venerdì 23 dicembre 2011

CasaPound Superstar e Marginalia

Una lettrice ci segnala una pagina di vivamafarka (il forum di CasaPound che prende il nome dal romanzo di Marinetti Mafarka il futurista, romanzo dove, tra l'altro, si esalta lo "stupro delle negre"). La pagina è effettivamente dedicata a questo blog, ma è roba piuttosto vecchiotta, risale al 2009 quando CasaPound era già abbastanza superstar ma in tanti/e faticavano ancora ad accorgersene (in questo paese ci si sveglia veramente solo con i morti, cosa che troviamo alquanto "triste"). Comunque è una pagina che avevamo già visto all'epoca ma poi smemorizzato. Del resto altre pagine, di tenore molto più pesante, erano poi state cancellate dai mafarkiani (ma da qualche parte ne conserviamo copia). Comunque grazie della segnalazione, magari sarà utile, sparita finalmente questa feccia e tutto il contorno, per ricostruire frammenti di memoria storica.

E visto che ci siamo: vecchi articoli su CasaPound in Marginalia

sabato 17 dicembre 2011

Per Mor Diop e Samb Modou e tutte le altre vittime del sistema razzista in Italia

Per Mor Diop e Samb Modou - assassinati a Firenze il 13 dicembre dal militante di estrema destra vicino a CasaPound Gianluca Casseri -, per le loro famiglie, per i loro amici, per Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike - feriti gravemente durante la stessa strage -, per la comunità senegalese, per tutte le altre comunità migranti e tutte le vittime del sistema razzista di questo paese alla deriva.

martedì 13 dicembre 2011

Femminismi nel mediterraneo

All'interno del seminario permanente sui femminismi globali - che intende "mettere al centro della riflessione i sistemi di pensiero, le pratiche e le reti di relazione dei femminismi nelle loro varie declinazioni storiche e geografiche" -, la Società Italiana delle Storiche in collaborazione con la Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea e l'Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Scienze Politiche, organizza la giornata seminariale Femminismi nel mediterraneo, con interventi - tra le altre - di Raffaella Baritono, Renata Pepicelli, Leila El-Houssi e Anna Vanzan. Per maggiori info rinviamo al programma dettagliato nel sito della Sis.

domenica 11 dicembre 2011

Carla Lonzi e i suoi miracoli / Taci. Anzi parla

Ci voleva (santa) Carla Lonzi (sopra) e il Secondo manifesto di Rivolta Femminile (sotto), via Sud-Degenere, per far uscire momentaneamente Marginalia dal suo mutismo. Il titolo del post riprende il titolo di un'altra opera lonziana, quel Taci. Anzi parla. Diario di una femminista che già si era riaffacciato qui in altri momenti di "crisi".

"Chi ha detto che l’ideologia è anche la mia avventura?
Avventura e ideologia sono incompatibili
La mia avventura sono io
Un giorno di depressione un anno di depressione cento anni di depressione
Lascio l’ideologia e non so più niente
Lo smarrimento è la mia prova
Non avrò più un momento prestigioso a disposizione
Perdo attrattiva
Non avrai in me un punto fermo
Chi ha detto che l’emancipazione è stata smascherata?
Adesso mi corteggi perché temi che quell’interlocutrice con il mondo che non hai saputo essere lo sarò io
Aspetti da me l’identità e non ti decidi
Hai avuto dall’uomo l’identità e non la lasci
Riversi su di me il tuo conflitto e mi sei ostile
Attenti alla mia integrità
Vorresti mettermi sul piedistallo
Vorresti tenermi sotto tutela
Mi allontano e non me lo perdoni
Non sai chi sono e ti fai mia mediatrice
Quello che ho da dire lo dico da sola
Chi ha detto che hai giovato alla mia causa?
Io ho giovato alla tua carriera
Ma il mio apparire ti ha guastato la festa
La provocazione è un gesto di attaccamento
Mi fai assistere a penose rivalse in chiave di sfida
Celebri un mito che con me è caduto
Chi ha detto che la cultura è una meta sublime?
E’ la meta sublime dell’autodistruzione
Acculturandoti hai aderito senza riserve a una richiesta che ti esclude
Hai voluto partecipare senza esistere in proprio
Alla fine sei irriconoscibile
Durante soffri di inadeguatezza
Pretendi solidarietà per essere andata allo sbaraglio
Secondo me ti sei cacciata nei pasticci
Hai dato la vita per dimostrare che siamo mediocri
Sei rimasta in panne nella scalata al fallo
Sembrava questione di tempo e ce l’avresti fatta
Ti continuano a dire che la mediocrità è temporanea
Con te la vedo perenne
Arriverai a invidiare il mio niente
Chi ha detto che il potere non lo conosci?
"Occuparsi di" è arroganza intellettuale
Più ti occupi della donna e più mi sei estranea
Sai cos’è esporsi in prima persona?
Tu cerchi l’errore senza essere pronta a rischiare
Chi ha detto che l’autocoscienza è quella?
Quella è una pantomima per i fessi
Sarebbe finita prima di cominciare
E’ dilagata nei fraintendimenti
E’ diventata aria fritta
Non parlare con me se hai fatto "autocoscienza"
L’autocoscienza è altra
L’hai sentita quella della "doppia militanza"?
E quella del "privato è politico"?
E quella del "non state facendo abbastanza"?
Ho trovato la mia fonte di umorismo".

giovedì 1 dicembre 2011

Marginalia Closed

Mi prendo, anzi ci prendiamo (io e il blog), una pausa di "vacanza" e soprattutto riflessione. Magari "torniamo" già domani, o dopodomani. O forse mai. In questo momento non ci poniamo il problema, abbiamo troppo bisogno di tirare giù la saracinesca.

martedì 29 novembre 2011

Le ragazze di Asmara. Lavoro domestico e migrazione postcoloniale

Le ragazze di Asmara. Lavoro domestico e migrazione postcoloniale, è un volume di Sabrina Marchetti appena pubblicato nella collana Sessismo&Razzismo di Ediesse. Segnalando la presentazione del volume che si terrà il 9 dicembre a Roma nel corso di un incontro presso la Casa internazionale delle donne dedicato al legame fra Italia ed Eritrea, dal passato coloniale alle migrazioni globali, riprendiamo la quarta di copertina del volume: "Dietro ogni rapporto tra datrice e prestatrice di lavoro domestico eritrea si dipana un filo invisibile che connette il mercato del lavoro contemporaneo alla passata esperienza coloniale. È questo il risultato teorico che emerge dal libro di Sabrina Marchetti, Le ragazze di Asmara. Lo studio, basato su interviste in profondità con donne eritree arrivate a Roma negli anni sessanta e settanta, illumina con fluidità narrativa il nesso di continuità tra padrona bianca e serva nera nel passato contesto coloniale e tra donne italiane e migranti globali, oggi. Ispirandosi al sociologo francese Pierre Bourdieu, Marchetti parla di «capitale culturale postcoloniale» come di una risorsa formatasi dapprima nel contesto coloniale e poi rifunzionalizzata dai soggetti migranti una volta giunti in Italia. Le abilità domestiche delle donne eritree, acquisite durante la giovinezza, sono le articolazioni di questo capitale culturale in cui caratteristiche di genere e di classe si combinano con la «razza». Come spiega una delle intervistate: «In Italia a quei tempi questo lavoro non era ben visto per il popolo italiano. Allora gli è stato facile di chiedere, per pochi soldi, le ragazze dall’Eritrea! “Le ragazze di Asmara sono brave, sono intelligenti, sono pulite”: questo sapevano!». Se quindi tale habitus viene messo produttivamente al lavoro nel contesto italiano, parallelamente viene utilizzato dalle domestiche migranti come risorsa di microresistenza quotidiana: il sapere e le abilità che queste donne hanno accumulato sotto l’influsso dell’eredità coloniale si converte in una narrazione utile a «sopportare le difficoltà» di un lavoro stigmatizzato come «sporco», degradante e servile. Da questo punto di vista le eritree parlano di un legame privilegiato con gli italiani, basato su una relazione di affinità; una relazione che recupera e idealizza la servitù e l’intimità domestica coloniali, dove le eritree «sono molto responsabili e fanno tutto senza dire niente». Questo è il prezzo da pagare per esser accettate nella cultura italiana, enfatizzando le somiglianze con gli italiani: «Per tanti di noi eritrei, specialmente quelli che siamo arrivati prima, per noi è la seconda patria, l’Italia. È simile il carattere tra italiani ed eritrei e quindi è come se fosse... ci sentiamo in Asmara!».La postcolonialità emerge in questo modo nella sua ambiguità intrinseca: le autorappresentazioni delle domestiche migranti se da un lato ne hanno facilitato l’ingresso nella società degli ex colonizzatori, dall’altro le hanno relegate nei suoi strati più bassi. Le intervistate sono state profondamente segnate da questa ambivalenza, in cui essere eritree era al contempo strumento di microresistenza e ragione di subordinazione.Più in generale Le ragazze di Asmara descrive una dialettica tra servo e padrone, deprivata tuttavia delle sue potenzialità di trasformazione. Si tratta di uno studio che apre ad ulteriori ricerche su come fattori diversi legati all’identità dei lavoratori transnazionali (postcolonialità, religione, costumi nazionali, profili sessuali) possano esser utilizzati nel comando del lavoro, ma anche, si spera, per la sua emancipazione".

