mercoledì 13 marzo 2013
Femonazionalismo / Femonationalism
mercoledì 7 novembre 2012
Pinkwashing / Un incontro-dibattito non solo per chi non ne ha mai sentito parlare
sabato 10 settembre 2011
Omo/transnazionalismo, pinkwashing, glbt di destra, xenofobia : un incontro al Circolo Maurice

Alcuni link / materiali utili alla discussione:
http://www.facciamobreccia.org/content/view/503/1/
http://nohomonationalism.blogspot.com/
http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/search/label/omonazionalismo
http://www.infoaut.org/blog/femminismoagenders/item/1683-pinkwashing-assad
http://www.ondarossa.info/category/tags/omonazionalismo
mercoledì 30 marzo 2011
R/esistenze a ... Salò
martedì 29 marzo 2011
In and Out of Sexual Democracies / Fuori e dentro le democrazie sessuali
(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:
Femminismi: un convegno internazionale a Torino
Repertori della sessualità e politiche razziste
Judith Butler: prendere le distanze dalla complicità con il razzismo
Sulla censura di Gay Imperialism e Out of Place
Queer arabi contro le strumentalizzazioni
Concia e L'altro
Genere e processi di razzializzazione nelle democrazie occidentali
domenica 13 marzo 2011
No all'islamofobia in nome del femminismo / Islamophobie au nom du féminisme : non !
Per il testo in francese cliccare qui ;-)
lunedì 31 maggio 2010
Repertori della sessualità e politiche razziste nelle società multiculturali: derive a destra dei movimenti di liberazione?
venerdì 25 settembre 2009
Gianni Alemanno e Imma Battaglia: due cuori e una celtica
[...]
Senza commento, per carità.
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martedì 15 settembre 2009
Terrone sinonimo di maleducato ... Riflessioni solitarie a partire dal manuale di bon ton di un gay-friendly leghista
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sabato 13 dicembre 2008
Una quasi cronaca della manifestazione antirazzista, antisessista e antifascista (e di qualcuno dei suoi retroscena)
Non siamo in tant*, va detto. Forse, certo, avremmo potuto esserlo un po' di più se non fosse stato per la pioggia, se non ci fossero state altre iniziative in città e altrove, o se solo avessimo rinunciato (ma non volevamo rinunciarci) a venire fin qui, restando nel centro città, tra via Indipendenza e piazza Maggiore illuminate a festa. Forse saremmo stati di più se non ci fosse stato un quasi generalizzato silenzio stampa (parlo della stampa mainstream ovviamente), se si esclude l'allarmismo de Il Resto del Carlino, che stamattina ha piazzato in prima pagina una foto di manifestanti sovrastandola con una scritta in grossi caratteri neri "A volto coperto", mentre nell'editoriale (a firma Pierluigi Visci), si legge che "un clima pesante, e non solo meteorologicamente, opprime la città. Non c'è giorno, ormai che la vita dei bolognesi non sia sconvolta da cortei, manifestazioni, violenze". Le violenze sarebbero ovviamente quelle dei cosiddetti "centri sociali", non certo le aggressioni neofasciste contro migranti, donne, lesbiche, miltanti di sinistra, gay, trans, senzatetto che denunciavamo nell'appello. Si ha la spiacevole sensazione che i neofascisti di CasaPound e affini, siano trattati molto meglio.
Beh, spiace tanto per Visci&Co, ma la manifestazione è stata pacata, solidale e comunicativa, come negli intenti. Anche la musica non è stata, volutamente, assordante , si è privilegiato qualche canto di resistenza e interventi dal microfono aperto. C'erano anche i palloncini. E soprattutto c'erano tante realtà diverse, non sempre "unite" in passato, insieme per dire no al razzismo, al sessismo, al fascismo.
E non ci sono state neanche le "provocazioni" che di questi tempi si ha sempre ragione di temere. Non si sono visti i/le cosiddett* Itali/e, e neanche i loro "sponsor" (consapevoli o inconsapevoli ? ma forse è una domanda tranello). Quest* ultimi* preferiscono presentarsi alle assemblee cittadine, ventilare possibili querele, dare lezioncine di storia dell'arte e della grafica e deprecare la mancanza di senso dell'ironia di noi, presunt* poveri* "militont*".
