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venerdì 7 ottobre 2011

Solidarietà e rabbia per l'aggressione di Suad Omar

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a proposito dell'aggressione razzista e sessista ai danni di Suad Omar avvenuta la scorsa settimana a Torino: "Con queste righe vogliamo stringere in un abbraccio Suad Omar che nel pomeriggio di venerdì scorso è stata aggredita prima verbalmente e poi fisicamente mentre viaggiava sul 63 e esprimere la nostra rabbia per l’ennesimo episodio di violenza sessista e razzista a Torino. Perché tanto accanimento? L’aggressore irritato che non gli venisse ceduto il posto accanto alle porte dell’autobus in nome del proprio privilegio di uomo bianco, deve aver ritenuto insostenibile il fatto che una donna aggredita, invece di abbassare lo sguardo e farsi da parte abbia risposto e si sia difesa. Alla violenza subita, si sovrappone quella istituzionale. E’ una strana politica quella dei regolamenti del Gtt che prevedono l’apertura o la chiusura delle porte di autobus e tram a seconda della supposta nazionalità o provenienza di chi li frequenta. Non è raro per chi viaggia sui trasporti pubblici torinesi assistere alla chiusura immediata delle porte per fronteggiare la ‘pericolosa’ fuga di un supposto migrante sorpreso senza biglietto, ma quando una cittadina italo-somala supposta ‘migrante’ viene insultata e picchiata le porte magicamente si aprono permettendo all’aggressore di dileguarsi. Altrettanto inquietante è stato l’intervento dei carabinieri chiamati sul posto che invece di preoccuparsi della salute di una donna aggredita hanno pensato che fosse più urgente verificare i documenti, perché senza, si sa, si è un po’ meno umane. La logica che presiede a queste scelte è una logica razzista, radicata non solo nella cultura diffusa, ma nelle stesse procedure istituzionali. Il pomeriggio successivo altre forze dell’ordine hanno caricato il presidio di chi sotto il Centro di identificazione e di espulsione di Corso Brunelleschi da tanto tempo chiede la chiusura di questa struttura in cui donne e uomini vengono privati della loro libertà e dei loro diritti per il semplice fatto di arrivare da fuori dalla Fortezza Europa e denuncia le violenze che si esercitano al loro interno. Il legame tra questi due episodi mette le radici in una cultura dell’esclusione e della violenza che, in nome della sicurezza, non tollera né il rispetto dei diritti individuali né il dissenso. Noi non ci sentiamo affatto sicure e saremo al fianco di Suad che abbiamo conosciuto nei luoghi delle donne, del movimento antirazzista, tra le strade di San Salvario, negli spazi di una cultura dal basso inclusiva e aperta verso il mondo.Vigileremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché vengano visionati i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti sull'autobus e identificato l’aggressore. Chiediamo ai responsabili di questa città, alle forze dell’ordine, al Gtt di garantire l’incolumità di ogni donna, di ogni uomo, e di predisporre modalità di intervento per fronteggiare gli episodi di aggressione contro le donne straniere verso le quali è più cruenta e impunita la violenza sessista che si respira nei luoghi pubblici e per le strade della nostra città. Dietro alla denuncia di Suad ci sono moltissime altre donne, più ricattabili perché senza documenti o con il permesso di soggiorno, che subiscono quotidianamente in silenzio minacce, molestie, insulti e discriminazioni, per timore di perdere il lavoro, la casa, l’accesso ai servizi. Invitiamo tutte e tutti alla mobilitazione, questa violenza ci riguarda, non staremo zitte! Vesna Scepanovic, Roberta Valetti, Liliana Ellena, Eleonora Missana, Susi Monzali, Associazione Villa5-Arte per le donne, Almateatro".

Per adesioni e contatti:

Liliana Ellena liellena@libero.it
Vesna Scepanovic miavesna@gmail.com
Roberta Valetti robertavaletti@gmail.com

mercoledì 5 ottobre 2011

Suad Omar: della necessità di opporsi al razzismo e al sessismo machista in Italia

Suad Omar, cittadina italo-somala, mediatrice culturale, scrittrice, da molte e molti conosciuta e apprezzata per il suo impegno ventennale nella vita culturale, sociale e politica di Torino ( e non solo), ha subito venerdì scorso una vile e vergognosa aggressione razzista e machista su di un autobus della città sabauda da parte di un uomo italiano . In un'intervista rilasciata al Tg regionale Suad racconta anche dell'indifferenza di coloro che hanno assistito alla scena: se ad essere aggredita, magari  da un uomo africano, fosse stata una donna italiana, le reazioni sarebbero state le stesse? Di questa vicenda si parlerà venerdì mattina su RadioBlackout (105.250 FM e in streaming su RadioBlackout), dove Suad racconterà la sua storia. A lei, della quale ancora ricordiamo il lucido e rigoroso intervento a Dialoghi di frontiera, va tutta la nostra affettuosa solidarietà.