Il femminismo è una teoria estremista che consiste nel considerare le donne degli esseri umani / Le féminisme est une théorie extrémiste qui consiste à considérer les femmes comme des êtres humains

Così recita il titolo della recensione di Didier Epsztajn al volume di Corinne App, Anne-Marie Faure-Fraisse, Béatrice Fraenkel e Lydie Rauzier 40 ans de slogans féministes 1970/2010 (Editions iXe, Donnemarie - Dontilly 2011), 244 pagine che ripercorrono quasi mezzo secolo di lotte femministe attraverso foto, qualche testo ma soprattutto slogan, dall'ironico (e datato anni 70) Une femme sans homme c’est comme un poisson sans bicyclette (Una donna senza uomo è come un pesce senza bicicletta) al più recente Ne me libérerez pas, je m’en charge (Non liberatemi, me ne occupo io) ...

venerdì 25 novembre 2011

Violenza sulle donne / Appello per Adama: una storia, molte violenze

In occasione del 25 novembre le iniziative di denuncia delle violenze contro le donne si moltiplicano, ottenendo un'effimera - quanto inutile - visibilità anche su quei mezzi di informazione ordinariamente silenziosi su queste questioni (tranne, beninteso, quando la "notizia" può essere proficuamente strumentalizzata e messa al servizio di politiche razziste e sessiste, sicuritarie e di controllo). Per questo, forse, avremmo evitato in questa giornata di scriverne se non ci fosse giunto da Paola Rudan - che ringraziamo - l'invito a far circolare l'appello di Migranda / Trama di Terre per Adama, donna migrante rinchiusa da fine agosto nel CIE di Bologna: aveva chiamato i carabinieri di Forlì dopo essere stata derubata, picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello dal suo ex-compagno. L’unica risposta che Adama ha ricevuto è stata la detenzione nel buco nero di un centro di identificazione e di espulsione nel quale potrebbe restare ancora per mesi. E la storia di Adama non è una storia isolata: il 13 dicembre, a Bruxelles, si svolgerà un convegno internazionale del Picum - un organismo che si occupa di migranti "senza documenti"* - sulla situazione difficilissima vissuta dalle donne migranti considerate "clandestine" in Europa. Chi mi ha inoltrato l'appello per Adama scrive qualcosa che condivido pienamente: "Non vogliamo essere le rappresentanti o le tutrici di una vittima, ma l'amplificatore di una donna che sta lottando e che non ha altro modo di far sentire la sua voce". Vi invitiamo dunque a firmare e far circolare l'appello che trovate nel sito di Migranda, affinché Adama possa "riprendere in mano la propria vita" e noi tutte la nostra.

* Che significa: senza documenti giudicati validi nella Fortezza Europa.

mercoledì 23 novembre 2011

Le italiane dall'Unità ad oggi : un convegno della SIS

Di generazione in generazione. Le italiane dall'Unità ad oggi, è il titolo del convegno organizzato dalla Società Italiana delle Storiche che si terrà da domani fino a venerdì 25 novembre a Firenze. Per il programma dettagliato rinviamo al sito della SIS.

Politiche di pinkwashing e strategie di resistenza

Facciamo Breccia pubblica la traduzione di un appello di Palestinian Queers for Boycott, Divestment & Sanctions, in cui si chiede all'IGLYO - uno dei principali network di associazioni GLBT internazionali - di non essere complice delle politiche di pinkwashing israeliane svolgendo - senza prendere in questo modo posizione - la propria assemblea generale, prevista per dicembre, a Tel Aviv. L'invito, sempre sottinteso quando si pubblicano appelli di questo tipo, è di far circolare il più largamente possibile.

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lunedì 21 novembre 2011

Questions féministes (1977-1980)

Vi anticipiamo l'uscita in primavera, per le edizioni Syllepse, del volume Questions féministes (1977-1980), raccolta dei primi otto numeri della rivista Questions féministes, poi Nouvelles Questions féministes, la più prestigiosa rivista francofona di studi di genere, fondata - tra le altre - da Simone De Beauvoir e Christine Delphy. Con una prefazione di Michelle Perrot. Irrinunciabile.

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sabato 19 novembre 2011

Zapruder : dieci anni di storie in movimento ...

Storie in movimento / Zapruder festeggia dieci anni. Per l'occasione è stata realizzata una shopping in tela che potete ammirare nell'apposita pagina del sito dove trovate anche tutte le info utili per acquistarla. Detto tra noi personalmente l'avremmo preferita un po' più rosa (intendiamo rosa shocking ovviamente, non rosa stile quote ...), ma la sponsorizziamo comunque con convinzione : acquistarla - così come associarsi e/o abbonarsi alla rivista - è un modo per sostenere il progetto Storie in movimento / Zapruder, un progetto (val la pena ricordarlo) interamente autofinanziato e dal quale nessuno trae alcun profitto se non quello dell'esistenza di uno spazio di espressione autonoma.

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Angela Davis a Occupy Philadelphia

Il Mfla ha mandato in onda (con traduzione) l'audio dell'intervento di Angela Davis a Occupy Philadelphia. Il video lo trovate invece su YouTube. Su Connessioni, infine, un intervento critico dell'attivista americano Joel Olson, del gruppo bring the ruckus, rete di attivisti impegnata nello sviluppo del movimento nato il 17 settembre con Occupy Wall Street a New York e che poi si è esteso rapidamente in altre città statunitensi, movimento detto anche del 99% dallo slogan "Noi siamo il 99%", ovvero (semplificando) noi siamo il 99% della società che lavora non l'1% dei superricchi che godono i frutti di questo lavoro.

Modelli di genere in mutamento

Via Porno, un bando di concorso rivolto a "giovani" (over 45 ...) studiose/i di tematiche di genere: Amore, sessualità e modelli di genere in mutamento, promosso da PrecArt Vista la difficoltà (soprattutto in Italia dove la ricerca indipendente è fortemente penalizzata) di trovare spazio presso grandi editori (e talvolta anche piccoli) e dunque dare visibilità a ricerche su tali tematiche, mi sembra un'occasione da cogliere al volo

giovedì 17 novembre 2011

martedì 15 novembre 2011

Frantz Fanon, au présent

Cinquant'anni dopo la sua morte, quale uso possiamo fare oggi del pensiero di Frantz Fanon? In cosa la vita di questo martinicano d'origine, inumato in terra algerina nel 1961, medico psichiatra, scrittore, teorico e combattente anticolonialista, può aiutarci nel presente? Per le/gli attualmente parigine/i segnaliamo il dibattito Frantz Fanon, au présent che si terrà il 28 novembre alle 20.30 al Théatre National de Chaillot (1 Place du Trocadéro - Paris). Al dibattito, organizzato da Mediapart, interverranno Elsa Dorlin, Nicole Lapierre, Pap N'diaye e Louis-Georges Tin. Per chi invece non potrà parteciparvi rinvio alla lettura della bella introduzione di Liliana Ellena alla traduzione italiana, pubblicata da Einaudi, de I dannati della terra.

domenica 13 novembre 2011

Femminismo nero e postcoloniale : una bibliografia

Una bibliografia che va ad aggiungersi ai nostri archivi (e magari anche ai vostri): quella del seminario su Femminismo nero e postcoloniale, tenuto da Sonia Sabelli all'interno del modulo Introduzione agli studi delle donne e di genere all'Università La Sapienza di Roma.

