Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio per diffamazione dal gup di Milano per aver offeso "la reputazione e l'onore" (così si legge nel decreto che ne dispone il giudizio) di una donna italiana convertita all'Islam nel corso della trasmissione televisiva Iceberg, il 21 settembre del 2009. Il giorno prima, la stessa Santanchè aveva messo in scena una vera e propria cerimonia di svelamento post-coloniale, quando a Milano aveva tentato di strappare il velo ad alcune donne musulmane che si recavano ad una festa per i festeggiamenti di fine Ramadan, dichiarando poi di essere stata vittima di un'aggressione da parte dei "fondamentalisti islamici", notizia che, seppur smentita da un video, aveva generato titoli deliranti su molti quotidiani, come l'indimenticabile Per festeggiare il Ramadan picchiano la Santanchè (Il Giornale). Ora arriva questo rinvio a giudizio per diffamazione, che sebbene non annulli il pericolo enorme rappresentato dalla circolazione a piede libero di un simile personaggio, ci fa comunque piacere. In tempi di crisi bisogna sapersi accontentare.
martedì 31 gennaio 2012
La vendetta del burqa ( ovvero come la "madam post - coloniale" Daniela Santanchè è stata infine rinviata a giudizio per diffamazione)
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lunedì 30 gennaio 2012
Angela Davis / Forever
Così, semplicemente perché qualche giorno fa è stato il suo compleanno. Happy Birthday, Angela Davis!
venerdì 27 gennaio 2012
Class, Gender and Italian bourgeois women between the metropole and colonial Libya (1900-1940)
In attesa degli atti pubblichiamo l'abstract di uno degli interventi presentati al convegno internazionale Femmes et genre en contexte colonial, che come vi avevamo segnalato si è svolto a Parigila scorsa settimana. Si tratta della relazione di Barbara Spadaro (grazie!), The very enjoyment of Whiteness. Class, Gender and Italian bourgeois women between the metropole and colonial Libya (1900-1940), che non traduciamo in italiano per mancanza di tempo (ma, a differenza del francese, sembra che oramai l'inglese lo parlino tutte/i ... o no?) Buona lettura!
"This paper investigates how representations and self-representations of Italian bourgeois women were implicated in the construction of Whiteness in colonial Libya. I will focus on the urban middle and upper class that moved between Italy and Libya, analyzing how this colony entered in the redeployment of gender and class identities. I argue that the concept of Whiteness and its class connotations describes these new identities better than the one of national identity.The possession of this specific colony liberated Italian élites from the anxieties of being confusedwith other Southern European and Mediterranean populations fault of the backwardness of most of nationals. The Italian bourgeoisie could finally perform its white and European identity studying, patronizing and civilizing Italy’s new colonial subjects as it did with southern and rural domestic populations.At the same moment, colonial setting also contributed in shaping Italian gender roles and identities. Images of bourgeois women were extensively used in the official visual representation of the colony, such as in the documentation of Ladies’ charity towards Libyan subjects and poor Italian families in the 1910s and in the fascist press report of the Young colonial fascist’s (Giovani fasciste coloniali) camp in Libya in 1938. Examples of self-representations in travel writing, photography and memories reveal how many bourgeois women actively participated in the construction of difference from colonial subjects and poor whites. They imagined the colonial space as one of freedom and self-expression. However, these aspects were only articulated by stereotyping Libyan and lower-class women, with no discussion of actual Italian female roles and models. These materials show an enjoyment of the status of “modern” and cosmopolitan bourgeoisie, and particularly its forms of consumerism of the exotic. Women’s representations also reveal changes in the colonial rule from liberal Italy’s paternalism to Fascism’s mass-inclusive strategies, and the interplay between bourgeois search for distinction and fascist racial and totalitarian politics (B. Spadaro)".
