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giovedì 10 gennaio 2013

Carla Lonzi a Parigi

Per chi ha la fortuna di essere a Parigi domani - 11 gennaio 2013 -, segnalo la giornata di studio Carla Lonzi, critique d’art et féministe, che si terrà alla Maison Rouge in occasione della pubblicazione dell' edizione francese del celeberrimo Autoritratto lonziano. Per maggiori dettagli rinvio a Travelling feministe, il nuovo blog del laboratorio di ricerca e sperimentazione sugli usi femministi, queer e postcoloniali degli archivi audiovisuali che lavora intorno alle risorse del Centro audiovisual Simone de Beauvoir, fondato nel 1982 da Carole Roussopoulos, Delphine Seyrig et Ioana Wieder. Come sempre sarò eternamente grata - dalle nebbie bolognesi in cui sono mio malgrado costretta - a chi vorrà raccontarmi qualcosa della giornata // La foto di Carla Lonzi che apre il post e che avevamo già utilizzato in Carla Lonzi e i suoi miracoli  (sembra proprio una santa con l'aureola), è stata scattata nel 1968 in Texas.

martedì 31 maggio 2011

Il violento e coraggioso atto d'accusa alla società razzista bianca di Jean Genet e Carole Roussopoulos



Nel 1970 Jean Genet viene nvitato dalla televisione pubblica francese a parlare del recente arresto di Angela Davis. Sospettando che il suo intervento possa essere censurato, chiede a Carole Roussopoulos di accompagnarlo con la videocamera. Come previsto il filmato non andrà mai in onda. Questi pochi frammenti sono tutto quel che rimane del violento e coraggioso atto d'accusa alla società razzista bianca di Genet e, insieme, una formidabile denuncia dell'apparato televisivo, colto impietosamente dall'occhio - di cui sentiamo forte la mancanza - di Carole Roussopoulos. Pochi minuti colmi di rara passione intellettuale e politica che "doniamo" volentieri sperando possano ispirare per il presente.

giovedì 5 maggio 2011

Christine Delphy: un'intervista sul numero 7 di xxd

E' online il numero 7 di xxd - Rivista di varia donnità. Come al solito potete scaricare, stampare e leggere comodamente dove volete il numero. Basta cliccare sul link che trovate in questa pagina insieme all'indice. Tra le altre cose vi segnaliamo la pubblicazione di alcuni stralci di una nostra lunga intervista (ancora in corso) a Christine Delphy, intervista che speriamo di poter presto pubblicare integralmente in un piccolo volume, sempre che l'affannosa ricerca di un editore disponibile vada in porto. Anzi: se qualcuna/o ha delle idee (concrete) batta un colpo. Scopriremo allora che forse continuare a sostenere la fatica aggiuntiva di questo blog serve effettivamente a qualcosa ...

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Christine Delphy: Un universalisme si particulier
Christine Delphy in rete
Classer, dominer. Qui sont les "autres"?
Christine Delphy: Race, caste et genre
Sessismo e razzismo. Un convegno di NQF
Christine Delphy: una scheda bio-bibliografica

giovedì 27 gennaio 2011

Simone De Beauvoir: come la società "fabbrica le donne"



Il video (dal titolo Le parole di Simone De Beauvoir), è un originale montaggio - con sottotitoli in italiano -, di alcuni frammenti tratti da film e materiali d'archivio (frammenti da On ne naît pas femme ... di Virginie Linhart del 2007, ma mi sembra anche dal film di Carole Roussopoulos, Des fleurs pour Simone De Beauvoir), realizzato recentemente da Collettiva Femminista, che ringraziamo.

