martedì 31 maggio 2011

Il violento e coraggioso atto d'accusa alla società razzista bianca di Jean Genet e Carole Roussopoulos



Nel 1970 Jean Genet viene nvitato dalla televisione pubblica francese a parlare del recente arresto di Angela Davis. Sospettando che il suo intervento possa essere censurato, chiede a Carole Roussopoulos di accompagnarlo con la videocamera. Come previsto il filmato non andrà mai in onda. Questi pochi frammenti sono tutto quel che rimane del violento e coraggioso atto d'accusa alla società razzista bianca di Genet e, insieme, una formidabile denuncia dell'apparato televisivo, colto impietosamente dall'occhio - di cui sentiamo forte la mancanza - di Carole Roussopoulos. Pochi minuti colmi di rara passione intellettuale e politica che "doniamo" volentieri sperando possano ispirare per il presente.

mercoledì 25 maggio 2011

Le forme del dominio

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente, è il titolo della discussione che si terrà dopodomani (27 maggio 2011 - ore 18), presso la Libreria delle Moline (via delle Moline 3/a - Bologna) a partire dal volume di Alberto Burgio Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa (DeriveApprodi, 2010). Interventi di Vincenza Perilli (Razzismo e sessismo) e Mauro Raspanti (Razza, razzismo e neorazzismo). Seguirà dibattito con l'autore.


lunedì 23 maggio 2011

Stupratore di classe (e di razza)

Dieci giorni fa Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale, è stato arrestato per aver aggredito e stuprato, in un lussuoso albergo newyorkese, una giovane inserviente afro-americana. In molte, in Italia e altrove, si sono giustamente indignate di come la stampa e personaggi politici/pubblici hanno fatto sfoggio, in questa occasione, di propositi misogini e sessisti atti a "difendere" il ricco e potente stupratore a scapito della vittima. Sexisme: ils se lâchent, les femmes trinquent, si intitola, in modo significativo, l'appello/manifestazione lanciato da diversi gruppi femministi francesi. Nella strenua difesa di Strauss-Khan in Italia brilla il quotidiano La Repubblica, con alcune vere e proprie perle di sessismo, e tra queste un video, segnalato da Femminismo a Sud, in cui, definendo una "barbarie" la foto di Strauss-Khan in manette, si descrive con sofferta partecipazione "il volto di Dominique Strauss-Kahn arrestato, il pensiero costretto su quelle immagini da criminale del cinema ma con la forza dell'uomo potente che torna a sentirsi un fuoriclasse, quasi un supereroe". Insomma, uno stupratore di classe, che certo merita dalla stampa trattamento diverso dagli immigrati-stupratori per le cui foto sbattute in prima pagina La Repubblica (e tanti altri) non ha mai versato una lacrima. C'è chi (Gennaro Carotenuto nel suo sito) sul caso Strauss-Khan scrive: "Accusare il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, di aver stuprato una cameriera in un albergo di Nuova York, corrisponde all’Al Capone arrestato per evasione fiscale o è come se Hitler fosse stato condannato dopo l’olocausto solo per aver dato uno schiaffo al bambino della foto del Ghetto di Varsavia. Francamente me ne infischio se Strauss-Kahn sia colpevole o innocente dello stupro per il quale è stato arrestato. Quello che so è che è a capo di un’organizzazione criminale, il Fondo Monetario Internazionale, che nell’ultimo mezzo secolo ha sodomizzato la vita di centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, depredato intere nazioni ed è responsabile della carestia indotta che ha portato alla morte per fame di centinaia di migliaia di bambini in America latina, Africa, Asia.Che il capo di una tale associazione mafiosa si sentisse in diritto di stuprare anche fisicamente le sue vittime non può sorprenderci". Capiamo la "logica" di un simile commento, ma non possiamo condividerne il contenuto (e le improbabili analogie con le tasse di Al Capone o con un Hitler schiaffeggiante bambini nel ghetto di Varsavia). Il punto non è sorprendersi. Non ci sorprendiamo di quanto avvenuto,  ma certo siamo troppo avvezze a ragionare sulle relazione tra diversi sistemi di dominio per stilare fuorvianti "classifiche" dei crimini e discutibili equivalenze tra schiaffi e stupri. E non ci sfugge il legame tra certe retoriche (e politiche) neocoloniali (che continuano a vedere nei paesi del sud del mondo terre vergini da scoprire, penetrare, possedere e sfruttare) e lo stupro di una donna, per giunta nera e povera.

