Via Staffetta il manifesto della manifestazione nazionale antirazzista promossa da rom e sinti per sabato prossimo a Bologna per contrastare la violenta campagna d’odio antizigano portata avanti in Italia dalla destra leghista e neofascista. Purtroppo da mesi era stata già fissata, per la stessa data, la riunione di redazione di Zapruder (alla quale non potrò mancare) ma chiedo a quant@ leggono Marginalia di far girare il volantino della manifestazione
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mercoledì 13 maggio 2015
lunedì 11 novembre 2013
Berlusconi e le famiglie ebree
Da Incidenze l'ultimo capitolo della campagna revisionista di Silvio Berlusconi: «I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler . Abbiamo davvero tutti addosso»
domenica 21 luglio 2013
Cécile Kyenge e il peso delle parole
Leggo su Animabella, il blog di Cinzia Sciuto, un articolo (L'orango di Calderoli e lo spazio della politica) che a partire dalle frasi razziste/sessiste contro Cécile Kyenge di leghisti come Calderoli e Valandro, contesta in maniera efficace chi vorrebbe derubricare simili episodi "a battute da Bar Sport", insistendo sul fatto che anche "le parole contano, e non solo perché ledono l'immagine della ministra o istigano addirittura a commettere un reato. Ma perché [...] plasmano (letteralmente) lo spazio della politica [...]. La lotta politica è anche lotta per mettere al bando certe parole e per dare piena cittadinanza ad altre. Perché le parole si portano appresso significati, storie, valori, ideali e, infine, diritti. Chi insiste, per esempio, perché non si usi la parola 'clandestino' lo fa perché sa che eliminare quella parola dalla scena significherebbe avere di fronte un uomo (o una donna) alla ricerca di una vita migliore, e chiudere un uomo (o una donna) innocente dentro una vera e propria prigione, come i Centri di identificazione ed espulsione, sarebbe molto più difficile che chiuderci un 'clandestino'. E non per niente “clandestino” è una parola molto amata invece da chi vorrebbe 'filtrare' le masse umane che premono ai nostri confini. E così di questo passo, tutte le grandi battaglie per l'ampliamento dei diritti, sono anche (e forse prima di tutto) battaglie per dare legittimità ad alcune parole e rendere tabù altre". Condivido l'importanza di riflettere sul linguaggio, ribadita anche nell'introduzione al volume Femministe a parole: "il linguaggio non è affatto neutro, ma riflette e veicola rapporti di dominazione che le parole a loro volta, possono contribuire a riprodurre e consolidare. Proprio perché le parole sono imbevute di ideologie sessiste, razziste e classiste, i 'soggetti assoggettati' hanno costantemente sentito il bisogno di condurre delle battaglie contro e dentro il linguaggio, rimuovendo alcune parole e inventandone di nuove" (S. Marchetti, Jamila M.H. Mascat, V. Perilli, Ediesse, 2012). Peccato allora che proprio in questo articolo Sciuto finisca poi per definire Giovanni Sartori - che per le sue posizioni in materia di immigrazione ha trovato consensi anche in siti neonazisti come quello di Storm Front -, "illustre politologo" (le virgolette sono mie) ... Anche perché, come un nostro lettore in un commento a Le lacrime della leghista, anch'io giudico le esternazioni di Sartori - che ha anche invitato a regalare un dizionario a Cécile Kyenge - molto più insidiose del rozzo razzismo/sessismo di un Calderoli o una Valandro. Molto più insidiose proprio perché "il prof. Sartori", come scrive Riccardo nel suo commento, è considerato anche da certa sinistra "democratico e progressista" ...
