a quello di essere ancora di attualità, mettendo in luce la sfida che ci viene lanciata dalla rivolta che divampa sull'altra sponda del mediterraneo - anche di "rispondere" a un commento, lasciato da un anonimo (o anonima) alla nostra segnalazione dell'uscita del volume Schengenland. Immigrazione: politiche e culture in Europa. Da tempo oramai abbiamo attivato (et pour cause!) l'opzione "moderazione" e giornalmente sono decine i commenti (violentemente razzisti, sessisti, omofobi e spesso traboccanti di odio e minacce) che buttiamo abbastanza allegramente nel cestino prima che siano visibili. Ma con questo, che già nel linguaggio tradisce una certa matrice (gli Urali, i figli, la discendenza ...), abbiamo voluto fare eccezione, per memoria. Per memoria del lato più oscuro, ignorante e sguaiato del razzismo e sessismo che ammorbano questa sponda del mediterraneo. Al commento anonimo hanno già risposto altri/e - che ringraziamo per l'intelligenza, l'ironia e anche la tristezza -, e dunque qui semplicemente invitiamo il nostro anonimo a leggere L'insurrezione mediterranea e noi di Annamaria Rivera e rassegnarsi: " Qualunque ne sia l’esito, gli equilibri postcoloniali sono stati spezzati, quindi niente sarà più come prima, neanche per il Paese marginale che è diventata l’Italia" .

Alcuni articoli correlati in Marginalia:

Il diritto alla rivolta (in Maghreb e altrove)
Solidarietà con la riva sud del Mediterraneo
Sulla'autonomia del femminismo arabo

martedì 21 dicembre 2010

Ma(donne) e crociate

Mi segnalano (grazie) un interessante articolo pubblicato su Cronache Laiche, Madonne a scuola: la crociata di Lady Mastella. La "lady" in questione è l’ex presidente del Consiglio regionale campano , Sandra Lonardo, moglie appunto di Clemente Mastella e con lui accusata di associazione a delinquere, tentata concussione, estorsione e truffa e ora animatrice di una crociata contro una dirigente scolastica di Benevento rea di aver rimosso dalla sua scuola alcune statuette ... Episodio sicuramente "minore", ma che ben illustra non soltanto il fatto che viviamo in un paese dove la laicità non ha la ben che minima cittadinanza, ma soprattutto che reati del genere per una certa casta sono oramai divenuti pratica corrente, consolidata: atti di ordinaria amministrazione, talmente ovvi quanto lo è la consapevolezza che alla fine si riuscirà in un modo o nell'altro a "farla franca", al punto che ci si può tranquillamente dedicare alle crociate in nome della "tradizione" e "dei valori" (religiosi e ... finanziari).

domenica 21 novembre 2010

L'arcivescovo del genocidio: in ricordo di Marco Aurelio Rivelli

Qualche giorno fa si è spento Marco Aurelio Rivelli: solo tramite i suoi lavori - si legge in un ricordo fatto girare ieri dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - "molti di noi hanno potuto conoscere aspetti della storia del Novecento di cui è negato l'insegnamento nelle scuole, impedita la divulgazione sui media, omesso ogni approfondimento o iniziativa da parte degli Istituti di Storia contemporanea e del mondo accademico in genere". Rivelli è autore, oltre che di numerosi articoli, di tre volumi. Il primo, Le génocide occulté, basato sulla sua tesi di dottorato discussa nel 1978 a Milano, è stato pubblicato solo nel 1998 (quindi ben vent'anni dopo) da una casa editrice di Losanna in occasione della beatificazione dell'arcivescovo di Zagabria Alojzije Stepinac. L'anno dopo la Kaos Edizioni pubblica L'arcivescovo del genocidio, un libro in cui Rivelli ripercorre le vicende dello Stato indipendente di Croazia, voluto dai nazifascisti negli anni 1941-1945 e dove gli ustascia di Ante Pavelic, sostenuti da Hitler e Mussolini, sterminarono migliaia di serbo-ortodossi e decine di migliaia di ebrei e rom in nome di una purezza etnico-religiosa perseguita anche attraverso l'imposizione di "conversioni" al cattolicesimo, sostenuti dal Vaticano e da parte del clero cattolico croato. Un ruolo di primo piano in questo massacro lo svolse appunto l'arcivescovo Stepinac, beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1998 (rinviamo ad un articolo dello stesso Rivelli pubblicato all'epoca da il manifesto). L'ultimo volume di Rivelli - pubblicato sempre dall'editrice Kaos nel 2002 - è stato Dio è con noi! La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo: eppure vogliono farlo Santo! Volumi che andrebbero letti (o riletti) e che collochiamo a pieno titolo nella nostra biblioteca della memoria .

