"Quel che fa  impressione, di questo paese alla deriva in ogni senso, non è  solo il razzismo ormai senza freni, né soltanto il compimento di un  processo che chi scrive aveva puntualmente previsto: cioè la saldatura  fra razzismo istituzionale e razzismo popolare (o “di massa”, se  preferite). Ciò che colpisce di più è l’impotenza della sinistra  comunque aggettivata: impotenza al tempo stesso teorica e politica,  coniugata con una tale perdita della memoria da far pensare a una sindrome  patologica. Di fronte alla caccia all’uomo e alla deportazione delle  vittime della violenza mafioso-padronal-popolare di Rosarno, il meglio  che si è letto, sul versante delle voci non marginali, è l’indignazione  stupefatta di chi sgrana gli occhi di fronte al fatto che “per la  prima volta un’intera piana del sud è stata sgomberata da tutti gli  uomini con la pelle nera che la popolavano” (Gad Lerner). Ciò che  fa specie è quel “per la prima volta”. Abbiamo già dimenticato  la strage di camorra che il 18 settembre 2008 uccise a Castelvolturno  sei lavoratori africani e un italiano, nonché le dichiarazioni ignobili  di Maroni (anche allora) e la caccia ai migranti “irregolari” che  ne conseguirono? Già ci siamo lasciati alle spalle il pogrom di Ponticelli,  ispirato dalla camorra e da interessi economico-istituzionali (anche  centrosinistri), con la cacciata dell’intera popolazione rom della  zona a pietrate e insulti popolari? Eppure Ponticelli metteva in scena  il più classico esempio di pogrom: la propalazione, ad opera della  camorra, di una “voce”, modellata sulla leggenda della zingara rapitrice  d’infanti; l’accusa e la condanna di una giovane romnì innocente;  il furore e la violenza popolari; l’espulsione dal territorio di tutti  gli zingari…E Ponticelli a sua volta ripeteva il copione di Scampia:  in quest’altro quartiere della periferia napoletana, nel lontano 2000,  per due giorni bruciarono le favelas  dei rom, dove si erano rifugiati profughi non riconosciuti, fuggiti  dalla guerra civile in Jugoslavia. O forse inconsciamente si crede che  i rom siano meno umani perfino dei “negri”? Se poi volessimo  allungare lo sguardo all’indietro, di episodi simili ne troveremmo  a decine all’epoca in cui dilagava la sindrome sicuritaria centrosinistra,  fomentata e/o cavalcata ad arte da governanti e amministratori democratici.  Questo per dire che, per chi avesse voluto coglierli, i segnali del  precipitare di questo infelice paese verso il baratro del razzismo c’erano  tutti già da lungo tempo. Per ribadire che, quando hanno governato,  le “forze democratiche” hanno colpevolmente favorito la saldatura  della quale abbiamo detto ed evitato come la peste di varare misure  per rendere meno vulnerabili i senzadiritti, il che ha spianato la strada  ai post-nazisti che oggi ci governano..." [continua su Liberazione, 15 gennaio 2009]
venerdì 15 gennaio 2010
"La 'ndrangheta vuole schiavi, quale che sia il colore della loro pelle" : editoriale di Annamaria Rivera su razzismo e perdita di memoria
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