Con molta gioia annuncio l'uscita del 33esimo numero di Zapruder, a cura di Andrea Brazzoduro e Liliana Ellena, Movimenti nel Mediterraneo. Relazioni, scambi, conflitti. Di seguito trovate indice , mentre sul sito di Sim tutte le info per sostenere questo progetto che,val la pena ricordarlo, è frutto del lavoro di un gran numero di persone, interamente autofinanziato e dal quale nessun@ trae alcun profitto se non quello dell'esistenza di uno spazio di espressione autonoma. Buona lettura // EDITORIALE: Andrea Brazzoduro e Liliana Ellena, Rovesciare la carta. Giochi di scale / ZOOM: Ilham Khuri-Makdisi, Migranti, lavoratori, anarchici. La costruzione della sinistra in Egitto, 1870-1914 / Emmanuel Blanchard, Massacro coloniale alla Nazione. Parigi, 14 luglio 1953 / Natalya Vince, «È la Rivoluzione che le proteggerà». Movimenti delle donne e “questione femminile” in Algeria e Tunisia / IMMAGINI: Giacomo Mirancola, Il Mediterraneo dalla soglia siciliana (a cura di Ilaria La Fata) / Patrick Altes, Una storia di rivoluzioni / SCHEGGE: Stéphane Dufoix, Diaspora. Metamorfosi di una parola globale / Vanessa Maher, «New Times and Ethiopians News». L’antifascismo e l’anticolonialismo di Sylvia Pankhurst e Silvio Corio / Renata Pepicelli, Le donne nei media arabi a due anni dalle rivolte. Pluralità di modelli e molteplicità di sfere pubbliche / Nicoletta Poidimani, Ius sanguinis. Una sintesi di dominio maschile e dominio razziale / LUOGHI / Enrico Grammaroli e Omerita Ranalli, Il Circolo Gianni Bosio di Roma / ALTRE NARRAZIONI: Davide Oberto, L’immagine latente. Rappresentazione e memoria nel lavoro di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige / Jolanda Insana , Giufà chi? / VOCI: Elisa A.G. Arfini, Paola Di Cori e Cristian Lo Iacono, Dialogo su questi strani tempi (a cura di Marco Pustianaz) / INTERVENTI : Vincenza Perilli, Desiring Arabs. L’occidente, gli arabi, l’omosessualità / Lia Viola, Utopie in movimento. Riflessioni sull’attivismo lgbti in Africa orientale / RECENSIONI: Fabrizio Billi (Margherita Becchetti, L’utopia della concretezza. Vita di Giovanni Faraboli, socialista e cooperatore), Salvatore Cingari (Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, Altri dovrebbero aver paura. Lettere e testimonianze inedite), Vincenza Perilli (Anna Curcio e Miguel Mellino, a cura di, La razza al lavoro) Renate Siebert (Quinn Slobodian, Foreign Front. Third World Politics in Sixties)
Visualizzazione post con etichetta Tunisia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tunisia. Mostra tutti i post
venerdì 30 maggio 2014
Movimenti nel Mediterraneo
Etichette:
Africa,
Algeria,
anarchiche / anarchici,
bibliografie,
colonialismo,
decolonizzazione,
Egitto,
Etiopia,
Liliana Ellena,
Mediterraneo,
migranti,
omonazionalismo,
postcolonialismo,
Tunisia,
Zapruder
giovedì 23 gennaio 2014
Amore migrante
«Facciamo sempre di tutto per frapporre distanze incolmabili tra un "noi" e un "loro". Fuggono dalla fame, dalla guerra, dalla disperazione. Sono profughi, rifugiati, clandestini. E così finisce che non pensiamo mai alle cose normali. Al desiderio, alla follia della gioventù, al gusto dell'avventura e perché no all'amore. Chi l'avrebbe detto, ad esempio, che dietro alla più violenta rivolta del centro di identificazione e espulsione di Chinisia, a Trapani, ci fosse una bellissima e commovente storia d'amore?». Cominciava così l'articolo con cui Fortress Europe presentava il film L'amore ai tempi della frontiera di Alexandra D'Onofrio (2012) sulla storia d'amore di Winny e Nizar, una storia che si snoda tra l'Olanda, la Tunisia e il Cie di Chinisia, in Italia. Di amori migranti parla anche il saggio di Isabella Peretti, Amore migrante, contenuto nel volume collettaneo Infiniti amori, edito recentemente da Ediesse nella collana sessismoerazzismo, un volume che, attraverso i saggi di Barbara Mapelli, Alessio Miceli, Lea Melandri, Maria Grazia Manfredonia, Laura Menin, Andrea Pini, Isabella Peretti, Porpora Marcasciano, si interroga sull'amore, questione "spesso trascurata o pericolosamente banalizzata" (p. 12), partendo dalla domanda "Quanti sono gli amori possibili?" (p. 11), domanda che trova già una risposta con gli "infiniti amori" del titolo. Infiniti non solo per le diverse soggettività coinvolte (amori tra donne e uomini, donne e donne, uomini e uomini, amori trans), ma anche per i diversi contesti e condizioni materiali in cui questi amori nascono, dalla precarietà all'omotransfobia fino alle leggi sull'immigrazione, che spesso rendono ardui - come nel caso di Winny e Nizard - se non addirittura tragiche - come nel caso di Amor knis, morto soffocato nel bagagliaio dell'auto delle fidanzata italiana - anche le storie d'amore.
