domenica 29 marzo 2009

Non dimenticare Gaza. Anche per Khadija Shawani e le altre

Domani in Palestina si festeggia la cosiddetta Festa della terra, in ricordo della prima grande manifestazione di resistenza collettiva che ebbe luogo per l'appunto il 30 marzo 1976, quando migliaia di palestinesi scesero in piazza (in Israele, in Cisgiordania e a Gaza) per difendere il diritto alla terra. Ci furono violenti scontri con la polizia israeliana, tre attivisti palestinesi furono uccisi e tra questi una donna, Khadija Shawani.
Sono trascorsi alcuni mesi dalla fine dell'operazione Piombo fuso, ma la situazione a Gaza e nel resto dei territori occupati resta drammatica, seppure non più illuminata dai riflettori della stampa a larga tiratura e diffusione. A maggior ragione dunque è quanto mai necessario mantenere viva l'attenzione dando forza (per quel che possiamo) ad iniziative come Talk Force for Palestina e continuando a far circolare notizie e riflessioni. L'anniversario della Festa della Terra, mi sembra una data simbolicamente forte per non lasciar cadere nell'oblio quello che continua ad accadere in Palestina e contemporaneamente ricordare quant* hanno lottato (e oggi continuano a lottare) contro la colonizzazione israeliana e per la pacifica risoluzione del conflitto arabo-israeliano.
Tra i tanti materiali e notizie che potrei ricprendere dal web, la mia attenzione si è soffermata su un documento già piuttosto vecchio, un articolo di Tzafi Saar, pubblicato sul quotidiano Ha'aretz nel maggio scorso. Le questioni che solleva, a partire dalla difficile esperienza di pacifiste israeliane spesso apostrofate dagl* israeliani pro-occupazione con significativi "Peccato che Hitler non abbia finito il lavoro" o "Tua madre era una Kapò", mi sembrano non solo importanti, ma ancora non sufficientemente meditate e condivise. E gettano a mio giudizio nuova luce su molte delle impasse che rilevavo in Gaza. Dei vivi che passano. Rinvio dunque a Unwilling to stand idly by, nella traduzione di Patricia Tough ripresa dal sito Ribat al Mujâhid.

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1 commento:

samie ha detto...

Grazie a te. Il sito permette di avere un'informazione maggiore ed è tanto, soprattutto pensando al silenzio dei media!