sabato 27 marzo 2010

Censura, libertà d'informazione e trasmissioni femministe

In maniera molto simpatica perché diretta, Viviana (che non conosco) mi chiede in un commento di "fare pubblicità" a una nuova trasmissione radio femminista, che dopo una pausa di qualche mese riprende la programmazione (il 29 marzo, alle 16 su www.radiodimassa.tk). Devo confessare che, in genere, non sono un'ascoltatrice abituale della radio, anche se (ovvio) sono molto contenta che esistano programmi come Silenzio Assordante sulle lotte dentro e fuori i Cie o la trasmissione autogestita da femministe e lesbiche il martedì su Radio Onda Rossa (ne ho parlato già altre volte, perdonatemi se ora non sto a cercare nuovamente i link), trasmissioni che tutte le volte che posso ascolto. Devo anche dire però che, in passato, non ho mai ascoltato questa trasmissione di "diffusione di pulci femministe nella rete". Però accetto volentieri di fare da cassa di risonanza (per quel poco di risonanza che ha Marginalia), anzitutto perché del vecchio ciclo di trasmissioni mi aveva a suo tempo incuriosito il corso di autodifesa contro l'eteronorma e il patriarcato il cui titolo riprendeva quello di un saggio di Elsa Dorlin poi tradotto in ControStorie, Performa il tuo genere, performa la tua razza! E poi anche perché ho a cuore la cosiddetta libera informazione, sicuramente più di Santoro&Co, che l'altra sera, durante la trasmissione AnnoZero, hanno impedito un intervento di contro-informazione sui Centri di identificazione ed espulsione e la vicenda di Joy e le altre dannate della terra ... (anche se devo dire che ad alcune/i di noi la cosa non ha stupito neanche un po', poiché della libertà di informazione che Santoro garantisce durante le sue trasmissioni qualcuna ha fatto già le spese tempo fa ...). Quindi ben venga una nuova trasmissione femminista, con il tempo vedremo/discuteremo il lavoro che fa ...

giovedì 25 marzo 2010

R/esistenze lesbiche nell'Europa nazifascista

Un'anticipazione: tra qualche giorno sarà in libreria R/esistenze lesbiche nell'Europa nazifascista (a cura di Paola Guazzo, Ines Rieder e Vincenza Scuderi, Ombre Corte 2010). Il volume presenta contributi, alcuni ancora inediti, di note studiose del lesbismo e delle esistenze e resistenze lesbiche durante/al nazifascismo (oltre ai saggi delle curatrici, possiamo leggere quelli di Claudia Schoppmann, Ilse Kokula, Marie Jo-Bonnet, Raquel Osborne), contributi che offrono un quadro variegato delle diverse forme in cui si espresse la r/esistenza lesbica, durante il nazifascismo, tentando anche di colmare certi vuoti ancora presenti nella storiografia, come ad esempio la questione della partecipazione di lesbiche alla Resistenza. Scrivono infatti le curatrici "Restiamo tuttora convinte che, sebbene niente sia stato “trovato” e/o “scritto”, ciò non significa che non siano esistite lesbiche combattenti in varie unità partigiane europee". In un contesto in cui "la ricerca storica europea appare ancora fortemente condizionata da istanze maschili-bianche e le reti accademiche non sembrano certo distinguersi nell'investire sensibilità ed energie sulla storia dei soggetti 'altri' quali le lesbiche sono indubbiamente", i saggi presentati in questo volume assumono una rilevanza particolare nel panorama storiografico attuale e, soprattutto, contribuiranno sicuramente a modificarne e arricchirne orientamenti e approcci, offrendo anche stimoli per nuove e future ricerche

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

La prostituzione forzata nei lager nazisti in mostra
Donne e lesbiche negli anni del nazifascismo
R-esistenze femministe
Femminismi e nazismo
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martedì 23 marzo 2010

Femminismi e percorsi dell'autodeterminazione: un seminario d'autoformazione di Sguardi sui generis

