Cagliari, 2- 4 luglio 2015, seminario nazionale SISSCO: Colonialismo e identità nazionale. L’Oltremare tra Fascismo e Repubblica Seminario III. I conti col passato: l’Italia repubblicana e l’eredità coloniale Programma e maggiori info nel sito della SISSCO
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martedì 30 giugno 2015
I conti col passato: l’Italia repubblicana e l’eredità coloniale / Seminario nazionale SISSCO
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domenica 15 marzo 2015
L'Italia postcoloniale
All'interno delle iniziative promosse da Maia. Laboratorio di storia delle donne e di genere, sorto dalla collaborazione tra Sis e Fondazione Isec e coordinato da Enrica Asquer e Monica Di Barbora , venerdì 20 marzo 2015 alle ore 15 (Villa Mylius, Milano) discussione intorno al volume L'Italia postcoloniale. Per ulteriori info rinvio al sito della Fondazione Isec
mercoledì 7 gennaio 2015
Archivi del futuro: il postcoloniale, l'Italia e il tempo a venire
E' online programma (con info su modalità di iscrizione, pernottamento, logistica) del convegno internazionale di Postcolonialitalia, che si terrà a Padova a febbraioArchivi del futuro: il postcoloniale, l'Italia e il tempo a veniredi cuiavevo segnalato qui già qualche mese fa la call. Nella mia pagina personale in Academia.edu, l'abstract del paper che presenterò in quell'occasione.
sabato 13 dicembre 2014
Intorno alla costruzione storica, sociale e culturale del corpo / Reminder
Reminder: Primo simposio del Gruppo Interdisciplinare di Ricerca su Razza e Razzismi (InteRGRace), Intorno alla costruzione storica, sociale e culturale del corpo , 16 dicembre 2014, Università di Padova (v. del Vescovado 30 - Sala Bertolami). Maggiori info e programma completo sul sito di InteRGRace / Vedi anche: CSC, il Bo, Sissco, Sil, Diacronie, UniBo, Server Donne,
mercoledì 29 ottobre 2014
Généalogies du racisme en Italie
Per chi è attualmente parigin@ segnalo che all'interno del seminario Les épistémologies politiques de la décolonisation. Pour une généalogie de la critique postcoloniale (sul sito di decolonisationsavoirs il programma completo), lunedì 3 novembre vi sarà un incontro dedicato al tema Généalogies du racisme en Italie, con Gaia Giuliani e Francesca Bertino.
domenica 19 ottobre 2014
L'invenzione del colore
Ripubblico da il Manifesto di qualche giorno fa la recensione di Liliana Ellena - dal titolo L'invenzione del colore - , al volume di Gaia Giuliani e Cristina Lombardi-Diop, Bianco e nero. Storia dell'identità razziale degli italiani, buona lettura // Un gusto non troppo soffuso di melanconia postcoloniale pervade gli strascichi lasciati dalle celebr-azioni dei 150 anni dell’unità nazionale: l’idea secondo cui la «nostra» cultura nazionale, a differenzadi altri paesi, sarebbe stata «fino al recente arrivo di immigrati» straordinariamente omogenea perquanto riguarda il colore della pelle, la religione e pure la lingua. Un paradigma identitario chemostra come, nonostante la specifica ossessione del dibattito italiano per l’identità nazionale, restinoradicate e persistenti le resistenze a considerarne le relazioni con il razzismo. Appare quindi una sfida e una scommessa, fin dal titolo, il volume di Gaia Giuliani e CristinaLombardi-Diop Bianco e Nero. Storia dell’identità razziale degli italiani