L'invezione della virilità. Politica e immaginario maschile nell'Italia contemporanea

Martedì 15 novembre, presso l' Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, presentazione dell'ultimo volume di Sandro Bellassai, L'invenzione della virilità. Politica e immaginario maschile nell'Italia contemporanea

venerdì 11 novembre 2011

Storie in movimento / Zapruder

Tutte le news di Storie in movimento / Zapruder (dall'uscita dell'ultimo numero della rivista, ai call for papers, alle info su come raggiungerci questo fine settimana a Reggio Emilia per l'assemblea generale di Sim ... e tanto altro) su storieinmovimento.org. Buona lettura ;-)

giovedì 10 novembre 2011

La prima bomba sulla Libia : Shock and Awe

Anche in relazione alla recente giornata di studi intorno ad Augusto Masetti e l'invasione della Libia, riceviamo da Liliana Ellena - che cogliamo l'occasione per ringraziare dei tanti spunti, stimoli e incoraggiamenti con i quali continua da anni ad accompagnare Marginalia e non solo - segnalazione di un convegno molto interessante che si terrà - a partire da domani, venerdì 11 novembre, fino a domenica - a Londra: Shock and Awe. Il convegno - che prevede interventi, tra le/gli altre/i di Paul Gilroy, Nirmal Puwar, Miguel Mellino e Les Back -, prende spunto dal centenario del primo bombardamento aereo della storia mondiale: quello avvenuto nel novembre del 1911 nei pressi di Tripoli ad opera del pilota Giulio Covotti della Flottiglia aeroplani di Tripoli, la squadra aerea italiana impegnata nella guerra di aggressione coloniale in Tripolitania e Cirenaica. Sintomatico dei miti e smemoratezze che avviluppano le vicende coloniali italiane nel nostro paese, il fatto che debba essere un convegno organizzato dalla Goldsmiths University e dalla Lse a ricordarci alcuni, non certo irrilevanti, particolari del nostro passato. Per maggiori informazioni sul convegno e il programma dettagliato rinviamo al sito di Shock and Awe.

sabato 5 novembre 2011

Digital Crossroads: media, migrazioni e diaspora in una prospettiva transnazionale

Digital Crossroads: Media, Migration and Diaspora in a Transnational Perspective, è il titolo di un convegno che si terrà a fine giugno all'università di Utrecht e che ci sembra particolarmente interessante per chi, come noi, è interessato ad approfondire la complessa questione delle relazioni tra migrazioni e cosiddette nuove tecnologiein una prospettiva transnazionale. Organizzato tra le altre da Sandra Ponzanesi e Fadi Hirzalla, Digital Crossroads offre innumerevoli spunti alla riflessione/discussione: come, ad esempio, "razza", genere, età, classe, etnicità ed altri marcatori di identità ( markers of identity) sono ricodificati online? Per maggiori info e il testo del Cfp rinviamo al sito del convegno.

giovedì 3 novembre 2011

Cronache di ordinario razzismo

Dopo il primo, pubblicato nel 2009, l'associazione Lunaria ha dato alle stampe il suo ultimo rapporto sul razzismo in Italia. Frutto di un monitoraggio compiuto dal luglio 2009 al settembre 2011 su dati, numeri e notizie di cronaca, Cronache di ordinario razzismo documenta la gravità del fenomeno, ma anche le responsabilità della politica, delle istituzioni, degli intellettuali e dei media nel processo di produzione, riproduzione e alimentazione dei discorsi e delle pratiche razziste. Potete leggere ampi stralci dell'introduzione di Annamaria Rivera al volume nel sito di MicroMega.

martedì 1 novembre 2011

Amies : Nouvelles Questions Féministes festeggia trent'anni


Appena pubblicato, Amies, l'ultimo numero di NQF, festeggia i trent'anni della rivista (oggetto di uno degli articoli, firmato da Christine Delphy) con una nuova veste grafica e un tema indubbiamente complesso, quello dell'amicizia tra donne. Perché se le amicizie tra donne sono "un modo per opporsi alla dominazione maschile", perché permettono alle donne " di prendere coscienza dell'oppressione che subiscono e di passare dallo statuto di oggetto a quello di soggetto", è anche vero che "l'idea di sorellanza non è esenta da ambiguità, cosa che spiega il suo essere oggetto di polemiche tra femministe: perché le donne non subiscono in effetti tutte delle oppressioni identiche". Per maggiori info e l'indice completo rinviamo al sito delle Editions Antipodes

lunedì 31 ottobre 2011

Anarchiche, crocerossine, madri italiane e donne arabe. Figure femminili durante la prima guerra coloniale libica

In attesa che sia online la registrazione audio/video (a cura di XM24, che ringraziamo insieme a tutto il Comitato pro-Masetti), della giornata di studi di ieri su Augusto Masetti e l'invasione coloniale della Libia (di cui presto usciranno anche gli atti), pubblichiamo l'abstract del nostro intervento "Anarchiche, crocerossine, madri italiane e donne arabe. Figure femminili durante la prima guerra coloniale libica" : Negli ultimi anni numerose ricerche sul nazionalismo e l'imperialismo hanno messo in luce come metafore e rappresentazioni sessiste della cosiddetta "differenza dei sessi" siano non solo alla base della costituzione stessa dell'idea di "nazione" (all'interno della quale ri-definiscono gerarchie sociali e sessuali) ma anche strettamente connesse alle ideologie e alle pratiche razziste del dominio coloniale. Per il contesto italiano gli anni a cavallo della guerra italo-turca e della successiva invasione di Tripolitania e Cirenaica, rappresentano in questo senso un momento cruciale . Da una parte, infatti, è in questo periodo che si consolida la costruzione di una certo modello di femminilità (la "donna italiana" come "madre eroica" ), processo che già si era avviato nel periodo che va dalla proclamazione dell'Unità d'Italia alla sconfitta di Adua per arrivare alle soglie dell' "impresa tripolina". Dall'altra, lungo precisi assi di differenziazione e gerarchie di "razza", genere e classe, la costruzione di questa "donna nuova" si definisce anche in opposizione e in stretta relazione con le coeve rappresentazioni di altre figure femminili delineate come modelli negativi: dalle oppositrici alla guerra coloniale (anarchiche e antimilitariste in primis) che con il loro comportamento offendevano la "fierezza delle madri", alle "donne arabe", figure ambivalenti sospese continuamente tra fascinazione e ripulsa, ma delle quali sarà spesso sottolineato, in specie sulla grande stampa favorevole all'"impresa", la mancanza della più importante (o forse unica) delle muliebri virtù, l'abnegazione materna (Vincenza Perilli).

giovedì 27 ottobre 2011

Giornata di studi sull'anarchico Augusto Masetti e l'invasione coloniale della Libia


Domenica 30 0ttobre, presso la Sala del Baraccano (via S. Stefano,119 - Bologna), si terrà la giornata di studi, che vi avevamo già preannunciato, dedicata all'anarchico Augusto Masetti e l'invasione coloniale della Libia del 1911. Come noto, il 30 0ttobre 1911, Augusto Masetti manifestò il suo rifiuto di partecipare alla guerra contro la Turchia e all’invasione della Libia, sparando contro un ufficiale nella caserma Cialdini a Bologna. Il tentativo da parte delle autorità militari e politiche fu di depotenziare e neutralizzare l’accaduto, trasformandolo da gesto di rivolta politica ed esistenziale a semplice manifestazione di disturbi mentali e psichici, condannando così Masetti a lunghi anni di detenzione nei manicomi criminali. Nel centenario degli avvenimenti, vorremmo rievocare questo episodio senza nessun intento celebrativo, ma, a partire dall’ approfondimento della sua vicenda, cercare di capire le ragioni e le modalità della guerra coloniale e le condizioni per un suo rifiuto. Per il programma dettagliato della giornata rinviamo al sito del Circolo Anarchico Berneri

martedì 25 ottobre 2011

Cartografie della differenza. Storie di donne a Sud

Grazie a Sud De-Genere per averci segnalato Cartografie della differenza. Storie di donne da Sud, una videonarrazione, parte di un più ampio progetto, dell'associazione Nata di Donna, che si prefigge di focalizzare l’attenzione, e dare rilevanza sociale e culturale, ai percorsi di vita originali delle donne migranti e alle possibili e positive relazioni che si stabiliscono tra donne immigrate e donne native italiane,nello specifico della realtà calabrese. Curato da Doriana Righini e Lucrezia Scordamaglia, Cartografie della differenza raccoglie i racconti di Oleksandra Pasyeka, Laura Gentile, Om Kaltoum Bakkali, Fatima Zahra Mrhili e Naima Azri. Nel sito di Nata di Donna potete vederne un denso pezzettino, buona visione/riflessione.

