mercoledì 30 dicembre 2009

Simone De Beauvoir e lo scandalo del Secondo sesso


Come giustamente notava qualcuna, quest'anno Il secondo sesso di Simone de Beauvoir ha compiuto sessant'anni ma i mezzi di informazione non se ne sono accorti. Aggiungerei che non se ne è accorta anche buona parte del "movimento" (femminista? femminile? delle donne? ... fate voi). Da parte mia voglio ricordare per l'occasione un bel volume (edito da Syllepse nel 2002, in realtà gli atti di un convegno internazionale che si era tenuto a Parigi nel gennaio del 1999) curato da Christine Delphy e Sylvie Chaperon, per i cinquant'anni di questa controversa opera di de Beauvoir, Cinquantenaire du Deuxième sexe, appunto
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domenica 27 dicembre 2009

Ad un anno dall'operazione Piombo Fuso, per non dimenticare Gaza e le ragioni di un conflitto

Esattamente un anno fa, il 27 dicembre (e fino al 18 gennaio), l'operazione israeliana Piombo fuso provocò centinaia e centinaia di morti (donne, uomini, bambine/i) a Gaza. Ne avevamo scritto (poco) qui, ma ne avevamo letto giorno dopo giorno gli sviluppi in siti come Guerrilla Radio di Vittorio Arrigoni (al quale rinvio, ancora), ci eravamo indignate/i, avevamo manifestato, discusso ferocemente, tentato di trovare soluzioni e/o risposte non sempre semplici (o facili). Ad un anno esatto non potevo non ricordare la tragedia di Gaza, come in tanti/e stanno facendo (per quel poco che serve), mentre (molto più efficacemente si spera) è in corso la Gaza Freedom March

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Alcuni articoli correlati in Marginalia:

Non dimenticare Gaza. Anche per Khadija Shawani e le altre
Tecniche di bondage per resistere
Tra assordanti bla bla bla, pensando alle donne di Gaza
Per non tornare alle Crociate
Over my dead body
Gaza. Dei vivi che passano
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venerdì 25 dicembre 2009

Buone lotte

Senza testo, ma con immagine (cliccare sul link). Commenti permessi, eventuali risposte con molta calma

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Aggiornamento: solo poco fa ho saputo che una trans si è impiccata nel Cie di via Corelli a Milano. Rinvio a Macerie, con le testimonianze agghiaccianti raccolte dalle redattrici di Silenzio Assordante. Ecco il Natale in casa Cie
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mercoledì 23 dicembre 2009

Paola Tabet: La banalité de l'échange

Paola Tabet, insieme a Colette Guillaumin ed altre (più qualche raro altro) che ogni tanto fanno capolino anche qui, ha indubbiamente segnato, in un modo o nell'altro, il mio percorso, non solo teorico. Mi stupisce sempre come sia poco conosciuta (e dibattuta) la sua opera in Italia, poco noti ai "non addetti ai lavori" (e talvolta neanche a quelli/e) certi suoi scritti fondamentali come La construction sociale de l'inégalité des sexes. Des outils et des corps, mai tradotto in italiano o il bellissimo (e illuminante) La pelle giusta, che avevo recensito nel primo numero di Razzismo&Modernità, contribuendo (spero) a far conoscere un po' di più anche qui "da noi" la ricerca di Tabet (giustamente molto letta in Francia). Mi viene ora segnalata (grazie Valeria) un' intervista veramente molto interessante (pubblicata sull'ultimo numero di Genre, Sexualité&Société) a Tabet, nella quale si ripercorre il percorso teorico e personale che l'ha condotta a forgiare il concetto di scambio economico-sessuale. Tabet inserisce questa nozione nell'insieme dei suoi lavori sulla divisione sessuale del lavoro, la gestione della riproduzione, gli interventi sulla sessualità delle donne, ma si sofferma anche sugli usi della nozione e sui limiti che comporta un suo uso limitato principalmente a ciò che viene definito lavoro sessuale, e la difficoltà di pensare gli scambi economico-sessuali come un continuum. Un insieme portentoso di strumenti teorici e politici. L'intervista, La banalité de l'échange, può essere letta sul sito della rivista in francese e in inglese. E' il mio regalo di Natale a tutte/i.
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lunedì 21 dicembre 2009

