Nel ricordarvi che si avvicina la data ultima per l'invio di proposte per il convegno Fuori & Dentro la democrazie sessuali, pubblichiamo l'abstract dell'intervento Tra politiche dei diritti e pratiche omo-nazionaliste. Movimenti lgbtiq, supremazia occidentale e pratiche razziste, presentato nel panel Dai margini al centro. Femminismo, teoria queer e critica postcoloniale, al recente convegno internazionale Www.world wide woman. In coda all'abstract (già pubblicato, insieme ad altri, nel Libro degli abstract del Cirdse), trovate una serie di documenti, via via pubblicati negli ultimi anni in Marginalia, che crediamo utili per una riflessione sull'argomento. Buona lettura. "Il recente rifiuto (giugno 2010) di Judith Butler di non accettare il Zivilcourage Prize assegnatole dagli organizzatori del Pride di Berlino – la filosofa ha esplicitamente dichiarato che intendeva così “prendere le distanze dalla complicità con il razzismo, compreso il razzismo islamofobico”- ha reso noto ad un pubblico più vasto un tema fondamentale per i movimenti omosessuali e queer contemporanei: quello del razzismo. Non è una problematica nuova per i militanti dei movimenti queer antirazzisti; in Inghilterra, in Olanda, in Germania, in Francia gli attivisti hanno in più occasioni denunciato la sovrapposizione tra discorsi e politiche del movimento omossessuale ufficiale e discorsi e politiche volte ad affermare la supremazia di una presunta cultura occidentale uniformata nel segno del liberalismo e dei diritti ‘anche’ degli omosessuali. Nel passaggio al nuovo millennio, non più solo i ‘diritti delle donne’ sono diventati armi nella presunta guerra tra civiltà (caso esemplare è quello della guerra in Afganistan) ma anche i diritti di gay e lesbiche. E nel contesto europeo contemporaneo, l’omonazionalismo e il razzismo hanno un nemico ben preciso: quei migranti, soprattutto di religione islamica, che sarebbero naturali portatori di un atteggiamento omofobico e transfobico. Per quanto il contesto italiano sia segnato da importanti differenze rispetto al nord Europa, pratiche omonazionalistiche si sono riconfigurate nella specificità italiana. Il conflitto in occasione dell’organizzazione del Pride italiano 2010 tra gruppi diversi della galassia lgbtiq può essere letta alla luce di questa chiave interpretativa: la rottura è infatti avvenuta intorno a nodi fondamentali del linguaggio e delle pratiche politiche (trasversalità, politicizzazione, identità, diritti, sicurezza). L’opposizione all’omonazionalismo costituisce inoltre un incontro inedito tra culture e politiche centrali per i movimenti di genere contemporanei: quella queer e quella postcoloniale. Gli attivisti queer e migranti, i ‘queer of colour’ antirazzisti e i loro alleati stanno elaborando una visione radicalmente alternativa dell’agenda politica dei movimenti gay e lesbici ufficiali, proponendo, sul piano del dibattito e delle politiche, intrecci inediti tra identificazioni, teorie e pratiche.In concreto, la comunicazione intende presentare la nascita e lo sviluppo del dibattito sull’omonazionalismo in alcuni paesi europei; nel fare ciò, si confronterà con le principali teorizzazioni della critica queer e postcoloniale nel contesto del movimento lgbtiq in Europa, valutando il peso dei processi migratori e delle politiche anti-immigrazione nei contesti descritti. In seguito, la comunicazione intende esplorare le ricadute, in termini di continuità e differenze, dell’omonazionalismo e della sua opposizione nel contesto politico e teorico italiano.
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Sulla censura di Gay Imperialism e Out of Place
Queer arabi contro le strumentalizzazioni
Concia e L'altro
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