Questa è una storia che avevo pensato di non raccontare, risale alla sera del 3 dicembre. E' successo durante l'assemblea cittadina all'Iqbal Masih per preparare la manifestazione di oggi. Erano le 23.30 circa, l'assemblea era quasi finita. Se non ricordo male si dovevano ancora decidere piccole questioni "tecniche" (chi avrebbe fatto i volantini, chi il manifesto ...), e comunque in molt* erano già andat* via. Io vado un attimo fuori dalla saletta riunioni a fumare una sigaretta. Vengo avvicinata da un giovane uomo sconosciuto: "Sei Vincenza?". Alla mia risposta affermativa chiede conferma: "Vincenza di Marginalia?". Sono un po' stupita, gli chiedo come fa a saperlo. Mi risponde che ho un nome "facilmente riconoscibile e identificabile" (e qui apro una parentesi: cosa significa che il mio nome è facilmente riconoscibile e identificabile? Forse che è un nome di chiare origini svizzere? O che è un nome "noto", scritto chiaramente qui sotto ogni post e in decine di saggi e articoli? Non posso credere sia una forma di minaccia, seppur velata ...). Mi dice che lui è "Q". Non capisco al volo, allora specifica: "Sono Lorenzo "Q" Griffi" . "Italo!", proprio non riesco a non esclamare. Eh sì, proprio il "papà" del famoso Italo che per me era da rottamare, quel Lorenzo "Q" Griffi che a suo tempo era anche intervenuto con dei commenti qui in Marginalia (questo blog ha vissuto una breve fase di celebrità, anche Alessandro Vigliani di CasaPound mi aveva "onorato" di un suo intervento) ...
Poi mi dice di non andar via, di rientrare nella saletta, che è lì con una delegazione del Comitato Pride e hanno da dirci delle cose. Quando rientro la "delegazione" (due donne e un uomo, presenti dall'inizio dell'assemblea) ha già cominciato a parlare. Sembra siano venuti per denunciare il fatto che nell'ultimo dossier dell'Assemblea antifascista permanente, "Monitoraggio antifascista a Bologna", Lorenzo "Q" Griffi sarebbe annoverato tra i "fiancheggiatori" di CasaPound, che è ora di finirla, che sono venuti per avvertirci, che dobbiamo smetterla con il linciaggio di "Q", che la campagna del Pride è stata approvata da tutto il Comitato e che la rivendicano, che è ora di smetterla di dire falsità su "Q", di trattarlo come un fascista, che ci siamo bevuti le idiozie pubblicate su Indymedia ...
Le loro affermazioni vengono contestate una per una. Qualcun* fa notare che nel dossier dell'APP non si dice che Griffi è un "fiancheggiatore di CasaPound", ma (testualmente) che "Il progetto 'futurista' di CasaPound è quello di unire violenza concreta e violenza artistica, squadrismo reale e simbolico. Come Blocco Studentesco, fanno campagna nelle scuole. Promuovono Radio Bandiera Nera. Vogliono passare per fascisti creativi, patriottici e socialmente impegnati. In questo, dà loro una mano Lorenzo 'Q' Griffi che, per publicizzare il Gay Pride del 2008, inventa la figurina di Italo, omosessuale fascista che frequenta CasaPound" ... Altr* ricordano i fatti del Pride, il vergognoso arresto di una compagna, gli interventi di "Q" su siti della destra estrema come VivaMafarka, dell'assenza, nel comunicato per il Pride, di ogni accenno all'antifascismo ...
Altr* ancora fanno presente che comunque quella non è un'assemblea dell'AAP, ma un'assemblea cittadina composta da diverse realtà come diverse, del resto, sono le realtà che hanno criticato e contestato Italo. Ma la "delegazione" continua imperterrita, avverto distintamente la ferocia tutta animale di chi si avventa su chi ritiene in quel momento più "debole" (sull'APP, su istigazione di Vigliani di CasaPound, la Procura aveva da poco aperto un fascicolo per istigazione a delinquere) , provocatoriamente srotolano un manifesto di Italo (enorme), la prima cosa che vedo é la celtica seminascosta dalla maglietta ... Loro ne decantano le qualità "artistiche" che solo il nostro essere "rozz*" non riesce a cogliere ...