martedì 11 giugno 2013
La passione di Isabella Rauti
Mara Carfagna, portavoce del Pdl alla Camera, ha dichiarato in una nota che Isabella Rauti - appena nominata consigliere per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano -, è tra le persone più indicate e più competenti per ricoprire questo ruolo poiché "si è sempre distinta per passione e per un impegno constante nella difesa delle donne e dei più svantaggiati". Bien sur la "passione" a cui fa riferimento Carfagna è quella con cui Isabella Rauti ha sostenuto la proposta di legge Tarzia per la riforma dei consultori, le marce per la vita e gli ideali di famiglia ... // (Alcuni) articoli correlati: Nel nome del padre (e della famiglia), Fascisti in lutto, Signore di destra
martedì 21 maggio 2013
CasinoPound
Nel corso del dibattito su L’ortodossia erotica come prassi per un turismo elitario, il candidato sindaco di CasaPound, Diego Gaglini, ha proposto che il referendum per l’abrogazione della legge Merlin e la riapertura delle case chiuse parta da Viterbo, città che CasaPound intende trasformare in "capitale dell'erotismo"... Da Giornalettissimo
martedì 19 febbraio 2013
Rachele Mussolini: "grandissima figura di donna italiana"
Michele Laganà, consigliere Pdl del quartiere Santo Stefano a Bologna, ha proposto di intitolare a Rachele Mussolini "grandissima figura di donna italiana" la sala del Consiglio. L'ordine del giorno sarà discusso il 27 febbraio. L'episodio mi sembra non vada sottovalutato o derubricato a insignificante nota di colore "locale". Grazie a Incidenze e alla mailing list dell'(ex) Assemblea Antifascista Permanente per la segnalazione
venerdì 25 gennaio 2013
CasaPound / Gli stupratori del terzo millennio
Dal sito del Nodo sociale antifascista, Staffetta: Ecco gli amici dei Massimiliano Mazzanti, dei Michele Facci … A Napoli, alcuni indagati nell’ambito dell’inchiesta su CasaPound progettavano di picchiare e stuprare una studentessa universitaria, in quanto ebrea e attivista di sinistra. Oltre alle aggressioni, ai pestaggi, agli attentati che hanno compiuto, i neofascisti napoletani pensavano anche di dare fuoco a un’oreficeria di proprietà di un ebreo. Ecco il fascismo del terzo millennio, uguale uguale alla cultura omicida del Ventennio: sessismo, razzismo, antisemitismo, barbarie, menzogna, volgarità
giovedì 13 dicembre 2012
Per la figlia senza nome di Samb Modou
Nell'anniversario della strage di piazza Dalmazia a Firenze pubblichiamo una poesia, Per la figlia senza nome di Samb Modou, che ci è stata inviata da Pina Piccolo, che ringraziamo:
Per la figlia senza nome di Samb Modou // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA* // Puoi smettere di aspettarlo // tredicenne dagli occhi ridenti // e col vestitino buono color di lillà comprato // per la foto da mandare a papà // con i soldi della rimessa // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Il padre che anelavi // di carne e ossa e respiro // per 13 anni trafelato // a correre con borsoni // nella palestra dello stato italiano // destra e sinistra ne hanno allenati // polpacci, bicipiti e polmoni // ma non torna più sulle sue gambe // Ora dopo tredici anni // ti rimandano “la salma” // non in barcone // ma con l’aereo pagato // da lacrime di coccodrillo // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Te lo rispediscono dal pulpito dolente politici malfattori e conniventi // abituati a lanciare il sasso // nascondendo la mano inguantata // di odio e superiore ingordigia // mentre dalla bocca cascano // perle d’ipocrisia // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E nel rimestare le sue carni nere // potremmo trovare il virus // della Sindrome Italiana che stavolta // si abbatte su padri scuri // recisi da mogli e figlie mai viste // in terre assolate // di deserti, foreste e bianche spiagge ridenti // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Città questa della sua morte // di cupole superbe // di fasti, amori, pittori, letterati alteri // lanaioli e banchieri // Non sviene soavemente //come turista colto dalla sindrome // del romanziere francese // alla vista delle sue bellezze // Modou Samb, questo padre straniero e cortese // un attimo dietro il banco // stramazza sull’asfalto // accanto a Diop Mor, // anche lui abile mercante senegalese // Accanto agli altri tre // nell’altro mercato // non quello operaio, quello di spensierati turisti // Colpiti tutti dallo stesso proiettile // che cova in tanti italici animi // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Partito dalla canna di un uomo // all’apparenza mite // (“aveva l’aria di un buono” dice uno dei sopravvissuti) // che scriveva adagiato //nel molle ventre del fascismo // sdoganato da un’artritica democrazia //rispettosa di case dedicate a cantori di distruzione // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E’ la pallottola rivestita del piombo che cola // dalle penne, dagli schermi // dagli arrotini della parola // che a lettere di fuoco squadrano // “quel che siamo e quel che vogliamo” // Parole aguzze come proiettili // tredicenne studentessa // nutrita dai versi di giustizia e libertà // di Leopold Senghor // vostro primo presidente poeta // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E forse pentita l’ombra di Oriana Fallaci // adesso ci accompagna // in questo mesto corteo //per le vie di Firenze // non per intervistare // i Grandi della Storia // ma per chiedere scusa a te // triste ragazzina dal vestito lillà // che non le rilascerai interviste // se non per dirle // che non potrai mai sederti // sulle ginocchia di tuo padre // bersaglio del suo scontro di civiltà // nutrito dal suo orgoglio e dalla sua rabbia // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Se per le strade di Firenze oggi s’intona un canto // che sia un richiamo di amore e di giustizia // che costringa l’UMANO a tornare nel suo alveolo // e che come tortora riprenda a tubare // silenziando lo stridio di drone e di Magnum. // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // (Pina Piccolo, 18 dicembre 2011) // *Canto funebre intonato per l’intera durata della manifestazione dallo spezzone dei senegalesi romani della confraternita islamica di Mourides dell’Africa occidentale che chiudevano il corteo per onorare Modou e Mor il 18 decembre a Firenze. Le parole significano,"Grazie guida di Touba" che è la capitale religiosa del mouridismo
Per la figlia senza nome di Samb Modou // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA* // Puoi smettere di aspettarlo // tredicenne dagli occhi ridenti // e col vestitino buono color di lillà comprato // per la foto da mandare a papà // con i soldi della rimessa // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Il padre che anelavi // di carne e ossa e respiro // per 13 anni trafelato // a correre con borsoni // nella palestra dello stato italiano // destra e sinistra ne hanno allenati // polpacci, bicipiti e polmoni // ma non torna più sulle sue gambe // Ora dopo tredici anni // ti rimandano “la salma” // non in barcone // ma con l’aereo pagato // da lacrime di coccodrillo // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Te lo rispediscono dal pulpito dolente politici malfattori e conniventi // abituati a lanciare il sasso // nascondendo la mano inguantata // di odio e superiore ingordigia // mentre dalla bocca cascano // perle d’ipocrisia // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E nel rimestare le sue carni nere // potremmo trovare il virus // della Sindrome Italiana che stavolta // si abbatte su padri scuri // recisi da mogli e figlie mai viste // in terre assolate // di deserti, foreste e bianche spiagge ridenti // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Città questa della sua morte // di cupole superbe // di fasti, amori, pittori, letterati alteri // lanaioli e banchieri // Non sviene soavemente //come turista colto dalla sindrome // del romanziere francese // alla vista delle sue bellezze // Modou Samb, questo padre straniero e cortese // un attimo dietro il banco // stramazza sull’asfalto // accanto a Diop Mor, // anche lui abile mercante senegalese // Accanto agli altri tre // nell’altro mercato // non quello operaio, quello di spensierati turisti // Colpiti tutti dallo stesso proiettile // che cova in tanti italici animi // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Partito dalla canna di un uomo // all’apparenza mite // (“aveva l’aria di un buono” dice uno dei sopravvissuti) // che scriveva adagiato //nel molle ventre del fascismo // sdoganato da un’artritica democrazia //rispettosa di case dedicate a cantori di distruzione // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E’ la pallottola rivestita del piombo che cola // dalle penne, dagli schermi // dagli arrotini della parola // che a lettere di fuoco squadrano // “quel che siamo e quel che vogliamo” // Parole aguzze come proiettili // tredicenne studentessa // nutrita dai versi di giustizia e libertà // di Leopold Senghor // vostro primo presidente poeta // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // E forse pentita l’ombra di Oriana Fallaci // adesso ci accompagna // in questo mesto corteo //per le vie di Firenze // non per intervistare // i Grandi della Storia // ma per chiedere scusa a te // triste ragazzina dal vestito lillà // che non le rilascerai interviste // se non per dirle // che non potrai mai sederti // sulle ginocchia di tuo padre // bersaglio del suo scontro di civiltà // nutrito dal suo orgoglio e dalla sua rabbia // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // Se per le strade di Firenze oggi s’intona un canto // che sia un richiamo di amore e di giustizia // che costringa l’UMANO a tornare nel suo alveolo // e che come tortora riprenda a tubare // silenziando lo stridio di drone e di Magnum. // DIEREDIEF SERIGNE TOUBA // (Pina Piccolo, 18 dicembre 2011) // *Canto funebre intonato per l’intera durata della manifestazione dallo spezzone dei senegalesi romani della confraternita islamica di Mourides dell’Africa occidentale che chiudevano il corteo per onorare Modou e Mor il 18 decembre a Firenze. Le parole significano,"Grazie guida di Touba" che è la capitale religiosa del mouridismo
