giovedì 31 maggio 2012

Terremoti e profitto

Ri-pubblichiamo un articolo di Annamaria Rivera, Terremoti e profitto non discriminano tra italiani e migranti: " Il terremoto non discrimina tra italiani ed “extracomunitari”, come li chiamano i razzisti inconsapevoli o comunque travestiti. Non distingue tra cittadini e meteci, tra chi ha la nazionalità italiana e chi è reputato così inferiore che la sua nazionalità è detta “etnia” (anche da giornalisti di grandi quotidiani). Il terremoto è indifferente al fenotipo, al colore della pelle, alla provenienza, alla religione, alla lingua materna. Non controlla i permessi di soggiorno. Se ne infischia dei sacri confini padani inventati dalle menti malate di malfattori in camicia verde. Le catastrofi sono cieche sicché al massimo distinguono tra borghesi e proletari. Colpiscono più spesso i secondi, soprattutto se sono operai costretti dal padrone a lavorare mentre la terra trema e con essa i capannoni mal costruiti.La catastrofi sono come Tiresia: non vedono ma rivelano, additano verità. Smascherano le retoriche razziste dell’invasione degli alieni praticate da tribuni di ogni risma, compresi quelli a cinque stelle. Smentiscono la leggenda dell’estraneità irriducibile degli “islamici” propalata da un certo preteso campione del pensiero liberale, tal Giovanni Sartori. Mostrano che, quantunque esclusi dalla nazionalità italiana, loro e la loro progenie, i migranti appartengono al nostro stesso paese. Si spaccano la schiena nei capannoni industriali, fanno i turni di notte, lavorano in condizioni estreme nei cantieri edili e nelle campagne del Sud e del Nord, garantiscono la sopravvivenza di molte attività produttive. In definitiva contribuiscono all’economia italiana con un apporto ben superiore alla loro incidenza demografica. E non solo: i meteci cercano di riunire le loro famiglie, mandano i figli a scuola, dunque affidano all’Italia il futuro loro e della loro prole. Fra le vittime delle due ondate sismiche in Emilia, quelle accertate finora, in maggioranza operai (e non per caso), tre erano immigrati. Tarik Naouch, cittadino marocchino, morto la notte del 20 maggio nel crollo del capannone di una fabbrica di polistirolo, la Ursa di Ponte Rodoni di Bondeno, aveva 29 anni e da ben sei lavorava in quella fabbrica. Lavorava duro, anche di notte, per poter accogliere degnamente la giovane moglie ancora in Marocco. Era bambino quando approdò in Italia con i genitori da Beni Mellal, una delle regioni più povere del paese, fucina di emigrazione a ciclo continuo fin dagli anni settanta. Nel Belpaese aveva trascorso quasi tutta la sua vita, Tarik, ma non era cittadino italiano. Eppure si sentiva così responsabile che, fuggito dal capannone alle prime scosse, aveva subito avuto un ripensamento: era rientrato in fabbrica per azionare i sistemi di sicurezza, raccontano i suoi compagni, ed è stato allora che un pilone ha ceduto e gli è crollato addosso.Anche Mohamed Azzar, vittima della seconda ondata sismica, era un cittadino marocchino, anch’egli operaio, anch’egli morto durante il turno di notte per il crollo del capannone della fabbrica: la Meta, una ditta di meccanica di precisione, una trentina di dipendenti, nel polo industriale di San Felice sul Panaro, nel Modenese. Mohamed aveva 46 anni ed era molto conosciuto a San Felice perché era il responsabile del centro islamico. Qualcuno lo riferisca a Sartori. Coloro che incarnano “l’estraneità radicale non integrabile” sono gli stessi che lavorano duramente nei capannoni malandati dell’ex miracolo italiano. Gli dica che perfino uno così credente da dirigere un centro islamico può essere un buon lavoratore, un onestuomo rispettato e “integrato”. Gli riveli che gli “islamici” sono fatti della nostra stessa sostanza umana.La seconda vittima del crollo della Meta è Pavan Kumar, indiano del Punjab, di minoranza sikh. Aveva solo 27 anni e due figli piccoli: una bambina di due anni e un neonato di otto mesi. Era un “ragazzo” – volendo usare il termine ridicolo con cui i media definiscono gli italiani fino ai quarant’anni – eppure in quella fabbrica lavorava da cinque anni. Da quel che raccontano compagni di lavoro e familiari, Pavan, come Mohamed, temeva di tornare in quel vecchio capannone insicuro. Ma il padrone aveva preteso che riprendessero a lavorare, malgrado il rischio enorme che si era palesato con il primo terremoto. Probabilmente Mohamed e Pavan si erano infine piegati a quell’ingiunzione assurda per timore di perdere il lavoro. Se si è immigrati, il licenziamento significa perdere non solo occupazione e reddito, ma anche il permesso di soggiorno e quell’avanzamento minimo di status che esso comporta.Oggi i mezzi d’informazione per lo più esprimono compassione per la sorte di tutte le vittime del sisma. Alcuni arrivano perfino a chiamare con nome e cognome le vittime “straniere”, a corredare le notizie con qualche cenno alle loro biografie, sottraendole così al magma dell’alterità indistinta in cui di solito è annegata l’individualità dei migranti. Ma quanto durerà? Eppure speriamo che non siano pochi ad accogliere la lezione che la catastrofe ci consegna: della classe operaia, così negletta eppure così indispensabile e valorosa, sono parte integrante i lavoratori meteci, cioè inclusi economicamente, ma esclusi da diritti civili e politici, perfino da alcuni diritti sociali. Per ricompattare la classe, come si diceva un tempo, per renderla capace di resistere agli assalti della crisi, delle politiche di “austerità”, dei loro dissennati gestori, occorre battersi non solo contro il progetto di seppellire l’articolo 18 e altri diritti fondamentali, ma anche perché i meteci possano diventare cittadini a pieno titolo: almeno sulla carta, per cominciare.(Annamaria Rivera, 30 maggio 2012)".

