Sei abbonata/o a "Zapruder-Storie in movimento" e devi fare un regalo?
Un'idea carina, diversa dal solito ed anche economica potrebbe essere quella
di regalare un abbonamento. Oggi è possibile, per ogni abbonato farlo a prezzo scontato: solo 20 euro. In questo modo, non solo farete un regalo originale, ma contribuirete a sostenere un progetto interamente autofinanziato dal quale coloro che ci lavorano non traggono alcun profitto se non uno spazio di espressione
autonoma. E' possibile pagare l'abbonamento in regalo con le seguenti modalità di
pagamento: 1) tramite bonifico bancario sul conto Bancoposta intestato a "Storie in
movimento" (IBAN IT22R0760102400000088171459). 2) tramite versamento sul conto corrente postale n. 88171459, intestato a "Storie in movimento". 3) con carta di credito, tramite il circuito Paypal: nel nostro sito in questa pagina. Nella causale indicare "abbonamento regalo" e nome, cognome e indirizzo del destinatario dell'abbonamento. Dopo aver effettuato il pagamento, è inoltre possibile scrivere a info@storieinmovimento.org per comunicare l'avvenuto pagamento ed i dati del beneficiario. Su richiesta è possibile anche allegare, alla prima copia spedita, un biglietto d'auguri fornito da chi regala, oppure un biglietto preparato da noi, in cui comunicheremo il regalo dell’abbonamento. Se è scaduto il tuo abbonamento, rinnovalo e regalane un altro a chi vuoi! Non aspettare Natale! L'abbonamento a "Zapruder" è ottimo per un regalo di compleanno, di non-compleanno, di fidanzamento e/o s/fidanzamento, matrimonio o divorzio, diploma o laurea, anche per la nascita di un/una bambino/a: i genitori/nonni/zii gradiranno, mentre i bambini, quando impareranno a leggere, apprezzeranno sicuramente "Zapruder"!
Insomma, ogni occasione è buona per regalare "Zapruder"
domenica 15 dicembre 2013
venerdì 13 dicembre 2013
Studi postcoloniali dal sud europeo
Via il blog di Sonia Sabelli informo che è online postcolonialitalia.it, il sito del progetto From the European South: postcolonial studies in Italy, che si propone come scopo principale “un’analisi dell’impatto epistemologico della teoria critica postcoloniale su forme, modi e contenuti della ricerca” in diverse discipline delle scienze umane e sociali. Un sito già ricco di materiali utili, come un database con (per intanto) 327 voci di una bibliografia degli studi postcoloniali in Italia. Buona navigazione!
mercoledì 11 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
L'anatomia politica. Categorizzazioni e idiologie del sesso
Momento magico, in Francia, per il lavoro di Nicole-Claude Mathieu: mentre è in libreria il recente volume a sua cura, Une maison sans fille est une maison morte, vien ristampato anche L'anatomie politique. Catégorisations et idéologies du sexe. E in Italia? Per intanto dobbiamo accontentarci della traduzione di un suo breve articolo (Sesso e genere) nel "nostro" Non si nasce donna, l'ultimo della collana dei Quaderni Viola. Per leggerlo, visto l'impossibilità di reperirlo in libreria, ci si può rivolgere al sito dell'editore
sabato 7 dicembre 2013
Nelson Mandela / Un articolo di Achille Mbembe
Giovedì 5 dicembre Nelson Mandela è morto. Riprendo da Le Monde Diplomatique, Nelson Mandela, les chemins inattendus, articolo scritto nell'agosto scorso da Achille Mbembe, professore di storia e scienze politiche all'università di Witwatersrand a Johannesburg e autore del recentissimo Critique de la raison nègre
martedì 3 dicembre 2013
Una firma per Alaa Al Yaacoubi
Ho firmato la nuova petizione per Alaa Al Yaacoubi, pseudonimo Weld El 15, il rapper tunisino già condannato a giugno a quasi due anni di prigione per la canzone Boulicia Kleb, in cui denunciava la violenza della polizia e ora nuovamente sotto processo per un concerto tenuto a Hammamet ad agosto
domenica 1 dicembre 2013
Rosa Parks e le altre
