lunedì 17 dicembre 2007

Contre les jouets sexistes

E' dal 2001 che la Campagne contre les jouets sexistes (Campagna contro i giocattoli sessisti) rappresenta uno degli appuntamenti più interessanti per quant* ritengono che il sessismo (come il razzismo) non sia un'attitudine "naturale" ma, al contrario, il prodotto di un lungo e complesso processo [1].
Organizzata ogni anno da alcuni gruppi francesi (inizialmente a Parigi, ma estesa attualmente anche ad altre città) tra i quali il Collectif Contre le Publisexisme, Claaaaaash [2], Les Panthères Roses, Les Alternatifs e Mix-Cité, la campagna "tenta d'aprire gli occhi ai/alle consumatori/trici [...]: gli anni passano ma, a Natale, i colori azzurro e rosa non vanno mai fuori moda. La festa dei/delle bambini/e è anche il momento in cui i/le più giovani sono confortati nel loro ruolo di maschietto e femminuccia. Attraverso i giocattoli che regaliamo ai/alle bambini/e, noi gli inculchiamo i valori legati al loro sesso: la dominazione per i bambini e la sottomissione per le bambine. Dai cataloghi di giocattoli agli scaffali dei supermercati, regna una divisione permanente e definitiva. La scelta di un regalo è invariabilmente orientata in funzione del sesso poi dell'età del/della bambino/a [...]. Non c'è da stupirsi che i più piccoli vadano "spontaneamente" verso i giochi corrispondenti al loro genere" [3]. Il bambino o la bambina che vorranno infrangere questa "norma" saranno scoraggiati dagli adulti o (se questi ultimi li appoggiano) magari presi in giro dai/dalle compagni/e di giochi. E come meravigliarsene? Dall'infanzia bambini e bambini, attraverso immagini, giocattoli, fumetti, cartoni, libri, sono costantemente "istruiti" nei loro futuri ruoli di "vera" donna e "vero" uomo, imparando anche che "l'uomo" e "la donna" sono fatti (infine!) per innamorarsi, sposarsi e avere dei bambini, poiché dal sacro modello di famiglia patriarcale non c'è uscita ( e pazienza se in questo modo si rinforza anche l'omofobia e la lesbofobia oramai imperanti).
A Parigi la campagna di quest'anno si è articolata intorno ad una serie di appuntamenti "teorici" (tra questi la presentazione del volume collettivo Contre les jouets sexistes - in alto la splendida copertina - alla libreria Violette and Co) ed alcuni "pratici", in particolare delle azioni collettive "a sorpresa" in grandi punti vendita di giocattoli. Durante queste azioni, la rigida collocazione "per genere" dei giocattoli esposti sugli scaffali, è stata sovvertita e sconvolta attraverso lo spostamento dei giocattoli da uno scaffale all'altro seguendo altri e più creativi criteri di sistemazione ...

Fini les cadeaux qui aliènent les filles comme les garçons!
Contre les stéréotypes soyons inventifs!

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[1] Rinvio alla mia recensione de La pelle giusta.
[2] Collectif Libertaire Anticapitaliste, Antireligieux, Antifasciste, Antiautoritaire, Antiraciste, Antirévisioniste, Antisexiste et Antihomophobe.
[3] Dal volantino della campagna del dicembre 2007.

giovedì 13 dicembre 2007

Dolci notizie dall'Italia ...


Mangiando un croissant pur beurre apprendo (prima dalla mail di una amica, poi leggendo le mie pagine preferite nel web) che la sede del Pd e quella della Rai a Roma sono state fatte oggetto di un attacco di bomboloni alla crema. Di seguito ecco il comunicato di rivendicazione:

Molto poco caro Partito Demokratico…questo è un KRAPFEN ATTACK!
In questo 12 dicembre di lutto e di memoria mai sopita, siamo qui aringraziarvi dolcemente per averci regalato un bel “pacco sicurezza”.L’avete fatto per il bene di tutti e tutte noi, per farci sentire tutti etutte più a nostro agio nella nostra quotidianità di “produci, consuma, crepa”.