mercoledì 30 maggio 2012

Femministe a parole da Tuba

Dopo la presentazione alla Libreria delle Moline, Femministe a parole torna in libreria: domani 31 maggio alle ore 19, da Tuba (via del Pigneto, 19 - Roma), nuova presentazione del volume, "una mappa che si dispiega in forma di abecedario, le parole che parlano di noi, che rappresentano i nodi su cui ci aggreghiamo e quelli su cui vogliamo riflettere. Anna Simone presenterà il libro al pubblico per poi aprire al dibattito in cui parole come indizi verranno estratte da un bussolotto, ogni autrice avrà 5 minuti per segnare la sua tappa, per giocare a svelare il femminismo". Con Sabrina Marchetti, Jamila Mascat, Renata Pepicelli, Isabella Peretti, Stefania Vulterini, Annamaria Rivera, Sonia Sabelli, Enrica Rigo, Laura Ronchetti, Valeria Ribeiro Corossacz, Olivia Fiorilli e tante altre ancora

martedì 29 maggio 2012

Asincronie del femminismo / Una presentazione al Cirsde

Questo pomeriggio presso la Sala Lauree della Facoltà di Lettere dell'Università di Torino, presentazione del volume di Paola Di Cori Asincronie del femminismo. Ne parleranno con l'autrice Anna Badino, Liliana Ellena e Marco Pustiniaz. Coordina Franca Balsamo. Per ulteriori info sull'incontro rinviamo al sito del Cirsde 

There is A Woman In Every Color

Elizabeth Catlett, There is A Woman In Every Color (1974-2004)

