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domenica 31 maggio 2015

Black Icons / Reminder

Sul sito di Postcolonialitalia il programma completo del seminario di ricerca su 'razza' e visualità Black Icons, che si terrà il 3-4 giugno a Padova . Fate circolare, pleeeeease ;-) Presto reminder anche per il convegno bolognese del 5 giugno, Le esclusioni della bellezza organizzato da InteRGRace, Modi e Csge ...

giovedì 19 febbraio 2015

Audre Lorde a Firenze

Un altro velocissimo reminder: Audre Lorde: strumenti per l'oggi, una giornata di dibattito sabato 21 febbraio al Giardino dei Ciliegi. Su Lorde leggi anche: l'articolo di Alessandra Pigliaru su il Manifesto, la bella poesia pubblicata da Nazione Indiana, i recenti volumi in edizione italiana Zami e Sorella Outsider e materiali vari comparsi negli anni qui su Marginalia ...

lunedì 19 gennaio 2015

Audre Lorde: strumenti per l'oggi

Nonostante manchi ancora un po' di tempo segnalo, anche per facilitare chi non abita in quel di Firenze e vuole organizzarsi per partecipare, che il 21 febbraio si terrà presso il Giardino dei Ciliegi una giornata di dibattito che, a partire da Audre Lorde, verterà su necessità e responsabilità del dire; intersezionalità: questioni di identità e appartenenze; razzismi; politiche della rabbia: la rabbia come potere; e l'erotismo? Con le Acrobate, Elena Biagini, Giovanna Covi, Mercedes Frias, Vincenza Perilli, Sonia Sabelli e altre ... Per informazioni Clotilde Barbarulli (barbarulli at tiscalinet.it) e Liana Borghi (liborg at cosmos.it)

sabato 13 dicembre 2014

Intorno alla costruzione storica, sociale e culturale del corpo / Reminder

Reminder: Primo simposio del Gruppo Interdisciplinare di Ricerca su Razza e Razzismi (InteRGRace), Intorno alla costruzione storica, sociale e culturale del corpo , 16 dicembre 2014, Università di Padova (v. del Vescovado 30 - Sala Bertolami). Maggiori info e programma completo sul sito di InteRGRace / Vedi anche:  CSC, il Bo, Sissco, Sil, Diacronie, UniBoServer Donne,

domenica 7 dicembre 2014

InteRGRace / Intorno alla costruzione storica, sociale e culturale del corpo

Inizio lavori 9.30-13.30 Introduce Carlotta Sorba direttrice del Centro di Storia Culturale Gaia Giuliani e Annalisa Frisina introducono InteRGRace - Sessione mattutina: 10.00-13.00 Presiede: Annalisa Oboe (Postcolonialitalia, Università di Padova) Keynote: Silvana Patriarca Fordham University, NY Continuità storiche e assenze storiografiche: sul razzismo antinero nell’Italia del dopoguerra Intervengono: Gaia Giuliani Università di Bologna Mappare le costruzioni del corpo nei loro percorsi transnazionali Gabriele Proglio Istituto Universitario Europeo, Firenze Luoghi coloniali e corpi italiani: l’oltremare come occasione per ripensare l’italianità Vincenza Perilli InteRGrace Dalle madame alle segnorine. Corpi genderizzati e razzizzati tra colonia e postcolonia Tatiana Petrovich Njegosh Università di Macerata Meticciato/miscegenation: corpo, razza e nazione tra Italia e Stati Uniti Devi Sacchetto Università di Padova La linea del colore nei processi lavorativi Discussant: Silvana Patriarca e Annalisa Oboe Dibattito - Sessione pomeridiana: 15.00-18.30 Presiede: Gaia Giuliani Keynote: Cristina Demaria Università di Bologna Per una lettura semiotica del corpo: prospettive intersezionali Intervengono: Annalisa Frisina Università di Padova Corpi razzializzati, corpi resistenti. Sulla controvisualità delle figlie delle migrazioni in Italia Elisa Arfini Università di Bologna Sexing disability. Soggettivazione sessuata e altre morfologie incorporate Daniele Salerno Università di Bologna Migrazioni per mare. Corporeità, sicurezza, lavoro del lutto Sabrina Marchetti Istituto Universitario Europeo, Firenze Corpi al lavoro, fra genere, razza e classe Discussants: Cristina Demaria – Università di Bologna Alessandro Mongili – Università di Padova Dibattito