Il clima rischia veramente di degenerare. Li invitiamo ad andare via ...
Vi chiederete perché ne scrivo solo ora. Non avevo voglia (come del resto altr* partecipanti all'assemblea), di fare "eco" e/o creare tensioni, soprattutto prima della manifestazione. E del resto, caratterialmente, ho la tendenza a giudicare meno "gravi" episodi che mi coinvolgono direttamente e/o personalmente. Solo stasera a iniziativa (ben) conclusa, accolgo l'invito , che in tant* mi hanno rivolto, di scriverne.
Sono effettivamente cose che è bene si sappiano.
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venerdì 10 ottobre 2008
Ehi Mambro, mambo italiano, ehi Mambro, mambo italiano ...

"Contrariamente alle polemiche innescate da Mario Adinolfi penso che da parte della Mambro e di Fioravanti ci sia stata una evoluzione positiva della loro esperienza. Mi piace ricordare che in occasione del Wolrd Pride del 2000 Mambro e Fioravanti hanno saputo dialogare con le posizioni più estremiste contrarie alla manifestazione gay, mostrando non solo coraggio, ma l’intelligenza di essere al corteo dell’orgoglio gay e di sapere parlare a tanti giovani di estrema destra o di destra, ma anche a tanti giovani di sinistra. Quindi rispetto alle polemiche di queste ore trovo giusto esprimere la mia solidarietà alla Mambro" (I. Battaglia, Solidarietà alla Mambro)".
Stridente associazione di idee offerta in meditazione a coloro che un mesetto fa, su un mensile molto gay-fashion (mi dicono), hanno definito "militonti sedicenti antagonisti" incapaci di "saper leggere i più elementari codici della comunicazione satirica" quant* avevano criticato la campagna pubblicitaria del Pride 2008 e in specie Italo.
E che ora si dicono "sdegnati" delle dichiarazioni di Battaglia.
A quale codice comunicativo risponde lo sdegno tardivo?
Elementare ...
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* Provvedimento che Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna, ha definito "l'ennesimo premio all'omertà di stato".
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lunedì 21 luglio 2008
Ave Italo!

Tra questi la vicenda dell'Italo qui di fianco, assurto alla ribalta dopo il Pride nazionale grazie - sembra - ad un intervento critico di Sabina Guzzanti e ad un articolo del Corriere di Bologna sul presunto linciaggio con "toni da fatwa e minacce" contro il grafico bolognese inventore di Italo (spero di poter definire fazioso questo articolo senza temere di essere stigmatizzata come una "dura e pura". Del resto non me ne stupirei, è notorio che nelle fasi di recrudescenza fascista in senso lato c'è sempre chi è pronto a dare una mano quando si tratta di criminalizzare chi in un modo o nell'altro non si adegua ad una certa "norma". E disgraziatamente sappiamo qual è la norma che va per la maggiore da un bel po').
All'articolo del Corriere ha risposto il coordinamento Facciamo Breccia (trovate il comunicato in coda a questo post), che ha indetto per dopodomani sera un'assemblea cittadina, Quel che resta del Pride. Quindi evito di dilungarmi e mi limito a qualche precisazione e ad una piccola notarella finale.
Le precisazioni le ritengo necessarie visti i tempi e perché nel comunicato della Breccia il mio articolo Un Italo da rottamare viene indicato come quello che ha dato il via alla "campagna" per la cosiddetta rottamazione di Italo. In un certo senso è vero, poiché ho scritto questo post in tempi decisamente preistorici rispetto all'esplosione del "caso Italo", ovvero il 29 maggio, dunque quasi un mese prima del Pride. Ma la "campagna" non c'è stata: nonostante avessi inviato - in forma rigorosamente non anonima - il mio articolo a svariate liste di discussione, siti e quotidiani cartacei e online (compreso GayNews di Franco Grillini), i problemi che sollevavo sono caduti sotto una spessa coltre di silenzio, ad esclusione del sito dell'AAP (che in Ricordare Stonewall ha ripreso il mio post), del blog Paesanini Land, del link nella rubrica Posizioni di Incidenze e del vago accenno ad Italo (ma non al mio post) nel comunicato di "adesione critica" al Pride di Facciamo Breccia. Un po' pochino, mi pare.