domenica 27 maggio 2012

Donne, debito e capitalsimo globale / Un incontro con Silvia Federici

Silvia Federici – docente presso la Hofstra University, New York – è una delle maggiori intellettuali e militanti femministe e marxiste. Ha vissuto tra Italia, Stati Uniti e Nigeria prendendo parte attiva in numerose battaglie politiche: dalle mobilitazioni studentesche alle lotte femministe europee e africane, dall'attivismo contro la pena di morte alla militanza nei movimenti contro la globalizazzione e la mercificazione dei sistemi scolastici. Nel confronto perenne con altre attiviste e teoriche femministe, Federici ha apportato un contributo fondamentale all’analisi e allo sviluppo del concetto di “riproduzione”, ampliandone il valore semantico e politico attraverso l'inclusione di una molteplicità di attività umane: la riproduzione dei corpi grazie al soddisfacimento dei bisogni elementari, la cura nei confronti di altri individui, la riproduzione delle culture e delle ideologie, la costruzione di comunità, la riproduzione delle lotte oltre che – nel contesto del capitalismo – la riproduzione della forza-lavoro, vero e proprio processo di produzione di valore non corrisposto in termini salariali e tradizionalmente svolto dalle donne. Nel lavoro di Federici, la riproduzione diventa una categoria indispensabile alla comprensione dello sviluppo capitalistico su scala locale e globale. Martedì 29 maggio sarà a Torino, nel seminario Donne, debito e capitalismo globale organizzato dal Laboratorio Sguardi sui Generis, al cui sito rinviamo per ulteriori info sull'incontro.

Colonia e postcolonia come spazi diasporici

Solo ora abbiamo letto - e segnaliamo - il volume Colonia e postcolonia come spazi diasporici. Attraversamenti di memorie, identità e confini nel Corno d'Africa, a cura di Uoldelul Chelati Dirar, Silvana Palma,Alessandro Triulzi, Alessandro Volterra.Rinviamo al sito dell'editore per una breve scheda del volume .

venerdì 25 maggio 2012

Il genere al lavoro / Audio del workshop di Sguardi sui Generis

Dal sito del Laboratorio Sguardi sui Generis, l'audio del workshop Il genere al lavoro, tenutosi a Torino qualche settimana fa. Dagli interventi della prima giornata - Processi di razzializzazione e gendering del lavoro (Introduzione, Anna Curcio, Vincenza Perilli), a quelli della seconda - la riforma Monti-Fornero e analisi del lavoro in prospettiva di genere - (Introduzione, Raffaele Sciortino, Lidia Cirillo. Buon ascolto!

mercoledì 23 maggio 2012

Ryanair / Induzione al sessismo ad alta quota

Scenetta: coppia lui/lei con bambino al seguito in aeroporto si accingono a salire a bordo su un volo della Ryanair. Lei davanti, lui dietro con il bambino per mano. Quest'ultimo a metà scaletta urla: " Mamma non hai visto il cartello? Fermati altrimenti ci fanno la multa! I bambini devono salire dando la mano alla mamma non al papà ...". Mi chiedo: la Ryanair (e non solo) potrebbe essere denunciata per induzione al sessismo? N.B : Ci scusiamo per la pessima qualità dell'immagine

lunedì 21 maggio 2012

Migranda : una festa / assemblea per tutte le donne, con le donne migranti

Migranda invita tutte le donne che vogliono essere protagoniste della lotta contro la legge Bossi-Fini e il razzismo istituzionale, che vogliono discutere del contratto di integrazione ma anche dell’importanza della lingua italiana, della cittadinanza per le figlie e i figli dei migranti e della precarietà nel lavoro, della costruzione di percorsi collettivi con le donne migranti e per tutte le donne, a una festa / assemblea domenica 27 maggio dalle ore 12 presso XM24 (via Fioravanti, 24 - Bologna). Pranzeremo insieme e discuteremo di come continuare insieme il nostro percorso.Partecipate numerose! 
Scarica il nuovo numero del Giornale di Migranda

Marginalia Sistas blog

Già da tempo avevo letto Hey sista, go sista di Minerva Jones e mi è sempre mancato il tempo di inviarle un thanks via web, cogliendo magari anche l'occasione per nominare altre sistas blog. Potrà forse sembrare strano che lo faccio ora, invece di sfruttare questi pochi minuti liberi per parlare di cose ben più gravi e urgenti - terremoti, bombe, morti. Eppure ha un senso, ha senso l'esistenza di certi luoghi - luoghi non solo virtuali -, luoghi di scambio, sostegno e relazioni. Grazie dunque ad alcune delle sistas (poiché ovviamente la lista potrebbe essere molto più lunga), con le quali Marginalia sente in questo momento di condividere - in maniera diversa - frammenti di resistenza : Sud De-GenereDonne sull'orlo di una crisi, Sguardi Sui Generis, Les Entrailles de Mademoiselle e Migranda

domenica 20 maggio 2012

Intersessualità / Perché ci interessa?

