Indubbiamente il post-Paestum è alquanto vivace, perlomeno a vedere il gran numero di interventi, testimonianze, interviste pubblicate in riviste, quotidiani e diversi siti femminili/femministi. Nonostante la mia proverbiale curiosità, confesso che purtroppo di tutto questo sono riuscita a leggere pochissimo (ho sempre meno tempo), nonostante l'invio, da parte di qualche insostituibile amica, di "brani scelti" e link. E di quel che ho letto devo dire che moltissimo non mi è piaciuto affatto - in primis certi toni che mi son parsi tristemente trionfalistici - e di questa tre giorni, (non essendoci stata, tra l'altro), non sono ancora riuscita a farmi un'idea, seppur vaga. Tra il grande spazio dato alla questione della rappresentanza, un gruppo di discussione sul lavoro con Luisa Muraro (?) e slogan tipo "siamo tutte femministe storiche", mi perdo. Comunque di quel che ho letto ho trovato piuttosto sensato l'articolo di Lidia Cirillo pubblicato su ZeroViolenzaDonne, Il femminismo sul crinale della crisi. Mi sembra che problematizzi questioni cruciali che sono, invece, un po' assenti nel dibattito, quindi ve lo segnalo (ps: l'articolo di Dominijanni citato da Cirillo è questo, La politica è qui)
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