sabato 19 febbraio 2011

Antonio Gramsci al festival di Sanremo

Ieri avevamo notato un'impennata veramente considerevole delle "visite" a Marginalia e non riuscivamo a spiegarcene il motivo (non siamo decisamente un blog da grandi numeri). Spinte da malsana curiosità abbiamo controllato le chiavi di ricerca adoperate nei motori da chi ci aveva onorato di contante visite e abbiamo trovato tag del tipo: "il peso della storia", "Gramsci odia gli indifferenti", "il peso morto di Gramsci" ... Ci abbiamo messo poco a capire: una massa di utenti mai vista da queste parti era giunta a noi cercando una lettera di Gramsci del 1917, Indifferenti, lettera che avevamo pubblicato qualche tempo fa con il titolo di L'indifferenza è il peso morto della storia. A questo punto la nostra confusione è stata totale: donde viene, ci chiedevamo, tutto questo improvviso interesse per Antonio Gramsci, intellettuale lasciato marcire in carcere dal fascismo e invero poco amato anche dopo da questa nostra triste, ignorante e indifferente italietta? Saremmo restate a lungo a lambiccarci il cervello se non fosse giunta un'amica amante del trash (e di Gramsci) a svelare l'arcano: il brano in questione è stato letto in diretta al festival di Sanremo da due comici con gigantografia di Antonio Gramsci alle spalle. Non riusciamo a fare nessun commento che sia sensato: dovremmo forse rassegnarci a dire che rispetto al revisionismo incoronato l'anno scorso sul palco dell'Ariston, questo è un bel passo avanti? O forse potremmo commentare acide che meglio sarebbe stato farlo leggere alle due vallette scosciate? Oppure che ... ci asteniamo. Il video è terrificante, comunque se volete potete vederlo su Youtube.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

si starà rivoltando nella tomba come il Che, usato nei manifesti della Lega?
intanto, si comincia a stoppare!

marginalia ha detto...

Cara Angie,
che Gramsci si stia rivoltando nella tomba o no, non mi è dato sapere ... certo che mi sto rivoltando io (di questo ed altro). Ignoravo questa presa di posizione di Jim Fitzpatrick a proposito dell'uso/abuso del "suo" Che, ma ha fatto bene! Tendenzialmente penso che la politica "no-copyright" sia una gran cosa, am poi come fai a difenderti dagli sciacalli? Il manifesto della Lega con il Che in verde è veramente rivoltante

Bob Bulgarelli ha detto...

Un grosso saluto ed un grazie per la visita di cortese informazione sul "fattaccio" di Sanremo, che non seguo, e quindi chissà quando ne avrei avuto notizia.
Si, è vero, non scrivo molto, ho avuto qualche problema tecnico associato ad una ancora presente scarsità di idee per nuovi post...
Riguardo alla lettura dei due "Luca & Paolo", non trovo che sia così disdicevole come in vece lo è senz'altro il manifesto leghista con il Che, il quale, con loro non ha nulla a che spartire.
Sarebbe interessante - quanto impossibile - sapere l'impatto che una lettura così alta può aver avuto sugli spettatori; forse una telecamera impertinente che avesse zumato sulla platea avrebbe rivelato molti sbadigli inopportuni e chiacchiericcio fuori tema, svelando l'indifferenza condannata proprio dal discorso Gramsciano.
Trovo, addirittura, che se anche un solo individuo, attraverso la seppur scarsa prova dei due attori, possa aver capito il messaggio, sia valsa la pena di averlo messo in scena. Cosa vuoi, anche se lette da chi le ha lette, le parole di Gramsci mi emozionano sempre.
Un saluto ed un abbraccio.

rudy ha detto...

Cara Vincenza, ti giro qualche riga che ho scritto altrove in una discussione sul tuo post.
Il brano potrà sembrare brusco, e non è certo l'unico aspetto della vicenda, ma almeno è breve:

"Sanremo, secondo me (e credo non solo secondo me), è una trasmissione screditata, almeno da quando Luigi Tenco ha posto fine alla propria vita, proprio là. Credo che l'unica cosa buona che potrebbe fare il Festival è chiudere. Ma non hanno la dignità e il coraggio per farlo. The show must go on"

Simone Moretti ha detto...

