Dal sito di Gabriele Del Grande, Fortress Europe, la sintesi - drammatica - di quanto sta avvenendo in questi giorni a qualche centinaio di profughi/e eritrei/e: "I fatti risalgono al 29 giugno. Nel carcere di Misratah, in Libia, esplode la protesta degli eritrei. Rifiutano di fornire le proprie generalità all'ambasciata eritrea, un gruppo tenta la fuga e la polizia libica carica duramente. Nella notte, circa 250 persone sono deportate nei camion container nel carcere di Brak, nel deserto libico. Tra loro, molti eritrei respinti in mare dall'Italia nell'ultimo anno. Siamo in contatto con loro, chiedono alla comunità internazionale di bloccare l'espulsione di massa". Molti sono gli appelli (di Hrw, di Fortress Europe-Come un uomo sulla terra, della diaspora eritrea ...) e i materiali che si possono far girare (come il documentario inserito all'inizio di questo post che toglie ogni dubbio su cosa aspetta i/le profughi/e una volta riportati forzatamente in "patria" o l'intervista raccolta da Al Jazeera, a Eyob Bhata Habtemariam, ex militare eritreo fuggito in Etiopia testimone della morte in detenzione di alcuni dei ministri e giornalisti eritrei arrestati nel 2001 e mai sottoposti a processo o formalmente accusati di alcun crimine) per fare pressione a livello internazionale e soprattutto sul governo italiano che, come ricorda Giulia Barrera nella lista di discussione italo-eritrea, ha delle precise e gravi responsabilità, non solo per i trascorsi coloniali ma anche in quanto coinvolta direttamente nei respingimenti di migranti e negli accordi con la Libia. Che ognuno/a faccia quel che può.
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