venerdì 21 gennaio 2011

Mad / Museo di arte delle donne

In questo fine settimana sarà inaugurato, nella residenza multi disciplinare per l'arte delle donne di Villa5, il Mad, il primo museo di arte delle donne in Italia. Un museo, come scrivono le curatrici nel sito, rivisitato, da visitare e rivisitare e che cambia la propria fisionomia a seconda degli apporti di chi lo frequenta. E' questo il senso dell'avviso "a naviganti in cerca di approdi" che probabilmente molte di voi hanno ricevuto via mail: un invito a portare, nei giorni di inaugurazione (e oltre) del museo, qualcosa della vostra artista prediletta (una foto, l'immagine di un'opera e/o uno scritto di/ sul suo lavoro). In questo modo questa andrà ad aggiungersi alle artiste già presenti al Mad (Laura Ambrosi, Sandra Baruzzi, Zahira Berrezouga, Roberta Biagiarelli, Louise Bourgeois, Elena Cavallo, Mona Hatoum, Frida Kalo, Chen Li, Claudia Losi, Caterina Mochi Sismondi, Tina Modotti, Shirin Neshat, Irina Novarese, Lucy Orta, Yael Plat, Francesca Rizzotti, Silvia Salchi, Margherita Settimo, Antonella Usai, Joana Vasconcelos, Les Vidéobstinées). Da parte nostra scontiamo un limite: mai siamo mai riuscite ad avere predilezioni esclusive (pur essendo capaci di grandi passioni) e dunque lunga è la lista delle nostre artiste predilette. Di alcune tante volte abbiamo parlato qui, tra queste molte sono già presenti al Mad, altre vorremmo che vi fossero aggiunte: da Artemisia Gentileschi a Coco Fusco passando per Judy Chicago, Helena Almeida, le Guerrilla Girls e tante altre tra registe, fotografe e musiciste ...

domenica 25 ottobre 2009

Debout! In memoria di Carole Roussopoulos


Ho appreso ieri sera della morte di Carole Roussopoulos. Il suo primo film che ho visto, se la memoria non mi inganna, credo sia stato S.C.U.M, parecchi anni fa, durante una delle mie tante giornate/notti en promenade per Parigi, tra cinema e femminismo. Film bellissimo, girato nel 1976, con una bellissima Delphine Seyring che legge S.C.U.M Manifesto di Valerie Solanas, mentre la regista batte a macchina e la televisione trasmette immagini di donne che protestano contro al guerra in varie parti del mondo. All'epoca, Roussopoulos era quasi del tutto sconosciuta in Italia (del resto solo recentemente le è stata dedicata una rassegna a Trieste), ma già un mito in Francia. Aveva cominciato a fare video a Parigi sul finire degli anni '60, acquistando la prima videocamera su consiglio di Jean Genet, dopo essere stata licenziata da Vogue su due piedi (per ulteriori notizie biografiche, sul sito di Divergences trovate degli estratti dell'intervista a Roussopoulos pubblicata da Nouvelles Questions Féministes solo qualche mese fa). Io, in quegli anni di nomadismo tra Italia e Francia per mantenermi facevo una miriade di lavoretti e tra questi (senza troppa convinzione, certo) anche fotografie di moda e il fatto che Roussopoulos fosse passata anche lei per certi ambienti per potersi poi dedicare ad altro aveva un non so che di consolante (ero più giovane). Negli anni mi è capitato di vedere, in diverse occasioni, i suoi film, credo la maggior parte se non proprio tutti. Da Genet parle d'Angela Davis, al film realizzato con Christine Delphy per i cinquant'anni de Il secondo Sesso di Simone de Beauvoir, fino a Debout! Une histoire du mouvement de libération des femmes, forse il suo film più famoso che ho visto e rivisto: al festival di Créteil nel 2000, ancora alla fine di un incontro organizzato da un collettivo femminista parigino da qualche parte nel diciannovesimo arrondissements, l'ultima volta al Centre George Pompidou credo o forse alla Cinémathèque. Mi rendo conto solo ora, tentando di rimettere a posto frammenti di ricordi, immagini, parole, quanto questa donna avesse toccato nei suoi film nel corso degli anni tutte le questioni che ritengo (riteniamo) oggi così importanti e centrali: aveva dato parola alle outsiders - dalle sex workers (che negli anni 70 si chiamavano ancora prostitute) alle donne migranti -, aveva parlato di aborto, di stupro e di violenza domestica (Viol coniugal, viol à domicile si intitola uno dei suoi lavori) e filmato le prime uscite pubbliche del F.A.R.H (Front Homosexuel d'Action Révolutionnaire). Ma soprattutto era stata capace di essere non soltanto una cineasta (un'artista, un'intellettuale, una teorica) che guarda le cose restandone fuori (come tanti/e) ma soprattutto una militante, un'attivista. Era stata in Palestina, aveva insegnato l'uso della videocamera a Black Panthers e altre/i militanti di diversi movimenti di liberazione (ad Algeri e altrove) e soprattutto era stata interna al movimento femminista fin da principio. Mi manca una frase, una parola, per chiudere questo articolo per Carole Roussopoulos, forse posso scrivere semplicemente Debout!
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