(Le Monnier, pp. 214, euro 18). L’obiettivo esplicito è quello di rilanciare gli esiti più interessanti degli studi che hanno esplorato il nesso costitutivo tra appartenenza nazionale e immagini dell’alterità, per mettere a fuoco le forme di «autorazializzazione» che hanno modellato tanto la dimensione statuale dell’identità nazionale quanto le rappresentazioni diffuse di quella italiana, dal periodo unitario fino ai primi decenni repubblicani. In particolare, il volume individua continuità e rotture dello specifico caso italiano nelle fluttuazioni che si sono materializzate attorno alla linea del colore. Con gli occhi ben puntati sull’eclatante visibilità di cui sono investiti i corpi non-bianchi nei conflitti del presente, le due studiose si chiedono quali siano le genealogie storiche e politiche della norma, invisibile perché naturalizzata, che fa coincidere bianchezza e italianità e dei vocabolari attraverso cui si è articolata e continua ad articolarsi.Nel corposo saggio che apre il volume, Gaia Giuliani individua nel periodo che va dalla nascita dello stato liberale al 1936–37 un passaggio cruciale per comprendere come i confini della cittadinanza emergano da una definizione dell’appartenenza alla nazione per contrasto con spazi non-bianchi, identificati prima con il Sud interno e poi con le colonie. Le tensioni proprie dello stato liberale trarigenerazione nazionale e questione meridionale, da una parte, e tra migrazioni e colonialismodall’altra, diventano gli ingredienti di un processo di «sbiancamento» che culmina nell’idea fascistadi una mediterraneità bianca.Giuliani insiste qui, in particolare, sul ruolo giocato dalla riformulazione delle teorie mediterranistedi fine ottocento, nel fornire un fondamento «scientifico» all’idea totalitaria della nazione prop-ugnata dal fascismo. Nell’immediato dopoguerra è proprio la centralità di questa matrice a veicolarecontemporaneamente la veloce liquidazione della svolta arianista successiva al 1937e l’invisibilizzazione del razzismo, secondo la ferrea logica per cui l’italiano mediterraneo «non puòper sua natura essere razzista: partecipa della mediterraneità di molti altri popoli e territori, e allostesso tempo definisce gli italiani, a prescindere dalla pigmentazione della loro pelle, come più bian-chi di tutti gli altri paesi al limite dell’Europa o non europei».Nella seconda parte del volume Cristina Lombardi-Diop, sposta l’attenzione sul passaggio tra fasci-smo e primi decenni dell’Italia repubblicana, individuando nei saperi e nelle pratiche legateall’igiene e alla cura del corpo, un terreno di convergenza tra rappresentazioni delle bianchezzae processi di modernizzazione. L’accesso ai consumi e il diffondersi dell’industria culturale declinasul terreno depoliticizzato della sfera domestica, del corpo, delle pratiche quotidiane quel processodi sbiancamento degli italiani che aveva ispirato le campagne fasciste di bonifica della razza sul terr-itorio nazionale e nelle colonie.In questo senso particolarmente significativa è l’analisi dei codici simbolici delle pubblicità dei pro-dotti di bellezza e per la casa, dai Manifesti di Gino Boccassile degli anni ’50 al Carosello degli annisessanta e settanta. Calimero, il pulcino nero icona della pubblicità del detersivo Ava, è forsel’esempio più eclatante della combinazione tra la stigmatizzazione della nerezza associata a impurità,sporcizia e contagio con i motivi anticontadini, antimeridionali e paternalistici che dominavano lacultura diffusa dell’Italia industriale negli anni del boom economico e delle migrazioni interne. Attraverso l’interiorizzazione di modelli di comfort personale e domestico, la linea del colore contribuisce a modellare i processi di mobilità territoriale e quelli della mobilità sociale segnalando «uno spostamento nella rappresentazioni razziali che si allontanano dalle categorie biologiche e si avvicinano a una comprensione più intima e privata della posizione di