Comincerà giovedì 25 marzo (anziché il 22 come precedentemente annunciato) con un intervento di Liliana Ellena, il Seminario d'autoformazione su femminismi e percorsi dell'autodeterminazione, organizzato da Sguardi sui generis all'Università di Torino. Come scrivono le ideatrici del seminario, questo si propone "di approfondire e mettere in luce alcuni dei diversi e molteplici aspetti che compongono la questione di genere. Una questione 'storica', se vogliamo, ma che ancor oggi, proponendosi come più che mai attuale, necessita di essere ulteriormente indagata. Per farlo noi scegliamo come strumento d’approccio e di lavoro l'autoformazione, ovvero quella forma di lotta del lavoro cognitivo nel capitalismo contemporaneo che è al contempo conflitto sulla produzione dei saperi e organizzazione di un’università altra. Il nostro sarà uno sguardo che si interroga, pronto a mettere in condivisione i propri saperi e pensieri e in grado di accettare e sviluppare le eventuali contraddizioni a cui questo 'genere di questione' ci porrà di fronte". Per il programma completo del seminario, modalità di partecipazione, orari, relatrici e bibliografie rinvio QUI

domenica 21 marzo 2010

Contro i rimpatri forzati delle/dei migranti

Ieri, durante una delle presentazioni del volume La straniera, è stato proposto un testo da inviare all'Ambasciata nigeriana di Roma, coinvolta in questi giorni nelle pratiche di riconoscimento necessarie all'espulsione di donne e uomini migranti detenute/i nel Cie di Ponte Galeria a Roma. Il documento che vi copio-incollo di seguito, è stato firmato dalla quasi totalità delle/dei partecipanti all'incontro, la maggioranza delle/dei quali non era ancora a conoscenza di quanto avviene nei Centri di identificazione ed espulsione (le violenze, i soprusi, il tentativo di stupro denunciato da Joy e la sua compagna di cella) e durante (e dopo) i rimpatri coatti, che più di una volta hanno provocato la morte di migranti, come il recentissimo caso di un giovane nigeriano morto per un malore durante l'imbarco forzato all'aeroporto di Zurigo.

Con preoccupazione apprendiamo che giovedì 18 marzo, dall'aeroporto di Fiumicino è decollato l'ennesimo volo charter organizzato dall'Agenzia europea per le frontiere esterne Frontex. Su questo volo, diretto a Lagos, sono stati forzatamente imbarcate/i 51 donne e uomini di nazionalità nigeriana provenienti da diversi paesi, di cui 25 dall'Italia. Con sconcerto abbiamo appreso del ruolo che la Vostra ambasciata ha avuto in questo rimpatrio coatto, collaborando ad espletare le formalità burocratiche e di riconoscimento necessarie all'espulsione. Sappiamo che troppo spesso questi rimpatri forzati sono attuati in spregio a precise disposizioni internazionali (come la Convenzione di Ginevra del 1951) e con modalità poliziesche violente che in alcuni casi hanno provocato la morte dei/delle migranti coinvolti/e. Il giorno prima dell'espulsione forzata da Fiumicino, ad esempio, un giovane nigeriano di 29 anni, che aveva cominciato l'iter per la richiesta d'asilo, è morto durante la procedura di imbarco in seguito ad un malore causato dalle pratiche coercitive messe in atto all'aeroporto di Zurigo. Vi chiediamo dunque di non rendervi complici di pratiche illegali che vanno contro i diritti fondamentali della persona umana e di fare il possibile affinché le altre donne e uomini nigeriane/i ancora in attesa di espulsione nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria non siano espulse/i. In particolare vi segnaliamo il caso di Joy_, che oltre ad aver intrapreso insieme ad altre donne il procedimento legale come vittima di tratta, aveva denunciato un tentativo di stupro da parte dell'ispettore capo del Centro di identificazione ed espulsione di Milano dove era in precedenza detenuta, stupro impedito solo dal provvidenziale intervento della sua compagna di cella, Helen_.