domenica 19 ottobre 2014

L'invenzione del colore

Ripubblico da il Manifesto di qualche giorno fa la recensione di Liliana Ellena - dal titolo L'invenzione del colore - , al volume di Gaia Giuliani e Cristina Lombardi-Diop, Bianco e nero. Storia dell'identità razziale degli italiani, buona lettura // Un gusto non troppo soffuso di melanconia postcoloniale pervade gli strascichi lasciati dalle celebr-azioni dei 150 anni dell’unità nazionale: l’idea secondo cui la «nostra» cultura nazionale, a differenzadi altri paesi, sarebbe stata «fino al recente arrivo di immigrati» straordinariamente omogenea perquanto riguarda il colore della pelle, la religione e pure la lingua. Un paradigma identitario chemostra come, nonostante la specifica ossessione del dibattito italiano per l’identità nazionale, restinoradicate e persistenti le resistenze a considerarne le relazioni con il razzismo. Appare quindi una sfida e una scommessa, fin dal titolo, il volume di Gaia Giuliani e CristinaLombardi-Diop Bianco e Nero. Storia dell’identità razziale degli italiani (Le Monnier, pp. 214, euro 18). L’obiettivo esplicito è quello di rilanciare gli esiti più interessanti degli studi che hanno esplorato il nesso costitutivo tra appartenenza nazionale e immagini dell’alterità, per mettere a fuoco le forme di «autorazializzazione» che hanno modellato tanto la dimensione statuale dell’identità nazionale quanto le rappresentazioni diffuse di quella italiana, dal periodo unitario fino ai primi decenni repubblicani. In particolare, il volume individua continuità e rotture dello specifico caso italiano nelle fluttuazioni che si sono materializzate attorno alla linea del colore. Con gli occhi ben puntati sull’eclatante visibilità di cui sono investiti i corpi non-bianchi nei conflitti del presente, le due studiose si chiedono quali siano le genealogie storiche e politiche della norma, invisibile perché naturalizzata, che fa coincidere bianchezza e italianità e dei vocabolari attraverso cui si è articolata e continua ad articolarsi.Nel corposo saggio che apre il volume, Gaia Giuliani individua nel periodo che va dalla nascita dello stato liberale al 1936–37 un passaggio cruciale per comprendere come i confini della cittadinanza emergano da una definizione dell’appartenenza alla nazione per contrasto con spazi non-bianchi, identificati prima con il Sud interno e poi con le colonie. Le tensioni proprie dello stato liberale trarigenerazione nazionale e questione meridionale, da una parte, e tra migrazioni e colonialismodall’altra, diventano gli ingredienti di un processo di «sbiancamento» che culmina nell’idea fascistadi una mediterraneità bianca.Giuliani insiste qui, in particolare, sul ruolo giocato dalla riformulazione delle teorie mediterranistedi fine ottocento, nel fornire un fondamento «scientifico» all’idea totalitaria della nazione prop-ugnata dal fascismo. Nell’immediato dopoguerra è proprio la centralità di questa matrice a veicolarecontemporaneamente la veloce liquidazione della svolta arianista successiva al 1937e l’invisibilizzazione del razzismo, secondo la ferrea logica per cui l’italiano mediterraneo «non puòper sua natura essere razzista: partecipa della mediterraneità di molti altri popoli e territori, e allostesso tempo definisce gli italiani, a prescindere dalla pigmentazione della loro pelle, come più bian-chi di tutti gli altri paesi al limite dell’Europa o non europei».Nella seconda parte del volume Cristina Lombardi-Diop, sposta l’attenzione sul passaggio tra fasci-smo e primi decenni dell’Italia repubblicana, individuando nei saperi e nelle pratiche legateall’igiene e alla cura del corpo, un terreno di convergenza tra rappresentazioni delle bianchezzae processi di modernizzazione. L’accesso ai consumi e il diffondersi dell’industria culturale declinasul terreno depoliticizzato della sfera domestica, del