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domenica 25 ottobre 2009

Debout! In memoria di Carole Roussopoulos


Ho appreso ieri sera della morte di Carole Roussopoulos. Il suo primo film che ho visto, se la memoria non mi inganna, credo sia stato S.C.U.M, parecchi anni fa, durante una delle mie tante giornate/notti en promenade per Parigi, tra cinema e femminismo. Film bellissimo, girato nel 1976, con una bellissima Delphine Seyring che legge S.C.U.M Manifesto di Valerie Solanas, mentre la regista batte a macchina e la televisione trasmette immagini di donne che protestano contro al guerra in varie parti del mondo. All'epoca, Roussopoulos era quasi del tutto sconosciuta in Italia (del resto solo recentemente le è stata dedicata una rassegna a Trieste), ma già un mito in Francia. Aveva cominciato a fare video a Parigi sul finire degli anni '60, acquistando la prima videocamera su consiglio di Jean Genet, dopo essere stata licenziata da Vogue su due piedi (per ulteriori notizie biografiche, sul sito di Divergences trovate degli estratti dell'intervista a Roussopoulos pubblicata da Nouvelles Questions Féministes solo qualche mese fa). Io, in quegli anni di nomadismo tra Italia e Francia per mantenermi facevo una miriade di lavoretti e tra questi (senza troppa convinzione, certo) anche fotografie di moda e il fatto che Roussopoulos fosse passata anche lei per certi ambienti per potersi poi dedicare ad altro aveva un non so che di consolante (ero più giovane). Negli anni mi è capitato di vedere, in diverse occasioni, i suoi film, credo la maggior parte se non proprio tutti. Da Genet parle d'Angela Davis, al film realizzato con Christine Delphy per i cinquant'anni de Il secondo Sesso di Simone de Beauvoir, fino a Debout! Une histoire du mouvement de libération des femmes, forse il suo film più famoso che ho visto e rivisto: al festival di Créteil nel 2000, ancora alla fine di un incontro organizzato da un collettivo femminista parigino da qualche parte nel diciannovesimo arrondissements, l'ultima volta al Centre George Pompidou credo o forse alla Cinémathèque. Mi rendo conto solo ora, tentando di rimettere a posto frammenti di ricordi, immagini, parole, quanto questa donna avesse toccato nei suoi film nel corso degli anni tutte le questioni che ritengo (riteniamo) oggi così importanti e centrali: aveva dato parola alle outsiders - dalle sex workers (che negli anni 70 si chiamavano ancora prostitute) alle donne migranti -, aveva parlato di aborto, di stupro e di violenza domestica (Viol coniugal, viol à domicile si intitola uno dei suoi lavori) e filmato le prime uscite pubbliche del F.A.R.H (Front Homosexuel d'Action Révolutionnaire). Ma soprattutto era stata capace di essere non soltanto una cineasta (un'artista, un'intellettuale, una teorica) che guarda le cose restandone fuori (come tanti/e) ma soprattutto una militante, un'attivista. Era stata in Palestina, aveva insegnato l'uso della videocamera a Black Panthers e altre/i militanti di diversi movimenti di liberazione (ad Algeri e altrove) e soprattutto era stata interna al movimento femminista fin da principio. Mi manca una frase, una parola, per chiudere questo articolo per Carole Roussopoulos, forse posso scrivere semplicemente Debout!
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mercoledì 3 giugno 2009

Valerie Solanas & The Society for Cutting Up Men


Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas, indimenticabile autrice di S.C.U.M ( (Society for Cutting Up Men) Manifesto, sparò tre colpi di pistola contro Andy Warhol. Su questa storia sono stati scritti fiumi d'inchiostro e si è girato anche un film. Dunque potete perdonarmi il post brachilogico. Sono in viaggio. La foto l'ho "rubata" al volo alla Nuova Towanda. Godetevela, è bellissima.
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giovedì 5 marzo 2009

Un otto marzo oltre il mito (e senza mimose)

Puntuale come la sveglia la mattina anche quest'anno arriva l'otto marzo, festa internazionale delle donne. Del mito e delle strumentalizzazioni giocate intorno a questa data ho già scritto in diverse occasioni, così come della mia allergia alle mimose. Sono infatti fondatrice del F.A.M (Femministe Allergiche alle Mimose), che a tutt'oggi (a un anno dalla sua costituzione) conta solo tre aderenti (insomma, tutto si può dire di me tranne che le mie iniziative riscuotano un successo di massa. Qualcuna ha avanzato l'ipotesi che ciò sia dovuto al mio "caratteraccio", diversamente credo che la questione sia squisitamente politica ma ritornerò un'altra volta sulla questione. Ora non ho tempo di divagare ...).
Come F.A.M avevamo discusso anche della possibilità di lanciare una data "alternativa" (dal giorno di pubblicazione del mitico saggio di Mary Wollstonecraft a quello in cui Valerie Solanas mirò su Andy Warhol ... le proposte erano svariate) o abolire del tutto le date e le "feste delle donne". Ma, non si può non constatare, che qui la "festa" ce la stanno facendo sul serio, e non nei termini che speravamo: dai pesanti attacchi sul lavoro alle politiche razziste e securitarie portate avanti "in nostro nome" . Quindi ben vengano le proposte di quante, oltre il mito e senza mimose, propongono un otto marzo di lotta femminista. Dunque venendo meno a quello che era uno dei punti della carta di costituzione del F.A.M (boicottare l'otto marzo, tapparsi in casa e andarsene in vacanza) rilancio alcune delle tante iniziative previste per questo we (solo alcune poichè non sono, e neanche aspiro a diventarlo, l'agenzia Ansa del movimento delle donne ...)
Rinvio alla bella manifestazione promossa da Sommossetorino contro la violenza sulle donne e le leggi razziste (e un plauso per il volantino anche in arabo) e al ricco programma bolognese dove il lungo we dell'otto marzo, comincia sabato pomeriggio a partire dalle 15 con un'assemble cittadina sul lavoro delle donne promossa dal Tavolo 4 (dettagli e programma, insieme a tanti altri appuntamenti, li trovate nell'agenda del blog del Tavolo 4). In serata una manifestazione (concentramento in piazza dell'Unità alle 20) contro la violenza sulle donne maschile promossa da diversi collettivi femministi e lesbici e a seguire anche una festa organizzata dalle Fuoricampo. Da vere stakanoviste (femministe) le compagne del Tavolo 4 invitano a partecipare la mattina dopo alle 10 ad un volantinaggio per uno sciopero delle donne davanti alle Coop (indirizzi sempre nell'agenda) ...
E non si dica che non lavoriamo ...
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