Ciao Vincenza, non l'ho ascoltato a Sanremo e lo vedo ora su Youtube grazie al tuo link. Sinceramente penso che, quali che siano state le conseguenze e le reazioni dei milioni di spettatori che hanno assistito alla lettura, citare Gramsci non può che risvegliare qualche coscienza. Alla fine il video non mi è parso nemmeno brutto e se l'avessi visto in diretta sarei sicuramente rimasto a bocca aperta, incredulo ma comunque felice. Forse le parole declamate saranno finite nel vento che con sabato sera ha spazzato via tutto, ma mi sembra pur sempre un fatto positivo. Quanti anni erano che non vedevamo i riccioli di Gramsci in televisione?
Non so, adesso a caldo mi viene questo, può darsi che meditando non sarò così ottimista. Saluti

Marginalia ha detto...

@Roby Bulgaro: invidio un po' il tuo ottimismo - ma magari ho letto troppo Mcluhan ;-)
A parte le battute: non saprei, penso che le parole di Gramsci siano passate sulla maggioranza degli/delle spettatori/spettatrici senza lasciare tracce. Manca del tutto il contesto di significazione. Più incisivo mi sembrerebbe dare maggiore spazio a Gramsci nei libri di scuola ...

@Rudy: sull'eliminazione del Festival di Sanremo concordo pienamente, lo sai. Piuttosto ho appena letto l'articolo di Banti che segnali sullo show sanremese di Benigni e vedo (mi sbaglio?) un legame neanche troppo nascosto tra questo intervento, la lettura di Gramsci e certe parole d'ordine che sono risuonate nella manifestazione delle "donne italiane" del 13 febbraio. Un invito a non essere "indifferenti" e tirare giù il "piccolo presidente" ma in nome della nazione, della patria e della famiglia (cattolica)

@Simone: anzitutto ciao! E' veramente tanto che non ci sentiamo/vediamo. Capisco quanto dici, ma quello che mi chiedo è molto banalmente questo: nel contesto attuale questo invito a non essere indifferenti in cosa lo traduce (se lo traduce) la "gente" (o meglio "il pubblico")?

simone moretti ha detto...

Vedo che hai citato l'articolo di Banti. Io l'ho riportato quasi per intero sul mio blog perché mi è sembrato molto importante. Per quanto riguarda la tua risposta, beh .. forse sono ottimista come Roby Bulgaro. E comunque sai benissimo che il "me ne frego" è assai pericoloso e nasconde il suo contrario (un attivismo) per via negativa. Con le conseguenze che tutti conosciamo.
Alla manifestazione del 13 sono stato a Jesi il mattino e il pomeriggio in Ancona. In Ancona, c'era tantissima gente ma il TG1 di Lunedì in modo vergognoso ha come al solito insabbiato tutto e ci ha fatto ascoltare solo il commento dell'Innominato alla vicenda. Quindi per smuovere qualcosa toccherà montare le tende come in Egitto.

... non c'entra niente ma ... l'hai letto "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza? Lo sto leggendo e ti assicuro che è un capolavoro assoluto (e conoscendoti ti dovrebbe piacere parecchio).

Bacioni a tutti

Marginalia ha detto...

Carissimo Simone,
no, non avevo visto l'articolo di Banti nel tuo blog (confesso che era un po' che non mi ci affacciavo), ma in quello di Rudy e comunque è stato proprio questo articolo che mi in un certo senso permesso di "tirare i fili" e collegare episodi apparentemente "slegati" (la lettura di Gramsci, il discorso nazionalista di Benigni, la manifestazione del 13).
Rispetto a quest'ultima per me il problema non è il fatto che vi ha partecipato tanta gente (non ho visto il TG1 di lun, ma comunque in generale è stato un avvenimento che ha ricevuto una buona copertura mediatica, anche all'estero ... pensa al silenzio totale su altre manifestazioni/questioni), ma piuttosto mi riferivo all'appello di indizione che si rivolgeva esclusivamente alle "donne italiane" e chiamava a mobilitarsi in nome della "nazione", della "religione" e della "famiglia". So bene che tanti e tante che hanno poi partecipato non condividevano questi presupposti e hanno tentato di portare all'interno della giornata contenuti critici, ma il "messaggio" che è passato è quello delle organizzatrici (alcune delle quali - un caso? - hanno applaudito l'intervento nazional-popolare - in senso non propriamente gramsciano - di Benigni)
Non so se sono riuscita ad essere chiara (discutere tramite commenti è maledettamente difficile), dimmi!

ps: no, non ho letto L'arte della gioia ma prendo un nappunto sul mio quadernetto dei "da leggere" ;-)