Seguono firme ...

venerdì 19 marzo 2010

La straniera a Casa di Khaoula

Sabato 20 marzo (domani), alle 17, presso la Biblioteca Casa di Khaoula (via di Corticella, 104 - Bologna), presentazione de La straniera. Informazioni, sito-bibliografie e ragionamenti su razzismo e sessismo (a cura di C. Bonfiglioli, L. Cirillo, L. Corradi, B. De Vivo, S. Farris e V. Perilli, 2009 - Edizioni Alegre). Ne discutono Vincenza Perilli, Yolanda Parra, Andrea Facchini e Lella Di Marco. Alla fine dell'incontro thè e datteri offerti dalle donne di Annassim. Durante la presentazione laboratorio per bambine e bambini a cura delle operatrici e degli operatori delle biblioteche Casa di Khaoula e Corticella
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mercoledì 17 marzo 2010

Cie: volo low cost di sola andata (non solo per Joy)

Della necessità di cominciare un'azione di boicottaggio delle compagnie aeree che si prestano al rimpatrio forzato delle/dei migranti (e in particolare di Air Italy) avevo già parlato qui in Marginalia (nelle urgenze). Nonostante la poca risonanza e potere che posso avere, rilancio. Qualche giorno fa Joy è stata trasferita dal Cie di Modena (dove era stata rinchiusa alla fine dei mesi di carcere scontati nel carcere di Como per la rivolta di questa estate nel Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano) al Cie di Ponte Galeria a Roma. Insieme a lei, anche altre "rivoltose di via Corelli" hanno subito la stessa sorte (come presumibilmente altre e altri migranti in attesa di espulsione). Tutto fa pensare che il rimpatrio forzato (verso il paese di origine o i presunti paesi di transito) sia imminente (oggi stesso? domani?). E concentrare un buon numero di migranti in un unico Cie ( con aeroporto e ambasciata a portata di mano per facilitare procedure di riconoscimento e imbarco) risponde alla necessità di ottimizzare costi e tempi. Come avevo già avuto modo di scrivere i Cie low cost sono l'ultimo trend. Del resto già da alcuni anni (qui ne parliamo dal 2007) i capi di stato e di governo dell'Unione europea avevano cominciato un progressivo rafforzamento dei poteri della Frontex (l'agenzia Ue per le frontiere esterne), rafforzamento che prevedeva tra l'altro l'uso di voli charter per i rimpatri forzati con possibilità di scalo nei diversi stati membri. La lotta contro i Centri di identificazione ed espulsione, cominciata da alcune/i di noi quando ancora si chiamavano con un vergognoso eufemismo Centri di permanenza temporanea (Cpt), in questi ultimi mesi è riuscita ad aprire altre crepe nel silenzio complice grazie all'attivismo e il lavoro di denuncia di tante realtà diverse, realtà che hanno sostenuto in molteplici forme le lotte che i/le migranti portano avanti dentro e fuori i Cie. Una lotta contro i Centri di identificazione ed espulsione (che non sono solo luoghi di transito prima del rimpatrio forzato ma anche un potente mezzo di ricatto continuo, usato contro tutte/i le/i migranti come forza lavoro da sfruttare) dovrà necessariamente confrontarsi con le nuove strategie della politica sicuritaria, in continua evoluzione. Joy, che durante il processo per la rivolta di Corelli aveva denunciato un tentativo di stupro da parte dell'ispettore capo del centro (che l'aveva a sua volta contro-denunciata per calunnia) verrà espulsa, nonostante avesse deciso di rincorrere alla procedura prevista dal tristemente noto art. 18 per le vittime di tratta, procedura che avrebbe dovuto, sulla carta, metterla al riparo dal rimpatrio forzato. Ma al di là del "singolo" caso pur umanamente terribile (per Joy e altre/i nigeriani, si può fare pressione contro l'espulsione telefonando, scrivendo o mandando mail all'ambasciata di Roma :06/6896231, via Orazio 4, nigerian.rome@iol.it) rimane la necessità di trovare altri piani d'intervento oltre le forme di protesta pubblica, utilissime per continuare a "sensibilizzare" (denunciando le terribili condizioni di donne e uomini migranti all'interno dei Cie) ma che poco possono contro il complesso sistema di controllo messo a punto dai guardiani della fortezza europa.