martedì 11 dicembre 2012
Strage di piazza Dalmazia / Ricordando Mor Diop e Samb Modou
Il 13 dicembre di un anno fa, in piazza Dalmazia a Firenze, il militante di estrema destra vicino a CasaPound Gianluca Casseri, sparava contro alcuni lavoratori senegalesi, uccidendone due - Mior Diop e Samb Modou - e ferendone gravemente altri tre - Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike -. Casseri - che si spara in un parcheggio poco dopo - viene subito descritto dalla stampa e dalla polizia come un "folle isolato" e le indagini vengono chiuse dopo appena un mese. Ma ad un anno di distanza troppe sono ancora le domande senza risposta. Rinviamo all'articolo pubblicato da Staffetta in occasione dell'anniversario della strage e della manifestazione che si terrà giovedì 13 dicembre a Firenze
venerdì 23 novembre 2012
Chiudere CasaPound / Reminder
L'appuntamento per la manifestazione antifascista contro l'agibilità politica di formazioni neo-fasciste come CasaPound è per domani pomeriggio. Noi ci saremo, speriamo che altri/e facciano altrettanto. Tra l'altro il tempo promette anche bello, niente di meglio per una bella passeggiata insieme // Chiudiamo CasaPound // CasaPound: facciamola finita // Dalla parte dei migranti e delle migranti, per la chiusura di CasaPound //
Dalla parte dei migranti e delle migranti, per la chiusura di CasaPound
Da qualche mese, a Bologna, viene concessa una larga agibilità politica a una associazione neo-fascista denominata CasaPound. A distanza di quasi un anno non abbiamo certo dimenticato quanto accaduto a Firenze quando un militante di Casa Pound ha ferito tre migranti uccidendone altri due. Di qualche giorno fa sono poi le notizie delle “ronde anti-immigrati” in Abruzzo e la costituzione della prima cellula italiana di “Alba Dorata”, partito neonazista greco. Non abbiamo dimenticato, ed è per questo che non permetteremo che tutto ciò accada ancora e non abbasseremo la guardia contro i fascisti di ieri e di oggi. Ormai in diverse parti d’Italia gruppi neo-fascisti perseguitano i migranti con atti violenti. Noi, migranti e italiani, non possiamo permettere che il fascismo continui a ottenere spazi di visibilità. Noi sappiamo inoltre che una legge, la Bossi-Fini, quotidianamente ricatta milioni di migranti legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro. Le leggi dello Stato trattano i migranti come uomini e donne che possono essere espulsi anche dopo anni di lavoro in Italia. Uomini e donne che possono essere rinchiusi nei Cie e privati della loro libertà. Da anni diciamo che la Bossi-Fini va abolita e anche in questa occasione di rifiuto di tutti i fascismi lo ribadiamo ad alta voce. Sappiamo anche che con la crisi economica i migranti pagano il prezzo più alto a causa del razzismo istituzionale. Nella crisi, le leggi vedono nei migranti i lavoratori che possono essere sacrificati per primi, sempre messi alla prova,come corpi estranei. Ovunque i datori di lavoro si sentono in diritto di trattare i migranti come oggetti, tanto più se ci si ribella contro lo sfruttamento: è successo a Rosarno come a Mantova. Mentre molti migranti perdono il permesso di soggiorno e vedono le proprie famiglie dividersi a causa della crisi, gruppi apertamente razzisti si sentono tutelati, liberi di muoversi, e ottengono sedi per riunirsi e agibilità politica. Noi pensiamo che il razzismo istituzionale e il razzismo di Casa Pound non possono trovare spazio in questa città . Noi, migranti e italiani, rifiutiamo i gruppi fascisti e lottiamo contro il razzismo istituzionale e la legge Bossi-Fini. A Bologna, città che tanto ha dato alla lotta antifascista e che tutt’oggi è attraversata da molte pratiche, gruppi e associazioni politiche e culturali uniti nel nome dell’antifascismo e dell’antirazzismo, la presenza di uno spazio politico affidato a Casa Pound è inaccettabile. Per queste ragioni sosteniamo la manifestazione del 24 novembre per l’immediata chiusura di Casa Pound. Perché saremo noi, migranti e italiani, a togliere il permesso a tutte le forme di razzismo e fascismo. Per la libertà dei e delle migranti, contro ogni fascismo! // Coordinamento Migranti Bologna // S.I.M. XM24 // Connessioni Precarie // Sportello medico giuridico Al-Sirat // Migranda //
lunedì 19 novembre 2012
CasaPound / Facciamola finita
Chi frequenta Marginalia sa chi è CasaPound e soprattutto cosa ne pensiamo, quindi non la facciamo troppo lunga. In coda comunque qualche link, per memoria. Per questo ed altro ancora abbiamo aderito (e parteciperemo) alla manifestazione Chiudere Casa Pound promossa dal Coordinamento Antifascista Murri che si terrà sabato prossimo a Bologna (concentramento ore 15, piazza Carducci). Perché è ora di farla finita con i sedicenti "fascisti del terzo millennio" (come si autodefiniscono): bisogna loro togliere qualsiasi agibilità politica, e ogni silenzio è complice // Le mamme di CasaPound // CasaPound Superstar // CasaPound: il volto attraente dei nuovi fascisti // Ave Italo! // Chi è veramente Casa Pound // Per Mor Diop e Samb Modou //.