"This paper investigates how representations and self-representations of Italian bourgeois women were implicated in the construction of Whiteness in colonial Libya. I will focus on the urban middle and upper class that moved between Italy and Libya, analyzing how this colony entered in the redeployment of gender and class identities. I argue that the concept of Whiteness and its class connotations describes these new identities better than the one of national identity.The possession of this specific colony liberated Italian élites from the anxieties of being confusedwith other Southern European and Mediterranean populations fault of the backwardness of most of nationals. The Italian bourgeoisie could finally perform its white and European identity studying, patronizing and civilizing Italy’s new colonial subjects as it did with southern and rural domestic populations.At the same moment, colonial setting also contributed in shaping Italian gender roles and identities. Images of bourgeois women were extensively used in the official visual representation of the colony, such as in the documentation of Ladies’ charity towards Libyan subjects and poor Italian families in the 1910s and in the fascist press report of the Young colonial fascist’s (Giovani fasciste coloniali) camp in Libya in 1938. Examples of self-representations in travel writing, photography and memories reveal how many bourgeois women actively participated in the construction of difference from colonial subjects and poor whites. They imagined the colonial space as one of freedom and self-expression. However, these aspects were only articulated by stereotyping Libyan and lower-class women, with no discussion of actual Italian female roles and models. These materials show an enjoyment of the status of “modern” and cosmopolitan bourgeoisie, and particularly its forms of consumerism of the exotic. Women’s representations also reveal changes in the colonial rule from liberal Italy’s paternalism to Fascism’s mass-inclusive strategies, and the interplay between bourgeois search for distinction and fascist racial and totalitarian politics (B. Spadaro)".
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mercoledì 25 gennaio 2012
Dalla rivoluzione tunisina alla Fortezza Europa: storie di migranti e di gendarmi
Domani a Milano, in Cox18, proiezione del film documentario di Matteo Calore e Stefano Collizzolli – Zalab, in cui alcuni migranti tunisini, giunti in Italia dopo la rivoluzione e la fine del regime di Ben Alì, raccontano in prima persona la loro storia, I nostri anni migliori. Durante la serata - alla quale parteciperanno Matteo Calore, Fethi Oueslati, Federica Sossi, Oujedane Mejri e Omeyya Seddik -, verrà anche (ri)presentato l’appello per i migranti tunisini dispersi ((نداء من أجل التونسيين المهاجرين المفقودين/Appel pour les migrants tunisiens disparus/Petition for missing Tunisian migrants),promosso da Storie Migranti e sostenuto attivamente in questi mesi dal collettivo Venticinqueundici e dall'associazione Pontes con la campagna Da una sponda all'altra: vite che contano. Sulle ragioni dell'appello - che anche Marginalia ha sottoscritto e pubblicato lo scorso novembre -, rinviamo alla recente trasmissione di approfondimento del Mfla e all'articolo di Annamaria Rivera pubblicato qualche giorno fa su Il Manifesto, I migranti scomparsi e il silenzio delle istituzioni.
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lunedì 23 gennaio 2012
Donne in movimento. Il femminismo a Genova negli anni Settanta
Da Archivagando. Donne, archivi, femminismo l'annuncio dell'uscita del film-documentario Donne in movimento. Il femminismo a Genova negli anni Settanta, girato da Gianfranco Pancrazio e sceneggiato a partire dalle ricerche storiche di Anna Frisone. Basato su interviste a militanti attive in quegli anni e materiali documentari dell'epoca, Donne in movimento sarà presentato giovedì prossimo a Genova. Per chi non potrà esserci è per intanto disponibile un trailer del documentario e la possibilità di acquistare copia del Dvd richiedendolo all'Archivimovi (archiviomovimenti at archiviomovimenti.org).
giovedì 19 gennaio 2012
Marginalia non Omsa
Con questa immagine tratta dal film Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica - un fotogramma dell'ironico e tenero striptease di Sofia Loren - Marginalia solidarizza con le operaie Omsa licenziate e aderisce alla campagna di boicottaggio del gruppo Golden Lady Company (che detiene i marchi Omsa, Golden Lady, Sisi', Philippe Matignon, Serenella, Hue, Filodoro e Saltallegro). Del resto Omsa meritava un boicottaggio già dai tempi del famoso Carosello con Don Lurio sbavante dietro le gambe delle gemelle Kessler.
