Mentre sono circa un migliaio i manifestanti uccisi in Libia, la notizia - rilanciata anche dall'emittente araba Al Jazeera - di mercenari italiani che sparano sulla folla in rivolta, sta rimbalzando nella rete da un sito all'altro, sostenuta dalle testimonianze di alcuni manifestanti (come quello intervistato nel video trasmesso da France 24). Difficile in queste ore caotiche, nelle quali le comunicazioni con l'altra sponda del mediterraneo si fanno sempre più complicate, verificarne l'autenticità. Forse anche questa - come la notizia che vorrebbe mercenari italiani impegnati a bombardare la folla con caccia militari F16 -, è una "bufala" spiegabile con la teoria dei rumours (che, effettivamente, troverebbe terreno più che fertile negli storici rapporti Italia-Libia). In ogni caso, poiché il nostro paese è il maggiore esportatore europeo di armi in Libia (con Finmeccanica ed altre società del gruppo), è anche l'Italia insieme alle milizie di Gheddafi che sta sparando da giorni - seppur indirettamente - sui manifestanti libici. Da qui, forse, il pugno allo stomaco provocato da un video nel quale si vede il logo dell'italianissima Eni sulla giacca di un mercenario che spara sulla folla a Bengasi.
1 commento:
- Al Jazeera ha racontato un sacco di balle, non riscontrabile da testimonianze
- Tutte le testimonianze invece concordano nel dire che i mercenari sono neri e parlano francese. E secondo voi sarebbero italiani??
-Infatti ben si sa che Ghedaffi se le va a comprare e reclutare fra i sub-sahariani, in Chad e Nigeria specialmente, i mercenari della sua guardia pretoriana.
E entrano nelle case della gente, che amazzano, e ci avrano pure trovato magliette da calcio da arraffare.
Quel che raccontate è pura e semplice disinformazione.
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