martedì 3 dicembre 2013
Una firma per Alaa Al Yaacoubi
Ho firmato la nuova petizione per Alaa Al Yaacoubi, pseudonimo Weld El 15, il rapper tunisino già condannato a giugno a quasi due anni di prigione per la canzone Boulicia Kleb, in cui denunciava la violenza della polizia e ora nuovamente sotto processo per un concerto tenuto a Hammamet ad agosto
sabato 25 maggio 2013
Donne e genere in contesto coloniale
Finalmente è online il sito dedicato al convegno Femmes et genre en contexte colonial che si era svolto a Parigi nel gennaio 2012 e del quale avevamo publicato anche uno degli abstract degli interventi, ovvero la relazione di Barbara Spadaro, The very enjoyment of Whiteness. Class, Gender and Italian bourgeois women between the metropole and colonial Libya (1900-1940). Il sito (http://genrecol.hypotheses.org/) raccoglie le registrazioni audio di quasi tutti gli interventi, della tavola rotonda finale e delle discussioni, accompagnate da rinvii a risorse e materiali attinenti al convegno e alle sue tematiche. Di seguito la presentazione a cura di Pascale Barthélémy, Anne Hugon, Christelle Taraud et Fabrice Melka del sito, in francese ed inglese. Grazie a Monica Di Barbora per la segnalazione! // Nous avons le très grand plaisir de vous annoncer la création du site internet dédié au colloque « Femmes et genre en contexte colonial», qui s'est tenu à Paris en janvier 2012. Vous y trouverez les enregistrements audios de (presque) toutes les communications, de la séance plénière (table ronde) et des discussions, accompagnés d'un ensemble de liens vers des ressources ayant trait au colloque et à ses
thématiques. Vous pouvez aussi faire vivre ce site en postant vos commentaires sur les différentes communications - n'hésitez pas ! Merci de bien vouloir faire circuler aussi largement que possible cette information dans vos réseaux // We are pleased to announce the creation of a new website dedicated to the Conference "Women and Gender in Colonial Contexts" which was held in Paris in January 2012. On this website you will find a recording of all the papers given at the Conference, including the plenary session (round-table) and debates; as well as several links to other web resources on related themes. You are most welcome to take part in the life of the website by
posting comments on the various presentations -- please, feel free to do so! Please circulate the information widely among your own networks
Etichette:
Algeria,
bibliografie,
colonialismo,
Egitto,
Etiopia,
genere / gender,
India,
Iran,
Iraq,
Libia,
Marocco,
politiche razziali e sessuali,
Tunisia,
whiteness / bianchezza
lunedì 11 febbraio 2013
Antigone a Tunisi
Una polemica durissima ha contrapposto in questi giorni il Ministero degli Affari religiosi tunisino e Hamma Hammami, leader del Fronte popolare di cui Chokri Belaïd - assassinato la scorsa settimana a Tunisi - era uno dei leader. La polemica è divampata in seguito alla partecipazione ai funerali di Belaïd di alcune donne (la consistenza di questa partecipazione non è chiara: la maggioranza delle fonti parlano solo della sorella, della moglie e delle figlie di Belaïd, altre di un numero di donne più corposo, non esclusivamente appartenenti alla ristretta cerchia familiare dell'ucciso). In una nota - nella quale si stigmatizzavano gli incidenti avvenuti nel corso del funerale - il Ministero degli Affari religiosi ha infatti affermato che questa presenza femminile avrebbe di fatto violato i precetti islamici, visto che il Corano vieta espressamente la partecipazione di donne al rito dell’inumazione del cadavere. Dura la replica di Hamma Hammami: “Una figlia ha assistito ai funerali del padre, una sorella ha partecipato ai funerali del fratello. Signor ministro, è stato più