Giocattoli non sessisti: consigli per gli acquisti

Premetto che sono per l'abolizione dei regali di Natale (nell'impossibilità di abolizioni più radicali), per lo meno nella forma consumistica attuale (ben venga invece il dono per il piacere del dono, non necessariamente natalizio, il recupero, il riciclo, le sciarpine fatte a mano e i quadernetti fai-da-te). Premetto che con la crisi che c'è la voglia (o la possibilità) di farli è passata a molte/i. In ogni caso come mi diceva qualcuna ieri sera: ai bambini (intendendo bambini&bambine) come fai a non fare un regalo? Al rientro delle vacanze la prima cosa che si sentiranno chiedere a scuola è: cosa ti ha portato Babbo Natale? Allora , in attesa che cresca il Movimento per eliminare Babbo Natale, qualche consiglio per gli acquisti. Per cominciare niente giochi sessisti, please. Di questo si è parlato più volte qui in Marginalia (1, 2, 3 ...) e dunque non mi dilungo. Voglio augurarmi che nessuna/o sia così stupida/o da regalare alle bambine (figlie, nipotine, figlie di amiche) bambole tipo la famigerata Bebé Glotón o ai bambini mostri tutto muscoli che fanno a gara a chi ce l'ha più lungo (non ho tempo per esempi). Da parte mia consiglierei di regalare dei libri, per i piccolissimi/piccoli potete dare un'occhiata alla rubrica Bambine&Bambini qui sulla destra e poi qualche titolo: La principessa sulla zucca, Nei panni di Zaff, Piselli o farfalline ... sono più belli i bimbi o le bambine?

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L'immagine è la copertina di Gioca Jouer. Guida pratica per salvarti dai giochi sessisti, guida che potete scaricare in pdf QUI (ottima idea per regalo utile e a basso costo)
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sabato 19 dicembre 2009

Geo-gastronomie femministe

La cena post-laboratorio, in un posto nei dintorni della Sapienza (specialità della casa: penne alle alici con pachino e pecorino) ancora molto visual studies (& postcolonial, of course). Si è in tante, la prossimità delle feste ha facilitato i ritorni (da Utrecht, Parigi, Francoforte, città e cittadelle universitarie italiche, e altri luoghi non meglio precisati). Da un capo all'altro della tavola con le bottiglie di vino bianco passano frammenti di discorso (il calendario copto, autonarrazioni di donne provenienti dalle ex-colonie, il bel saggio di una comune amica - si scopre - sul Combahee River Collective e dintorni). Tornado a casa (si torna sempre a casa, infine, anche se è la casa di qualcun'altra, per qualche notte tua e/o di altre), in macchina, si parla ancora. Troppo tardi per andare a vedere lo spettacolo Madama Cie, e poi nessuna si ricorda dove. Lungo il percorso (Roma bellissima di notte, che banalità), chi c'era racconta del funerale di Sher Khan - stiamo passando da quelle parti - , per i giornali un barbone pachistano morto di freddo, per tanti/e un attivista, una tigre, da qualche decennio in Italia, ma pur sempre "clandestino", debilitato da uno sciopero della fame e dagli psicofarmaci che gli avevano somministrato durante l'ultimo soggiorno obbligato nel Cie di Porta Galeria. Il brunch del giorno dopo, al Pigneto, da Necci (non è più come un tempo, quando Pasolini ci giro Accattone, ma ci sono le fotografie) è più intimo, praticamente un tête-à-tête. Si parla di sesso (nella versione race, sex and class ma anche no, bien sûr) e il cibo è squisito (ed economico) ed è molto piacevole mangiare fuori (non è molto freddo), fumare e chiedere un bis di caffè. Da Tuba nel pomeriggio invece solo tè verde e mandarini, ma ci sono i libri e Zelda Bomba. Più tardi, nonostante una pioggerella che va e viene, grazie ai rendez-vous della sera prima e cellulare inaspettatamente non scarico, si riforma dalle parti di piazza Argentina un altro gruppo di discussione, che più che nomade definirei flâneur. Forse Baudelaire non avrebbe condiviso la scelta del trancio di pizza da degustare on the road, effettivamente ci va un po' di traverso quando ci imbattiamo in un manifesto del Pd che augura buona guarigione a Berlusconi, Presidente del Consiglio. Da Caliste la cioccolata calda con la panna indirizza decisamente il discorso su dolci natalizi, ricette, pranzi di Natale in famiglia e le nostre incerte e diversificate tradizioni culinarie tra empanadas, sfogliatelle napoletane e influenze arabe (forse anche kosher). Il seguito lo ometto. Link e ricette di queste geo-gastronomie femministe un'altra volta (forse). Buonanotte
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giovedì 17 dicembre 2009