E stendo un pietoso velo, anzi una trapunta, su chi ha liquidato la faccenda con la storiella (oramai vecchia) che Italo fosse solo una simpatica o ironica trovata. E, sia detto per inciso, non mi riferisco soltanto ad Arcigay (e zone limitrofe). Il comitato promotore/organizzatore del Pride, restato su questa questione muto per un po' troppo tempo, non era solo l'Arcigay ...
In ogni caso visto che oramai sono balzata agli onori della cronaca e già vengo indicata da qualcun* come "cattiva maestra" ci tengo a precisare che la presunta (e fallita) "campagna" era per rottamare Italo e non certo il suo inventore, Lorenzo "Q" Griffi. Che comunque, e va detto, mi sembra molto meno "innocuo" di come i suoi difensori del Corriere e dintorni vorrebbero far credere. Per lo meno a prestar fede a quanto scrive nel forum di destra (vicino a CasaPound) di Vivamafarka. Non ho avuto tempo (e non penso che ne avrò) per leggere le presunte minacce e insulti di cui è stato vittima nel web. Ma sfido chiunque a trovare ombra di insulti e minacce nelle prese di posizione di quant* hanno "aderito" (in maniera molto poco anonima) alla cosiddetta campagna "lanciata" da Un Italo da rottamare. Ma condivido anch'io il desiderio (che mi auguro sia ancora legittimo) espresso da molt* di non avere rapporti di sorta, politici e non, con questo ennesimo signor "Q" ( e qui sono costretta come Debord a non dire tutto. Ma chi ha memoria lunga non ha bisogno che io scriva di più).
E con le precisazioni ho finito.
Per quanto riguarda la notarella: era stato pubblicato in maggio, sempre sul Corriere (che coincidenza!), l'articolo che annunciava l'apertura della sede bolognese di CasaPound. Con toni che oserei definire fin troppo sobri visto che i personaggi che ruotano intorno a questo "centro sociale di destra" non sono precisamente delle mammolette. Eppure, quando vuole, il Corriere sa usare ben altri toni ... Fate pure due più due.
E con questo chiudo, anche perché ho fretta. Devo mettermi a lavorare: disgraziatamente come ebbe a scrivere Clara Zetkin all'amico Karl Kautsky "il denaro è merda, ma purtroppo la merda non è denaro".
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Risposta di Facciamo Breccia all'articolo del Corriere di Bologna:
Facciamo Breccia intende chiarire alcune “imprecisioni” pubblicate nell’articolo “Gay radicali contro il grafico del pride Bologna: «quel manifesto l'ha fatto un fascista»” apparso sul Corriere di Bologna in data 20 luglio 2008.
Facciamo Breccia, che si dichiara dalla sua nascita antifascista, in questo momento storico ritiene che l’antifascismo debba essere al centro della riflessione e dell’azione del movimento lgbt e di tutti i movimenti. Proprio su questa base era stata mossa una critica al Bologna Pride, a nostro avviso eccessivamente “neutro”, e alla campagna di comunicazione ideata per il pride bolognese stesso da Lorenzo Q Griffi, membro del Direttivo Bologna Pride: “Sabato 28 giugno saremo anche a Bologna, per dare visibilità a i valori etici che Facciamo Breccia promuove e rilancia ogni giorno: autodeterminazione, laicità, antifascismo, liberazione. Parteciperemo con uno spezzone di Facciamo Breccia perché i nostri corpi e le nostre pratiche abbiano la meglio, senza alcuna ambiguità, su marionette e pupari, specie quelli che, come "Italo" non rappresentano né orgoglio né gioia né liberazione”, si può leggere nel documento di partecipazione di Facciamo Breccia.
Questo è il nostro posizionamento politico a cui altri danno l’etichetta di “radicale” o “duro”.
