Davvero in extremis (ci scusiamo, ma in questa fase siamo in ritardo su tutto) il call for papers del prossimo numero di Darkmatter, dal titolo Post-racial Imaginaries : "Increasing reference to the notion of ‘post-race’ is suggestive of an emergent discursive framework in critical approaches to race and racism. ‘Post-race’, ‘post-racial’, ‘post-black’, and associated ideas, are being mobilized in various theoretical, cultural and political discourses to describe new racial formations. Post-race requires us to question in new ways the precepts of race thinking, positing the end of race as a point with which to think racial futures. The imprecise nature of much ‘post-’ talk means there has yet to be a rigorous assessment of the significance of post-race and its cognate terms, beyond simple endorsement or dismissal.This special issue of darkmatter Journal is interested in delineating the contours of the ‘post-racial’ turn by asking: what is the post-racial? What are the conditions of its emergence? What assumptions and claims does it make about the logics of racism? What critical and political work is the term doing? What does the ‘post’ in post-race mean? How is racism theorized in post-race? What is the relationship between colonial history and the post-racial? When and where is the post-racial? Who claims post-raciality?". Ulteriori info e modalità di invio degli abstract (entro il 1 febbraio!), nel sito di Darkmatter.
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
Femminismi: un convegno internazionale a Torino. World Wide Women. Globalizzazione, genere, linguaggi
Questa estate avevamo già pubblicato il call for papers del convegno internazionale World Wide Women. Globalizzazione, generi, linguaggi. Ed ora finalmente ci siamo: il convegno si svolgerà a Torino il 10-11 e 12 febbraio, con un programma ricchissimo. Lo potete consultare/scaricare online, insieme al libro degli abstract ed alla locandina. Per tutte le altre info utili (come registrarsi, come arrivare nelle sedi del convegno, dove alloggiare eccetera) rinviamo al sito del Cirdse. Con chi ci sarà ci vediamo in terra sabauda ;-)
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giovedì 27 gennaio 2011
Simone De Beauvoir: come la società "fabbrica le donne"
Il video (dal titolo Le parole di Simone De Beauvoir), è un originale montaggio - con sottotitoli in italiano -, di alcuni frammenti tratti da film e materiali d'archivio (frammenti da On ne naît pas femme ... di Virginie Linhart del 2007, ma mi sembra anche dal film di Carole Roussopoulos, Des fleurs pour Simone De Beauvoir), realizzato recentemente da Collettiva Femminista, che ringraziamo.
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martedì 25 gennaio 2011
Muslim of Europe. Perspectives on Gender and Religion
Islam is today the second religion in Europe. Despite the complexity implied by this fact, a widespread dichotomy present s a homogeneous Europe versus a likewise consistent Muslim "Other". This conference aims at deconstructing such a dichotomy and to scrutinize how gender lies at the heart of the frictions occurring as a result of contemporary transnational challenges. It presents frontline research on how European states govern Muslims´ migration movements and everyday life along with research focused on power relations within the Muslim minorities.. The conference (27-28 January 2011, Facoltà di Scienze Politiche Sala Poeti, Strada Maggiore 45, Bologna) is organised by Sandro Mezzadra, Pia Karlsson Minganti and Renata Pepicelli at the Department of Politics, Institutions and History, University of Bologna and supported by the FP7 project Gender, Migration and Intercultural Interaction (GeMIC - www.gemic.eu). Simultaneous interpretation English>Italian // Traduzione simultanea Inglese>Italiano.
PROGRAMME // PROGRAMMA
domenica 23 gennaio 2011
Schengenland. Immigrazione: politiche e culture in Europa
Con Schengenland. Immigrazione: politiche e culture in Europa, continuano le pubblicazioni della collana Sessismo&Razzismo edita da Ediesse e Crs e inaugurata con La bella, la bestia e l'umano di Annamaria Rivera. Questo nuovo volume, a cura di Isabella Peretti (e di cui nel sito dell'editore trovate una scheda particolareggiata), parte dalla constatazione che "il caso italiano, pur rappresentando uno dei peggiori nel quadro europeo delle politiche relative all'immigrazione, non è un caso isolato, ma rimanda in qualche modo alle più recenti politiche dell'Unione Europea e di alcuni tra i più importanti Stati membri". E il saggio introduttivo di Rita Sanlorenzo, Schengenland. una politica europea per l'immigrazione, offre un quadro allarmante delle politiche comunitarie messe i campo per contrastare l'immigrazione "clandestina", gestire quella "legale" (in base alle "esigenze" del mercato europee) e potenziare sia i controlli alle frontiere (attraverso strumenti come la oramai nota Agenzia Frontex) che i controlli all'interno dei singoli paesi (sicurizzazione del territorio, presenza sempre più massiccia di centri di detenzione per migranti ...). In questo quadro generale (e nei specifici casi nazionali analizzati nel volume - dall'Olanda, alla Francia, all'Inghilterra, all'Italia, alla Germania), emerge però "l'autonomia e un inedito protagonismo delle soggettività migranti, gli atteggiamenti pur diversificati delle nuove generazioni di origine migratoria, i movimenti antirazzisti" che stanno "dando vita a un terreno unitario di lotta e iniziativa politica, che può essere capace di contrastare le attuali misure di un diritto speciale e discriminatorio per i migranti - un novello apartheid - e di affermare un nuovo progetto di cittadinanza europea".