Domani sera al Circolo Maurice, serata informativa e di discussione intorno all'intersessualità "un termine che assume significati diversi a seconda dei punti di vista. Per alcuni è un modo di far riferimento alla condizione delle persone che presentano caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili, sia femminili, per il discorso medico-scientifico è una patologia o una sindrome in cui i cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non corrispondono alla 'normale' distinzione binaria maschile/femminile. Ma da dove arriva questo termine? Cosa sta dietro a queste definizioni? E come si autorappresentano i soggetti?". In previsione di una futura giornata seminariale, se ne discuterà con Liliana Ellena e Roberta di Nardo, antropologa e precaria, laureata presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi sulla gestione biomedica dell'intersessualità

sabato 19 maggio 2012

Zanele Muholi / Verso la nuova edizione del Some Prefer Cake

Un'anticipazione sulla nuova edizione del Some Prefer Cake (che si svolgerà a Bologna dal 20 al 23 settembre) con un focus sulla visual activist Zanele Muholi, che sarà ospite e protagonista del festival, all'interno del quale - tra l'altro - sarà reso omaggio a figure fondamentali quali Adrienne Rich e Audre Lorde . Nell'attesa, per chi ancora non conosce questo importante (e immancabile) appuntamento - giunto quest'anno alla sua sesta edizione -, rinviamo alla query Some Prefer Cake qui in Marginalia. Buona esplorazione

martedì 15 maggio 2012

Femministe a parole alla Libreria delle Moline

Venerdì prossimo, 18 maggio, alle ore 20, in occasione dell'arrivo in libreria di Femministe a parole, presso la Libreria delle Moline (via Delle Moline, 3 - Bologna) Barbara Chitussi e Cristina Demaria discuteranno del volume con Vincenza Perilli - co-curatrice del volume insieme a Sabrina Marchetti e Jamila H.M Mascat - e Silvia Cristofori e Alessandra Gribaldo, autrici di alcune delle voci del dizionario. Seguirà piccolo buffet per prolungare la discussione in maniera informale e conviviale tra i ricchissimi scaffali della libreria. Un grazie particolare a Marta per continuare tenacemente ad animare questo prezioso luogo di scambio e condivisione. Vi aspettiamo!

domenica 13 maggio 2012

Il duce, le mamme e le marce per la vita

Per memoria: Forza Nuova, Opus Dei, Militia Christi, Movimento per la Vita, Legionari di Cristo e tante altre sigle e siglette di raggruppamenti pro-life dell'estrema destra cattolica e integralista (oltre vari esponenti del governo e tra questi la senatrice del Partito Democratico Maria Pia Garavaglia) oggi in corteo a Roma per la cosiddetta Marcia per la vita. Che cade proprio, e non è un caso, nel giorno della Festa della Mamma, istituita in Italia da Mussolini nel dicembre 1933 con il nome di Giornata della Madre e del Fanciullo. L'Omni (Opera nazionale maternità e infanzia) premiò allora con un viaggio a Roma le 93 madri più prolifiche d'Italia che furono festeggiate sulle note dell'Inno dei figli della lupa.