giovedì 19 maggio 2011

Orientalismi italiani

Vi segnaliamo il call for paper per una nuova pubblicazione, a cura di Gabriele Proglio,  Orientalismi italiani. Le ricerche sulla costruzione dell’immaginario europeo dell’Oriente si sono moltiplicate dal 1978, anno di uscita di Orientalism di Edward Said. La traduzione italiana fu data alle stampe dai tipi di Bollati Boringhieri solo nel 1991: un ritardo importante che, probabilmente, è indicativo della mancata recezione di questo tipo di studi. Molti studiosi dopo il lavoro di Said posero attenzione alle geografie immaginarie o, per riprendere una felice definizione di Vico, al “mondo delle narrazioni”. Ciononostante ci pare che le fonti in questo ambito di ricerca siano ancora poco indagate. Come fu raccontato l’Oriente? Quale la relazione tra narratore e narrazione orientalista? Quali i progetti sottesi a questi testi? L’intento di questo volume è di raccogliere contributi sugli orientalismi italiani, cioè su come viaggiatori, missionari, avventurieri, esploratori, militari e mercanti raccontarono l’Oriente. In quale epoca? In epoca moderna e contemporanea. La pubblicazione è però aperta a scritti che si riferiscano ad epoche precedenti: l’intento è di non porre dei confini temporali, ma di scorgere le continuità-discontinuità di narrazioni tra passato e presente. Ciò significa parlare di ‘italiani’ ante-litteram, non solo nel senso della formazione dell’Unità nazionale, ma anche di processi che, nati ben prima del 1861, furono ereditati e riutilizzati nella formazione dell’immaginario soggettivo e intersoggettivo. Inoltre, viene utilizzato il plurale – orientalismi italiani – proprio per indicare la multiforme presenza di soggetti che, con differenti progetti, narrarono in modi molteplici gli Orienti ad est, ma anche a sud, della penisola. Se nominare – cioè definire tramite il racconto, con la scrittura – significa descrivere, l’intento dei viaggiatori è di organizzare quanto scoperto secondo una gerarchia conosciuta, quella eurocentrica. In tal senso tutto, tanto gli usi e le abitudini legati alla ‘razza’ e al genere, quanto la ricostruzione del passato dei popoli orientali, serve ad imporre vincoli di soggezione, di dipendenza. Nulla viene lasciato al caso: non ci si dimentica di classificare l’invisibile sia nel senso del non-visibile in Europa (animali, piante, luoghi…), sia del non percepibile in Oriente. Le pagine, percorrendo questa seconda declinazione, si riempiono di mostri e di magia; si cercano spiegazioni sopranaturali di eventi climatici e ambientali non conosciuti in Europa. Dunque la conoscenza di nuovi territori e il relativo racconto non hanno solamente il compito di scoprire, ma anche di classificare, cioè di porre un ordine, di creare nuove categorie: passo imprescindibile per far attecchire progetti coloniali, economici, politici e religiosi. Sono benvenuti interventi che affrontano una o più delle seguenti tematiche: Relazioni fra biografia del viaggiatore, racconto e motivazioni politiche, religiose, economiche; ‘Razza’ e/o genere: la narrazione come forma di potere; Cibo e alimentazione; Memoria e passato: cercare le origini delle civiltà per proporre una gerarchia eurocentrica; La donna orientale; L’invisibile: mostri, spiritismo, incantesimi e magia, ma anche eventi sopranaturali. Gli abstract (massimo 300 battute + un breve cv)devono essere inviati entro e non oltre il 15 giugno 2011 all’indirizzo gabriele.proglio/at/unito.it. La comunicazione di accettazione dell'abstract è prevista per il 30 giugno, mentre la data ultima per l'invio dei saggi (di max 40 mila battute) è prevista per il 30 settembre. L'uscita del volume, presso la casa editrice Antares, è prevista per fine ottobre - metà novembre 2011.

martedì 17 maggio 2011

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente

Le forme del dominio. Razzismo e sessismo tra passato e presente, è il titolo della discussione che si terrà venerdì prossimo (27 maggio 2011 - ore 18), presso la Libreria delle Moline (via delle Moline 3/a - Bologna) a partire dal volume di Alberto Burgio Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa (DeriveApprodi, 2010). Interventi di Vincenza Perilli (Razzismo e sessismo) e Mauro Raspanti (Razza, razzismo e neorazzismo). Seguirà dibattito con l'autore.