venerdì 21 gennaio 2011
Mad / Museo di arte delle donne
In questo fine settimana sarà inaugurato, nella residenza multi disciplinare per l'arte delle donne di Villa5, il Mad, il primo museo di arte delle donne in Italia. Un museo, come scrivono le curatrici nel sito, rivisitato, da visitare e rivisitare e che cambia la propria fisionomia a seconda degli apporti di chi lo frequenta. E' questo il senso dell'avviso "a naviganti in cerca di approdi" che probabilmente molte di voi hanno ricevuto via mail: un invito a portare, nei giorni di inaugurazione (e oltre) del museo, qualcosa della vostra artista prediletta (una foto, l'immagine di un'opera e/o uno scritto di/ sul suo lavoro). In questo modo questa andrà ad aggiungersi alle artiste già presenti al Mad (Laura Ambrosi, Sandra Baruzzi, Zahira Berrezouga, Roberta Biagiarelli, Louise Bourgeois, Elena Cavallo, Mona Hatoum, Frida Kalo, Chen Li, Claudia Losi, Caterina Mochi Sismondi, Tina Modotti, Shirin Neshat, Irina Novarese, Lucy Orta, Yael Plat, Francesca Rizzotti, Silvia Salchi, Margherita Settimo, Antonella Usai, Joana Vasconcelos, Les Vidéobstinées). Da parte nostra scontiamo un limite: mai siamo mai riuscite ad avere predilezioni esclusive (pur essendo capaci di grandi passioni) e dunque lunga è la lista delle nostre artiste predilette. Di alcune tante volte abbiamo parlato qui, tra queste molte sono già presenti al Mad, altre vorremmo che vi fossero aggiunte: da Artemisia Gentileschi a Coco Fusco passando per Judy Chicago, Helena Almeida, le Guerrilla Girls e tante altre tra registe, fotografe e musiciste ...
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mercoledì 19 gennaio 2011
Barbie e libertà (ovvero: della tanto sbandierata libertà femminile in Occidente)
La foto è stata scattata qualche settimana fa ad una delle due vetrine di un negozio di giocattoli in una via centrale di una città medio grande del nord Italia. E' la vigilia della Befana, le due vetrine sono tirate a lucido e rigidamente "separatiste" (il separatismo è disdicevole solo quando lo praticano i gruppi di dominati), ovvero una vetrina per "maschi" (giochi d'azione, supereroi, macchinine e poi il piccolo scienziato, il piccolo dottore, il piccolo esploratore ...) e l'altra per le bambine, tutta rosa ovviamente. Sulla pila di pupazzetti, cucinine e lavatrici in miniatura, bambolette di tutti i tipi con guardaroba e attrezzi per il maquillage annessi, una Barbie fasciata in un abito di lamè con stampata la statua della libertà ... Chissà quanti adulti (magari "scandalizzati" dalle "orge" di Berlusconi & Co ... ) hanno regalato (o regaleranno) a povere bambine questa disgraziata summa della libertà femminile in occidente ...
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lunedì 17 gennaio 2011
New Dangerous Liaisons
New Dangerous Liaisons. Discourses on Europe and Love in the Twentieth Century, è un recente volume a cura di Luisa Passerini, Liliana Ellena e Alexander C.T. Geppert. Il libro indaga il ruolo svolto da ciò che definiamo "amore" (e/o dai "discorsi" su ...) nella costruzione dell'identità europea (della "Europeanness") nel ventesimo secolo, sia nella stessa Europa (ad esempio durante il nazismo) che nei contesti coloniali (nel sito dell'editore - Berghahn Books - per intanto trovate l'indice). E' uno dei volumi che vorremmo assolutamente trovare il tempo di leggere in questo 2011 ...