venerdì 11 maggio 2012

Il genere al lavoro / Workshop del laboratorio Sguardi sui Generis

Il genere al lavoro è il nuovo workshop a cura del Laboratorio Sguardi sui Generis che si terrà a Torino all'inizio della prossima settimana e che "si propone di indagare la natura biopolitica del lavoro e degli odierni processi di produzione, cioè il modo in cui, dentro il capitalismo globale, l’inclusione di donne, migranti e categorie sociali tradizionalmente escluse produce gerarchizzazione della forza-lavoro e nuovi sfruttamenti.Leggere le trasformazioni in atto (la riforma del mercato del lavoro, le politiche di austerity) a partire da questa chiave, significa mettere in luce la ristrutturazione delle relazioni sociali e produttive che le politiche del debito producono, attraverso i dispositivi del reddito, del welfare, della cittadinanza. Il terreno del genere, in particolare, si rivela particolarmente strategico dentro questi processi nella misura in cui alla sua messa al lavoro dentro contesti produttivi sempre più precari si affianca l’estrazione di un valore invisibile ma non per questo meno rilevante: quel lavoro riproduttivo e domestico che, sostituendosi ad un welfare in estinzione, è chiamato a nutrire la nuova fase di accumulo di risorse e forza-lavoro. Le domande con cui confrontarci dunque nascono dall’esigenza di ripensare la crisi a partire dai soggetti che la abitano: quali sono i termini di inclusione della differenza dentro gli attuali assetti economici? In che direzione è possibile superare l’intreccio di emancipazione/sfruttamento che li caratterizza?". Il programma dettagliato e altre info sul sito delle Sguardi sui Generis

giovedì 10 maggio 2012

Colori, bandiere e permessi : il banco di prova della "differenza"


Colori, bandiere e permessi è il titolo del primo dei tre seminari (i successivi ci terranno l'1 e 15 giugno) organizzati a partire dalla pubblicazione del dizionario Femministe a parole. Grovigli da districare, a cura di Sabrina Marchetti, Jamila M.H Mascat e Vincenza Perilli. L'incontro - coordinato da Sabrina Marchetti - si terrà domani, venerdì 11 maggio, alle ore 18.30 presso il Caffè letterario della Casa Internazionale delle Donne a Roma, con la partecipazione di Silvia Cristofori,Valeria Ribeiro Corossacz, Sonia Sabelli, autrici di alcune delle voci di Femministe a parole

mercoledì 9 maggio 2012

Donne, corpi, pubblicità

Domani, giovedì 10 maggio, presso la Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara, 19 - Roma), presentazione del volume di Laura Corradi di cui vi avevamo già annunciato l'uscita, Specchio delle due brame, un'analisi socio-politica delle pubblicità tra genere, classe, razza, età ed eterosessismo. Per maggiori info sull'incontro rinviamo a Il paese delle donne, mentre una scheda del volume è consultabile sul sito della casa editrice Ediesse

lunedì 7 maggio 2012

Il duce in autobus : odierni tragitti della creatività (neo) fascista

Bisogna convenire che la fantasia creativa dei fascistucoli italioti di ogni risma è notevole e, nell'ultimo periodo, in crescita. Siamo passati dalle tristi cartoline e altri polverosi cimeli venduti come souvenir, alle crociere sul Lago di Garda e alle cene a base di pancetta nera, fino ad arrivare alla scritta Onore al duce portata in giro per Roma sul display di un autobus dell'Atac come a suggerire che  il capolinea di questo paese è quello di un fascismo sempre più pervasivo. Ma, come sappiamo, la creatività è incentivata dal mecenatismo di cui gode la destra (neo)fascista grazie ad assunzioni, incarichi, regalie e addirittura premi in Campidoglio ai camerati.

martedì 1 maggio 2012

Nous, féministes ...