sabato 3 novembre 2012
Camera oscura
Da Incidenze un lucido necrologio di Pino Rauti, costruito contrappuntando le parole di "cordoglio" del Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, con una serie di link che ricostruiscono la storia di una delle più losche figure del neofascismo italiano
lunedì 29 ottobre 2012
Prendiamoci cura delle nostre perversioni!
Dal Laboratorio Smaschieramenti / antagonismogay: "Lo striscione di Forza Nuova, Le perversioni vanno curate, è un attacco a tutte noi che ogni giorno allegramente ci ribelliamo "agli schemi tradizionali
maschio/femmina". Un attacco che proviene da un formazione politica che non è semplicemente portatrice di "ignoranza" e "inciviltà", ma che è espressione di logore culture fasciste che continuamente cercano di sdoganarsi come opinioni tra le altre, quando invece andrebbero respinte senza appello dalle persone LGBTIQ, da tutta la cittadinanza e dalle istituzioni. Per quanto grottesco e antiquato, il fastidio dei fascisti di fronte all'affermarsi di forme molteplici e complesse di sessualità, piaceri e transiti tra i generi non è una patologia, così come non lo è la violenza contro donne, lesbiche, gay, trans.Si tratta invece della parte più visibile ed estrema della cultura patriarcale e machista che ci circonda e che ogni giorno combattiamo. Eppure c'è una verità racchiusa nello slogan usato dai forzanovisti e nel loro rispolverare la categoria "freudista" di perversione. Le perversioni vanno curate, ma non in senso patologico, come vorrebbero farci credere un manipolo di ciarlatani, sedicenti psicologi e cattolici integralisti. Vanno curate nel senso che bisogna prendersi "cura di sè", coltivare le proprie perversioni, aiutarle a crescere e a dispiegarsi, perché sono costitutive della sessualità, dell'eterosessualità come dell'omosessualità e di tutte le posizioni di desiderio. Coraggio, ancora uno sforzo e anche "I tre saggi sulla sessualità" di Freud potrebbero entrare nella cul-tura - del resto, la cultura è sempre incarnata in un corpo - di questi inconsapevoli fans di Gender Bender, che puntualmente si ripresentano a ogni edizione in cerca del piacere perverso della visibilità"
domenica 13 maggio 2012
Il duce, le mamme e le marce per la vita
Per memoria: Forza Nuova, Opus Dei, Militia Christi, Movimento per la Vita, Legionari di Cristo e tante altre sigle e siglette di raggruppamenti pro-life dell'estrema destra cattolica e integralista (oltre vari esponenti del governo e tra questi la senatrice del Partito Democratico Maria Pia Garavaglia) oggi in corteo a Roma per la cosiddetta Marcia per la vita. Che cade proprio, e non è un caso, nel giorno della Festa della Mamma, istituita in Italia da Mussolini nel dicembre 1933 con il nome di Giornata della Madre e del Fanciullo. L'Omni (Opera nazionale maternità e infanzia) premiò allora con un viaggio a Roma le 93 madri più prolifiche d'Italia che furono festeggiate sulle note dell'Inno dei figli della lupa.