Ripropongo un articolo scritto il primo dicembre di cinque anni fa, Un'altra Rosa Parks, perché mi sembra possa offrire ancora validi spunti di riflessioni. Del resto ora non avrei il tempo di scrivere qualcosa ex-novo ma mi sembra doveroso ricordare in questa data simbolo Rosa Parks, Claudette Colvin, Mary Louise Smith e le altre militanti afro-americane per i diritti civili attive negli anni cinquanta nel Montgomery Bus Boycott // In
molt*, quando qualche mese fa una ragazzina italiana di origini
marocchine è stata picchiata selvaggiamente da un gruppo di coetanei/e per non aver ceduto il post in autobus, abbiamo pensato (scrivevo "forse non inutilmente")
a Rosa Parks, un'icona della lotta per i diritti civili. Eppure ancor
oggi il gesto di "disobbedienza" di questa donna ci è consegnato dalla
storia come un atto "eroico", ma individuale e quasi spontaneo messo in
atto da una modesta sartina afro-americana che, un bel giorno (era il
primo dicembre del 1955), rientrando stanca dal lavoro, rifiuta di
alzarsi da un posto riservato ai/alle "bianchi/e" su un autobus della
razzista e segregazionista cittadina di Montgomery, in Alabama,
scatenando con il suo arresto il famoso Montgomery Bus Boycott. Ma
il "rifiuto" di Rosa Parks non nasce dal "nulla". Le lotte
antisegregazioniste avevano già una lunga storia: già l'anno prima, ad
esempio, la Corte Suprema aveva dovuto dichiarare non costituzionale la
segregazione scolastica (che di recente ha ispirato la proposta della
Lega Nord di "classi separate" in Italia). La stessa Rosa Parks era del resto attiva, dal 1943, nel movimento per i diritti civili: segretaria della sezione di Montgomery della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP, fondata nel 1909) era assidua frequentatrice della Highlander Folk School,
un centro educativo per i diritti dei lavoratori e per l'uguaglianza
razziale. Del resto, quel giorno del 1955, furono arrestate con lei
altre due attiviste afroamericane, Claudette Colvin e Mary Louise Smith,
che già in precedenza erano state tratte in arresto e multate per
essersi rifiutate di cedere i posti "per bianchi". La sera stessa
dell'arresto, inoltre, fu un'altra donna (bella figura di
intellettuale/militante come oggi non esistono quasi più), Jo Ann
Robinson - docente universitaria e attivista della Women's Political Council,
un'organizzazione di donne afro-americane -, a scrivere, fotocopiare e
distribuire con altre militanti della WPC un volantino che invitava a un
giorno di boicottaggio dei mezzi pubblici . Iniziato qualche
giorno dopo l'arresto di Parks, Colvin e Smith, il boicottaggio si
estese coinvolgendo anche altre organizzazioni come il Civil Rights Movement (guidato da un allora ancora pressoché sconosciuto Martin Luther King):
in migliaia nei mesi successivi (precisamente per 381 giorni) non
salirono sugli autobus, e poiché quasi i 3/4 degli utenti degli autobus
di Montgomery erano "negroes", il boicottaggio causò anche un danno economico notevole. In seguito al protrarsi e al diffondersi della protesta, nel 1956 il caso approdò alla Corte Suprema degli Stati uniti che decretò incostituzionale la segregazione sui mezzi pubblici. Seppure
lontana nel tempo questa storia (raccontata in questa maniera) mi
sembra ancora utile e ricca di spunti per quant* intendono opporsi
(attivamente) a razzismo, sessismo e fascismo , in un contesto come quello odierno caratterizzato (qui e altrove) dal moltiplicarsi di aggressioni fasciste contro militanti, migranti e soggetti "fuori della norma", esacerbato e violento sessismo,
strapotere degli apparati polizieschi e repressivi (per i quali anche
aver protestato contro il summit di Vicky sull'immigrazione diventa
prova a carico per l'accusa di "terrorismo"). E allora se le cose non nascono dal nulla, se il gesto individuale fuori
da un contesto di lotta non basta e soprattutto se un blog è, e resta,
un blog (ma se sono - anche - qui a scrivere penso possa servire a
qualcosa finché potrò ancora farlo) ... ATTIVIAMOCI
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