domenica 15 maggio 2011

Sessismo, razzismo e rappresentazioni visuali dei corpi femminili

Alcune iniziative molto interessanti a proposito delle rappresentazioni visuali dei corpi femminili, ci offrono lo spunto per alcune ulteriori riflessioni sulla costruzione della bianchezza e del privilegio. La prima iniziativa alla quale facciamo riferimento è la pubblicazione on-line delle immagini raccolte in una mostra di qualche anno fa, Le rappresentazioni della femminilità nera: dal mito della Black Venus alle artiste nella musica reggae. La mostra, curata tra le altre da Sonia Sabelli, è divisa in quattro sezioni: la storia di Sarah Bartmann, la cosiddetta “Venere ottentotta”, e le contro-rappresentazioni che ha ispirato, le rappresentazioni visuali dei corpi delle donne nere durante il colonialismo italiano, l’uso dei corpi di donne e uomini dalla pelle nera per pubblicizzare i “frutti” della colonizzazione durante il fascismo e il modo in cui le artiste nere hanno decostruito gli stereotipi razzisti e sessisti che sono ancora attivi nella musica contemporanea e che rappresentano un’eredità della schiavitù e del colonialismo. La seconda iniziativa è un seminario organizzato dal Laboratorio Sguardi sui Generis e dal Cirsde, Corpi senza donne, che si terrà a Torino mercoledì 18 maggio e che ruota intorno alla discussione, in presenza delle autrici, del video di Elisa Giomi e Daniela Pitti Se questa è una donna. Il corpo femminile nei messaggi pubblicitari. Se la mostra indaga quindi, nei suoi molteplici aspetti, l'uso/abuso dei corpi "neri", il corpo che emerge dal video al centro dell'iniziativa torinese, è un corpo essenzialmente "bianco" (la rara presenza di alcune immagini pubblicitarie che fanno riferimento o mettono in mostra corpi "neri" - come quello utilizzato per pubblicizzare una birra con lo slogan "Fatti la cubana" - non viene problematizzata). Come dicevamo queste iniziative (il loro "accostamento") ci offrono stimoli, spunti di riflessione e domande, alcune delle quali già al centro dell'analisi delle attuali retoriche razziste e sessiste analizzate alla luce delle rappresentazioni visuali dei corpi maschili/femminili e bianchi/neri nei manifesti di propaganda europei, nel nostro intervento dello scorso anno al convegno States of Feminism / Matters of State (e per una rassegna dei manifesti di propaganda italiani rinvio al sito Cronache di ordinario razzismo). Domande che stiamo tentando di mettere meglio a fuoco in un nostro contributo su Sessismo, razzismo, pubblicità all'interno di un più ampio progetto di ricerca sulle rappresentazioni dei corpi in pubblicità (progetto coordinato da Laura Corradi e di cui una parte è stata già pubblicata nel numero di marzo di Leggendaria). Ci chiediamo, ad esempio, che tipo di relazione (o, potremmo dire, di nesso quasi costitutivo) esiste tra una certa rappresentazione (e costruzione) del corpo nero e la rappresentazione/costruzione del corpo bianco, della sua "bianchezza"? Attraverso quali traiettorie si costruisce il privilegio di alcune all'interno di un processo di di-sumanizzazione che, articolato secondo diversi assi di differenzazione, coinvolge il corpo di tutte? Come "complicare" un approccio di tipo intersezionale (anche) alle rappresentazioni visuali dei corpi (neri e bianchi), all'interno di quella complessa dinamica di rapporti sociali di dominio che diversamente rischia di restare opaca?

mercoledì 11 maggio 2011

Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana

Questa sera (mercoledì 11 maggio, ore 21), all'interno del ciclo Contro-corsi sulla storia d'Italia, organizzati dal Circolo Anarchico Berneri, presso XM24, incontro dedicato a Il ruolo della donna nell'ideologia colonialista italiana,con interventi di Nicoletta Poidimani (Una prospettiva di genere sul colonialismo italiano) e Vincenza Perilli (Corpi coloniali e corpi per la nazione).

martedì 10 maggio 2011

Razzismo & Modernità

Il Centro di Documentazione di Pistoia ha da poco messo a punto un nuovo sito, all'interno del quale trovate anche gli indici della rivista Razzismo&Modernità, , di cui vi avevamo in passato già segnalato alcuni nostri contributi, come la recensione a La pelle giusta di Paola Tabet e il dossier su Sexe et Race. Nel sito tutte le indicazioni per acquistare i numeri arretrati, buona lettura.

sabato 7 maggio 2011

Quando contro i migranti si invoca anche Hitler

Mentre ci accingevamo a postare una breve nota in ricordo di Mabruka, suicida nel Cie di Ponte Galeria a Roma tre anni fa, ci è giunta segnalazione di un video che documenta uno dei tanti inquietanti episodi di razzismo "diffuso" (o "popolare") in Italia. Il titolo del video è Controllori di razza. Guardatelo, tenendo conto, beninteso, che tali episodi esistono (e si moltiplicano), perché leggittimati da una certa pratica politica e istituzionale.