ciascuno nel progetto morale e nazionale della modernizzazione».Nel mettere in tensione corpo della nazione e disciplinamento biopolitico dei corpi individuali, il volume evidenzia come la linea del colore si materializzi all’intersezione di paradigmi diversi di naturalizzazione delle differenze legate al corpo. Il genere diventa qui un terreno cruciale per individuare le linee mobili attraverso cui l’identità razziale degli italiani è prodotta e contemporaneamente resa invisibile da altre forme di categorizzazione sociale. I riferimenti ai modelli visivi ed estetici che definiscono gli stereotipi di femminilità e mascolinità bianca e mediterranea, così come la trama razzializzata dei meccanismi di controllo e nazionalizzazione del corpo delle donne, individuano nella differenza sessuale il principale terreno attraverso cui la razza e il razzismo si manifestano nel contesto italiano.Uno dei principali meriti del volume, e uno dei suoi punti di forza, è di offrire una chiave interpretativa di lungo periodo che riesce a far dialogare efficacemente due ambiti di indagine finora largamente separati. Il primo è rappresentato da quel patrimonio di ricerche che negli ultimi anni ha riscattato la storia delle migrazioni e del colonialismo italiano da una posizione marginale per collocarle al centro delle dinamiche del nation building italiano. Il secondo è riconducibile a quell’insieme di approcci e griglie interpretative che in ambito anglosassone ha caratterizzato l’emersione dei whiteness studies, un’area trasversale di ricerca — conosciuta in Italia principalmente grazie al lavoro di traduzione di Giuliani — che ha riformulato le teorie critiche della razza assumendo come oggetto privilegiato l’analisi della costruzione storica, culturale e politica del «privilegio» bianco. A muovere questo dialogo è l’urgenza di identificare strumenti analitici adeguati a leggere nei con-flitti del presente un problema contemporaneamente storico e politico in grado di sollecitare nuovemappe dell’archivio delle nostre identità. Proprio su questo terreno la scommessa formulata dalle autrici del volume è stata rilanciata in questi mesi dalla nascita di InteRGRace (Gruppo interdisciplinare e intersezionale su razza e e razzismi/Interdisciplinary Research Group on Race and Racism),di cui Giuliani è una delle fondatrici. InteRGRace è una rete di produzione, diffusione e scambio a livello nazionale e internazionale che,articolandosi nella duplice veste di gruppo di ricerca accademica e di associazione rivolta ad un pub-blico non specialista, si propone come laboratorio di traduzione e contaminazione tra domande politiche e sfide teoriche (L. Ellena, il Manifesto, 15 ottobre 2014)
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venerdì 17 ottobre 2014
Postcolonialitalia / Archivi del futuro
Prorogato fino ai primi di novembre il termine per l'invio di proposte per il convegno Archivi del futuro. Il postcoloniale, l'Italia e il tempo a venire, organizzato da Postcolonialitalia e che si terrà a Padova nel febbraio 2015. Potete scaricare la call dal sito di Postcolonialitalia.
martedì 7 ottobre 2014
BlaxploItalian / Blackness in the Italian Cinema