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lunedì 7 maggio 2012
Il duce in autobus : odierni tragitti della creatività (neo) fascista
Bisogna convenire che la fantasia creativa dei fascistucoli italioti di ogni risma è notevole e, nell'ultimo periodo, in crescita. Siamo passati dalle tristi cartoline e altri polverosi cimeli venduti come souvenir, alle crociere sul Lago di Garda e alle cene a base di pancetta nera, fino ad arrivare alla scritta Onore al duce portata in giro per Roma sul display di un autobus dell'Atac come a suggerire che il capolinea di questo paese è quello di un fascismo sempre più pervasivo. Ma, come sappiamo, la creatività è incentivata dal mecenatismo di cui gode la destra (neo)fascista grazie ad assunzioni, incarichi, regalie e addirittura premi in Campidoglio ai camerati.
martedì 31 gennaio 2012
La vendetta del burqa ( ovvero come la "madam post - coloniale" Daniela Santanchè è stata infine rinviata a giudizio per diffamazione)
Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio per diffamazione dal gup di Milano per aver offeso "la reputazione e l'onore" (così si legge nel decreto che ne dispone il giudizio) di una donna italiana convertita all'Islam nel corso della trasmissione televisiva Iceberg, il 21 settembre del 2009. Il giorno prima, la stessa Santanchè aveva messo in scena una vera e propria cerimonia di svelamento post-coloniale, quando a Milano aveva tentato di strappare il velo ad alcune donne musulmane che si recavano ad una festa per i festeggiamenti di fine Ramadan, dichiarando poi di essere stata vittima di un'aggressione da parte dei "fondamentalisti islamici", notizia che, seppur smentita da un video, aveva generato titoli deliranti su molti quotidiani, come l'indimenticabile Per festeggiare il Ramadan picchiano la Santanchè (Il Giornale). Ora arriva questo rinvio a giudizio per diffamazione, che sebbene non annulli il pericolo enorme rappresentato dalla circolazione a piede libero di un simile personaggio, ci fa comunque piacere. In tempi di crisi bisogna sapersi accontentare.
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venerdì 23 dicembre 2011
CasaPound Superstar e Marginalia
Una lettrice ci segnala una pagina di vivamafarka (il forum di CasaPound che prende il nome dal romanzo di Marinetti Mafarka il futurista, romanzo dove, tra l'altro, si esalta lo "stupro delle negre"). La pagina è effettivamente dedicata a questo blog, ma è roba piuttosto vecchiotta, risale al 2009 quando CasaPound era già abbastanza superstar ma in tanti/e faticavano ancora ad accorgersene (in questo paese ci si sveglia veramente solo con i morti, cosa che troviamo alquanto "triste"). Comunque è una pagina che avevamo già visto all'epoca ma poi smemorizzato. Del resto altre pagine, di tenore molto più pesante, erano poi state cancellate dai mafarkiani (ma da qualche parte ne conserviamo copia). Comunque grazie della segnalazione, magari sarà utile, sparita finalmente questa feccia e tutto il contorno, per ricostruire frammenti di memoria storica.
E visto che ci siamo: vecchi articoli su CasaPound in Marginalia
sabato 17 dicembre 2011
Per Mor Diop e Samb Modou e tutte le altre vittime del sistema razzista in Italia
Per Mor Diop e Samb Modou - assassinati a Firenze il 13 dicembre dal militante di estrema destra vicino a CasaPound Gianluca Casseri -, per le loro famiglie, per i loro amici, per Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike - feriti gravemente durante la stessa strage -, per la comunità senegalese, per tutte le altre comunità migranti e tutte le vittime del sistema razzista di questo paese alla deriva.
mercoledì 5 ottobre 2011
Con Houria Bouteldja, accusata di "ingiurie razziali"
Houria Bouteldja, portavoce de Les Indigènes de la République e figura centrale delle Blédardes, autrici del notorio Appel des féministes indigènes, e della quale avevamo pubblicato la traduzione di Le féminisme est-il universel?, è stata denunciata per "razzismo anti-bianchi" da un gruppuscolo di estrema destra, l'Agrif (Alleanza generale contro il razzismo e per il rispetto dell'identità francese e cristiana). L'Agrif contesta a Bouteldja l'uso, durante una trasmissione televisiva nel 2007, del neologismo "souchiens", una sorta di "ritorsione" contro i propositi razzisti di coloro che si definiscono "francesi di souche" (di origine, stirpe, generazione ...). Convocata davanti al procuratore il 6 maggio scorso, Houria Bouteldja sarà presto, in data ancora da fissare, sottoposta a processo. Nella petizione Solidarité avec Houria Bouteldja: une accusation "qui nous insulte tous", petizione già firmata, tra gli altri, da Etienne Balibar e Christine Delphy, si sottolinea come il fatto che "siano proprio coloro che esercitano le peggiori violenze contro le minoranze a presentarsi come coraggiosi difensori dei francesi [bianchi, di souche] insultati, non è un fatto isolato, ma il segno di una deriva inquietante".
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