In un post dal titolo La bianchezza, il mito della zingara rapitrice e i pacchetti sicurezza, Sonia Sabelli stabilisce utilissime connessioni storiche, teoriche e politiche (rinviando anche a testi utili quali il volume di Sabrina Tosi Cambini La zingara rapitrice e l'articolo di Gaia Giuliani Maria-piena-di-grazia-e-bianchezza) per continuare la riflessione (ri)avviata dalla vicenda di Maria, la bambina rom "bianca, bionda e con gli occhi azzurri" e quindi necessariamente "rapita" di cui avevo scritto qualche giorno fa riprendendo il documento dell' Osservatorio antidiscriminazioni. Una riflessione quanto mai urgente, visto anche il caso recentissimo che ha coinvolto un'altra bambina rom in Irlanda, anche lei troppo bianca e bionda per essere "figlia di rom". Prelevata con la forza dalla polizia dal campo in cui viveva alla periferia di Dublino, la bambina è stata "restituita" ai sui genitori solo dopo alcuni giorni, quando la prova del Dna ha dimostrato che era figlia "legittima e biologica" della coppia alla quale era stata sottratta. Il ministro della Giustizia irlandese ha ovviamente difeso l'operato della polizia e dei servizi sociali perché "sono situazioni molto difficili e si devono prendere decisioni altrettanto difficili quando si tratta di questioni di protezione di minori". Ma non è chiaro, parafrasando Beatriz Preciado, chi "protegge" le bambine (e i bambini) rom. Approfitto di questo breve aggiornamento per ringraziare Il paese delle donne, Cronache di ordinario razzismo e La libera università delle donne per la ripresa di La bambina bionda e i rom e la Fondazione Romanì Italia per avermi segnalato il testo di Nazzareno Guarnieri, Rom, biondo, di carnagione chiara
Nessun commento:
Posta un commento