sabato 20 novembre 2010

Transgender Day of Remembrance

Oggi, 20 novembre, è stata la Transgender Day of Remembrance. Scriviamo un po' in ritardo, non ci è stato possibile trovare il tempo di connetterci finora. Ma volevamo ricordare, seppure a giornata quasi conclusa, a un anno dalla morte, Brenda e tutte le altre vittime della violenza transfobica. Secondo dati "ufficiali" riportanti dal blog del Laboratorio Smaschieramenti (al quale rinviamo per le iniziative che si sono svolte oggi in tutta la penisola) tra il 2009 e il 2010 sono state uccise quasi settanta persone transessuali. La maggioranza di queste morti resterà probabilmente impunita, come già avvenuto tante volte in passato, in una società profondamente ostile a chiunque si sottragga all'imperativo dell'eteronormatività. Del resto l'esistenza sta diventando sempre più dura per chiunque rivendichi il proprio sacrosanto diritto ad autodeterminarsi (basti pensare, ad esempio, ai recenti tentativi di permettere l'ingresso di realtà come il Movimento per la vita nei consultori, questione sulla quale rinviamo a Sguardi sui Generis). Non sono questioni scollegate.

venerdì 5 novembre 2010

Sull'autonomia del femminismo arabo

Sull'autonomia del femminismo arabo è il titolo di un intervento di Fatima Mernissi, originariamente apparso sul sito mundoarabe.org, ora tradotto e pubblicato da Contropiano. Vi copio-incollo l'incipit: "La rivoluzione consiste nel capire il linguaggio alieno e minaccioso degli altri. 'Il femminismo non è nato nei paesi arabi, è un prodotto importato dalle grandi città dell’Occidente'. Questa affermazione si sente spesso in bocca a due gruppi di persone che altrimenti non si somigliano per nulla. Da un lato il gruppo dei leader religiosi conservatori arabi e dall’altro dalle femministe provinciali occidentali, e questa opinione sottintende che la donna araba è un essere subumano, sottomesso e un po’ tonto che è felice nel degrado organizzato dal patriarcato e nella miseria istituzionalizzata". Trovate il resto dell'articolo online, sul sito della rivista. Buona lettura

giovedì 7 ottobre 2010

Mutilazioni genitali e cinture di castità

"La manipolazione del corpo e in particolare degli organi genitali, femminili e maschili, si è diffusa in tutte le civiltà e le culture, e non soltanto nelle loro forme 'primitive'. Gli uomini e le donne hanno sempre 'ritualizzato' il loro corpo, gli hanno inflitto sofferenze e impresso marchi e sigilli culturali, incidendolo quasi in tutte le sue parti. Oggi queste pratiche sono tutt'altro che estinte, come prova l'enorme diffusione in Occidente del tatuaggio, del piercing e di varie forme di modellazione chimica e chirurgica del corpo. Il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, in particolare, è stato presente non soltanto in Africa e non soltanto nei paesi islamici. Anche in Occidente la prassi si è largamente diffusa. E' certo che nella civilissima Grecia e a Roma si praticavano le mutilazioni genitali sia agli schiavi che alle schiave. Lo stesso trattamento era riservato agli atleti e ai gladiatori. A partire dal XII secolo, in parallelo con le crociate, si è diffusa nell'Europa cristiana l'applicazione alle giovani spose della cintura di castità, con effetti analoghi alla infibulazione. Nel corso dell'Ottocento, sia in Europa che negli Stati Uniti, l'ablazione del clitoride e la circoncisione maschile sono state usate come rimedio alla masturbazione. La clitoridectomia è stata usata anche come cura dei disturbi psichici, come l'isteria, l'epilessia e la ninfomania. Nell'Inghilterra vittoriana l'asportazione del clitoride è stata adottata da una parte della medicina ufficiale ed è stata praticata negli ospedali psichiatrici sino ai primi decenni del secolo scorso. Anche per Sigmund Freud, è noto, l'eliminazione della sessualità clitoridea era un requisito indispensabile per lo sviluppo di una femminilità matura". (da: Danilo Zolo, Infibulazione e circoncisione, in Jura Gentium. Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale, via Laura Corradi, Salute e ambiente. Diversità e diseguaglianze sociali, Carrocci, 2008).