Alcuni articoli correlati in Marginalia:

Noi/altre: sguardi incrociati su razzismo, sessismo e privilegio
Voci di donne native e migranti
Sessismo e razzismo nel mercato del lavoro. Biblio-video-sitografia minima

domenica 23 ottobre 2011

La memoria rimossa del colonialismo italiano in Libia

Mentre nel web (come nelle televisioni e nei giornali di mezzo mondo) continuano ad impazzare le immagini di Muammar Gheddafi morto, noi facciamo un piccolo passo indietro temporale. Solo qualche settimana fa in Libia, e precisamente a Tripoli, era stato celebrato in pompa magna dal presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil e dal "nostro" ministro della difesa, Ignazio La Russa, il centenario dell'aggressione coloniale in Libia , evento passato in Italia nel quasi assoluto silenzio (perlomeno nei media mainstream). Ma il tipo di "memoria" emersa da questa celebrazione, è una memoria distorta, edulcorata, che ripropone il mito di un "colonialismo buono", costruttore di palazzi, acquedotti e strade. Per una cronaca della giornata, che può offrire spunti di riflessione, rinviamo  ad un articolo di Manlio Dinucci pubblicato in origine da il manifesto, e che noi riprendiamo dal sito Voce Proletaria: La memoria rimossa del colonialismo italiano in Libia.

"Ho visto le foto del corpo morto di Gheddafi ..."

"Ho visto le foto del corpo morto di Gheddafi ...": comincia così il messaggio che Mauro Raspanti, del Centro Furio Jesi, ha inviato - a qualche ora dal diffondersi della notizia della morte di Muamar Gheddafi -, al piccolo gruppo di discussione nato intorno all'organizzazione della giornata di studi Augusto Masetti e l'invasione della Libia. Con il consenso dell'autore e condividendolo fino in fondo lo ri-pubblichiamo qui: "Ho visto le foto del corpo morto di Gheddafi mentre stavo guardando le copertine della Domenica del Corriere. «Nuovi mezzi offensivi di guerra: effetti delle bombe lanciate da un aviatore militare italiano sul campo nemico di Tripoli» (12-19 novembre 1911), «Lo sgombero dell'oasi di Tripoli: la fuga di oltre sessantamila abitanti davanti all'avanzare dei nostri soldati» (24-31 dicembre 1911), «Insidiosa rivolta degli arabi a Tripoli: fucilazione dei traditori che prima avevano accettato soccorsi dagl'italiani» (5-12 novembre 1911). Stessi deserti, ancora cadaveri in nome della libertà, della democrazia, della civiltà, del 1911. Un grazie a Masetti e a tutti gli antimilitaristi di ieri e di oggi che non smettono di lottare contro l'ipocrisia e la ferocia dell'imperialismo e delle sue guerre e mi fanno sentire meno solo, Mauro Raspanti".

venerdì 21 ottobre 2011

Omar al-Mukhtar: la cattura, il processo, l'esecuzione

La mostra fotografica Omar al Mukhtar. La cattura, il processo, l'esecuzione è visitabile fino al 28 ottobre presso la Biblioteca di Studi Politici di via Chiabrera a Roma. Per info più dettagliate rinviamo al sito dell'Università di Roma Tre

Alcuni articoli correlati e materiali di approfondimento:

Angelo Del Boca, Omar al Mukhtar, credente e stratega
Marginalia, Muammar Gheddafi e Il leone del deserto
Museo virtuale delle intolleranze e degli stermini, Atti del processo a Omar al Mukhtar
Marginalia, Dal leone del deserto Omar al Mukhtar al "colonnello" Muammar Gheddafi
Enrica Capussotti, European colonial memory on sell: Italian-Libyan agreements and the rejection of migrants
Vincenza Perilli, Miti e smemoratezze del passato coloniale italiano

giovedì 20 ottobre 2011

lunedì 17 ottobre 2011

Una manifestazione a Parigi a cinquant'anni dal massacro del 17 ottobre 1961

Lo scorso anno, ricordando il massacro avvenuto a Parigi il 17 ottobre del 1961 (quando una manifestazione per l'indipendenza dell'Algeria venne violentemente repressa dalla polizia diretta all'epoca dal famigerato Papon), scrivevamo che quei fatti sono ancora sospesi tra storia ed oblio, ed ancora capaci di suscitare aspri e dolorosi conflitti come quello denunciato nel documento Nous ne voulons pas d'un féminisme de l'oubli et des parenthèses mais d'un féminisme combattant l'ensemble des oppression, che per Marginalia avevamo tradotto. Oggi, nel cinquantenario di quegli avvenimenti, una manifestazione è indetta a Parigi, per chiedere (come si legge in un documento di Lutte Ouvriere tradotto da Lia Anita Di Peri Silviano, che ringraziamo) che "le più alte autorità della Repubblica riconoscano il massacro commesso dalla polizia parigina il 17 ottobre del 1961 e nei giorni seguenti, come crimine di Stato".

giovedì 13 ottobre 2011

Black Power : i pugni alzati di Tommie Smith e John Carlos


Ottobre 1968: Tommie Smith e John Carlos con i pugni alzati sul podio olimpico di Città del Messico. La foto è, mi sembra, molto celebre, ma forse non tutte/i ne conoscono la storia. Riprendiamo dunque un articolo dal sito InStoria, Tommie Smith. Un nero con il pugno alzato, che di questo avvenimento fa una breve ma insieme ricca sintesi. Pur se forse troppo centrato sul "mito" Tommie Smith, comunque offre elementi invogliando a letture e approfondimenti: "Appena la bandiera a stelle e strisce cominciò a oscillare nel vento di quell’estate messicana, Tommie Smith e John Carlos rimasero in piedi sul podio, con le loro medaglie al petto (per la cronaca, una era fatta d’oro e una di bronzo); abbassarono la testa e alzarono un pugno. Il destro Smith, il sinistro Carlos. Pugni evidenziati dai loro guanti di cuoio nero.Thomas Smith, meglio conosciuto come Tommie, era nato il 5 giugno del 1944, settimo di dodici figli. Da piccolo, dopo essersi salvato da un terribile attacco di polmonite, lavorò nei campi di cotone; ma presto, visto che il ragazzo era determinato e amava lo studio, si iscrisse all’università, dove ottenne due lauree. Oltre a ciò, visto che il ragazzo era determinato e amava correre... si portò a casa tredici record universitari nell’atletica leggera.Iniziò così la storia di uno dei più grandi sprinter dell’atletica leggera, Tommie Smith, tra i più forti di sempre nei 200 metri, specialità con cui trionfò nelle olimpiadi di Mexico City, nel 1968, con il tempo record di 19.83 secondi. Ma a questo punto, poco dopo il record, la storia di Tommie esce dai confini dell'attività sportiva.La sua premiazione divenne uno dei più grandi simboli per immagini di tutto il XX secolo, e si trattò senza dubbio della cerimonia di medaglia più popolare di tutti i tempi, nonché di un momento fondamentale per movimento di diritti civili. Ad accompagnare Tommie Smith nella Storia, il suo collega e amico John Carlos, medaglia di bronzo nella stessa gara.Smith disse più tardi a chi lo intervistò che il suo pugno destro, dritto nell’aria, rappresentava il potere nero in America, mentre il pugno sinistro di Carlos rappresentava l’unità dell’America nera. Con i loro pugni alzati, lì sul podio olimpico, Tommie Smith e John Carlos comunicarono al mondo intero la loro solidarietà con il movimento del black power, che in quegli anni lottava aspramente per i diritti dei neri negli Stati Uniti. In maniera non violenta i due stavano attuando quella disobbedienza civile che era stata auspicata da Martin Luther King, morto poco prima delle Olimpiadi. I loro occhi rivolti verso il basso (e non verso la bandiera americana), insieme al loro pugni foderati di cuoio nero, suscitarono enorme scalpore e polemiche.Un gesto silenzioso che scavò dentro molte coscienze. Questo gesto di portata mondiale spinse Tommie Smith nella ribalta come portavoce dei diritti umani, attivista, e simbolo dell'orgoglio afro-americano, a casa e all'estero. Nel frattempo Smith ha vissuto anche una discreta carriera come allenatore, educatore e direttore sportivo... Ma torniamo a quelle olimpiadi del '68. Il movimento dei diritti civili non aveva fatto molta strada nel tentativo di eliminare le ingiustizie subite dai neri d’America, e per attirare l'attenzione pubblica sulla questione, verso la fine del 1967, alcuni atleti neri avevano dato vita all’Olympic Project for Human Rights, OPHR, con il fine di organizzare un boicottaggio delle olimpiadi che si sarebbero tenute l’anno seguente a Città del Messico. Il leader del progetto era il dottor Harry Edwards. Edwards, pur appoggiato da Smith e da altri, non riuscì però a convincere gli atleti neri della nazionale olimpica a partecipare al boicottaggio. I due atleti sfruttarono quindi il palcoscenico offerto dalla premiazione per rovinare la festa ai connazionali e al mondo. Almeno un po'. Anche il terzo atleta, quello bianco con la medaglia d’argento, prese a suo modo parte all’evento: portava infatti sul petto un piccolo distintivo dove c’era scritto OPHR.La provocazione era completa. Il nome di quell’atleta è Pietro Norman, la nazionalità australiana. Un temporale di oltraggi fu quello che investì i ribelli Tommie e John: per vilipendio alla bandiera e ai Giochi Olimpici furono espulsi dalla squadra nazionale e addirittura banditi dal villaggio olimpico. Ma la loro leggenda era già iniziata, visceralmente legata, come molti fatti del '900, a un'immagine... una fotografia.