martedì 10 gennaio 2012
Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente
Segnaliamo l'uscita del venticinquesimo Quaderno di Donne e Ricerca, Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente di Simona Stano. Con una prefazione di Massimo Leone, il Quaderno - dopo una contestualizzazione storico-politica dell'argomento trattato - offre un'interessante rilettura delle retoriche dell'alterità (A. Rivera, 2005) messe in campo dai media a proposito del cosiddetto "velo islamico", con una puntuale ricerca su alcune testate giornalistiche (quali l'inserto settimanale di Repubblica D La Repubblica delle donne e la rivista di moda Vogue Italia), dalla quale emerge come le rappresentazioni della "dona velata" che queste riviste offrono sono per la maggior parte costruite intornoal velo come sofferenza e sottomissione. Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente è consultabile sul sito web del CIRSDe e sulla piattaforma AperTo.
(Alcuni) articoli correlati in Marginalia:
In nome del burqa: cronache di ordinario razzismo e sessismo
Ma sottomessa a chi?
Avvistato burqa, Ufo postcoloniale?
Daniela Santanché e le nuove cerimonie di svelamento
Burqa Laptop
Veli svelati. Soggettività del velo islamico
Il burqa e le pseudo-femministe
lunedì 9 gennaio 2012
Questions Féministes : sosteniamo la memoria storica dei femminismi
Mentre NQF - indubbiamente le più prestigiosa rivista femminista in lingua francese -, festeggia i suoi trent'anni con l'uscita di un numero speciale (Amies), per il mese di marzo è prevista la pubblicazione di un volume che non può mancare nelle nostre biblioteche. Ci riferiamo a Questions Féministes (1977-1980), un testo che raccoglie i primi otto numeri, pubblicati tra il 1977 e il 1980, di Questions Fèministes, la rivista diretta da Simone De Beauvoir dalle cui ceneri nascerà poi Nouvelles Questions Féministes. Questi numeri, che raccolgono (tra gli altri) articoli di Christine Delphy, Colette Guillaumin, Monique Wittig, hanno giocato un ruolo precursore in quelli che oggi definiamo "studi femministi" o "di genere" ma, disgraziatamente, sono attualmente di difficilissima consultazione: in Francia sono reperibili solo nella Biblioteca Marguerite Durand e alla Bnf (entrambe a Parigi), in Italia (a quanto ci risulta) solo a Roma, ma in forma lacunosa. Ben venga dunque questa pubblicazione che mette finalmente a disposizione di tutte e tutti questo materiale prezioso, non solo dal punto di vista storico. Vi invitiamo pertanto a sostenere questa pubblicazione, acquistando in anticipo il volume presso l'editore, le insostituibili Editions Syllepse.
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sabato 7 gennaio 2012
Da una sponda all'altra : vite che contano
Dalle Venticinqueundici segnalazione di un'iniziativa che prosegue la campagna /appello che vi avevamo segnalato mesi fa per i migranti tunisini dispersi (نداء من أجل التونسيين المهاجرين المفقودين/Appel pour les migrants tunisiens disparus/Petition for missing Tunisian migrants), Da una sponda all'altra: vite che contano.
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domenica 1 gennaio 2012
Donne e genere nel contesto coloniale / Femmes et genre en contexte colonial / Women and gender in a colonial context
Il convegno internazionale Femmes et genre en contexte colonial che si svolgerà a Parigi dal 19 al 21 gennaio (per il programma dettagliato rinviamo al sito del Centre d’histoire de Sciences Po), presenterà le relazioni di circa settanta ricercatrici/ricercatori provenienti da 17 differenti paesi che cercheranno di restituire la ricchezza delle interazioni tra storia delle donne, genere e colonialismo, per far emergere tratti comuni e specificità delle vicende coloniali europee, così come le ambivalenze, le contraddizioni, le tensioni, le fratture inerenti questo processo.
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