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sabato 15 gennaio 2011
Un premio alle sitografie femministe
Se memoria non ci inganna Marginalia non ha mai avuto a che fare con premi o simili (in realtà ne abbiamo ricevuto anni fa uno, ma si trattava di un premio mitico ... a suo modo e quindi non fa testo) ma se capita fanno piacere soprattutto se non costringono a difficili scelte e faticose catene di link ma piuttosto contribuiscono alla messa a punto di utili mappe per muoversi nei meandri del web. Quindi grazie a Nata Femmina, che ha inserito questo blog nella sua sitografia femminista compilata come dazio per un premio ricevuto. Da parte nostra con la solita fretta che ci perseguita, anziché compilarne una ex-novo rinviamo ai siti/blog (femministi e non) del nostro blogroll. Anche se non lo aggiorniamo da un po' crediamo che elenchi un certo numero di luoghi che val proprio la pena di visitare. A questi - per non essere tacciate di pigrizia -, aggiungiamo una recente e gradita scoperta: Les entrailles de mademoiselle ... effettivamente une bouffée d'oxygène! (merci Christine!)
giovedì 13 gennaio 2011
Il diritto alla rivolta (in Maghreb e altrove)
"Il mondo non è mai stato così ricco, eppure mai così pieno di miseria. Festeggiamenti sontuosi, in cui si compete per il lusso, il fasto, l'esibizione della ricchezza. Palazzi e castelli, ridotti un tempo a musei dove si percepivano appena i fantasmi del passato, sono nuovamente aperti per feste e cerimonie, in cui ricchi e potenti mettono in scena il proprio potere. Diamanti e pietre preziose, sete e rasi, tavole imbandite, tutto deve indicare il fasto e mostrare, anche per un istante, l'esplosione della potenza e la sua capacità di affascinare. La violenza di tale esplosione, la violenza su cui riposa un tale fatto, è di una brutalità senza precedenti. Uccide e resta impunita. e' indifferente alla morte di donne e uomini che partono su fragili imbarcazioni, che attraversano i deserti, che mettono in vendita i propri reni, i propri occhi, per un tozzo di pane. I loro cadaveri sono disseminati nei deserti africani e lungo le coste europee [...] Ai piedi delle torri che dominano le città, vendono la forza delle proprie braccia per costruire nuovi palazzi, accampati alle porte dei quartieri ricchi. Vengono nelle città europee, asiatiche, africane, americane, per cercare di sopravvivere [...] Mentre crollano le barriere, permettendo alla ricchezza di circolare sempre più velocemente, nuovi confini vengono eretti per contenere questi reietti. Capita che la loro collera e frustrazione disturbino la festa, ma milizie ed eserciti sono pronti a massacrarli. Per quanto tempo ancora sarà possibile contenere questa collera? Questa collera rancorosa, ammantata di una convinzione purificatrice, diviene talvolta assassina, piene di millenarismo, distrugge in funzione di una visione pacifica e armoniosa [...]. Ma la rivolta serve anche a ricordare che gli oppressi e i diseredati hanno il potere di ribellarsi contro la violenza dei potenti, che è giusto voler imporre una maggiore giustizia. Il diritto alla rivolta, il diritto a protestare è spesso dimenticato nell'invocazione dei diritti imprescrittibili dell'essere umano. E' giunto il momento di dargli tutta la sua forza". [Françoise Vergès, Il diritto alla rivolta, prefazione a Frantz Fanon, Scritti politici. L'anno V dellla rivoluzione algerina, vol. II, Derive&Approdi, 2007].
Marginalia riceve e segnala :
* Dal sito Les Inrocks la testimonianza di un rivoltoso raccolta ad Algeri da Adlène Meddi, Même la mort ne veut pas de moi.
* Ancora in francese l'intervista allo storico Gilbert Meynier, che potete ascoltare su Radio Libertaire.
* Segnaliamo l'appello, che abbiamo già sottoscritto, A sostegno delle lotte dei giovani del Maghreb e contro il liberismo che nega il futuro. Tra i/le firmatari/e Alberto Burgio, Alessandro Dal Lago, Angelo Del Boca, Gianluca Gabrielli, Annamaria Rivera. Tante le prime adesioni.
* Questo appello si chiude con l'invito alla mobilitazione in fabbriche e università. Non sappiamo ancora di iniziative in tali luoghi strategici, certo è invece il fermento tra le realtà di movimento e sindacali di base. Presidi ad esempio a Torino,Palermo e a Bologna. In altre città iniziative si stanno discutendo per i prossimi giorni (chiediamo alle diverse realtà di autodeterminarsi e inserire direttamente nei commenti prossimi appuntamenti anziché spedire mail. Con tutta la nostra buona volontà non riusciamo a stare "sulle notizie").