martedì 11 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

Il burqa e le pseudo-femministe

Dichiarazione di Suad Sbai, deputata del Pdl, a proposito dell'imminente arrivo in Aula, anche in Italia, della cosiddetta legge "anti-burqa": "In Europa la salvezza delle donne sarà il diritto e non le pseudo-femministe: spero che la Camera dimostri coraggio nell’approvarlo e nel liberare tutte queste donne da un fardello insopportabile”. Pseudo-femministe del mondo intero uniamoci ...

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Violenza sulle donne migranti e razzismo
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venerdì 7 ottobre 2011

Solidarietà e rabbia per l'aggressione di Suad Omar

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a proposito dell'aggressione razzista e sessista ai danni di Suad Omar avvenuta la scorsa settimana a Torino: "Con queste righe vogliamo stringere in un abbraccio Suad Omar che nel pomeriggio di venerdì scorso è stata aggredita prima verbalmente e poi fisicamente mentre viaggiava sul 63 e esprimere la nostra rabbia per l’ennesimo episodio di violenza sessista e razzista a Torino. Perché tanto accanimento? L’aggressore irritato che non gli venisse ceduto il posto accanto alle porte dell’autobus in nome del proprio privilegio di uomo bianco, deve aver ritenuto insostenibile il fatto che una donna aggredita, invece di abbassare lo sguardo e farsi da parte abbia risposto e si sia difesa. Alla violenza subita, si sovrappone quella istituzionale. E’ una strana politica quella dei regolamenti del Gtt che prevedono l’apertura o la chiusura delle porte di autobus e tram a seconda della supposta nazionalità o provenienza di chi li frequenta. Non è raro per chi viaggia sui trasporti pubblici torinesi assistere alla chiusura immediata delle porte per fronteggiare la ‘pericolosa’ fuga di un supposto migrante sorpreso senza biglietto, ma quando una cittadina italo-somala supposta ‘migrante’ viene insultata e picchiata le porte magicamente si aprono permettendo all’aggressore di dileguarsi. Altrettanto inquietante è stato l’intervento dei carabinieri chiamati sul posto che invece di preoccuparsi della salute di una donna aggredita hanno pensato che fosse più urgente verificare i documenti, perché senza, si sa, si è un po’ meno umane. La logica che presiede a queste scelte è una logica razzista, radicata non solo nella cultura diffusa, ma nelle stesse procedure istituzionali. Il pomeriggio successivo altre forze dell’ordine hanno caricato il presidio di chi sotto il Centro di identificazione e di espulsione di Corso Brunelleschi da tanto tempo chiede la chiusura di questa struttura in cui donne e uomini vengono privati della loro libertà e dei loro diritti per il semplice fatto di arrivare da fuori dalla Fortezza Europa e denuncia le violenze che si esercitano al loro interno. Il legame tra questi due episodi mette le radici in una cultura dell’esclusione e della violenza che, in nome della sicurezza, non tollera né il rispetto dei diritti individuali né il dissenso. Noi non ci sentiamo affatto sicure e saremo al fianco di Suad che abbiamo conosciuto nei luoghi delle donne, del movimento antirazzista, tra le strade di San Salvario, negli spazi di una cultura dal basso inclusiva e aperta verso il mondo.Vigileremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché vengano visionati i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti sull'autobus e identificato l’aggressore. Chiediamo ai responsabili di questa città, alle forze dell’ordine, al Gtt di garantire l’incolumità di ogni donna, di ogni uomo, e di predisporre modalità di intervento per fronteggiare gli episodi di aggressione contro le donne straniere verso le quali è più cruenta e impunita la violenza sessista che si respira nei luoghi pubblici e per le strade della nostra città. Dietro alla denuncia di Suad ci sono moltissime altre donne, più ricattabili perché senza documenti o con il permesso di soggiorno, che subiscono quotidianamente in silenzio minacce, molestie, insulti e discriminazioni, per timore di perdere il lavoro, la casa, l’accesso ai servizi. Invitiamo tutte e tutti alla mobilitazione, questa violenza ci riguarda, non staremo zitte! Vesna Scepanovic, Roberta Valetti, Liliana Ellena, Eleonora Missana, Susi Monzali, Associazione Villa5-Arte per le donne, Almateatro".

Per adesioni e contatti:

Liliana Ellena liellena@libero.it
Vesna Scepanovic miavesna@gmail.com
Roberta Valetti robertavaletti@gmail.com

The Black Power Mixtape 1967-1975

Kathleen Cleaver in una foto tratta dal film documentario The Black Power Mixtape diretto da Göran Olsson e premiato al Sundance Film Festival 2011. Con lei, tra le/gli altre/i, Danny Glover, Harry Belafonte, Erykah Badu, Ahmir-Khalib Thompson, Talib Kweli, Angela Davis, Bobby Seale, Stokely Carmichael

mercoledì 5 ottobre 2011

Con Houria Bouteldja, accusata di "ingiurie razziali"

Houria Bouteldja, portavoce de Les Indigènes de la République e figura centrale delle Blédardes, autrici del notorio Appel des féministes indigènes, e della quale avevamo pubblicato la traduzione di Le féminisme est-il universel?, è stata denunciata per "razzismo anti-bianchi" da un gruppuscolo di estrema destra, l'Agrif (Alleanza generale contro il razzismo e per il rispetto dell'identità francese e cristiana). L'Agrif contesta a Bouteldja l'uso, durante una trasmissione televisiva nel 2007, del neologismo "souchiens", una sorta di "ritorsione" contro i propositi razzisti di coloro che si definiscono "francesi di souche" (di origine, stirpe, generazione ...). Convocata davanti al procuratore il 6 maggio scorso, Houria Bouteldja sarà presto, in data ancora da fissare, sottoposta a processo. Nella petizione Solidarité avec Houria Bouteldja: une accusation "qui nous insulte tous", petizione già firmata, tra gli altri, da Etienne Balibar e Christine Delphy, si sottolinea come il fatto che "siano proprio coloro che esercitano le peggiori violenze contro le minoranze a presentarsi come coraggiosi difensori dei francesi [bianchi, di souche] insultati, non è un fatto isolato, ma il segno di una deriva inquietante".

Suad Omar: della necessità di opporsi al razzismo e al sessismo machista in Italia

Suad Omar, cittadina italo-somala, mediatrice culturale, scrittrice, da molte e molti conosciuta e apprezzata per il suo impegno ventennale nella vita culturale, sociale e politica di Torino ( e non solo), ha subito venerdì scorso una vile e vergognosa aggressione razzista e machista su di un autobus della città sabauda da parte di un uomo italiano . In un'intervista rilasciata al Tg regionale Suad racconta anche dell'indifferenza di coloro che hanno assistito alla scena: se ad essere aggredita, magari  da un uomo africano, fosse stata una donna italiana, le reazioni sarebbero state le stesse? Di questa vicenda si parlerà venerdì mattina su RadioBlackout (105.250 FM e in streaming su RadioBlackout), dove Suad racconterà la sua storia. A lei, della quale ancora ricordiamo il lucido e rigoroso intervento a Dialoghi di frontiera, va tutta la nostra affettuosa solidarietà.

