Della proposta del ministro Maroni circa la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione ("uno in ogni regione") avevamo già scritto nel volantino distribuito durante il primo presidio itinerante verso il Cie bolognese di via Mattei a ottobre: "Da tempo le migranti e i migranti detenute/i denunciano le spaventose condizioni di vita all’interno dei Cie, le continue violenze e umiliazioni, i pestaggi, le malattie non curate e le morti sospette. Ciononostante il ministro Maroni ha annunciato recentemente, in nome della sicurezza, la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione". Mentre le proteste, fuori e dentro i Cie continuano nonostante arresti e varie forme di intimidazione e provocazione, e la solidarietà fattiva non si arresta, il razzismo istituzionale (e la sua macchina repressiva) va avanti, anzi si evolve e si "raffina", anche per meglio fronteggiare le diverse forme di resistenza. E' di qualche settimana fa, ad esempio, la proposta del presidente del gruppo consiliare della Lega Nord alla Provincia di Firenze, tal Marco Cordone, di costruire un Cie in Toscana, in una zona a bassa densità abitativa e vicino ad un aeroporto "per permettere così una più agevole e rapida espulsione dei clandestini". Inoltre, quasi a prevenire ulteriori critiche sui Cie come business, "tenendo conto che per la realizzazione di tale centro verrà utilizzato denaro pubblico", si propone l'utilizzo "di una ex struttura militare che avrà minori costi, rispetto alla realizzazione ex-novo di un nuovo centro". L'assessore regionale alla Salute e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, Enrico Rossi, propone da parte sua, per incrementare il "risparmio" (ma in un'ottica terzo settore friendly e "umanitaria" che a sinistra va sempre bene) che a gestire il nuovo Cie sia il volontariato, "anche cattolico". Cie low cost ...
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