Fred Kuwornu, regista italo-ghanese già autore di Inside Buffalo (2010) e 18 Ius Soli ( 2012) ha lanciato una campagna di raccolta fondi per potere terminare entro il 31 ottobre il suo nuovo film documentario, Blaxploitalian. Cent’Anni di Afrostorie nel Cinema Italiano. Ispirato dal volume L’Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano (a cura di Leonardo de Franceschi, Aracne Ediitrice, 2013), Blaxploitalian si mette sulle tracce delle diverse centinaia di attori e attrici afrodiscendenti che hanno recitato nel cinema italiano (dai film neorealisti ai film storico-mitologici, dalla commedia anni ’60 ai polizieschi anni ’70) o che hanno inciso la memoria collettiva degli italiani e delle italiane con i loro passaggi televisivi (da Lola Falana a Rocky Roberts e altri/e). Nello stesso tempo Blaxploitalian si propone come una sorta di "campagna sociale" per contribuire alla sempre maggiore presenza di attori e attrici non-bianchi/e nella cinematografia italiana e in ruoli che vadano oltre le parti stereotipate in cui il cinema italiano li ha finora confinati. Per sostenere Fred e il suo progetto segnalo quindi il sito dove è possibile partecipare alla campagna di crowdfunding per Blaxploitalian, ugurandomi che come nel caso del volume di Audre Lorde Sister Outsider o dell'Atse Tewodros Project, tutto vada a buon fine e che Fred riesca a completare il suo documentario e iscriverlo al Sundance Film Festival
giovedì 25 settembre 2014
L'Italia e gli "altri" colonialismi / Approccio postcoloniale
Domani pomeriggio, venerdì 26 settembre 2014, all'interno del seminario promosso da SISSCO, Università di Cagliari, UNIMORE, Istituto Storico di Modena, MOXA e Centro Documentazione Memorie Coloniali (al cui sito rinvio per il programma completo), tavola rotonda coordinata da Gabriele Proglio "Approccio postcoloniale fra narrazione e immaginario, discorso pubblico e memoria"
giovedì 15 maggio 2014
InteRGRace / La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale
Rinviando al sito di InteRGRace per il programma di appuntamenti e iniziative dei prossimi mesi, per intanto segnalo che mercoledì 21 maggio 2014, presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione (Aula Rossa, terzo piano - via Azzo Gardino 23 - Bologna) dalle 16 alle 19, InteRGRace organizza discussione intorno alla tavola rotonda, a cura di Gaia Giuliani pubblicata in Studi Culturali (n. 2, 2013) con il titolo La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale . Introducono: Patrizia Violi (TraMe, Università di Bologna), Cristina Demaria (Co-direttrice “Studi Culturali”, Università di Bologna) Modera: Gaia Giuliani (Università di Bologna, InteRGRace). Intervengono: Sonia Sabelli ( Quale razza? Genere, classe e colore in Timira e L’ottava vibrazione) Tatiana Petrovich Njegosh (La linea del colore nella cultura di massa), Devi Sachetto (La gestione e la produzione delle differenze: razza e razzismo nei processi lavorativi italiani). Discutono: Vincenza Perilli (InteRGRace) e Gaia Giuiani
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giovedì 3 aprile 2014
InteRGRace online
«Race is a textual thing [...] Race after all the violence remains a social construct; it changes with the context, it is relational, not essential, and never be finely fixed, but subject to the constant process of redefinition and appropriation [...]. It is a signifier, an empty sign, it is not fixed in a nature, it can not be secured in its meaning, floats in a sea of relational differences» (Stuart Hall, Race. The Floating Signifier, MEF, 1996). Il sito di InteRGRace è finalmente online: http://www.intergrace.it
domenica 17 novembre 2013
Femministe a parole / Una recensione di Ottavia Nicolini
Sull'ultimo numero di DWF, Gli spazi dell'agire politico. Tra radicalità, esperienza e conflitto (2013, n. 1, vol. 97), anche una recensione di Ottavia Nicolini al "nostro" Femministe a parole. Grovigli da districare, pubblicato nellacollana «sessismoerazzismo» di Ediesse. Trovate la recensione, insieme a tutta la rassegna stampa del volume, nel sito dell' editore, buona lettura!