Genere e spazio visivo. Un incontro di Sguardi sulle differenze, laboratorio di studi femministi


Domani, 18 dicembre, alle ore 16.00, Sguardi sulle Differenze e il Laboratorio di studi femministi Annarita Simeone, in collaborazione con la Società Italiana delle Storiche, organizza l'incontro Genere e spazio visivo (Università degli studi di Roma La Sapienza, Facoltà di scienze umanistiche, Aula seminario III piano, h. 16.00), una discussione a partire dal volume di Federica Timeto (a cura di), Culture della differenza. Femminismo, visualità e studi postcoloniali. Intervengono Carla Subrizi, Vincenza Perilli, Anna Alfonsi, conduce l'incontro Laura Talarico

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L'immagine è tratta dal video di Coco Fusco a/k/a Mrs. George Gilbert, in cui l'artista, a partire dalle operazioni che l'Fbi mise in piedi contro gli/le attivisti/e e intellettuali/e ner/e negli anni 60-70, ricostruisce la confessione di un agente del Federal Bureau of Investigation che prese parte alla caccia di Angela Davis, iscritta nella lista dei dieci principali ricercati dal governo statunitense. Durante i mesi di latitanza di Davis, centinaia di donne nere furono scambiate per lei ed arrestate. Se non conoscete Coco Fusco, oltre a visitare il suo sito, vi consiglio di vedere il video linkato in un articolo su Fusco in Gerdaphoto, in cui l'artista/attivista stessa riflette ( e fa riflettere) sulla dimensione razziale/di genere

Presentazione dell'ultimo numero dei Quaderni Viola: La straniera

Stasera, alle 19.30, presso XM24 (v. Fioravanti, 24 - Bologna), in sala grande, presentazione del già annunciato ultimo numero dei Quaderni Viola, La straniera. Informazioni, sito-bibliografie e ragionamenti su razzismo e sessismo. Con Chiara Bonfiglioli, Lella Di Marco e Vincenza Perilli
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Libertà a Copenhagen (e altrove)

Una petizione per il rilascio immediato di Tadzio Mueller e tutte/i le/gli altre/i arrestate/i a Copenhagen
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martedì 15 dicembre 2009

domenica 13 dicembre 2009

Noi non siamo complici: la ricomparsa di uno striscione

A Roma: http://roma.indymedia.org/node/15248
... e a Bologna: http://emiliaromagna.indymedia.org/node/7530
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Razzismo e sessismo: La straniera. Giovedì 17 dicembre una presentazione a XM24


Giovedì 17 dicembre, alle ore 19.30, presso XM24 (via Fioravanti, 24 - Bologna), presentazione del nuovo volumetto dei Quaderni Viola: La straniera. Informazioni, sito-bibliografie e ragionamenti su sessismo e razzismo. Interverranno Chiara Bonfiglioli e Vincenza Perilli, tra le co-curatrici del Quaderno, e Lella Di Marco dell'associazione Annassim. Donne native e migranti delle due sponde del mediterraneo

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Per una scheda bibliografica de La straniera e sintetiche info sulle autrici rinviamo al sito delle Edizioni Alegre. Grazie a quante/i stanno contribuendo alla diffusione del quaderno, anche (ma non solo) in rete: i Quaderni Viola ovviamente e poi le amiche e compagne di Noinonsiamocomplici e del Martedì autogestito di femministe e lesbiche su radio Onda Rossa, ControStorie, Sopra i Ponti, Sguardi sulle Differenze, ... e tante/i altre/i che segnaleremo man mano
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venerdì 11 dicembre 2009