martedì 21 settembre 2010

Roghi dimenticati / Post scriptum a Roghi made in Usa

In Roghi made in Usa, accennavamo alla condanna della Cei dell'annunciato Burn of Koran Day da parte del reverendo Terry Jones: " Non dobbiamo dimenticare che la prima cosa che fecero i nazisti fu quella di bruciare i Talmud, i libri dell’ebraismo". Ma, come osserva Walter Peruzzi in Cattolicesimo reale (un sito che intendevamo segnalare già da tempo), la Cei , ancora una volta, ricorda i roghi degli altri ma non i propri. Tanto per dire: fu proprio papa Giovanni XXII a ordinare nel 1320 con la bollla Dudum Felicis "Riducete poi in cenere col fuoco il suddetto Talmud". E questo rogo non fu né il primo né l'ultimo. Per istruirsi sull'argomento rinvio all'articolo completo di Cattolicesimo reale, Roghi dimenticati.

lunedì 13 settembre 2010

Sakineh o della guerra in nome delle donne


Affidiamo a quest'immagine (un'opera dell'artista iraniana Shirin Neshat, che avevamo già avuto occasione di usare qui in Marginalia e che preferiamo alla foto di Sakineh Mohammadi Ashtiani che gira massicciamente da mesi nei media) e al titolo - ovvero Sakineh o della guerra in nome delle donne - quanto pensiamo di questa vicenda. Con la nostra immutata e piena solidarietà a tutte (tutte) la vittime della pena di morte (per lapidazione o attraverso altre forme di supplizio quali l'iniezione letale in vigore nella maggioranza degli Usa - pratica che, sia detto per inciso, non riteniamo meno "barbara") e a tutte le vittime del sistema razzismo/sessismo e del suo uso strumentale della violenza (e dei diritti) delle donne: dalle tante vittime delle guerre "preventive" o "umanitarie" (come quella in Afghanistan fatta per "liberare le donne dal burqa") a quelle del cosiddetto pacchetto sicurezza e della fortezza europa. Rifiutiamo altre "guerre" (qui o altrove) in nostro nome, come rifiutiamo la logica del lavarsi la coscienza con una "firma per Sakineh", senza muovere un dito per le tante (e i tanti) "Sakineh" respinte/i in mare verso le prigioni libiche o rinchiuse/i in un Cie, in attesa di essere deportate/i e magari mandate/i a morire in un deserto. O impiccate, come Faith.

venerdì 10 settembre 2010

Roghi made in Usa

Infine il pastore cristiano Terry Jones - che aveva annunciato un Burn a Koran Day per l'11 settembre e lanciato un ultimatum per lo spostamento della moschea lontano da Ground Zero - ha fatto marcia indietro. Sembra sia stato decisivo il discorso di Barack Obama in cui l'annunciato rogo del Corano è definito un "regalo per Al Qaida ... che metterebbe a repentaglio le truppe americane in Iraq e Afghanistan". Il reverendo deve essere stato colpito al cuore dalla retorica patriottica del presidente, indubbiamente più efficace della condanna della Cei (che ha fatto ricorso all'abusato paragone con il nazifascismo: "come i nazisti con il Talmud"). Intanto in Afghanistan si scopre che nelle truppe americane era attivo un kill team - capeggiato da un certo Calvin Gibbs che si vantava di averla fatta franca in Iraq dove aveva fatto qualcosa di simile-, gruppo che si dilettava ad uccidere civili a casaccio, per puro divertimento collezionando come trofei foto con i cadaveri e/o dita delle vittime ...