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giovedì 30 maggio 2013
L'invenzione dell'Africa / The Invention of Africa
Per le/gli amiche/amiche parigine/i segnalo la giornata di studi con/su Valentin Yves Mudimbe, autore di The Invention of Africa (1988) e The Idea of Africa (1994) : École normale supérieure(Salle des Actes, 45 rue d’Ulm), giovedì 6 giugno 2013, a partire dalle ore quindici
martedì 21 maggio 2013
Storie in movimento / Riunione ZapBo a XM24
Giovedi 23 maggio 2013, alle ore 21, riunione del gruppo locale di Storie in movimento - l'associazione che edita la rivista Zapruder - presso XM24(via Fioravanti, 24 - Bologna) . Odg: Organizzazione presentazione volume Gaia Giuliani e Cristina Lombardi-Diop, Bianco e nero. Storia dell'identità razziale degli italiani (Libreria Modo venerdì 7 giugno) // Stesura calendario prossime iniziative e presentazioni rivista // Varie ed eventuali // Per precedenti riunioni vedi 1, 2 e 3
mercoledì 15 maggio 2013
Variabili femministe / La rottura dei femminismi postcoloniali
Stasera a Torino, presso il Circolo Maurice, secondo appuntamento di Variabili Femministe, il seminario itinerante ispirato dal libro Femministe a parole. Grovigli da districare e organizzato da Femminismi Itineranti, una rete di singole e realtà femministe torinesi nata a partire da incontri, scambi, desideri sollecitati dalla lettura del volume ed aperta a tutte/i coloro che condividono una prospettiva antirazzista, antisessista, antiomo&transfobica, e antifascista. L'incontro di stasera, a cura del Collettivo femminista Me-DeA , si intitola Un viaggio senza ritorno: la rottura dei femminismi postcoloniali
SFamily Day : oltre i modelli normativi, per altre forme di intimità e affettività
A cura di Kespazio! Per una ricerca queer e postcoloniale si terrà a Roma, il prossimo 25 maggio, la SFamily Day, un'occasione per condividere esperienze e sperimentazioni, relazioni e educazioni, fatti e diritti che coinvolgono le forme di intimità e di affettività, oltre i modelli normativi della famiglia e della coppia come unici luoghi di investimento emotivo e materiale. Sul tumblr di Kespazio! il programma completo della giornata alla quale parteciperanno, tra le altre Sara Garbagnoli, Gianfranco Rebucini, Gaia Guliani, Laura Corradi, il Laboratorio Smaschieramenti e tante altre favolosità ...
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lunedì 13 maggio 2013
Boccassini orientalista
Nella requisitoria al processo che vede imputato Silvio Berlusconi la pm Ilda Boccassini - che ha chiesto di condannare il leader del Pdl a cinque anni per concussione e ad un anno per sfruttamento prostituzione minorile - ha evocato la "furbizia orientale, propria delle sue origini" di Karima El Marough detta Ruby. Mentre anche Suad Sbai si indigna poiché "non tutte le donne orientali o arabe tengono atteggiamenti come quelli di cui si sta dibattendo nel processo", noi dobbiamo ancora una volta constatare la pervasività di una cultura neo-coloniale-orientalista-razzista-sessista che sembra non risparmiare nessuno/a. Grazie a Alessandra Gribaldo per la segnalazione // L'immagine è un'opera di Ellen Gallagher, Odalisque (2005)
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sabato 27 aprile 2013
Distopie
"Distopie vuole essere un luogo di analisi della cultura popolare distopica (dalla fantascienza all’horror e a tutti i loro sottogeneri) attraverso una serie di strumenti interpretativi che ci vengono forniti dagli studi coloniali e postcoloniali, dagli studi culturali, dalla letteratura comparativa, dalla filosofia politica, dai gender e queer studies e dagli studi critici sulla razza e sulla bianchezza. Distopie fa proprio un approccio intersezionale, ossia attento alla costruzione e all’intersecarsi delle linee di divisione di classe, genere, colore, cultura, e alla fissazione dei relativi privilegi" (da Distopie, il nuovo sito a cura di Gaia Giuliani e Gabriele Proglio)
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sabato 13 aprile 2013
Edward Said Memoriali Conference
Vi segnaliamo la conferenza internazionale dedicata a Edward, che si terrà lunedì 15 aprile a Utrecht con un ricchissimo programma, fitto di interventi di ospiti prestigiose/i per quanto riguarda l'ambito degli studi di genere e postcoloniali, da Lila Abu-Lughod a Judith Butler, da Gayatri Spivak a Jamila M.H Mascat! Assolutamente da non perdere per chi può ...