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Cie: rivolte, stupri, fughe e processi
Clandestini: licenza d'uccidere
Cie low cost
In nome del burqa: storie di ordinario razzismo
Prima le donne e i bambini (con riserva)
Stupri non denunciabili
Sui Cie e sulle ragioni economiche delle complicità
Nei Cie si stupra
Storia di un'ex-colonizzata ...
Donne migranti, rivolte e tentativi di stupro nei Cie
I Cie "hotel di lusso" per migranti
Vivre libre ou mourir. Per Mabruka, suicida in un Cie
Un'altra Rosa Parks

giovedì 5 maggio 2011

Femminismi in condivisione

Da I consigli di zia Jo (il cui nome, lo diciamo en passant, troviamo adorabile visto che ci riporta alla memoria quasi proustianamente uno dei nostri miti infantil - adolescenziali, ovvero la Jo di Piccole Donne ...), siamo molto contente di apprendere che è nato un nuovo aggregatore di blog / siti, esclusivamente (ed è questa la novità), femministi e r-esistenti. Si chiama Femminismi, ed effettivamente facilita un po' di cose (oltre a tutto il resto). Buona navigazione a tutte/i ;-)

Christine Delphy: un'intervista sul numero 7 di xxd

E' online il numero 7 di xxd - Rivista di varia donnità. Come al solito potete scaricare, stampare e leggere comodamente dove volete il numero. Basta cliccare sul link che trovate in questa pagina insieme all'indice. Tra le altre cose vi segnaliamo la pubblicazione di alcuni stralci di una nostra lunga intervista (ancora in corso) a Christine Delphy, intervista che speriamo di poter presto pubblicare integralmente in un piccolo volume, sempre che l'affannosa ricerca di un editore disponibile vada in porto. Anzi: se qualcuna/o ha delle idee (concrete) batta un colpo. Scopriremo allora che forse continuare a sostenere la fatica aggiuntiva di questo blog serve effettivamente a qualcosa ...

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Christine Delphy: Un universalisme si particulier
Christine Delphy in rete
Classer, dominer. Qui sont les "autres"?
Christine Delphy: Race, caste et genre
Sessismo e razzismo. Un convegno di NQF
Christine Delphy: una scheda bio-bibliografica

martedì 3 maggio 2011

Muammar Gheddafi e Il leone del deserto

 

Nell'ultimo periodo abbiamo avuto ancor meno tempo da dedicare a questo blog, "saltando" (beninteso solo "virtualmente") anche date e avvenimenti (come il 25 aprile e la Resistenza di ieri e di oggi, gli sviluppi della sporca guerra in Libia, il 1 maggio e le lotte contro la precarietà, le rivolte qui e altrove), che riteniamo cruciali. Per non parlare poi delle tante cose che ci vengono segnalate e che riusciamo a stento a leggere (e non a pubblicare). E così oggi, per tutte/i coloro che nonostante l'andamento discontinuo di Marginalia si ostinano comunque a seguirci, proponiamo la visione di Lion of the Desert, il film del 1981 di Moustapha Akkad sull'invasione coloniale italiana in Libia, voluto fortemente (e finanziato) da Muammar Gheddafi. Un film - incentrato sulla figura di Omar al-Mukhtar - di cui per quasi trent'anni è stata vietata la proiezione nei normali circuiti in Italia. Mi sembra il momento giusto per proporne la visione.

(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:

Guerra in Libia ed effetti collaterali
Voci di donne nelle rivolte, uteri per la patria e guerre umanitarie
La squadra di calcio libica sponsorizzata da Eni
E' l'Italia mercenaria che spara sulla folla in Libia
Muammar Gheddafi, Silvio Berlusconi e l'italietta postcoloniale
Eritrea: Voices of Torture
Colonialismo italiano in Libia: dal "leone del deserto" al "colonnello"
L'Italia finanzia la violenza contro le donne migranti
Il ramadan di Berlusconi
Noi non saremo tra le 700 donne ...