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domenica 10 febbraio 2013

Le foibe e il giorno della mistificazione storica

In occasione del cosiddetto Giorno del ricordo - ricorrenza istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 su iniziativa di Roberto Menia, la cui carriera politica si snoda dalle organizzazioni giovanili del Movimento sociale italiano all'elezione nelle file di Alleanza Nazionale nel 1994-,   rinviamo ad un articolo di Claudia Cernigoi, Giorno della mistificazione storica, scritto lo scorso anno per denunciare, ancora una volta, l'utilizzo mistificatorio e revisionista delle "foibe". Nella fotografia (risalente al 1945) la famigerata Banda Collotti responsabile - oltre a rastrellamenti, efferate violenze e torture ai danni anche di civili, ebrei e partigiani - dell'infoibamento di diversi antifascisti. Oltre al sito La Nuova Alabarda, dove sulla questione è possibile reperire materiali e bibliografie, segnaliamo il numero monografico della rivista Zapruder Confini senza fine, a cura di Gino Candreva e Lidia Martin con articoli, tra gli/le altri/e, di Sandi Volk, Claudia Cernigoi e Boris Gombac. Vedi anche Incidenze

sabato 7 febbraio 2009

Contro il tentativo di infoibare la verità. Presentazione di Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica

La storia - si legge nella quarta di copertina di Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica -, "viene usata per l'oggi, per le esigenze politiche attuali. Si tratta di una campagna di intossicazione delle coscienze con riscritture, reinterpretazioni e falsità belle e buone, funzionali, da una parte, alla mobilitazione nazionalista, alla diffusione di stereotipi sciovinisti e razzisti, assunti ormai anche da buona parte del ceto politico di sinistra; dall'altra, alla criminalizzazione di chi oggi non si piega alle compatibilità del sistema capitalista. Tale campagna si concretizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come altre. Una ideologia dell'ordine, della sicurezza, autoritaria, fatta propria da buona parte del ceto politico autodefinitosi democratico. In questi anni molti si sono resi conto del significato della Giornata del Ricordo e molte sono state le iniziative per combattere questa campagna di intossicazione. E’, però, necessario combattere con maggiore efficacia, unendo le forze e le conoscenze. Questo convegno vuole essere un contributo in tal senso, non solo per rintuzzare e sbugiardare le menzogne che vengono propagandate, ma anche per fare un passo avanti per riappropriarci, nella sua interezza, della nostra storia".
Ma la battaglia per contrastare questa "campagna di intossicazione" è violentemente osteggiata. In un articolo pubblicato lo scorso anno nel numero di Zapruder Confini senza fine, Claudia Cernigoi, testimoniava di questa difficoltà: "si è giunti al grottesco nell'individuare come 'negazionisti' (parificati a coloro che negano l'esistenza della shoah e dei crimini nazisti) gli studiosi (fra questi la sottoscritta) che hanno scoperchiato la scatola delle falsità finora dette, e, solo perchè le loro conclusioni (suffragate da documentazione accessibile a tutti, va precisato) contrastano con quella che potremmo definire la "mitologia delle foibe" finora divulgata, vengono attaccati pesantemente e condannati all'ostracismo, al punto che si sono attivate petizioni e campagne stampa per impedire loro di parlare in convegni pubblici".
Lo stesso destino non ha risparmiato il volume Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica (che raccoglie gli atti del convegno Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico al quale hanno partecipato alcun* tra i/le maggiori studios* del tema, e tra quest* la stessa Cernigoi): recentemente, ad esempio, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, a nome dell’Amministrazione comunale, ha negato l’uso di una sala per la presentazione del libro.
A questo tentativo di infoibare la verità si oppone la presentazione degli atti del convegno proposta dall'Assemblea Antifascista Permanente per il 10 febbraio (sala del Barraccano, v. S. Stefano 119 - Bologna, h. 20.30). Intervengono Rudy Leonelli (Università di Bologna), Giorgio Riboldi (Comitato promotore del convegno), Sandi Volk (Università di Trieste) e Mauro Raspanti (Centro Furio Jesi).
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mercoledì 19 marzo 2008

Confini senza fine


Editoriale


Gino Candreva, Lidia Martin Il tempo dei confini, confini senza tempo


Confini senza fine. Frontiere tra Alpi e Adriatico

Sandi Volk, Italiani tra due rive. Movimenti di popolazione in terra giuliano-dalmata

Claudia Cernigoi, Il pozzo artificiale. La questione foibe tra ricerca e uso politico

Boris Gombac, La patria cercata. La rinascita della coscienza nazionale degli slavi del sud


Le immagini

Cristiana Pipitone, Scatto d’ira. Le immagini del fondo De Henriquez

Schegge

Simona Mammana, Trascendere il limite. La battaglia di Lepanto e il confine turco

Franco Cecotti, Cartografie variabili. I confini orientali d’Italia tra Ottocento e Novecento

Henry Sivak, Lo stato coloniale. Diritto, governo e regime dell’indigenato in Algeria

In cantiere

Ivan Crippa, Il Pcd’I, la questione nazionale e il confine orientale (1921-1940)

Voci

Giacomo Scotti, confini del ricordo. Intervista su una scelta di vita (a cura di Mario Coglitore)

Altre narrazioni

Valentina Kastlunger, Ritratto di famiglia. Intervista su Sensacuor (a cura di Valentina Picariello)

La storia al lavoro

Livio Oddi, La revisione della 500. L’Italia nello spot della Fiat

Storie di classe

Guido Carpi e Giuseppina Larocca, Plasmare la storia patria. La manualistica russa dalla Rivoluzione d’ottobre all’epoca post sovietica

Interventi

Collettivo femminista Maistat@zitt@, Topo Seveso. Produzioni di morte, nocività e difesa ipocrita della vita

Predrag Matvejevic’, Frontiere e confini

Bruno Villavecchia, Danilo Dolci: cento passi nel mondo

Recensioni

Vincenza Perilli (Elsa Dorlin, La matrice de la race); Paolo Raspadori (Andrea Sangiovanni, Tute blu); Gino Candreva (Rino Zecchini, Oltre la cortina di bambù); Carlo Maria Pellizzi (Silvano Ceccoli, Il ritorno di Sendero Luminoso); Giulia Quaggio (Adagio-Botti, Storia della Spagna democratica); Giovanni Scirocco (Andrea Panaccione, Il 1956)