sconvolgente vedere delle donne al cimitero che non il fatto che è stato assassinato un essere umano, gli scontri al cimitero o le minacce di profanare il cadavere? Noi non abbiamo sentito la voce del signor Ministro quando più di 40 mausolei, contenenti degli esemplari del Corano, sono stati incendiati. Non abbiamo sentito la sua voce quando le tombe dei Santi sono state profanate e i loro cadaveri esumati. E noi non l’abbiamo sentita quando gli imam minacciavano di uccidere Chokri Belaïd e Amed Néjib Chebbi”. Mentre leggo la notizia non posso fare a meno - anche se il collegamento può risultare insieme scontato e abusivo - di pensare ad Antigone, figura complessa il cui mistero continua ad essere "una sfida per il pensiero" come scrive Francesca Brezzi. Penso in particolare alla lettura della tragedia di Antigone fatta da Judith Butler nel suo Antigone’s Claim (La rivendicazione di Antigone). Una lettura che si allontana decisamente da quella di Irigaray (forse più nota, perlomeno in Italia) che è ancora per certi versi in continuità con l'interpretazione hegeliana laddove legge, come sottolinea Butler, il potere insurrezionale di Antigone come "il potere di colei che rimane fuori dalla politica". Le "Antigoni" tunisine mi sembrano invece, con il loro gesto, molto più vicine alla "rivendicazione" butleriana, poiché contestano e mettono in crisi, dal di dentro, le forme del potere, lanciano una sfida che lascia intravedere nuove possibili configurazioni politiche in questa difficile e drammatica fase di transizione
giovedì 7 febbraio 2013
In morte di Chokri Belaïd / Un appello dell'Associazione delle donne tunisine
Pubblichiamo la nostra traduzione dell'appello - diffuso in Italia tramite la mailing list Coordita -, scritto da Radhia Belhaj Zekri a nome dell'Association des Femmes Tunisiennes pour La Recherche et le Développement (Associazione delle donne tunisine per la ricerca e lo sviluppo) della quale è presidente, in seguito all'omicidio avvenuto ieri a Tunisi di Chokri Belaïd, segretario del partito dei Patriotes Democrates Unifiés (Patrioti Democratici Uniti), la coalizione di sinistra attualmente all'opposizione: // "È con costernazione che noi, aderenti all'Associazione delle donne tunisine per la ricerca e lo sviluppo (AFTURD), abbiamo appreso la notizia dell'assassinio del nostro amico Chokri Belaïd, militante politico, grande figura della resistenza alla dittatura di Ben Ali e infaticabile difensore dei diritti umani. Esprimiamo la nostra pena e la nostra indignazione davanti a questo crimine politico odioso che denunciamo con vigore e fermezza. Constatiamo con grande amarezza che questo atto fa parte di una serie di azioni premeditate per zittire tutte le voci libere che si oppongono all'instaurarsi di una nuova dittatura. La sanguinosa repressione dei movimenti popolari nelle regioni, i tentativi di imbavagliare i media, le violenze fisiche e verbali nei confronti degli attivisti e dei militanti politici , le armi accumulate illegalmente da due anni alla luce del sole da un lato, l'agire in tutta impunità "delle leghe di protezione della rivoluzione", i discorsi al vetriolo su emittenti e media sociali da mesi, le voci intorno a misteriosi "campi di addestramento" ed un partito politico al potere lassista e complice dall'altro, sono altrettante inquietanti premesse dei pericoli che minacciano una Tunisia in transizione ed un popolo che aspira alla libertà ed alla dignità. Invitiamo tutte le associazioni e tutte le voci libere nel mondo a solidarizzare con le lotte delle tunisine e dei tunisini per l'uguaglianza, la democrazia e la giustizia sociale. Gridiamo a voce alta e forte a coloro che attraverso questo omicidio volevano instaurare il terrore nei nostri cuori, che