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martedì 11 ottobre 2011

domenica 21 novembre 2010

L'arcivescovo del genocidio: in ricordo di Marco Aurelio Rivelli

Qualche giorno fa si è spento Marco Aurelio Rivelli: solo tramite i suoi lavori - si legge in un ricordo fatto girare ieri dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - "molti di noi hanno potuto conoscere aspetti della storia del Novecento di cui è negato l'insegnamento nelle scuole, impedita la divulgazione sui media, omesso ogni approfondimento o iniziativa da parte degli Istituti di Storia contemporanea e del mondo accademico in genere". Rivelli è autore, oltre che di numerosi articoli, di tre volumi. Il primo, Le génocide occulté, basato sulla sua tesi di dottorato discussa nel 1978 a Milano, è stato pubblicato solo nel 1998 (quindi ben vent'anni dopo) da una casa editrice di Losanna in occasione della beatificazione dell'arcivescovo di Zagabria Alojzije Stepinac. L'anno dopo la Kaos Edizioni pubblica L'arcivescovo del genocidio, un libro in cui Rivelli ripercorre le vicende dello Stato indipendente di Croazia, voluto dai nazifascisti negli anni 1941-1945 e dove gli ustascia di Ante Pavelic, sostenuti da Hitler e Mussolini, sterminarono migliaia di serbo-ortodossi e decine di migliaia di ebrei e rom in nome di una purezza etnico-religiosa perseguita anche attraverso l'imposizione di "conversioni" al cattolicesimo, sostenuti dal Vaticano e da parte del clero cattolico croato. Un ruolo di primo piano in questo massacro lo svolse appunto l'arcivescovo Stepinac, beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1998 (rinviamo ad un articolo dello stesso Rivelli pubblicato all'epoca da il manifesto). L'ultimo volume di Rivelli - pubblicato sempre dall'editrice Kaos nel 2002 - è stato Dio è con noi! La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo: eppure vogliono farlo Santo! Volumi che andrebbero letti (o riletti) e che collochiamo a pieno titolo nella nostra biblioteca della memoria .

martedì 21 settembre 2010

Roghi dimenticati / Post scriptum a Roghi made in Usa

In Roghi made in Usa, accennavamo alla condanna della Cei dell'annunciato Burn of Koran Day da parte del reverendo Terry Jones: " Non dobbiamo dimenticare che la prima cosa che fecero i nazisti fu quella di bruciare i Talmud, i libri dell’ebraismo". Ma, come osserva Walter Peruzzi in Cattolicesimo reale (un sito che intendevamo segnalare già da tempo), la Cei , ancora una volta, ricorda i roghi degli altri ma non i propri. Tanto per dire: fu proprio papa Giovanni XXII a ordinare nel 1320 con la bollla Dudum Felicis "Riducete poi in cenere col fuoco il suddetto Talmud". E questo rogo non fu né il primo né l'ultimo. Per istruirsi sull'argomento rinvio all'articolo completo di Cattolicesimo reale, Roghi dimenticati.

martedì 10 novembre 2009

Zena el Kahlil e il suo A’Salaam Alaykum troppo grande per la chiesa (cattolica)

Conosco poco Zena el Kahlil, artista di origini libanesi come Mona Hatoum (ma vi segnalo il suo sito ziggydoodle), nata a Londra ma che attualmente - dopo aver girato, studiato, vissuto e esposto in mezzo mondo dalla Nigeria agli Stati Uniti -, vive e lavora a Beirut. Mi sembra che il suo lavoro sia molto legato (e forse non poteva essere diversamente) ad un immaginario della guerra e dei conflitti e a un loro superamento (i soldatini in plastica come in Hatoum, pezzi di Barbie, armi ricoperte di fiori, lustrini e piume come i kalashnikov della The Kalashin' Series, soldati-Superman, Hezbollah, fionde, kefiah. veli e Madonne). Mi era dunque sembrata interessante la sua idea di esporre - durante la rassegna di arte comtemporanea che si è svolta nei giorni scorsi in strade e luoghi del quartiere di San Salvario di Torino, quartiere detto "multietnico"- la sua opera A’Salaam Alaykum (c'è bisogno di tradurre? ... La pace sia con voi) nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Largo Saluzzo. Sembra che il parroco don Gallo fosse d'accordo ma poi la Curia ha posto il veto giudicando la scelta non "opportuna". Ufficialmente si minimizza, dando la colpa alle dimensioni dell'installazione. In un certo senso non ho nessuna difficoltà a crederci: il nome di dio in arabo (Allah) ricoperto di specchi della grandezza di quattro metri e per giunta in movimento deve essere sembrato decisamente eccessivo alle gerarchie cattoliche. Infine è stata la chiesa valdese a non farsi spaventare da Allah akbar e ad ospitare l'opera nel suo tempio di corso Vittorio Emanuele II. Va detto: decisamente grandi i/le valdesi.
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giovedì 19 giugno 2008

Santa Madre Chiesa e le sue Ma(donne)

In questo santino un bell'esemplare (ma qui ne trovate tutta una galleria) della Madonna del Soccorso, che probabilmente ha fornito la base iconografica per la Madonna del Manganello.