* Abbiamo ricevuto anche un grande numero di interventi e prese di posizione. Segnaliamo la conversazione di Lella di Marco di Annassim con M.M, giovane sociologo alerino, La rivolta di Algeri (testo che potrete leggere sul numero di febbraio del mensile Eco), il documento di Bologna Prende Casa Pane, lavoro e libertà e l'articolo di Diego Negri della Rete dei Comunisti, Solidarietà con i popoli in rivolta del Maghreb.
martedì 11 gennaio 2011
Solidarietà con la riva sud del mediterraneo: abbattere i muri della Fortezza Europa
Via Fortress Europe e Spazi Altri riproponiamo la canzone (con sottotitoli in italiano) Rais LeBlend di Hamada Ben Amor, in arte El Général, rapper tunisino arrestato una decina di giorni fa (con un vero e proprio blitz che ha coinvolto un numero spropositato di poliziotti) proprio per aver osato criticare in questo video il presidente Ben Ali e il suo governo. Hamada Ben Amor è stato liberato l'altro ieri, ma quanto denuncia è ancora di una tragica attualità. A partire dalle rivolte di Sidi Bouzid (dove il 17 dicembre un giovane disoccupato si è suicidato dandosi fuoco davanti alla prefettura dopo che la polizia gli aveva sequestrato la merce di una bancarella abusiva con cui si manteneva - episodio che El Général evoca in una delle sue prime canzoni Tounes Bladna) manifestazioni e proteste si sono estese in tutto il paese, e gli scontri di piazza hanno già provocato la morte di decine di manifestanti. La polizia continua a sparare (in Tunisia ma anche in Algeria) e la gente a morire. E' un'intera generazione che si ribella, la stessa generazione - come scrive Gabriele Del Grande -, "che fino a pochi mesi fa sfidava la morte in mare per raggiungere i suoi sogni sulla riva nord del Mediterraneo". Per questo "Raccontare quelle proteste significa gettare le basi per un ponte di solidarietà tra le due rive. Il che equivale ad abbattere i muri della fortezza Europa".
lunedì 10 gennaio 2011
Costruzione del/la martire e strategie del consenso : una riflessione critica sull'istituzione della Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi
Riceviamo una puntuale riflessione del Laboratorio Sguardi Sui Generis a proposito dell'istituzione da parte del governo di una Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi per il 9 di febbraio, anniversario della morte di Eluana Englaro, dal titolo Costruzione del/la martire e strategie del consenso. Titolo che enuncia chiaramente le poste in gioco di questa ennesima e sfacciata mistificazione degli integralisti pro-vita. Infatti, come scrivono le aurici del testo, "Nel comunicato di partecipazione redatto dalla sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella, Eluana, da simbolo della lotta per la propria autodeterminazione, diventa martire di una magistratura assassina, incarnazione di un diritto allo Stato Vegetativo negato. Alla sua vicenda viene conferita una esemplarità che, in assoluta malafede, la piega a prova del 9 di un teorema politico". Prima di lasciarvi alla lettura de la Costruzione del/la martire e strategie del consenso, vogliamo però spendere due parole (per memoria) sulla citata Eugenia Roccella: negli anni 70 legata al partito radicale e attiva nelle lotte per l'aborto insieme ad Adele Faccio, in seguito sostenitrice del "materno" e dell"autorevolezza femminile", deputata del Pdl, portavoce del Family Day, collaboratrice di quotidiani e riviste, da Il Foglio ad Avvenire (dove, tra l'altro, a proposito del caso Welby, si spinse a parlare di "pulizia sociale"), decisamente avversa ai Dico, alla Ru486, ai matrimoni gay, coccolatissima da vari esponenti del Movimento per la vita e dintorni, autrice con Lucetta Scaraffia di un Dizionario biografico delle italiane in cui, tra i 247 ritratti di italiane che hanno fatto la storia d'italia, spiccano quelli di Rachele Mussolini e Claretta Petacci ... potremmo continuare ma abbiamo già scritto più delle due parole che ci eravamo ripromesse (e crediamo in ogni caso bastino a tratteggiare una parabola politica piuttosto preoccupante) e vi lasciamo finalmente alla lettura del testo Costruzione della martire e strategie del consenso nel sito di Sguardi Sui Generis .
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domenica 9 gennaio 2011
Clara Zetkin e il lavoro di cura
In un' altra lettera a Karl Kautsky (22 marzo 1886) Clara Zetkin scriveva:" Faccio la sarta, la cuoca, la lavandaia, insomma la domestica tuttofare. Ci sono poi i due marmocchietti che non mi lasciano un attimo di respiro. Avevo appena cominciato a immergermi nello studio del carattere di Louise Michel che ho dovuto soffiare il naso al n. 1 e mi ero appena messa a sedere per scrivere che ho dovuto imboccare il n. 2 ...".
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