le vie delle nostre città inondate dalla marea di tunisine e tunisini che urlano la loro indignazione contro queste pratiche terroriste estranee al nostro paese, sono la prova che il fascismo non passerà e che Chocri non è morto invano. Ci uniamo all'iniziativa dei partiti democratici e della società civile di organizzare una giornata di lutto, di sciopero generale e di esequie nazionali venerdì 8 febbraio" (Traduzione dal francese di Vincenza Perilli) // Testo originale: "C’est avec consternation que nous, adhérentes de l’Association des Femmes Tunisiennes pour La Recherche et le Développement (AFTURD), avons accueilli la nouvelle de l’assassinat de notre ami Chokri Belaïd, militant politique, grande figure de la résistance à la dictature de Ben Ali et infatigable défenseur des droits humains. Nous exprimons notre grande peine et notre indignation devant ce crime politique odieux que dénonçons avec vigueur et fermeté.Nous constatons avec beaucoup d’amertume que cet acte fait partie d’une série d’actions préméditées pour faire taire toutes les voix libres qui se mettent en travers de l’installation d’une nouvelle dictature : La répression sanglante des mouvements populaire dans les régions, les tentatives de musèlement des médias, les violences physiques et verbales à l’égard des activistes et militants politiques d’une part, les armes amassées illégalement depuis deux ans au vu et au su de tout le monde, l’agissement en toute impunité des « ligues de protection de la Révolution », les discours au vitriol sur les chaines et médias sociaux depuis des mois , les rumeurs autours de mystérieux « Camps d’entrainement » et un parti politique au pouvoir laxiste voire complice d’autre part sont autant de prémices inquiétants des dangers qui menacent une Tunisie en transition et un peuple qui aspire à la liberté et à la dignité .Nous appelons toutes nos associations partenaires et toutes les voix libre de par le monde à se solidariser aves les luttes des Tunisiennes et des Tunisiens pour l’égalité, la démocratie et la justice sociale. Nous crions haut et fort à ceux qui par ce meurtre, voulaient implanter la terreur dans nos cœurs, que les rues de nos villes inondées par des raz-de-marée de Tunisiennes et Tunisiens sortis crier leur indignation contre ces pratiques terroristes étrangères à notre pays sont la preuve que le fascisme ne passera pas et que Chocri n’est pas mort pour rien.Nous nous joignons à l’initiative des partis politique démocratiques et de la société civile d’organiser une journée de deuil, jour de grève générale et des obsèques nationales le vendredi 8 février". Si veda anche il sito del Cospe//
mercoledì 10 ottobre 2012
Il velo nell'Islam / Reminder
Per chi stasera è a Bologna o dintorni, ricordiamo l'appuntamento alla Libreria delle Moline per la presentazione (vedi anche 1, 2, 3 ...) del volume di Renata Pepicelli Il velo nell'Islam
domenica 7 ottobre 2012
Il velo nell'Islam alla Libreria delle Moline
Mercoledì 10 ottobre, alle ore 18.30, presso la Libreria delle Moline, (via Delle Moline, 3 - Bologna), presentazione del volume Il Velo nell'Islam. Storia, politica, estetica (Carocci, 2012) di Renata Pepicelli. Ne discuteranno con l'autrice Azzurra Meringolo, Sandro Mezzadra e Vincenza Perilli
martedì 5 giugno 2012
Le politiche migratorie sono politiche di morte e scomparsa
Aggiornamenti sulla campagna Da una sponda all'altra. Vite che contano: le riflessioni emerse dall'incontro con alcune madri dei migranti dispersi dopo il recente viaggio in Tunisia del collettivo Le Venticinqueundici, l'appello in francese pubblicato sul sito Naawat e l'intervento di una delle donne impegnate nella campagna all'interno della trasmissione odierna del Mfla.
Iscriviti a:
Post (Atom)