corpo, delle pratiche quotidiane quel processodi sbiancamento degli italiani che aveva ispirato le campagne fasciste di bonifica della razza sul terr-itorio nazionale e nelle colonie.In questo senso particolarmente significativa è l’analisi dei codici simbolici delle pubblicità dei pro-dotti di bellezza e per la casa, dai Manifesti di Gino Boccassile degli anni ’50 al Carosello degli annisessanta e settanta. Calimero, il pulcino nero icona della pubblicità del detersivo Ava, è forsel’esempio più eclatante della combinazione tra la stigmatizzazione della nerezza associata a impurità,sporcizia e contagio con i motivi anticontadini, antimeridionali e paternalistici che dominavano lacultura diffusa dell’Italia industriale negli anni del boom economico e delle migrazioni interne. Attraverso l’interiorizzazione di modelli di comfort personale e domestico, la linea del colore contribuisce a modellare i processi di mobilità territoriale e quelli della mobilità sociale segnalando «uno spostamento nella rappresentazioni razziali che si allontanano dalle categorie biologiche e si avvicinano a una comprensione più intima e privata della posizione di ciascuno nel progetto morale e nazionale della modernizzazione».Nel mettere in tensione corpo della nazione e disciplinamento biopolitico dei corpi individuali, il volume evidenzia come la linea del colore si materializzi all’intersezione di paradigmi diversi di naturalizzazione delle differenze legate al corpo. Il genere diventa qui un terreno cruciale per individuare le linee mobili attraverso cui l’identità razziale degli italiani è prodotta e contemporaneamente resa invisibile da altre forme di categorizzazione sociale. I riferimenti ai modelli visivi ed estetici che definiscono gli stereotipi di femminilità e mascolinità bianca e mediterranea, così come la trama razzializzata dei meccanismi di controllo e nazionalizzazione del corpo delle donne, individuano nella differenza sessuale il principale terreno attraverso cui la razza e il razzismo si manifestano nel contesto italiano.Uno dei principali meriti del volume, e uno dei suoi punti di forza, è di offrire una chiave interpretativa di lungo periodo che riesce a far dialogare efficacemente due ambiti di indagine finora largamente separati. Il primo è rappresentato da quel patrimonio di ricerche che negli ultimi anni ha riscattato la storia delle migrazioni e del colonialismo italiano da una posizione marginale per collocarle al centro delle dinamiche del nation building italiano. Il secondo è riconducibile a quell’insieme di approcci e griglie interpretative che in ambito anglosassone ha caratterizzato l’emersione dei whiteness studies, un’area trasversale di ricerca — conosciuta in Italia principalmente grazie al lavoro di traduzione di Giuliani — che ha riformulato le teorie critiche della razza assumendo come oggetto privilegiato l’analisi della costruzione storica, culturale e politica del «privilegio» bianco. A muovere questo dialogo è l’urgenza di identificare strumenti analitici adeguati a leggere nei con-flitti del presente un problema contemporaneamente storico e politico in grado di sollecitare nuovemappe dell’archivio delle nostre identità. Proprio su questo terreno la scommessa formulata dalle autrici del volume è stata rilanciata in questi mesi dalla nascita di InteRGRace (Gruppo interdisciplinare e intersezionale su razza e e razzismi/Interdisciplinary Research Group on Race and Racism),di cui Giuliani è una delle fondatrici. InteRGRace è una rete di produzione, diffusione e scambio a livello nazionale e internazionale che,articolandosi nella duplice veste di gruppo di ricerca accademica e di associazione rivolta ad un pub-blico non specialista, si propone come laboratorio di traduzione e contaminazione tra domande politiche e sfide teoriche (L. Ellena, il Manifesto, 15 ottobre 2014)