L'immagine è una foto della performance In Mourning and In Rage, realizzata nel 1977 a Los Angeles da Susanne Lacy con lo scopo di denunciare il complice silenzio dei media sugli stupri e omicidi di donne

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Cie low cost
Per Joy, Hellen, Florence, Debby e Priscilla ...
Buone lotte
Stupri non denunciabili
Sui Cie e sulle ragioni economiche delle complicità
Verso un 25 novembre contro i Cie ...
Rivolte toponomastiche sotto il Cie torinese
Nei Cie si stupra
Un blog per Noinonsiamocomplici
Un silenzio assordante
Storia di un'ex-colonizzata ...
Donne migranti, rivolte e tentativi di stupro nei Cie
I Cie "hotel di lusso" per migranti
Vivre libre ou mourir. Per Mabruka, suicida in un Cie

giovedì 11 marzo 2010

L'indifferenza è il peso morto della storia

"L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Antonio Gramsci - Indifferenti - 11 febbraio 1917

Grazie a il Bulgaro che mi ha fatto ripensare a Gramsci

martedì 9 marzo 2010

Cie low cost

Della proposta del ministro Maroni circa la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione ("uno in ogni regione") avevamo già scritto nel volantino distribuito durante il primo presidio itinerante verso il Cie bolognese di via Mattei a ottobre: "Da tempo le migranti e i migranti detenute/i denunciano le spaventose condizioni di vita all’interno dei Cie, le continue violenze e umiliazioni, i pestaggi, le malattie non curate e le morti sospette. Ciononostante il ministro Maroni ha annunciato recentemente, in nome della sicurezza, la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione". Mentre le proteste, fuori e dentro i Cie continuano nonostante arresti e varie forme di intimidazione e provocazione, e la solidarietà fattiva non si arresta, il razzismo istituzionale (e la sua macchina repressiva) va avanti, anzi si evolve e si "raffina", anche per meglio fronteggiare le diverse forme di resistenza. E' di qualche settimana fa, ad esempio, la proposta del presidente del gruppo consiliare della Lega Nord alla Provincia di Firenze, tal Marco Cordone, di costruire un Cie in Toscana, in una zona a bassa densità abitativa e vicino ad un aeroporto "per permettere così una più agevole e rapida espulsione dei clandestini". Inoltre, quasi a prevenire ulteriori critiche sui Cie come business, "tenendo conto che per la realizzazione di tale centro verrà utilizzato denaro pubblico", si propone l'utilizzo "di una ex struttura militare che avrà minori costi, rispetto alla realizzazione ex-novo di un nuovo centro". L'assessore regionale alla Salute e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, Enrico Rossi, propone da parte sua, per incrementare il "risparmio" (ma in un'ottica terzo settore friendly e "umanitaria" che a sinistra va sempre bene) che a gestire il nuovo Cie sia il volontariato, "anche cattolico". Cie low cost ...

domenica 7 marzo 2010

Otto marzo: la festa di chi?