Altri articoli e materiali di approfondimento sulla vicenda :

La Stampa: Presa a pugni sull'autobus "perché sono donna e nera"
Me-DeA: Suad, aggredita perché donna, perché "diversa"
Circolo Maurice: Solidarietà a Suad Omar

lunedì 3 ottobre 2011

Il nome della cosa. Classificare, schedare, discriminare / Zapruder Call for Papers

Il nome della cosa. Classificare, schedare, discriminare è il titolo del ventinovesimo numero di Zapruder, la cui pubblicazione è prevista per la prossima primavera. Curato da Fiammetta Balestracci e Ferruccio Ricciardi, il numero si propone di interrogare la storia delle pratiche amministrative di selezione, classificazione, identificazione che, apparentemente neutre e oggettive, diventano strumenti di differenziazione negativa, ovvero di discriminazione, stigmatizzazione e marginalizzazione. Per ulteriori info e i testo completo del CfP rinviamo al sito di Zapruder / Storie in Movimento.

venerdì 30 settembre 2011

Femminismo e lotta sindacale nella crisi

Sebben che siamo donne ... Femminismo e lotta sindacale nella crisi è il titolo dell'ultimo numero dei Quaderni Viola pubblicato dalle Edizioni Alegre. Anche questo nuovo numero,come i precedenti, si propone di fornire dati elementari di conoscenza, bibliografie e sitografie per chi desideri poi approfondire, spiegazioni brevi ma capaci di orientare il lavoro politico. Hanno dato contributo orale o/e scritti a Sebben che siamo donne: Donatella Biancardi, Antonella Bruschi, Rosa Calderazzi, maria Grazie Campari, Chiara Carratù, Lidia Cirillo, Eliana Como, nadia De Mond, Irene Dioli, Paola Guazzo, Arianna Mamini, Eva Mamini, Lidia Masson, gruppo Medea - Torino, Licia Pera,Vincenza Perilli, Giuliana Righi, Franca Treccarichi, Giovanna Vertova. Per ulteriori info sul numero e l'indice completo rinviamo al sito dell'editore

giovedì 29 settembre 2011

L'Unità d'Italia e Salò

Una crociera sul lago di Garda, su di un piroscafo dal nome evocativo, con tappa in quel di Salò. La notizia non si ricava da qualche cronaca del Ventennio, ma è fresca-fresca: l'idea è del Pdl trentino per festeggiare il centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. Il tutto è stato organizzato dal senatore Cristiano De Eccher, berlusconiano oggi ma leader nel Triveneto di Avanguardia nazionale quarant'anni fa, buon amico di Delle Chiaie, habitué delle inchieste sull'eversione nera. Per tutti i particolari rinviamo ad un articolo di Andrea Fabozzi su il manifesto

martedì 27 settembre 2011

Autofinanziamo l'antimilarismo : verso la giornata di studio sull'anarchico Augusto Masetti e la guerra coloniale italiana in Libia del 1911

Sabato prossimo, 1 ottobre, presso il Circolo Berneri, si terrà una cena antimilitarista, la prima di una serie di iniziative di autofinanziamento verso la giornata di studi sull' anarchico Augusto Masetti e la guerra coloniale italiana in Libia del 1911 che si svolgerà il 30 ottobre prossimo a Bologna. La data non è casuale: il 30 ottobre 1911, infatti, Augusto Masetti manifestò il suo rifiuto di partecipare alla guerra contro la Turchia e l'invasione della Libia, sparando contro un ufficiale alla caserma Cialdini a Bologna. Il tentativo da parte delle autorità politiche e militari fu di depotenziare e neutralizzare l'accaduto, trasformandolo da gesto di rivolta politica ed esistenziale a semplice manifestazione di disturbi mentali e psichici, condannando Masetti a lunghi anni di detenzione nei manicomi criminali. Nel centenario degli avvenimenti, il convegno (con interventi di Roberto Zani, Laura De Marco, Rudy M. Leonelli, Mauro Raspanti, Vincenza Perilli, Marco Rossi, Laura Orlandini, Alessandro Luparini e una video intervista rilasciata per l'occasione da Angelo del Boca - seguirà programma dettagliato), si propone di rievocare quell'episodio senza nessun intento celebrativo, ma a partire dall'approfondimento della sua vicenda, cercare di capire le ragioni e le modalità della guerra coloniale e le condizioni del suo rifiuto poiché le rifrazioni della storia rendono attuali quelle vicende che si ripropongono sinistre nell'attualità. La cena di autofinanziamento di sabato si aprirà con un antipasto del disertore per proseguire con  pasta alla Masetti, secondi libertari, contorni sovversivi e dolci dell'avvenir, il tutto innaffiato da bevande comunarde ... Si consiglia di prenotare al 3357277140

L'accoglienza di Lampedusa

Qualche giorno fa, in seguito ad una rivolta nel Centro di primo soccorso e accoglienza (!) di Lampedusa, un nutrito gruppo di migranti tunisini è stato rimpatriato forzatamente, tra gli sputi e le bastonate di una folla inferocita, aizzata dai discorsi xenofobi e razzisti del sindaco dell'isola e spalleggiata da una polizia compiacente. Sull'episodio rinviamo all'articolo di Annamaria Rivera pubblicato qualche giorno fa su Il Manifesto e poi ripreso sul suo blog: Lampedusa: ma quale 'guerra tra poveri'!.

domenica 25 settembre 2011

Orgasm Inc. e le mutilazioni genitali femminili in occidente


Orgasm Inc. è un documentario girato nel 2009, dopo quasi dieci anni di lavoro di ricerca, dalla regista Elizabeth Canner. Il film, che abbiamo visto nell'ultima edizione del Some Prefer Cake, mostra il "dietro le quinte" della corsa febbrile di alcune case farmaceutiche statunitensi per la messa a punto (ed immissione sul mercato) del primo farmaco per curare le cosiddette Fsd, disfunzioni sessuali femminili. La "scoperta" delle Fsd, vera e propria nuova "malattia femminile", è stata di fatto un'invenzione delle compagnie farmaceutiche, speranzose di piazzare sul mercato un prodotto capace di eguagliare le vendite strepitose di prodotti quali il notissimo Viagra (contro la scarsa "potenza" sessuale maschile). Orgasm Inc. documenta questa corsa senza scrupoli (i rischi per la salute delle donne di prodotti a base di testosterone ed estrogeni, tra l'altro inefficaci, sono continuamente omessi) e il sistematico tentativo delle compagnie farmaceutiche di trasformare in "malattia" ciò che invece è frutto di fattori molteplici, che non hanno nulla a che fare con il patologico (problematiche relazioni tra i generi, mancanza di educazione sessuale, eterosessualità obbligatoria ...). Il film documenta anche il martellamento mediatico che spinge molte donne occidentali, spesso consigliate dal proprio medico, a ricorrere sempre più massicciamente, ad operazioni chirurgiche, quali vaginoplastiche e interventi "estetici" (grandi labbra, clitoride ...), viste come mezzo per curare le proprie "disfunzioni" e accedere al "piacere" e alla "normalità". Vere e proprie mutilazioni genitali femminili. E dal documentario emerge anche un altro dato: l'occidente (a differenza di quanto vorrebbero farci credere certe retoriche razziste e sessiste) è l'unico luogo sulla faccia della terra dove il numero delle mutilazioni genitali femminili è in costante e rapido aumento ...

venerdì 23 settembre 2011

Semira Adamu / Ad memoriam

Solo un frammento di memoria: Semira Adamu, morta il 23 settembre di tredici anni fa, nella Clinica St. Luc di Bruxelles. Il giorno prima, su di un aereo della compagnia Sabena in partenza dall'aeroporto Zaventen, era stata brutalmente soffocata con un cuscino durante un tentativo di rimpatrio forzato in Nigeria. Prima di morire Semira aveva avuto il tempo di raccontare la sua storia nel libro Les barbelé s de la honte, (a cura del Collectif contre les expulsions di Bruxelles), la storia di un'indesiderabile

martedì 20 settembre 2011

Un troussage de domestique da Violette and Co

Segnalazione per chi al momento è parigina/o (o può esserlo per qualche giorno): il 23 settembre da Violette and Co (detto en pasaant, una delle nostre librerie preferite) presentazione di Un troussage de domestique, il volume (di cui vi avevamo già preannunciato l'uscita), incentrato sulla vicenda che ha visto coinvolto Dominique Strauss-Kahn, lo stupratore di classe. Edito dalle Editions Syllepse e coordinato da Christine Delphy, il volume (con saggi tra le altre di Rokhaya Diallo, Joan W. Scott, Mademoiselle e Les TumulTueuses), non è un libro sulla vicenda giudiziaria di Strauss-Khan, sulla sua innocenza o colpevolezza, ma piuttosto una spietata critica dei propositi violentemente sessisti e razzisti e dell'arroganza di classe di tutti coloro che, ergendosi a difesa dell'ex direttore del Fondo monetario internazionale, hanno difeso con denti e unghie anche i propri "privilegi".

lunedì 19 settembre 2011

Sentinelle avanzate di italianità: l'istruzione coloniale per la formazione del carattere nazionale