mercoledì 17 settembre 2014

Audre Lorde al Some Prefer Cake

Torna anche quest'anno il Some Prefer Cake con una programmazione ricchissima non solo di film ma anche di incontri, dibattiti e presentazioni di libri. Tra questi i due volumi , recentemente pubblicati in traduzione italiana e che avevo già segnalato qui in Marginalia dedicati a Audre Lorde (alla quale Some Prefer Cake aveva dedicato già spazio in una scorsa edizione presentando il bellissimo documentario Audre Lorde: The Berlin Years 1984 to 1992 di Dagmar Schultz). Si tratta di Sorella Outsider e Zami, che saranno presentati rispettivamente stasera e sabato. Per maggiori, info, orari e programma completo rinvio al sito del SPC, e a più tardi ;-)

domenica 10 agosto 2014

Estetizzazione della ‘razza’, razzializzazione della bellezza / Aesthetics of Race, Racialisation of Beauty

Prossimo appuntamento con InteRGRace: seminario con il prof. Livio Sansone (Centro de Estudos Afro‐Orientais Universidade Federal da Bahia), mercoledì 24 settembre 2014 (ore 14.30‐ 17.30, Università di Padova - AULA 1 ‐ Via Cesarotti, 12),Estetizzazione della 'razza’, razzializzazione della bellezza / Aesthetics of Race, Racialisation of Beauty. Locandina e programma dettagliato sul sito di InteRGRace // Discussants: Maria Teresa Milicia (Università di Padova) e Valeria Ribeiro Corossacz (Università di Modena e Reggio Emilia). Interventi di InteRGRace: Gabriele Proglio: "Il corpo della nazione: 'razza' e bellezza tra madrepatria e oltremare (1931‐1941)"; Tatiana Petrovich Njegosh: "Miss Italia, 1939‐2014: razza, genere e classe della bellezza nazionale"; Vincenza Perilli: "I corpi delle altre. Bellezza e "razza" nelle pagine di Noi donne (1950‐1970)"; Gaia Giuliani: "Bella e abbronzata. Genere, razza e bellezza nella televisione pubblica e privata italiana (1975‐): Drive In (1983‐1989) vs. Quelli della notte (1985) e Indietro tutta (1987‐1988)"; Annalisa Frisina: "Modelli di bellezza postcoloniale tra le figlie delle migrazioni in Italia"

giovedì 15 maggio 2014

InteRGRace / La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale

Rinviando al sito di InteRGRace per il programma di appuntamenti e iniziative dei prossimi mesi, per intanto segnalo che mercoledì 21 maggio 2014, presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione (Aula Rossa, terzo piano - via Azzo Gardino 23 - Bologna) dalle 16 alle 19, InteRGRace organizza discussione intorno alla tavola rotonda, a cura di Gaia Giuliani pubblicata in  Studi Culturali (n. 2, 2013) con il titolo La sottile linea bianca. Intersezioni tra razza, genere e classe nell’Italia postcoloniale . Introducono: Patrizia Violi (TraMe, Università di Bologna), Cristina Demaria (Co-direttrice “Studi Culturali”, Università di Bologna) Modera: Gaia Giuliani (Università di Bologna, InteRGRace). Intervengono: Sonia Sabelli ( Quale razza? Genere, classe e colore in Timira e L’ottava vibrazione) Tatiana Petrovich Njegosh (La linea del colore nella cultura di massa), Devi Sachetto (La gestione e la produzione delle differenze: razza e razzismo nei processi lavorativi italiani). Discutono: Vincenza Perilli (InteRGRace) e Gaia Giuiani