Della mia allergia alle mimose, così come al "mito" costruito intorno alla "festa internazionale della donna" (e delle sue strumentalizzazioni vecchie e nuove) ho scritto tante volte che inutile sarebbe tornarci sopra. Questa festa non è la mia, e non è quella delle tante donne (autoctone e/o migranti, vecchie e/o giovani, etero e/o lesbiche, bisex e/o trans, commesse alla Standa e/o prostitute) ogni giorno sfruttate, stuprate, uccise, fatte a pezzi in modi nominabili e innominabili. Non è la festa di chi non ha nulla da festeggiare se non la propria (collettiva e individuale) caparbia volontà di continuare a lottare, nonostante tutto. Ognuna a suo modo, con le proprie pratiche e modalità, visibili e meno visibili, spesso non intellegibili ai (alle) più, non lineari e talvolta non riconducibili a certi contro-discorsi che mentre minano il sistema di dominio da un lato lo rinforzano dall'altro. E l'otto marzo non è, sicuramente, la festa delle tante donne migranti rinchiuse in un Cie in attesa di espulsione (che non sono purtroppo soltanto Joy, Hellen, Florence, Debby e Priscilla), donne tutte diverse, ognuna con la sua storia particolare, che il razzismo (e il sessismo e il classismo) inchioda e cristallizza in una massa indifferenziata, opaca.

Articoli correlati in Marginalia e altrove sull'otto marzo:

Otto marzo: il mito delle origini (e del centenario)
La storia dell'otto marzo (Umanità Nova, n. 9, 8 marzo 2009)
Fabricating Women's Histories. Italy’s construction and memory of International Women’s Day (di Laura E. Ruberto)

venerdì 5 marzo 2010

Retaggi inter-culturali. Donne, immigrazione e saperi

Retaggi inter-culturali. Donne, immigrazione e saperi è una rassegna "cinematografica e non solo" messa a punto da un gruppo eterogeneo di donne native e migranti provenienti da diverse associazioni e gruppi attivi da anni sul tema delle migrazioni "al femminile". La rassegna partirà domani, 6 marzo, alle ore 16 presso il Centro Interculturale Zonarelli di Bologna e il ricco programma prevedere la performance L’impronta dell’altra, curata dall’artista intramediale Gioraro, uno spazio nel quale sperimentare pratiche mediorientali sulla cura e la bellezza del corpo per transitare ad un nuovo e migliore stato di ben essere ovvero Spazi trans-estetici a cura dell’Associazione Annassim e il laboratorio per bambine e bambini Evviva la principessa sulla zucca, a cura di Rosa&Viola, una lettura-riscrittura con colori, forbici e cartoncini del racconto La principessa sulla zucca (di Heinz Janisch, e Linda Wolfsgruber, Edizioni Arka, 1998), una formidabile, ironica e giocosa rimessa in discussione degli stereotipi e dei ruoli di genere. A seguire merenda per adulti e bambini offerta da Annassim e alle ore 18 proiezione del film Caramel di Nadine Labaki. L'unico neo di questo bellissimo pomeriggio è di svolgersi in contemporanea con la venuta a Bologna di Shirin Neshat che sarà al Museo d'arte moderna di Bologna per presentare il suo ultimo film Donne senza uomini, film che sarà proiettato in serata al cinema Lumière ... Una concomitanza che rende desiderabile il dono dell'ubiquità

mercoledì 3 marzo 2010

L'arte del femminismo


L'immagine è un'opera di Helena Almeida (Listen to me, 1979), una delle 17 artiste (le altre sono Eleanor Antin, Renate Bertlmann, Valie Export, Birgit Jürgenssen, Ketty La Rocca, Suzanne Lacy, Leslie Labowitz, Suzy Lake, Ana Mendieta, Martha Rosler, Cindy Sherman, Annegret Soltau, Hannah Wilke, Martha Wilson, Francesca Woodman e Nil Yalter) esposte nella mostra Donna. Avanguardia femminista negli anni '70 dalla Sammlung Verbund di Vienna. In realtà non so se Listen to me sia una delle opere esposte (ma spero di scoprirlo personalmente a breve), ma ho scelto questa immagine perché mi sembrava adatta per rinviare a un interessante convegno su Carla Lonzi (femminista, critica d'arte ...), dal titolo Taci anzi parla. Carla Lonzi e l'arte del femminismo, che si terrà sempre a Roma a partire da dopodomani fino a domenica 7 marzo. L'arte (e il femminismo) come percorso di rottura ...