Un tè nel deserto

... e domenica un tè nel deserto con Sopra i ponti e Sokos
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Il revisionismo del sangue dei vinti e altre storie

Mentre l'Anpi provinciale bolognese critica duramente (e con tutte le ragioni) la scelta della Rai di mandare in onda uno sceneggiato tratto dal libro revisionista Il sangue dei vinti, il 12 dicembre a Bologna sarà una giornata all'insegna della memoria, quella che non si limita soltanto allo sterile ricordo, ma trae dal passato strumenti per leggere (e combattere quando necessario) il presente. Dal corteo (info) per l'anniversario di piazza Fontana (nel quale ci sarà uno spezzone di sole donne in continuità con il percorso di noinonsiamocomplici), alla proiezione in anteprima nazionale del film Caserme Rosse. Il lager di Bologna, fino al presidio contro il concerto nazirock, concerto organizzato in serata dai soliti provocatori.
La cosa straordinaria è che molt* parteciperanno a tutti gli appuntamenti
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giovedì 10 dicembre 2009

22resiste: un'assemblea in difesa di uno spazio autonomo di donne

Domani a Roma, nella sede di via dei Volsci, 22, si terrà un'assemblea cittadina di femministe e lesbiche per organizzare insieme la difesa di questo spazio sotto minaccia di sgombero. Rinvio a 22resiste
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mercoledì 9 dicembre 2009

Taci, anzi parla

Post forzatamente criptico. Ma dopo si sta decisamente meglio. L'unico elemento lampante è che il titolo l'ho rubato a un libro di Carla Lonzi Taci, anzi parla. Diario di una femminista pubblicato da Rivolta Femminile nel 1978, lettura per certi aspetti un po' noiosa ma oltremodo illuminante su taluni meccanismi. E adesso scervellatevi, congetturate, ipotizzate. Io vado a dormire
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Metamorfosi del razzismo

Domani, 10 dicembre, alle ore 17 si terrà - presso la Casa internazionale delle donne (via della Lungara 19 - sala Simonetta Tosi - Roma) un incontro dal titolo Sindrome Italia: conversazione a più voci, una discussione a partire dal recente volume di Annamaria Rivera Regole e roghi: Metamorfosi del razzismo. Durante l'incontro, organizzato dal Coordinamento donne contro il razzismo e coordinato da Isabella Peretti, ne discuteranno con l'autrice Cristina Ali Farah, Carla Collicelli, Sabrina Marchetti, Grazia Naletto e Ambra Pirri

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lunedì 7 dicembre 2009

Piazza Fontana: una strage lunga quarant'anni. Verso il 12 dicembre, un dossier per non dimenticare quarant'anni di violenze di stato

A quarant’anni dalla Strage di Piazza Fontana la violenza dello Stato cambia forme, ma non attenua la sua ferocia. Negli anni Settanta era un fenomeno anzitutto di vertici statali, di continuità istituzionali tra Fascismo e Repubblica, di tentati colpi di Stato, di bombe nelle piazze, di complotti e segreti nell’ombra. Adesso è invece un fenomeno diffuso, capillare, in gran parte alla luce del sole, articolato anzitutto sul razzismo e alimentato da tv, governi, rotocalchi, amministrazioni locali. Si consideri quanti vigili, poliziotti, carabinieri, consigli comunali sono stati protagonisti negli ultimi anni di aggressioni o provvedimenti razzisti contro rom e migranti: morti anomale, pestaggi, torture, arresti ingiustificati, intimidazioni, allontanamenti forzati, ordinanze antimigranti, prepotenze di ogni genere. Il razzismo in Italia assomiglia ormai a una Bolzaneto a cielo aperto. Ed è una «strategia della tensione» adattata ai tempi nuovi: non più di vertice, ma diffusa, a bassa intensità. Gli omicidi fascisti e razzisti sono ormai una strage a rate. Persone ignare e inermi, uccise per una parola, una sigaretta, un pacco di biscotti. Sono tante le iniziative in cantiere per il 12 dicembre, cortei sono previsti a Bologna, Milano, Venezia, Firenze (rinvio al sito dell'Aap). Intanto il 9 dicembre (alle ore 21 all'HUB, via Serra 2/c - Bologna) sarà presentato il dossier Piazza Fontana. Una strage lunga quaranta anni a cura della redazione di Contropiano
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Un osservatorio sulle questioni sessuali e razziali