Pubblichiamo l'appello lanciato da un gruppo di militanti e intellettuali femministe - tra le quali Elsa Dorlin, Eleni Varikas, Laure Bereni, Rada Ivekovic e Joan W. Scott - nell'imminenza del secondo turno delle presidenziali francesi che si terrà domenica 6 maggio: " … Nous citoyennes et indigènes, immigrées et autochtones, bourgeoises et prolétaires, travailleuses et chômeuses, nationales et naturalisées, européennes et étrangères, militantes et universitaires : filles, mères, ménopausées, avortées ou hormonées, Noires, blanches, tsiganes,arabes, musulmanes, juives ou chrétiennes, croyantes, mécréantes, voilées, dévoilées, revoilées, sexy, grosses, anorexiques, valides ou non, straight, trans, gouines, queer, morales, immorales, amorales, victimes, putes, épargnées ou enragées, … Nous, féministes, filles d’Olympe de Gouges, la demi-mondaine guillotinée pour avoir déclaré nos droits, de Solitude, mulâtresse guillotinée à Pointe à Pitre pour s’être élevée contre le rétablissement de l’esclavage, de Mary Wollstonecraft et de sa philosophie authentiquement universaliste, de Flora Tristan qui défendait "la nécessité de faire bon accueil aux femmes étrangères", de Fatma N’Soumer combattante algérienne qui prit les armes contre l’armée coloniale, de Louise Michel qui se rangeât sans hésiter du côté des Kanaks contre les colonisateurs de son pays, d’Olga Bancik la combattante invisible de la bande à Manouchian décapitée par les nazis, des 230 militantes, résistantes, du convoi du 24 janvier 1943 qui entonnèrent la Marseillaise en franchissant le portail de Birkenau, … Nous, filles, petites filles du MLF et du FHAR ; filles d’Audre Lorde, poétesse, lesbienne, caribéenne, traquant le racisme, le sexisme et l’homophobie jusque dans les rangs des mouvements féministes et des mobilisations anti-racistes... Filles de Virginia Woolf, nous dénonçons avec elle la propagande nationaliste qui prend les femmes en otage et prétend les défendre alors qu’on bafoue leurs droits fondamentaux : « En tant que femme, je n’ai pas de pays, en tant que femme, je ne désire pas de pays, mon pays c’est le monde entier… ». Notre généalogie ne connaît pas de zones d’ombre : nous représentons cette tradition féministe internationaliste et anti fasciste qui s’est historiquement battue contre l’instrumentalisation colonialiste et nationaliste des droits des femmes et qui a toujours revendiqué l’égalité de toutEs et tous, quels que soient nos conditions, nos papiers d’identité, nos sexualités, nos religions, … Nous déclarons que nous ferons tout pour débarrasser le pays du Président sortant et appelons toutes et tous à en faire autant pour barrer la route au fascisme qui se répand en France et en Europe. Il est temps que nous nous rassemblions pour combattre ces politiques qui détruisent systématiquement notre communauté politique, nos droits, nos libertés démocratiques, le lien social et la solidarité et qui osent le faire en notre nom. Il est temps qu’un autre féminisme prenne la parole : nous, féministes, refusons avec la plus vive détermination que les « droits des femmes » et des « homosexuelLEs » ou « l’égalité des sexes » servent des idéologies et des pratiques néo coloniales et liberticides. Nous refusons de nous rendre complices de tels dispositifs qui créent les conditions de la toute puissance du capitalisme néolibéral, de la promotion d’une morale paternaliste de la « tolérance », de la réduction du politique au maintien de l’ordre policier et douanier, du fichage, de la surveillance et de la criminalisation des « étrangerEs », des populations paupérisées comme des syndicalistes et du mouvement social. Nous nous révoltons contre cette société qui laisse crever ses propres citoyenNEs de froid et de faim dans la rue tout en prétendant ne pas pouvoir accueillir « toute la misère du monde » ; nous condamnons la ruine des services publics, notamment en matière de santé, d’éducation, de recherche et de proximité qui sont la condition matérielle nécessaire de l’égalité réelle. Obscur objet du désir, l’adhésion de 6 millions d’électeurs et d’électrices françaisES à une culture fascisante fait l’objet d’un racolage actif. Le score du FN est comme un blanc seing pour nous maintenir dans la minorité, pour nous abreuver de représentations populistes, débiles, de raisonnements simplistes qui ne prônent que la haine ; la société civile n’est plus qu’une société de consommation clivée et apeurée. Cette surenchère doit cesser… Pour notre part, nous ne laisserons plus ce front nationaliste récupérer le féminisme pour en faire l’étendard des frontières de l’« Occident ». Nous ne laisserons pas un parti, quel que soit le sexe de son chef, nous diviser impunément.Nous luttons contre le grand renfermement dans une Europe forteresse qui transforme le combat historique pour nos droits et nos libertés sur nos corps et nos vies en une valeur de la « civilisation occidentale » et un critère d’intégration islamophobe… Qu’en est-il justement de « Nous » ? Qu’en est-il de « nos » droits ? Qu’en est-il de ces millions de femmes vivant ici sous le seuil de pauvreté ou assignées au travail domestique ? Qu’en est-il de l’égalité réelle des sexes et des sexualités ?... Quelle place occupe la lutte contre l’hétérosexisme dans notre société : une société qui maintient les discriminations salariales comme la licité des insultes ou l’impunité des violences ? Quels moyens sont alloués à une éducation sexuelle émancipatrice et à l’accès réel aux droits sexuels reproductifs et non reproductifs pour toutEs (maintien des centres d’IVG, valorisation et diffusion de la gynécologie médicale, contraception libre et gratuite, accès à la PMA sans discrimination) ? En tant que féministes, comment ne pas exiger l’abrogation des lois qui criminalisent les femmes en raison de leur religion, la multiplication des modes de garde collectif féministe, la réforme des manuels scolaires et le développement de la place de l’histoire des femmes, des études postcoloniales et de la notion de « genre » dans toutes les disciplines, l’éradication des publicités et des jouets prônant l’hétérosexualité obligatoire, la reconnaissance pleine et entière des droits sociaux des prostituéEs ? … Quelles leçons prétendons-nous vouloir donner au monde et de quelle histoire voulons-nous être les héritierEs ? Nous appelons aujourd’hui à voter pour le candidat qui demeure en position de barrer la route au projet néoconservateur d’une Europe amnésique, pour faire rempart aux politiques avilissantes des droites extrêmes comme des dérives droitières des partis de gouvernement d’ici ou d’ailleurs. Cet appel ne donne nullement carte blanche à M. Hollande ni ne signifie une adhésion à son programme économique et social : nos votes sont une promesse qui charrie le tumulte des combats passés, une promesse vis-à-vis de cette mémoire des luttes, un engagement pour l’avenir. Si nous gagnons cette fois, nous n’oublions pas que les fascistes sont de retour en Europe ; une Europe déchirée et désolée par des décennies d’un néolibéralisme agressif. Fidèle à Virginia Woolf, et à son brulot féministe Trois guinées (expurgé de ses œuvres « complètes » récemment parues dans La Pléiade), nous affirmons que, désormais, quiconque tente de nous instrumentaliser en prétendant défendre le droit des femmes sous couvert de progrès, d’identité nationale ou de défense des frontières européennes – rencontrera sur son chemin une internationale féministe que nous appelons de nos voeux" (Per adesioni: Elsa.Dorlin at univ-paris1.fr o evarikas at yahoo.fr).