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Della serie pubblicità&propaganda: domani cominciano le Giornate anticlericali a Ponticelli, all'interno delle quali, domenica pomeriggio, ci sarà una tavola rotonda dal titolo Eva colse la mela. Solo lei poteva farlo. Con Michela Zucca (Streghe e comunità rurali contro il potere nel Medioevo), Giusi Di Rienzo (Danzando tra le rovine: la trasmissione dei saperi femminili), Vincenza Perilli (Santa Madre Chiesa e le sue Ma(donne)).
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lunedì 30 ottobre 2006

Lobby continua alle crociate?

Un trafiletto di Marco Politi su La Repubblica di qualche giorno fa (27 ottobre 2006), annuncia il progetto di Paolo Sorbi, ex militante di Lotta Continua e attuale presidente del Movimento per la Vita ( noto in Italia in particolare per la cosiddetta "difesa dell’embrione") di Milano, di creare una "lobby di massa" che unisca cristiani e seguaci di altre fedi e filosofie per la difesa dell’Occidente dal pericolo del fondamentalismo islamico. Al seguito dell’esortazione di B16 (vedi il mio Integralismi a confronto) all’unione con tutti coloro che non vogliono "staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà", Sorbi - che in un’intervista del 24 settembre 2006 al Secolo XIX (che potete leggere su Gaynews) aveva affermato, presentando il suo progetto Living Waters, che "i gay? Sono malati, noi li curiamo" (che fa eco allo slogan di Forza Nuova contro il corteo glbt di Catania dal quale è nata la manifestazione Orgoglioso antifascismo)-, sogna di importare l’attivismo e la capacità di mobilitazione del movimento Pro Life statunitense per fare pressione sulle istituzioni e contrastare una certa cultura democratica e tollerante. Allo scopo Sorbi ha creato un Ufficio socio-politico e prepara la prima sortita pubblica sulla questione Islam con l’appoggio e la partecipazione di Magdi Allam e Giorgio Israel. Cattolici, musulmani ed ebrei uniti nella lotta alla cospirazione dei radicali islamici contro l’Occidente. In Integralismi a confronto parlavo delle inquietanti assonanze tra le posizioni dell’integralismo islamico e cattolico (nella fattispecie per quanto riguarda l’attacco all’omosessualità). E le assonanze tra gli integralismi ebraico, cristiano e mussulmano erano l’oggetto di un libro di qualche anno fa (Tirs Croisés. La laicité à l’éprouve des intégrismes juif, chrètien et musulman, Calmann-Lévy, 2003)) di Caroline Fourest e Fiammetta Venner (quest’ultima tra l’altro ha lavorato lungamente sui movimenti pro-life, disgraziatamente niente è stato tradotto, ma i meno edotti sappiano almeno che in nome della "difesa della vita" i movimenti pro-life statunitensi hanno ucciso un buon numero di persone a partire dai medici abortisti). L’interesse di questa prospettiva era ed è quello di mettere in luce la prossimità delle posizioni relative alla sessualità e alla “libertà di scelta” che legano paradossalmente gli attori più “irriducibili” del cosiddetto scontro di civiltà. Nel progetto di Sorbi l’elemento “nuovo” è che il revanscismo cattolico arruola alla sua nuova crociata integralista da una parte un fautore (Israel) dell’alleanza della cultura ebraica con il cattolicesimo conservatore per la difesa della tradizione (giudeo) cristiana dell’Europa e dall’altra un curioso rappresentante (Allam) delle tendenze “razionaliste e laiche” della cultura islamica. La “nuova alleanza” tra le armate papaline ed esponenti di un’improbabile cultura razionalista e laica mira a legittimarsi proprio attraverso l’annessione del presunto elemento “laico” al fronte unico contro il comune nemico (il fondamentalismo islamico). Le vie del Signore, e della demagogia, sono infinite …

(Questo post è stato pubblicato anche qui)

mercoledì 11 ottobre 2006

Integralismi a confonto

La notizia della ragazzina presa a sassate a Lione da alcuni suoi compagni di scuola perché (sembra) mangiava un panino durante il Ramadan (fatto avvenuto una settimana fa ma ripreso oggi dai giornali in Italia, per esempio La Repubblica) ha avuto più risonanza mediatica (soprattutto nei siti "anti-islamici") della notizia che Hani Ramadan andrà ad insegnare nella stessa Lione in una scuola fondata dall’Unione dei giovani musulmani. Hani Ramadan è noto soprattutto per essere il fratello del più celebre Tariq e il nipote d’Hassan al Banna, fondatore dei Fratelli musulmani, ma dovrebbe esserlo molto di più per aver approvato in varie occasioni la lapidazione per adulterio (ricordo in particolare una sua intervista a Le Monde nel 2002), per considerare l’Aids una punizione divina e per aver affermato che non si può essere musulmani ed omosessuali."Dio ha voluto un ordine. E quest’ordine è l’uomo per la donna e la donna per l’uomo" , ha dichiarato in una conferenza qualche anno fa (prendo questa notizia da un volantino distribuito durante il Forum Sociale Europeo e riprodotto nella rivista ProChoix n 26-27, 2003, del Collectif Féministe pour une altermondialisation Laique). A parte la lapidazione, queste ultime affermazioni hanno un’ inquietante vicinanza con le posizioni della Chiesa cattolica, anche quella dell’attuale papa Benedetto XVI (un’amico informato mi dice che è molto più à la page chiamarlo B16, che a me fa pensare a un ibrido tra una vitamina e un bombardiere).

(Questo articolo è stato pubblicato anche qui)