Sentinelle avanzate d'italianità: l'istruzione coloniale per la formazione del carattere nazionale, è il titolo di uno dei panel del ricchissimo programma dell'edizione 2011 di Cantieri di storia, che si terrà a Forlì da giovedì 22 a sabato 24 settembre. Per il programma dettagliato della tre giorni rinviamo al sito della Sissco, la Società italiana per lo studio della storia contemporanea.

martedì 13 settembre 2011

"Zingari", "nomadi": un malinteso europeo / "Tsiganes", "nomades", un malentendu européen

"Al di là della politica di smantellamento dei 'campi' e dell'espulsione dei 'rom' lanciata dalla Francia nel luglio 2010, le misure di segregazione contro gli 'zingari' si moltiplicano in tutta Europa, in maniera diversa ma ovunque tese ad espellere un corpo 'estraneo'. Esiste oggi su scala europea una 'questione Rom' che le rivendicazioni identitarie transnazionali, portatrici d'equivoci, rendono forse più temibile ancora. Questa produzione politica di indesiderabili nel seno degli Stati-nazione non è un'eccezione. Ma essa si nutre qui della costruzione di un'alterità specifica, un misto di disprezzo culturale, di paura sociale e di odio razziale che rinvia all'immagine che l'Europa ha di se stessa, della sua storia, della sua vocazione e del suo destino. Cosa significa questa ossessione verso un supposto popolo nomade, i cui membri divengono altrettanti 'stranieri interni' tra le nazioni che dovrebbero assimilarli o eliminarli? Come si è costruita e continua a costruirsi, talora di maniera interattiva, questa rappresentazione dell'Altro europeo? Qual'è la funzione di questa costruzione nel contesto dell'Unione europea e della mondializzazione? Cosa ci dice del collettivo che continua a produrre e riciclare questa immagine e le categorie o miti che gli sono associati (razza, tribù, popolo, nazione, minoranze)?": questa la breve presentazione (che traduciamo velocemente per i non-francofoni) del convegno internazionale "« Tsiganes », « nomades » : un malentendu européen", organizzato da Catherine Coquio, Jean-Luc Poueyto e Leonardo Piasere e che si terrà a Parigi dal 6 al 9 ottobre in vari luoghi della città (Mémorial de la Shoah, Université Paris 8 Vincennes - Saint-Denis, Institut Hongrois, Petit Palais), affiancato da un cineforum al cinema Trois Luxembourg . Per la presentazione dettagliata, il programma completo e gli abstract degli interventi rinviamo al sito del convegno.

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Antiziganismo in Europa: una barbarie che avanza
Stranieri ovunque
Zingari d'Italia
L'estraneo tra noi. L'immagine dello zingaro nell'immaginario italiano
La Banda della Uno bianca e l'assalto al campo nomadi

sabato 10 settembre 2011

Omo/transnazionalismo, pinkwashing, glbt di destra, xenofobia : un incontro al Circolo Maurice



Omo/transnazionalismo, pinkwashing, glbt di destra, xenofobia, sono le parole-chiave intorno alle quali si discuterà la settimana prossima al Circolo Maurice di Torino (al cui sito rinviamo per più dettagliate info sull'incontro),per tentare insieme di individuare nuove forme di agire politico e di contrasto all'avanzare,anche nelle comunità lgbtq, di culture e pratiche di destra.

Alcuni link / materiali utili alla discussione:

http://www.facciamobreccia.org/content/view/503/1/
http://nohomonationalism.blogspot.com/
http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/search/label/omonazionalismo
http://www.infoaut.org/blog/femminismoagenders/item/1683-pinkwashing-assad
http://www.ondarossa.info/category/tags/omonazionalismo

venerdì 9 settembre 2011

Pubblicità razziste (e sessiste) nel cosiddetto "occidente civilizzato"

Pubblicità razziste (e sessiste) nel cosiddetto "occidente civilizzato" (o meglio: che si ritiene tale). Dal blog di Sonia Sabelli un'interessante nota critica sul razzismo (e sessismo) veicolato dalle immagini pubblicitarie (e da certa cultura visuale in genere) a partire dall'ultima trovata "creativa" del colosso tedesco Nivea per commercializzare un suo nuovo prodotto negli Stati Uniti. Uso strumentale dei corpi "non-bianchi", perentorio invito allo "sbiancamento" attraverso la promessa implicita di una non meglio precisata "integrazione", violenti rapporti di potere e conflitti di classe giustificati in nome delle apparentemente neutre "leggi di mercato" o "strategie di marketing". Non possiamo che rigirare al mittente lo slogan Re-civilize youself (ma da parte nostra la vediamo dura. Voi cosa ne pensate?).

mercoledì 31 agosto 2011

La "differenza sessuale" e le altre / La "différence sexuelle" et les autres

A grande richiesta voilà il link dove è possibile leggere / scaricare il nostro articolo La "différence sexuelle" et les autre, a quanto sembra non facilmente reperibile nelle biblioteche nostrane. E di seguito anche i riferimenti bibliografici completi: Vincenza Perilli, La "différence sexuelle" et les autres, in Marc Bessin e Elsa Dorlin (a cura di), Féminismes. Théories, mouvements, conflits, in L'Homme et la Société, n. 158, 2005, pp. 145-168. Invece se vi interessa leggere tutto il numero, potete scaricarlo (ma purtroppo non gratis) dal sito de L'Harmattan. Buona lettura.

giovedì 25 agosto 2011

Libertà / Liberazione : la scuola estiva della Società italiana delle storiche

In extremis segnaliamo l'edizione 2011 della scuola estiva della Società italiana delle storiche, Libertà / Liberazione, che si terrà dal 28 agosto al primo settembre a Firenze. Con (tra le altre) lezioni di Raffaella Baritono (Cartografie della libertà), Sara Garbagnoli (Il dibattito sul matrimonio omosessuale in Italia), Renata Pepicelli (Altre storie di libertà e liberazione: il femminismo islamico) e riletture di bell hooks (Enrica Capusotti) e Carla Lonzi (Federica Giardini). Per maggiori informazioni, programma dettagliato e materiali rinvio al sito della Sis.

martedì 23 agosto 2011

Dopo Gheddafi : Tripoli, bel suol d'affari

La finanza non è mai stata il nostro forte (e magari neanche di chi ci segue), ma converrete che non è poi difficile capire come mai (a poche ore dall'entrata vittoriosa degli oppositori di Gheddafi nella capitale libica), i mercati internazionali siano in festa, con il prezzo del petrolio calato a 107 dollari a barile e le borse europee chiuse in rialzo. Del resto sembra che tutte le grandi imprese con interessi economici forti in Libia (dall'italianissima Eni, alla francese Total, ai colossi anglosassoni Bp, Shell e ExxonMobil) siano lì a fregarsi le mani in vista della imminente "ricostruzione post-bellica" e delle nuove opportunità di "investimento". Ciononostante, su altri fronti, il dopo-Gheddafi resta comunque incerto, e in questo senso ci è parsa particolarmente interessante l'intervista ad Angelo Del Boca pubblicata oggi, 23 agosto, sull'Unità. Se vi siete persi il cartaceo credo non dovreste avere difficoltà a reperirla in rete, sul sito del quotidiano (ma per il link questa volta autogestitevi. Sorry, ma stasera ho meno tempo del solito).

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Muammar Gheddafi e Il leone del deserto
Guerra in Libia ed effetti collaterali
Voci di donne nelle rivolte, uteri per la patria e guerre umanitarie
La squadra di calcio libica sponsorizzata da Eni
E' l'Italia mercenaria che spara sulla folla in Libia
Muammar Gheddafi, Silvio Berlusconi e l'italietta postcoloniale
Eritrea: Voices of Torture
Colonialismo italiano in Libia: dal "leone del deserto" al "colonnello"
L'Italia finanzia la violenza contro le donne migranti
Il ramadan di Berlusconi
Noi non saremo tra le 700 donne ...

venerdì 19 agosto 2011

Marginalia e le sue tag

L'ispirazione ci viene da un post di Stanza, blog che ci sembra non pubblichi più da un po'. L'idea, molto "carina" (e che riserva più di una sorpresa) è quella di monitorare le tag, ovvero le parole chiave che le/gli utenti della rete digitano nei motori di ricerca arrivando poi in un certo sito/blog. Beh, ecco il risultato (decisamente straniante e un po' inquietante) del monitoraggio discontinuo (fatto cioè a caso, nei giorni in cui avevamo tempo/voglia) di alcune delle tag di Marginalia (tag ricopiate in fila, una dopo l'altra, senza correzioni e commenti, tranne l'eliminazione di frequenti ripetizioni, tipo l'onnipresente "sexe"). A voi:


Combahee river collective
Rime contro i maschi
Femminicidio musulmano
Sessismo e razzismo femministe italiane
Giorgia meloni in bikini
Lesbian vulva
Barbie da piccola
Omonazionalismo in italia
Stupra barbie
Immagini donne nere
Prostitute femministe
Enrico de seta abissinia
Culture della differenza visualità
Racisme italien
Femminismo italiano razzismo
Cartoline colonialismo
Barbie nera
Sexe italia
Differenza tra michelle obama e carla
Madri assassine
Le più belle scritte di allah
Lesbians sesso in italia
Storie di terroni
Balibar sexisme
Metodi per resistere al porno
Badanti assassine
I dannati della terra
Sexe race pratique du pouvoir
Lapidazioni occidentali
Black feminism
Recensione christine delphy
Semenya in mezzo alle gambe
Perilli economia politica stupro
Riassunto la pelle giusta
Video porno di michelle obama
Velo tipi e significati
Saana dafani razzismo
Porno tutto
We are not longer accomplices
Filmografia di femministe
Perfora il tuo genere perfora la tua razza
Zapruder brava gente
سعاد السباعي
Gramsci e le donne
Nazione con la L
Saartjie baartman
Corano in arabo
Analogia imperfetta razzismo perilli
George jackson irruzione in tribunale
Teresa de Lauretis lezioni tenute in Italia nel 20
Orientalisme
Elsa Dorlin razzismo sessismo
Sexe
Cartoline fasciste foto
Lesbiche molto sessuali
Marginalia indirizzo
Perilli origini ebree non italiana
Angela davis nuda
Razzismo sul lavoro
Bell hooks
La badante troia
Venus noire
Hina marocchina sgozzata
Marginalia etiopica?
Foto private di donne
Cintura di castità immagini
Regina somala taitu
Foucault il coraggio della verità
Impiccagioni tripoli 1911
Perilli marginalia
Razzismo di genere nel mondo del lavoro
Tesina razzismo italiano
La mia casa è dove sono
Mone delle donne
La pelle che ci separa riassunto
Marginalia nei cie si stupra
Il caso pierre riviere secondo foucault
Marginalia feministe italienne
Foto donne vestite da Hitler
Nesso sessismo razzismo
Tutto sui bordelli libici dove operano le ragazze
Film su simone de beauvoir
Tesi di colette guillaumin razzismo
Artista iraniana
Jouets
Visualità femminismo
Colonialismo madamato
Critica immagini donne nere
Perilli quella femminista
Il subalterno può parlare?
Mami nera
Muslim
Italiano uccide donna immigrata
Ottentotta porno
Femminismo e denaturalizzazione
Orientalismi italiani
Il femminismo negli studi postcoloniali
Marginalia call for paper zapruder
Moi pier rivier
Donne migranti nel 2011
Metamorfosi del razzismo critica
"jasbir puar"
Bibliografia razzismo e sessismo
Mona hatoum roadworks
Gloria anzaldua
Riassunto musulmane rivelate
Omonazionalismo in Italia
Tema svolto unità d'italia
Femministe porno
Dorlin perilli
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venerdì 5 agosto 2011

Judith Butler, philosophe en tout genre




Poiché prevediamo di essere abbastanza offline nei prossimi giorni, vi lasciamo in compagnia di una chicca, ovvero del film-documentario realizzato da Paule Zajdermann nel 2006, Judith Butler, philosophe en tout genre (qui la prima parte, in YouTube trovate le altre cinque). Come si suol dire, non mi resta che augurarvi buona visione.

lunedì 1 agosto 2011

Palestina: un appello di Indigenous and Women of Color Feminists

Dal sito Free Palestine riprendiamo (con un po' di ritardo è vero, ma può servire come promemoria per quante/i non lo avevano ancora visto), la traduzione di un appello di Indigenous and Women of Color Feminists, un gruppo di undici donne "studiose, attiviste e artiste" (ovvero Rabab Abdulhadi, Ayoka Chenzira, Angela Y. Davis, Gina Dent, Melissa Garcia,Anna Romina Guevarra, Beverly Guy-Sheftall, Premilla Nadasen, Barbara Ransby, Chandra Talpade Mohanty e Waziyatawin). In questo appello, che invitano a leggere e far circolare, affermano ("come donne indigene, donne nere, donne dalla schiavitù e donne dell’immigrazione postcoloniale coinvolte in vari percorsi di lotta"), la loro "affinità con il crescente movimento internazionale per la liberazione della Palestina".

Giustizia per la Palestina: Una chiamata all’azione

mercoledì 27 luglio 2011

Attivismo femminista nel web : Feminist Blog Camp

Il 28/29/30 ottobre si terrà a Torino, presso l’Askatasuna, una tre giorni di condivisione, seminari, workshop, proiezioni, arte e quant'altro: il Feminist Blog Camp. Nato dall’idea di blogger femministe e blogger disertori (del patriarcato), che già da tempo hanno costituito una rete di attivismo antisessista nel web, il Feminist Blog Camp non solo è aperto alla partecipazione di tutte e tutti ma si propone anche di costruire l'evento in maniera partecipata e condivisa. Se dunque volete saperne di più e partecipare alla costruzione del Feminist Blog Camp, non avete che da cliccare con il ditino sui link qui segnalati, leggere i materiali e poi iscrivervi alla mailing-list di discussione per esprimere le vostre impressioni, fare le vostre proposte o critiche. Pur temendo di non poterci essere fisicamente (seguiranno presto delucidazioni), Marginalia cercherà di inventarsi un modo per partecipare, a partire dalla sua posizione indubbiamente "anomala".

lunedì 25 luglio 2011

LasciateCIEntrare

Vi avevamo nuovamente ri-segnalato, non molto tempo fa, l'appello Lasciateci entrare nei Cie, nato in opposizione alla circolare del Ministero dell'Interno n. 1305 del 1 aprile che vieta l'ingresso a giornalisti/e (e non solo) in Cie e Cara, appello promosso tra gli altri da Gabriele Del Grande di Fortress Europe. Oggi, 25 luglio 2011, davanti ai Cie e ai Cara di diverse città (da Roma a Porto Empedocle, da Bologna a Lampedusa, da Torino a Trapani ...), si svolgerà un'iniziativa di protesta, LasciateCIEntrare (rinviamo, per tutte le info del caso, al sito Cronache di ordinario razzismo). Intanto, mentre scriviamo, ci giunge notizia via Redattore Sociale, dell'ennesimo sopruso all'interno di un Cie, quello di Ponte Galeria, dove vittima è questa volta una giovane donna tunisina.

sabato 23 luglio 2011

Rappresentazioni visuali razziste e sessiste in un vademecum della polizia urbana

L'immagine, che "rubiamo" ad Antennaparabolica, è la pagina 11 del vademecum del regolamento di polizia urbana, presentato dai Sindaci dell'Assemblea dei Comuni del Distretto di Polizia Locale PD1A. Si riferisce ad una tra le tante cose "non consentite" al fine di "garantire qualità e sicurezza nell'ambiente urbano". La didascalia recita: "Fermarsi temporaneamente ed intrattenersi a concordare e contrattare prestazioni sessuali con soggetti che esercitano l'attività di meretricio su strada o aree pubbliche o aperte al pubblico". Ma certo, l'immagine dice molto più del testo sulla pervasività di un certo immaginario razzista e sessista ben radicato nel nostro paese e che bell hooks aveva così chiaramente individuato, durante un suo viaggio in Italia, semplicemente passeggiando per la strada. E sicuramente quest'immagine meriterebbe ben più di una segnalazione. Le piste di riflessione potrebbero essere tante, dalla relazione che intercorre tra un documento di questo tipo e le rappresentazioni visuali dei corpi femminili ad esempio, o ancora sul tipo di (in)sicurezza che riflette (e genera) un vademecum di questo tipo. Ma lasciamo eventuali approfondimenti a chi in questo momento ha più tempo. Da parte nostra ci limitiamo, come già tante altre volte, a dare semplicemente degli "imput", di cui ci piacerebbe poi ci tornassero indietro almeno dei feedback. Questi darebbero un senso non solo alle energie che spendiamo in questo blog, ma anche a parole (come "condivisione" e "riconoscimento del lavoro dell'altra/o") che sembra siano purtroppo, al di là dei frequenti proclami, ancora lontane dal farsi poi reale pratica, nel web come altrove (ma questo è un altro discorso).

PS: e per restare in argomento si veda il vademecum del Comune di Roma, Vivere sicuri si può