Per le/i francofone/i: Observatorie des questions sexuelles et raciales è un nuovo sito curato da Elsa Dorlin (di lei ho parlato tante volte, per esempio qui, qui e qui), Louis-Georges Tin, Ariel Martin Pérez e Éric Fassin. Una buona lettura
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sabato 5 dicembre 2009

Le femministe si uccidono mirando alla testa

Obbligo di memoria: domani è il ventennale dell'"attentato di Montréal", non so quante (qui in Italia perlomeno) se ne ricorderanno. I fatti: il 6 dicembre del 1989, Marc Lépine, ventenne di buona famiglia, entra armato in un'aula dell'università di Montréal. Ordina agli studenti maschi di uscire e poi spara sulle donne, mirando sistematicamente alla testa. Dopo passa in altri locali dell'edificio e, con metodo, spara su tutte le donne che incontra. Trentasette i colpi esplosi, una trentina le donne colpite. Infine saranno uccise 13 studentesse e un'impiegata: Geneviève Bergeron, Hélène Colgan, Nathalie Croteau, Barbara Daigneault, Anne-Marie Edward, Maud Haviernick, Barbara Maria Kluznick, Maryse Laganière, Maryse Leclair, Anne-Marie Lemay, Sonia Pelletier, Michèle Richard, Annie St-Arneault e Annie Turcotte. Alla fine Lépine si suicida ma lascia una lettera dove afferma esplicitamente il suo "odio per le femministe". Femministe che sono per lui tutte le donne che si autodeterminano, che studiano, che pensano. Colette Guillaumin fa una lettura piena di rabbia e collera, ma terribilmente lucida di questo "fatto di cronaca" in Folie e norme sociale (1990). Testo che rileggo stasera, per mia (e nostra) memoria.
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Sopra i Ponti, un'associazione e un sito anche per continuare a ricordare Mohamed Saif

Sopra i Ponti è un'associazione nata nel 1995 a Bologna per volontà di un gruppo di cittadini/e migranti, in prevalenza marocchini/e e abitanti del quartiere Navile.I primi anni sono stati caratterizzati da attività volte all'integrazione dei/delle migranti, in particolare marocchini/e, al problema della casa e allo scambio culturale. Nel tempo le iniziative di "accompagnamento sociale" si sono qualificate e l'associazione si è dedicata alla promozione dell'intercultura e della conoscenza della cultura araba, nelle attività educative a favore di bambini e bambine di seconda generazione e nella cooperazione allo sviluppo in partnership con alcune comunità rurali del sud del Marocco. Ora Sopra i Ponti ha anche un sito, e non è casuale (il caso non lo è mai) che ne parlo proprio oggi, dopo aver letto dell'omicidio di un giovane di origine senegalese, Ibrahim M'bodi, per mano del suo datore di lavoro. Perché Sopra i Ponti nasce in un Centro di Prima Accoglienza Comunale per lavoratori stranieri ribattezzato Mohamed Saif, in ricordo della morte di un altro lavoratore migrante, un giovane operaio metalmeccanico, immigrato dall'entroterra di Casablanca, residente nel centro di accoglienza e che fu ucciso nel 1991 a 25 anni, da due compagni di lavoro, a causa di un tragico e volgare "scherzo" da essi messo in atto nello spogliatoio della fabbrica. E fu per volontà di alcuni dei fondatori di Sopra i Ponti che il centro di accoglienza, prima chiamato "Arcoveggio" per la sua collocazione urbana, nel 1996 venne intestato a quello che nel sito viene definito "sfortunato martire dell'immigrazione", uno dei primi in Italia. Il centro di accoglienza, un insieme di prefabbricati in lamiera in un angolo di periferia, è stato smantellato dal comune nel 2003 dopo 14 anni di precaria esistenza. Con esso è stata cancellata ogni traccia sul territorio cittadino del giovane metalmeccanico ucciso dal nonnismo. Ma Sopra i Ponti continua a ricordarlo, anche con occasioni di incontro, condivisione e conoscenza reciproca come quella che si terrà domani, La pace a tavola, in occasione della ricorrenza islamica dell'Aid al adha.
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Hommage à Man Ray