L’uso dell’immagine di un neofascista per promuovere il pride (la figurina di Italo che “odia i froci ma ama il suo camerata” a cui si riferisce l’articolo del Corriere) non è stata criticata solo da Facciamo Breccia ma anche, ad esempio, dal blog http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/ che ha lanciato la campagna “Un Italo da rottamare”. Proprio in seguito a questa campagna sono divenute note, (pubbliche lo erano già) le posizioni di Lorenzo Q Griffi che sul forum Vivamafarka – destra radicale e dintorni, affermava: “Verosimilmente il fatto che è stata proprio l'interazione col comitato pride che mi ha reso "fascista”".
Facciamo Breccia ricorda anche di non avere mai usato la parola “fascista” né per definire il Comitato Bologna Pride né Arcigay - al contrario di quanto invece ha fatto il presidente di questa associazione, Aurelio Mancuso, nei confronti di Facciamo Breccia in un comunicato pubblico - proprio perché sappiamo cos’è il fascismo e non lo confondiamo né con il qualunquismo né con l’incapacità di accettare il dissenso politico.
Rigettiamo fortemente il tentativo messo in atto da Arcigay e Comitato Pride Bologna di criminalizzare Facciamo Breccia e diffonderne una visione violenta: ovviamente noi non abbiamo minacciato nessuno e Lorenzo Q Griffi può fare e andare dove vuole, noi vogliamo solo non dover fare politica con lui. Invece utilizzare frasette anonime che sarebbero apparse sul web per attaccare Facciamo Breccia ci sembra davvero una miseria politica a cui non vogliamo prendere parte.
Facciamo Breccia è un coordinamento che basa la propria analisi e il proprio agire sull’autodeterminazione, l’antifascismo e l’autorganizzazione, che utilizza pratiche di movimento mai violente e che, nonostante i tentativi di ridurci alla mera difesa di noi stesse/i in tribunale e sui media, continuerà il proprio percorso. A partire da martedì 22 luglio quando proprio a Bologna Facciamo Breccia ha indetto, insieme a Antagonismo gay, Fuoricampo e Coordinamento trans Sylvia Rivera Bologna, l’assemblea “Quel che resta del pride” (ore 21, 30, Vag 61, via Paolo Fabbri). La nostra unica arma sono le parole, chi vuole può ascoltarle e dire la propria, chi non vuole la smetta di indicarci ridicolamente come “soggetto pericoloso”.
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giovedì 29 maggio 2008
Un Italo da rottamare

Sarà, ma il camerata Italo credo proprio che vada rottamato [2], e cercherò di spiegare (dal mio punto di vista), perché. Non è semplice ovviamente, tant'è che questo post è stato in "quarantena" per giorni [3], volevo evitare un "commento a caldo", ma neanche mi sembrava eticamente corretto cavarmela con un freddo (ma sicuramente più elegante) "no comment". E purtroppo questi tempi bui ci costringono continuamente a sporcarci le mani.
A scanso di equivoci dico subito che non sono un'anima bella: ho sempre avuto ben chiaro che l' innocenza degli oppressi è poco più di una favola e che essere soggetti storicamente "dominati" e "inferiorizzati" (donne, gay/lesbiche, "neri/nere"...) non garantisce un "innato" (o "naturale" e "spontaneo") antifascismo, antirazzismo e antisessismo.
So benissimo che ci sono sempre stati gay di destra (e oggi GayLib ne è solo la faccia più presentabile), come anche gay nazisti, antisemiti, razzisti ... Per non parlare di quelli "islamofobi" [4]. Per inciso penso che questo sia vero anche per le lesbiche (e infatti non capisco, se si volevano rompere gli "stereotipi", perché Italo e non Itala ...) [5].
Quindi l'esistenza e la miseria dei gay di destra mi/ci sono note. Non è questo il punto. Le questioni sono altre. E secondo me piuttosto gravi.
In molt* [6] hanno preso le distanze da lettere e inviti di note organizzazioni lgbt ad Alemanno e ad altri esponenti della destra di governo, rifiutando l'ingiunzione "al pragmatismo, alla ricerca del dialogo, anche con rappresentanti delle istituzioni che si ispirano ad ideologie fasciste". E' questo un "problema" che non riguarda solo il movimento lgbt: sappiamo che il "superamento" di destra e sinistra è uno dei leitmotiv della nuova destra, da tempo abbracciato anche da esponenti di sinistra, istituzionali e non.
