martedì 15 gennaio 2013

La nave delle cicale operose / Un romanzo di Anna Santoro

Approfitto della presentazione che si terrà domani al CentroDonna di Livorno, per una breve nota su di un romanzo che ho amato fin dal titolo, quando l'autrice - con la quale mi scuso se ne parlo solo ora - me ne ha fatto dono, oramai molto mesi fa. Mi riferisco a La nave delle cicale operose di Anna Santoro, un libro che, come scrive Patrizia Melluso in una recensione pubblicata da Il paese delle donne, è una "narrazione corale". In un arco temporale che va dalla Napoli degli anni Trenta del Novecento, con l’avvento delle leggi razziali, fino al "rinascimento" napoletano dell’era Bassolino e l’11 settembre, passando per gli anni Settanta tra femminismo e lotte per la casa -,il romanzo si pone "tra Storia e visione soggettiva della storia" (facendo un po’ pensare ad altre narrazioni, Melluso cita Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez, La Storia di Elsa Morante, e il film di Ettore Scola C’eravamo tanto amati), offrendoci personaggi indimenticabili - Rino, Mena, Giovanna, Mita ... -, tante cicale operose, ovvero persone che (come si legge nella quarta di copertina del libro), "amano la vita e l'impegno di costruirla, prive della vocazione al comando propria delle distruttive formiche"

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