mercoledì 29 giugno 2011

Audre Lorde’s Transatlantic Sisterhoods / Call for Papers

Audre Lorde (1934-1992) was one of the most significant and influential Black feminist scholars, writers and activists of the twentieth century. Although her involvement in the African-American Civil Rights and Black Arts Movement and her enduring relevance in feminist and lesbian/gay movements in the US have been documented, no sustained effort has been made yet to bear witness to the truly international and transatlantic dimension of her legacy. This legacy is reflected in the coalitions she founded with black diasporic women during her travels to places such as Germany and Britain as well as in her contribution to the reception of the Black Revolution of the 1960s in European contexts, a revolution, whose effects, as she suggested, “are sometimes more obvious in other countries than in America”. This volume of essays seeks to introduce new perspectives on the depth and range of Lorde’s literary, intellectual and activist commitments by constructing a European perspective within which to situate her life and work.We invite proposals for essays which look at how Lorde’s work inspired, enriched and was differentiated by its numerous and varied recontextualisations in different European countries including Britain, Germany, Holland, Switzerland, France as well as other European places Lorde did not have a direct encounter with. We welcome essays addressing (though not limited to) the following questions focusing on one or more European contexts and drawing on a range of disciplinary perspectives: Which topics and motives in Lorde’s work were met with the greatest interest in her reception in Europe? Did her work function as a forum for discussing civil rights, the inclusion or exclusion of marginalised groups, issues pertaining to sexuality, health care and forms of ‘grassroots’ organisation? How was her work disseminated in European countries, which translations appeared and when, what readership did this literature find at different phases, and what was the role of publishing houses? How was Lorde’s conception of the Black Diaspora shaped by her Atlantic crossings? How was Lorde’s conception of the Black Diaspora shaped by her Atlantic crossings? What is the relevance of Lorde’s work today when it comes to defining contemporary tasks and questions: fluid and controversial concepts such as race/ethnicity, immigration, civil rights, and integration in various European societies? We welcome a range of submissions from critical essays, archival work, case studies, personal reflections, manifestoes, interviews and mission statements from networks/activist groups whose work owes a debt to Lorde. Please submit proposals in abstract form (200-300 words) by the 30th of September 2010 at audrelorde.collection@gmail.com. We look forward to receiving your proposals and submissions for this volume!
Professor Sabine Broeck, University of Bremen
Dr Stella Bolaki, University of Glasgow

sabato 25 giugno 2011

Il colore della violenza contro le donne / The Color of Violence Against Women

Poiché la nostra assenza si sta rivelando più lunga del previsto ci connettiamo da un pc di fortuna per lasciarvi almeno qualcosa in lettura: un intervento di Angela Davis, The Color of Violence Against Women. Non è recentissimo (è stato scritto / pubblicato nel 2000), ma crediamo offra ancora spunti di riflessione molto interessanti per una pratica (e una teoria) femminista sull'argomento (purtroppo sempre "attuale"). Se poi qualcuna/o (?) avesse il tempo di farne una traduzione ;-)

mercoledì 15 giugno 2011

Lo "stupratore immigrato", la "badante", la "puttana": stereotipi razzializzati e genderizzati nell' Italia postcoloniale

Poiché siamo in partenza (e presumiamo di essere off-line per un po'), vi lasciamo in compagnia di un interessante contributo di Sonia Sabelli affinché non sentiate troppo la nostra mancanza. Si tratta dell'abstract del suo intervento al convegno Fuori e dentro le democrazie sessuali, convegno organizzato da Facciamo Breccia e che si si è tenuto, come vi avevamo segnalato, qualche settimana fa a Roma. Nel suo sito, oltre l'abstract, trovate anche l'audio dell'intervento completo. Buona lettura / ascolto (e au revoir!)