Altri articoli e materiali di approfondimento sulla vicenda :

La Stampa: Presa a pugni sull'autobus "perché sono donna e nera"
Me-DeA: Suad, aggredita perché donna, perché "diversa"
Circolo Maurice: Solidarietà a Suad Omar

giovedì 13 novembre 2008

Dialoghi di frontiera

Domenica 16 presso la Residenza multidisciplinare per l'arte delle donne Villa 5 (Parco della Certosa di Collegno, Torino), si terrà - all'interno della rassegna Approdi 2008 -, il seminario Dialoghi di frontiera. Di seguito presentazione e programma.

Il seminario nasce dall'esperienza della giornata di studio Abitare la frontiera che si è svolta nella cornice dell'edizione 2007 di Approdi e ha visto dialogare alcune delle donne della rete Mujeres en lucha con attiviste in altri luoghi di frontiera. Lo scorso anno lo scambio aveva posto al centro le esperienze di resistenza e di autorganizzazione messe in campo dalle donne, ricavando in uno spazio disegnato da altri nuove possibilità di sopravvivenza, nuove pratiche, legami e solidarietà che attraversano i confini delle esperienze di ognuna.
Quest’anno vorremmo mettere a tema le modificazioni dei linguaggi e delle pratiche di ognuna che sono necessari per passare dall’abitare uno spazio comune a inventare relazioni capaci potenzialmente di trasformarlo. Dialoghi, in altre parole, che vorrebbero essere anche una prefigurazione del futuro e vedono protagoniste donne legate alla realtà dell’attivismo e del femminismo a partire da posizionalità diverse, legate alla dislocazione geografica, all’accesso alle risorse, così come a diverse esperienze di oppressione e liberazione.
Un passaggio che tocca aspetti diversi che vanno dalle forme di ‘traduzione’ politica dentro le reti transnazionali, alla necessità di modificare linguaggi e pratiche sedimentate nei diversi femminismi, per arrivare infine a mettere a fuoco un confronto sulle esperienze sedimentate di reti e di impresa sociale tra donne native e migranti.

Programma:

Domenica 16 Novembre 2008
h. 10.45 Introduzione di Liliana Ellena
h. 11.00 Mujeres en lucha. Scripta manent verba volant?, con Luisa Morfini (Rete Mujeres en Lucha, Milano) e Anna Nadotti (lettrice e traduttrice, Torino)
h. 13.00 Pausa pranzo
h. 14.30 Frontiere mobili: pratiche di resistenza alla guerra globalizzata, con Antonella Cunico e Nora Rodriguez (No Dal Molin, Vicenza) e Suad Omar (IIDA, Torino)
h. 16.00 Le parole tra noi difficili: femminismi oltre frontiera, con Vincenza Perilli (ricercatrice precaria, Bologna), Vesna Scepanovic (Alma Terra, Torino) e Sara Tagliacozzo (antropologa, Siena)


Info per partecipare al seminario: non è necessaria iscrizione ma ... il circolo ristorante di Villa 5 è chiuso perchè la sera prima ci sarà la festa di inaugurazione della nuova gestione, dunque è stato organizzato un catering per il pranzo e per chi volesse fermarsi è necessario prenotare entro venerdì (inviando mail a artedonne@villa5.it !). Il pranzo (lasagne vegetariane, dolce, acqua, vino e caffè) costa 10€. Per sapere invece come raggiungere Villa5, cliccate qui.

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Inoltre, per torines* e nomadiche/ci, ricordo che sabato 15 novembre, sempre a Torino, ci sarà un'assemblea promossa dalla Rete migranti torinese, una delle tante tappe verso lo sciopero del lavoro migrante. L'appuntamento è a partire dalle 15 alla Cascina Marchesa (v. Vercelli, 141/7)
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