martedì 9 novembre 2010

Bunga Bunga, gru, arresti ed espulsioni

Come già in passato per il cosiddetto "scandalo escort", l'ennesimo abuso di potere di Berlusconi & Co si sta consumando nel voyeurismo diffuso, nel becero moralismo, nelle stantie pruderie di un paese alla deriva. Si consuma, letteralmente, in una "barzelletta". La barzelletta del "bunga-bunga" appunto, quella che faceva morir dal ridere Berlusconi e i suoi nei dopocena e che, da quando rimbalza da un giornale all'altro, da una rete televisiva all'altra, fa ridere i/le più a onta dell' immaginario coloniale, violentemente razzista e sessista che veicola. Risate oscene, che agghiacciano, mentre a Brescia- dopo il violento sgombero del presidio in sostegno al gruppo di migranti che per protesta dal 30 ottobre sono su una gru - continuano gli arresti, le espulsioni di migranti (altri/e in attesa di espulsione sono stati condotti in diversi Centri di identificazione ed espulsione), gli abusi. Per loro non ci sarà nessuna telefonata dal presidente del consiglio, come non ci sarà per i migranti da tre giorni su una torre di via Imbonati a Milano. Così come non c'è stata per le tante migranti (come Joy e le sue compagne), che pure erano passate - prima di finire in un Cie - dalla questura di Milano, la stessa dalla quale la cosiddetta "nipote di Mubarak" è stata rilasciata grazie alla telefonata del presidente del consiglio. La stessa in cui volò dalla finestra, il 15 dicembre 1969, l'anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto per "accertamenti" dopo la strage di Piazza Fontana.
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La versione "originale" della barzelletta la trovate (con relative risate) qui. Invece qui la versione "berlusconiana", raccontata dal fedelissimo Emilio Fede.

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