giovedì 5 agosto 2010

Fuoco sul Centro di cultura islamica

Non si tratta di uno dei tanti incendi estivi ma di un'attentato in piena regola compiuto da ignoti ai danni del Centro di cultura islamica di Bologna qualche giorno fa. Scriviamo ignoti ma sappiamo, da tempo, chi sono gli imprenditori e propagandisti dell'odio (come li definisce Annamaria Rivera), a pieno titolo mandanti morali e culturali di questo (e di altri) gravi episodi. La demonizzazione dell'Islam - di volta in volta indicato come la religione/cultura più barbara, oscurantista, violenta e sessista - è stata negli ultimi anni strumento efficace per la criminalizzazione e stigmatizzazione di donne e uomini migranti. Partiti come Forza Nuova e Lega Nord (con le loro campagne contro moschee e velo), personaggi come Daniela Santanché o Roberto Calderoli (con le loro sceneggiate a base di burqa strappati e maiale-day) e mezzi di (dis)informazione (sempre pronti a mediatizzare in chiave anti-islam (migranti) orribili femminicidi come quello di Hina Saleem), sono coloro che hanno alimentato questo clima da crociata. Clima nel quale la maggioranza dei/delle migranti viene sfruttata mentre continuano tranquillamente i respingimenti in mare, i voli Frontex e la costruzione di nuovi Cie per quelli/e che al momento non servono ... Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al Centro di Cultura islamica, rinviando al documento della Rete dei Comunisti, che condividiamo.

mercoledì 9 giugno 2010

In nome del burqa: cronache di ordinario razzismo (e sessismo)

Mentre in Francia il Consiglio di Stato deve riconoscere che un divieto assoluto del cosiddetto burqa (velo integrale, niqab ...), non troverebbe "alcuna base giuridica incontestabile", altrove continuano le campagne mediatiche finalizzate alla propaganda dell'odio (come in Catalogna, dove partiti decisamente xenofobi agitano la questione del fondamentalismo islamico in vista delle prossime elezioni autunnali). Anche in Italia il burqa è sempre sula cresta dell'onda, e mentre a Cremona il centrodestra si spacca su come/quando/dove "migliorare" la legge proposta dal gruppo parlamentare della Lega Nord (che nella formulazione non è abbastanza chiara nel proclamare "l'illegalità del burqa"), a Udine un consigliere della Lega Nord, tal Luca Dordolo, dopo aver inutilmente intimato ad una donna a passeggio con figli e marito, di togliersi il niqab, l'ha fotografata con il telefonino e poi ha chiamato la Digos per farla identificare, poiché si stavano dirigendo verso il duomo "obiettivo sensibile". I quotidiani locali riferiscono dell'imbarazzo del consigliere quando è risultato che la donna era "moglie di un ingegnere della Danieli". E se fosse stata moglie di un qualsiasi migrante, operaio possibilmente in nero e senza documenti? La Lega avrebbe esultato insieme ai media, e non è certa la fine che avrebbe fatto lui (pericoloso terrorista) e lei (povera donna vittima del fondamentalismo). La notizia non è recentissima (25 maggio), mi è stata segnalata solo adesso (grazie a Naima) ma si presta a interessanti riflessioni su genere, "razza" e classe, come anche sulla "falsa emancipazione" che ci viene proposta (e di cui parla il volantino distribuito da antirazziste/i solidali con i/le recluse/i nei Cie, qualche giorno fa a Roma, durante l'interruzione della presentazione alla Sapienza del volume Womenomics: perché le donne sono il motore dell’economia, presenti, tra le altre, Isabella Rauti e Giorgia Meloni). Intanto Dordolo imperterrito dichiara di voler lanciare uno slogan: "Sono belle senza il velo, fotografiamole tutte".

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