domenica 27 aprile 2014

Fisppa / Modelli mediatici di femminilità e mascolinità in discussione

Martedì 29 aprile 2014, alle ore 13.30 (aula A, via Bassi, 2 - Padova), presentazione dei risultati della ricerca condotta dagli studenti del Corso di Metodologie e tecniche della ricerca sociale IIdella Professoressa Annalisa Frisina , organizzata dal FISPPA (Dipartimento di Filosofia,Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell'Università di Padova) in collaborazione con il Liceo delle Scienze Sociali Marchesi Fusinato. Intervengono Claudia Padovani, Vincenza Perilli e Lorenza Perini

giovedì 3 aprile 2014

InteRGRace online

«Race is a textual thing [...] Race after all the violence remains a social construct; it changes with the context, it is relational, not essential, and never be finely fixed, but subject to the constant process of redefinition and appropriation [...]. It is a signifier, an empty sign, it is not fixed in a nature, it can not be secured in its meaning, floats in a sea of relational differences» (Stuart Hall, Race. The Floating Signifier, MEF, 1996). Il sito di InteRGRace è finalmente online: http://www.intergrace.it

lunedì 17 marzo 2014

Intersezionalità / La de-politicizzazione bianca

Dal blog Chronik d'un nègre inverti, un articolo che mi sembra utile e ricco di spunti di riflessione sull'intersezionalità e i meccanismi di de-politicizzazione messi in atto nel processo di trasmissione/diffusione/utilizzo di questa da parte del sistema universitario bianco, L’intersectionnalité en question: la dépolitisation blanche //

venerdì 10 gennaio 2014

Transformations without Revolutions? How Feminist and Lgbtqi Movements Changed the World

Call for Articles: Transformations without Revolutions? How Feminist and Lgbtqi Movements Changed the World. A special issue of Zapruder World: Transnational Journal for the History of Social Conflicts edited by Sabrina Marchetti, Vincenza Perilli and Elena Petricola // Zapruder World is a new online open-access journal run by the network of activists and scholars, both academic and independent, that has gathered since 2002 in an organization called SIM-Storie in Movimento and publishes the Italian journal Zapruder. This new editorial project stems from our desire to broaden, at a global level, the scope of the organization and of its publications. It is guided by the same principles that have inspired SIM so far, namely direct participation, self-funding, and horizontal decision-making. The aim of Zapruder World is to create a wide arena in which to exchange critical knowledge based on both individual research and collective elaboration. The journal focuses on social conflict paying particular attention to conflicts as movements rather than focusing on their resolutions, so as to better connect the history of social conflicts with current transnational cycles of protest. It therefore uses ‘social conflict’ as an interpretative category rather than simply an object of analysis, exploring it through concepts and methodologies that address the complex interaction between the “local” and the “global”. Zapruder World is animated by an aspiration towards “global history” but intentionally leaves its actual definition, contents, and methods open for discussion. Along these lines, this second issue entitled “Transformations without Revolutions” wants to discuss the kind of politics that feminist and lgbtqi movements have created from the 1960s to the present, in their critical approaches to the private/public dichotomy, embodiment and sexuality, as well as to power relations. In doing so, these movements have transformed the everyday lives of many people, as well as political imaginaries, cultures and practices. Most importantly, in the view of this special issue, these movements have in common the attempt to reinterpret, negotiate, and give expression to the notion of Revolution, in new critical ways. Yet the contribution brought by feminist and lgbtqi movements to a new understanding of the category of Revolution needs to be further explored. What is the relationship between these movements and the political, ideological and organizational traditions that more firmly refer to the notion of Revolution? How have these movements eventually conceived of an alternative politics, without losing their transformative dimension? How are they positioned within the dialectic of normalization and transformation? In order to answer to these questions, our issue wants to explore the contradictions, challenges and choices experienced by people and organizations belonging to these kinds of movements. We invite contributions that especially address the transformations brought about by feminist and/or lgbtqi movements and their relationship with the notion of Revolution, with regard to one or more of the following fields: (paid) sexual practices, reproduction, family and parenting, affects, relationships and solidarity, cities and urban spaces, science and technology, labour and economics, languages, education. The geographical scope of the issue includes feminist and/or lgbtqi movements that have developed in Western as well as formerly colonized and migratory contexts. Although history is the main focus of this journal, contributions that merge an historical perspective with other disciplines are highly appreciated. Intersectional approaches to gender and sexuality are also particularly welcomed. Submissions: Full articles (6,000-9,000 words) shall be sent by 15 of April 2014 to info@zapruderworld.org. All contributors will be informed about the selection by May. Final drafts, after reviews and comments, are expected by the 1st of September 2014 in order to have the issue published in Fall 2014. The Manifesto of Zapruder World, the first issue of the journal (on the global history of anarchism), and guidelines for authors can be found at: www.zapruderworld.org