venerdì 15 marzo 2013
Orientalismi italiani / Una recensione
Nell'ultimo numero di Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale, dal titolo Primavere rumorose, a cura di Marco Armiero, Stefania Barca e Andrea Tappi, è stata pubblicata la mia recensione al primo volume, curato da Gabriele Proglio, del progetto Orientalismi italiani, di cui nel frattempo è stato pubblicato il secondo volume ed è in preparazione il terzo. Buona lettura // "Orientalismi italiani / 1 è il primo risultato di un progetto più vasto – di cui è imminente la pubblicazione di un altro volume alla quale seguirà presto un terzo – avviato più di un anno fa, con l'intento di far emergere le specifiche "geografie immaginarie" sul cosiddetto Oriente così come si configurano nelle narrazioni di molteplici soggetti italiani/e: viaggiatori e viaggiatrici, missionari, avventurieri, esploratori, militari, mercanti o anarchiche come la milanese Leda Rafanelli, figura al centro del saggio di Barbara Spackman. Se infatti, come scrive Proglio nell'introduzione, le ricerche sulla costruzione dell'immaginario europeo e dell'oriente si sono moltiplicate dal 1978, anno di uscita di Orientalism di Edward Said, ancora poco indagate risultano le fonti italiane, un aspetto che è indubbiamente indicativo della tardiva ricezione di questo filone di studi nel nostro paese dove, del resto, lo stesso volume di Said è stato tradotto e pubblicato, con un significativo ritardo, solo nel 1991. Il progetto si pone dunque l'obiettivo ambizioso di cominciare a colmare questo vuoto ma anche di superare alcuni punti di criticità dell'impianto saidiano, evitando sia di assumere il discorso "orientalista" come «statico, uniforme e semplicemente ripetitivo» (p. 10) che le trappole costituite da una lettura che, insistendo sulla ricerca di omogeneità, rischia continuamente di non mettere a fuoco «il nesso tra spazi ipotizzati e realmente occupati, i 'nostri' tanto quanto i 'loro'» (p.11). A partire dalla scelta del plurale del titolo, così come in quella di non porre confini sia temporali che geografici – si va ad esempio dal Seicento, con il saggio di Margherita Trento sull'opera di evangelizzazione dei gesuiti in India nel primi anni del XVII secolo, al periodo del dopoguerra con gli stereotipi presenti negli scritti di reduci del 'fronte orientale' russo-sovietico indagati da Simone Attilio Bellezza –, questo primo volume offre una panoramica non scontata delle diverse forme che il discorso "orientalista" ha assunto nel contesto italiano anche attraverso l'utilizzo – di fianco a tematiche "classiche" come quella del viaggio (come nel saggio di Francesco Surdich sul viaggio compiuto da Monsignor Bonomia Bonomelli alla fine dell'Ottocento o in quello di Anna Calia sui viaggiatori veneziani tra fine del quindicesimo e inizi del sedicesimo secolo o il saggio di Paolo Orvieto sull'"altro orientale") – di tematiche o contesti meno usuali, ad esempio la musica (al centro del saggio di Stefano A.E. Leoni), i giochi da tavolo italiani tra fine Ottocento e metà del Novecento presi in esame da Marta Villa o le reazioni al cibo locale di viaggiatori e residenti italiani in India tra 1860 e 1930 indagate da Antonella Viola. Contemporaneamente il volume esplicita chiaramente la necessità di cogliere le continuità e le discontinuità tra passato e presente delle diverse e articolate rappresentazioni stereotipe dell''oriente' anche coloniale – come l'Etiopia tratteggiata da Marco Demichelis o la Libia nel saggio di Luigi Benevelli –, mettendo in luce le trasformazioni di cui sono oggetto e le forme che assumono nell'attualità, questione che emerge con chiarezza in alcune riflessioni presenti nell'intervista di Simone Brione alla scrittrice Shirin Ramzanali Fazel, autrice di Lontano da Mogadiscio (1994), uno dei primi romanzi italiani della letteratura detta "di migrazione" (Vincenza Perilli, in Zapruder, n. 31, 2013)
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