Merci Jeanne, ma soeur ...
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giovedì 3 dicembre 2009

Scritture migranti: Gloria Anzaldùa

Domani (venerdì 4 dicembre), presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bari, Fulvio Pezzarossa, Paola Zaccaria, Angela D'Ottavio e Annarita Taronna, presentano l'ultimo numero di Scritture Migranti. Rivista di scambi interculturali. Alla presentazione seguirà la proiezione del documentario ALTAR: Cruzando Fronteras, Building Bridges, girato sul confine messicano da Paola Zaccaria e Daniele Basilio e dedicato alla scrittrice chicana Gloria Anzaldùa (1942-2004): "Gloria Anzaldùa fa della frontiera come luogo di passaggio, spazio di mezzo da attraversare e riattraversare senza passaporto, la propria terra – non la propria nazione, non la propria città, ma la terra. Non usa mai, difatti, il termine “cittadina di frontiera”, forse perché la cittadinanza dice di un essere dentro, inclusi in uno spazio giuridico, politico e simbolico comunitario, di contro ad un fuori dello straniero senza diritti […]. Lei è donna di frontiera, fronteriza, mezzo e mezzo, mai cittadina, piuttosto new mestiza; mai “etnica”, piuttosto io complesso che si costituisce solo in quanto relazione con altri (nos-otras) che non sono solo della stessa etnia, dello stesso sangue, che anzi la comunità di sangue lei destruttura" [Paola Zaccaria, Abitare terre a confini instabili, in Scritture Migranti, n.2/2008, p. 192]
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martedì 1 dicembre 2009

Morire d'aborto perché "clandestina"

Leggo da un lancio Ansa che due donne migranti, di origine rumena, sono morte a pochi giorni di distanza a Taranto. La causa sembra essere l'uso di un farmaco abortivo. Farmaco "proveniente dalla Romania" viene specificato. Quello che non si specifica è che, grazie al cosiddetto "pacchetto sicurezza" e al clima di "caccia agli stranieri" attualmente vigente in Italia, moltissime donne migranti per paura di essere denunciate come "clandestine" ricorrono da mesi all'uso di farmaci abortivi. Tra questi il Cytotec, un farmaco contro l'ulcera che preso a dosi massicce provoca forti contrazioni fino all'aborto. Per procurarselo non è necessario farselo spedire dalla Romania: basta andare in una qualsiasi farmacia italiana. Una scatola costa meno di quindici euro, se non hai la ricetta con qualche euro in più puoi acquistarla da quelli che la stampa ha definito "spacciatori d'aborto". Ma i veri spacciatori d'aborto sono gli obiettori di coscienza (grazie ai quali i tempi di attesa si dilatano oltre misura), le umiliazioni e le lunghe trafile che spingono oramai anche donne italiane con i documenti "in ordine" a ricorrere all'aborto clandestino. E per le donne migranti, in più, la paura, se senza documenti, di essere denunciate grazie al reato di immigrazione clandestina e finire in un Cie. Alcune non vanno in ospedale neanche in seguito ad un aborto spontaneo, come Vira Orlova, morta dissanguata qualche mese fa. Anche questa è violenza sulle donne
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Paola Guazzo: un mito, a suo modo

Ma proprio a suo modo, indubbiamente. Presentazione di Un mito a suo modo (il suo primo romanzo) domani, se memoria non mi inganna. Il post è forzatamente brachilogico, ma trovate tutto sulla Nuova Towanda, bien sûr
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Femminismo mercificato

Un amico di blogsfera mi invia questa foto da Milano, una vetrina colma di merchandising We can do it! L'intenzione è indubbiamente affettuosa e grazie se hai pensato a me, ma alle cinque di mattina e di cattivo umore penso che dovrò necessariamente cambiare foto/avatar/icona. Magari la faccia morente di Colette Peignot, 7 novembre 1938
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