lunedì 13 giugno 2011

Amina Abdallah ieri a Radio Blackout

Il titolo del post è volutamente spiazzante e provocatorio. Che l'attivista femminista queer di  A Gay Girl in Damascus possa aver partecipato ieri ad una trasmissione radio è ovviamente impossibile. Impossibile perché è stata rapita/sequestrata da tre uomini armati una settimana fa a Damasco. Anzi no, impossibile perché Amina Abdallah non esiste e il suo rapimento è una bufala, come da qualche giorno si vociferava in rete. Ancora meglio: impossibile perché dietro al blog A Gay Girl in Damascus c'è in effetti un certo Tom MacMaster (nome che se è vero sembra inventato), che scrive da Istanbul Turchia. Non sappiamo (e non ci interessa in questo specifico contesto), sapere qual'è la "verità". Come era già stato sottolineato da qualcuna e come è stato ribadito ieri pomeriggio nella trasmissione Interferenze di Radio Blackout, se questa è una  maniera inventata ad arte per portare attenzione (in "occidente") su certe questioni,  ben venga. Perché del resto, come si può leggere stamani in Apology to readers , se la voce narrante è una finzione, i fatti narrati sono veri.

giovedì 9 giugno 2011

Harriet Tubman sul fiume Combahee

Di Harriet Tubman - donna, nera, schiava fuggitiva, liberatrice di altri/e schiavi/e e femminista - abbiamo già scritto tante altre volte su queste pagine. Ma non temiamo le ripetizioni e ci piace continuare a seminare frammenti di storia che prima o poi, l'abbiamo già sperimentato, germogliano (anche se pochi/e si ricordano infine dell'ortolano/a). Così non possiamo non ricordare (amiamo tanto anche gli anniversari) quel giugno di quasi centocinquanta anni fa (era il 1863) in cui Tubman, con un'azione di vera e propria guerriglia, riuscì a liberare, attraversando il fiume Combahee, oltre 700 schiavi/e della Carolina del Sud. Ed è a questo avvenimento storico - la lotta di una donna nera contro il razzismo schiavista - che pensavano Barbara Smith e le altre donne del suo piccolo gruppo quando nei primi anni 70 fondarono il Combahee River Collective. Di queste lotta rivendicavano l'eredità. Consigliamo, prima di fare nanna,  il loro manifesto, A Black Feminist Statement.

martedì 7 giugno 2011

Chi ha interesse a far tacere Amina Abdallah?

Abbiamo appena appreso del rapimento/sequestro dell'attivista femminista queer Amina Abdallah, che dalle pagine del suo blog A Gay Girl in Damascus, aveva portato avanti da una parte una dura critica del regime di Assad e dall'altra del pinkwashing (e Pinkwashing Assad? è in titolo di un suo articolo da poco tradotto in italiano) ovvero la strumentalizzazione dei diritti glbtq e delle donne da parte delle “democrazie occidentali” per legittimare le proprie politiche imperialiste e neocoloniali. Rinviamo all'appello della cugina di Amina, Rania, tradotto a cura della redazione di Infoaut, sperando nell'avvio di tutte le possibili forme di mobilitazione. 

Interferenze sulle stupro

Approfittiamo dell'apertura a New York del processo per stupro all'ex direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn (lo "stupratore di classe", accolto fuori dal tribunale dalle proteste di centinaia di donne, in maggioranza lavoratrici nere e/o immigrate) per segnalarvi la trasmissione Interferenze condotta su Radio Blackout da alcune compagne del laboratorio Sguardi Sui Generis. La trasmissione - alla quale siamo state felici di partecipare domenica scorsa proprio a proposito del "caso DSK" - va in onda tutte le domeniche pomeriggio, dalle 16 alle 17. Scusateci ma non siamo riuscite a trovare nel sito il palinsesto della prossima puntata, comunque sintonizzatevi su Radio Blackout - 105.250 fm. Buon ascolto.

mercoledì 1 giugno 2011

Anzi: sììììììììììììììììììììììììììììì. Post brachilogico (che stasera il poco tempo non ci permette di più), ma pensiamo che il senso sia comunque comprensibile alle/ai più. Per tutte/i le/gli altre/i speriamo che funzioni (da qui a una settimana) l'effetto subliminale ;-)