FINALMENTE ORA ABBIAMO DELLE SICUREZZE

Molto poco caro Partito Demokratico…questo è un KRAPFEN ATTACK!
Sicuri di morire bruciati grazie a un padrone delle ferriere alla quarta ora di straordinario (defiscalizzato) con gli estintori scarichi e l’allarme disattivato per risparmiare sui costi. Sicuri di cadere da un ‘impalcatura senza misure di sicurezza, in nero a trenta euro al giorno, nei cantieri dei vostri amici palazzinari, per far crescere il PIL di Roma Capitale. Sicure di andare a dormire in baracca sotto un ponte, visto che con i famosi trenta euro una casa te la sogni, e di essere trattate come criminali da rispedire al mittente in nome della sicurezza nazionale, versione postmoderna della pulizia etnica. Sicuri di un futuro da precari, creatori di ricchezza che poi finisce nelle tasche di qualcun altro. Sicure di subire violenza tra le mura domestiche o all’ombra di una sacrestia.Sicuri di essere discriminati per le nostre preferenze sessuali. Sicure che i torturatori di Bolzaneto e della scuola Diaz (Genova 2001) saranno omaggiati di una bella promozione. Sicuri di morire in carcere pestati dalle guardie per avere coltivato qualche piantina di maria. Sicuri di morire ammazzati da un pistolero di stato che fa il tiro a segno in un autogrill. Sicure di finire in galera per antifascismo militante.Sicuri di vivere in un paese in guerra che in nostro nome bombarda uomini, donne e bambini “terroristi” e che per questo aumenta a dismisura le spese militari.Sicure di essere trattate come “nemico interno” se manifestiamo contro la guerra.Sicuri di svegliarsi una mattina e ritrovarsi davanti al naso un inceneritore, una centrale a carbone, una nuova discarica, una base militare, un’inutile ferrovia superveloce.Sicure che la mafia è diventata talmente potente che ormai è innominabile (è un’invenzione di chi vuole male al paese).Sicuri di essere controllati, spiati, ascoltati, monitorati 24 ore su 24.Sicure che il vostro simbolo elettorale è una schifezza grafica che fa il paio con la vostra schifezza morale.
Sicuri e sicure che state mettendo in opera un progetto di deriva autoritaria, finalizzata a reprimere il conflitto sociale e il dissenso di tutti coloro che non amano la pacificazione vagheggiata dalla governance di SuperWalter.
Allora beccatevi i nostri krapfen umanitari, le nostre bombe alla crema intelligenti, che vi vadano di traverso.

12 dicembre 1969 NO ALLA STRATEGIA DELLA TENSIONE
12 dicembre 2007 NO ALLA STRATEGIA DELLA PAURA

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Aggiornamento: per la video-ricetta di Krapfen e bomboloni andate qui.

lunedì 3 dicembre 2007

Per la libertà e i diritti delle/dei migranti


Bologna, sabato 1 dicembre
Presidio davanti alle Poste centrali del Coordinamento migranti

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da: Le Poste in gioco
Foglio a cura del Tavolo Migranti, novembre 2007

Sia donne che migranti: qui e ora

La donna migrante che ha parlato dal palco, al termine della manifestazione del 27 ottobre a Brescia, ha continuato a ripetere ostinatamente: Italia, fai qualcosa per le donne! Lei ha parlato come donna, ponendo a una piazza occupata soprattutto da volti di uomini un problema radicale che non si fermava alla legittima richiesta di servizi e di salario, ma affermava la potente presenza delle donne nel movimento dei migranti. Per capirlo, basterebbe guardare ai numeri. Le migrazioni femminili in Italia hanno visto negli ultimi anni un incremento maggiore di quelle maschili, per raggiungere il 50% dei migranti presenti sul territorio, considerando solo i regolari. Più dela metà sono impiegate nel lavoro domestico. Mediamente, il salario di una donna non raggiunge il 60% di quello di un uomo. I numeri, però, non sono solo numeri. Parlano di una domanda essenziale di questo paese, come di tutta Europa: la domanda di quelle attività di riproduzione sociale che le donne italiane ed europee, impiegate al di fuori delle mura domestiche, non possono o non vogliono più svolgere da sole. Lavoratrici che con il loro salario pagano il lavoro di altre donne affinché si prendano cura dei loro figli, degli anziani, della casa. Ciò non intacca, ma anzi conferma, la divisione sessuale del lavoro riproduttivo: anche se alcune donne ne sono liberate, comunque solo parzialmente, sono altre donne a ricoprire quel ruolo.

[continua ...]

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