Ma se è vero che questo paese sta accelerando la corsa verso una compiuta forma di fascismo (e credo che sia vero[7]), abbiamo la responsabilità - tutti e tutte - di vigilare e prestare maggiore attenzione critica (e autocritica).
E in questo scenario che il "camerata Italo" è tutt'altro che "simpatico, sereno e tranquillizante" e non capisco quale sia, nel caso di questo puraido specifico, la capacità di "veicolare dei messaggi che, in questi giorni, trovo veramente fondamentali", come scrive qualcun*.
Per quanto mi riguarda - molto pragmaticamente -, i messaggi che veicola sono quelli che possiamo leggere di fianco alla (simpatica, beninteso) immagine: "Essere maschio significa picchiare, soprattutto i froci, meglio se in tanti contro uno, perché l'onore virile deve essere difeso. Se poi ti accorgi che il sabato sera, a CasaPound, al concerto del tuo gruppo nazirock preferito la vista del tuo camerata a torso nudo ti eccita, ti racconti che non importa, perchè tanto tu e lui siete camerati, e poi non puoi essere frocio, perché non ti senti "sensibile", non vesti alla moda, non ascolti Madonna"[8].
Effettivamente CasaPound è sbarcata a Bologna il 18 maggio con l'apertura di un "centro sociale" (CasaPound Italia Bologna) in via Toscana, alla periferia sud-est della città, in uno stabile in affitto dalla Fiamma Tricolore, tra manifesti di Iannone (creatore di CasaPound a Roma) e Radio Bandiera Nera.
Dal Corriere di Bologna: "si definiscono 'antimperialisti, anticlericali, fascisti e fieri di esserlo'. Revisionisti se - spiegano - per revisionismo si intende raccontare la verità sulle foibe [9]. 'A Bologna siamo all'inizio, nonostante sia una città a noi ostile, siamo convinti di poter fare molto', spiega Carlo Marconcini, ideatore del centro sociale e voce della radio insieme ad Alex Vignali, che aggiunge: 'CasaPound nasce anche per occupare, ma per farlo ci vogliono i numeri e noi, a Bologna, forse non siamo ancora abbastanza. Ci sono i transfughi di Azione Giovani, ragazzi che frequentano Forza Nuova, gli oramai ex Fiamma come noi, ci sono le ragazze di Donne Azione e quelli del Blocco studentesco'. In tutto, per ora, una trentina di camerati 'duri e puri', che rifiutano di avvicinarsi alla Destra di Storace, che definiscono 'amici con percorsi diversi' i militanti di Forza Nuova e che di Alleanza Nazionale sentenziano: 'sono nulli'".
Non so quant* hanno voglia di ritrovarseli vicini al Gay Pride. Dico così per dire, ovviamente. Perché - per intanto - i segnali di "dialogo" da parte di costoro mi sembrano veramente poco incoraggianti: alcuni manifesti con i puraido in bella mostra sono stati imbrattati con svastiche e scritte affatto dialoganti [10].
[4] Ho sempre avuto delle grosse perplessità circa il termine islamofobia. Lo uso per semplicità, perché oramai è entrato nel dibattito corrente e tutt* ne capiscono il senso.
[5] Tutt'al più posso immaginare che le lesbiche, pur di destra, rifiutino il ruolo di madre, moglie, angelo del focolare con scopa e ramazza rivendicato, anche pubblicamente, da altre appartenenti al genere femminile. Se è una mia pia illusione non esitate a comunicarmelo.
[8] Probabilmente chi ha schizzato questo ritratto del "camerata Italo" non ha letto George L. Mosse, Sessualità e nazionalismo (1982).
[9] Peccato che la verità sulle fobie sia già stata raccontata. E bene. Vi invito a leggere l'articolo di Claudia Cernigoi, Il pozzo artificiale, pubblicato sull'ultimo numero di Zapruder (che ho segnalato qui) e il sito La Nuova Alabarda, che trovate qui di fianco in Segnaletica.
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