Femministe a parole al Mfla

Vi avevamo già detto della presentazione di Femministe a parole durante la trasmissione Attica Blues, ma per le amanti della radio segnaliamo anche l'intervista a Jamila Mascat al Mfla:potete ascoltarla a questo link, buon primo maggio!

Race and the Academy: A Discussion

Per chi è o sarà a Londra a giugno, di seguito la presentazione dell'incontro Race and the Academy: A Discussion (con Sara Ahmed,Joan Amin-Addo, Denise Ferreira da Silva e Nirmal Puwar) che si terrà al Goldsmiths College il prossimo 20 giugno. We will ask how whiteness is institutionalised and discuss the difficulties and challenges of ‘embodying diversity’. We will aim to account for the political labour entailed in describing the morphing contours of the dynamics of ‘race’. We will work from the position that all racialised bodies can’t be placed on a flat playing field. Conditionsof privilege are differentiated. There is an inter-play between conditions of inclusion and exclusion. Thus it is absolutely vital to be cognisant to how marginality itself is claimed and embedded in global circuits of productivity. The relationship between multiculturalism and institutions has shifted to including visible markers of difference, whilst at the same time obfuscating the continued institutional privileges of whiteness. We will try to name just a few of the issues in the contemporary racialised space of the academy, whilst trying to side step becoming the problem. The panel will signal how the arsenal of social and political thought we have at our disposal can provide a reflexive aid for strategies and tactics for inhabiting and transforming institutional worlds. The discussion is open to all academics, practitioners, activists and students interested in anti-racist theory and practice. However numbers are restricted: if you would like to attend please email:s.ahmed@gold.ac.uk