domenica 17 novembre 2013

Femministe a parole / Una recensione di Ottavia Nicolini

Sull'ultimo numero di DWF, Gli spazi dell'agire politico. Tra radicalità, esperienza e conflitto (2013, n. 1, vol. 97), anche una recensione di Ottavia Nicolini al "nostro" Femministe a parole. Grovigli da districare, pubblicato nellacollana «sessismoerazzismo» di Ediesse. Trovate la recensione, insieme a tutta la rassegna stampa del volume, nel sito dell' editore, buona lettura!

giovedì 7 novembre 2013

Approcci transdisciplinari sul genere e l'intersezionalità

Approches transdisciplinaires sur le genre et l’intersectionnalité è il bel seminario proposto per questo anno accademico dal Cedref, a cura di Azadeh Kian, Dominique Fougeyrollas e Jules Falquet. Inaugurato da Azadeh Kian e Patrick Farges con una lezione su L’intersectionnalité : Réception-récupération-détournement et renouveau, il seminario che si concluderà in maggio ospiterà tra gli altri Valeria Ribeiro Corrossacz, Fatima Ait Ben Lmadani, Nasima Moujoud, Danièle Kergoat e Sirma Bilge. Chi è a Parigi ne approfitti. Programma dettagliato qui // (Alcuni) articoli correlati in Marginalia: Pinar Selek. Devenir un homme en rampant, Femmes, genre et mobilisations collectives en Afrique, Approches post-colonialeset décoloniales en études genre et féministes e «Sexe» et «race» dans les féminismes italiens. Jalons d’une généalogie

lunedì 21 ottobre 2013

Elsa Dorlin : Pour un féminisme révolutionnaire

 
Elsa Dorlin in un estratto del film Notre Monde (2013, Agat/LBP/Sister,118’) di Thomas Lacoste (per maggiori info sul film rinviamo al sito Notre Monde). Per un femminismo rivoluzionario sarà anche il titolo della lectio magistralis che Elsa terrà a Bologna il prossimo 28 ottobre nell'ambito della rassegna Soggettiva (qui il programma completo). Poiché il suo lavoro (complice la mancanza di traduzioni) è poco conosciuto in Italia mi permetto di rinviare alla mia recensione al volume La matrice de la race, pubblicata qualche anno fa in Zapruder. E qui altri articoli correlati. Buona visione e lettura

giovedì 17 ottobre 2013

Razzismo, classismo e teorie intersezionali

Denise, che ringrazio, mi segnala un suo intervento pubblicato su Anacronismi, dal titolo Razzismo e odio di classe, con spunti e indicazioni bibliografiche sulla necessità di un'analisi intersezionale, in particolare per quanto riguarda la relazione tra classe e razzismo. Un argomento cruciale ma complesso, intorno al quale varrebbe davvero la pena avviare una discussione, anche via web. Quindi buona lettura a tutte/i e ancora grazie a Denise (anche per aver segnalato Marginalia!)