Siamo genitori, insegnanti, educatrici ed educatori, persone che credono nell'importanza di un'educazione contro la guerra ed abbiamo appreso con sconcerto e preoccupazione che il 21 settembre, giorno dei funerali di stato per i sei parà italiani morti nell'attentato del 17 settembre 2009 a Kabul, negli istituti scolastici (comprese le scuole materne ed elementari) è stata diramata una circolare (proveniente direttamente dal ministro Mariastella Gelmini), che invitava all'osservanza da parte degli istituti di tutta Italia di un minuto di silenzio alle ore 11.30, per sensibilizzare i più giovani sulla cosiddetta "missione di pace" del contingente italiano in Afghanistan. Riteniamo che l'imposizione di "un minuto di silenzio" (che pure è stato osservato in numerosi luoghi pubblici, sedi di associazioni e luoghi commerciali) rappresenti nelle scuole pubbliche un'inaccettabile ingerenza che viola le richieste e le aspettative di molti genitori rispetto alla formazione dei propri figli (in gran parte ancora bambini non in grado di sviluppare un proprio autonomo punto di vista su questioni fondamentali come la pace e la guerra) e calpesti violentemente la libertà e l'autonomia di insegnamento di chi nella propria pratica educativa e pedagogica ha messo in primo piano i valori della convivenza civile e il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, sancito dalla Costituzione italiana. E' la prima volta che in Italia viene imposto un "minuto di silenzio" per dei militari morti ( e ci chiediamo perché non per i medici o i giornalisti morti sui fronti di guerra, armati solo di un bisturi o di un taccuino) e condividiamo i timori di chi, anche in questa imposizione, vede la ricostruzione di una scuola stile Ventennio (si veda Lettera di una mamma sul minuto di silenzio). Crediamo che sia sbagliato e ingannevole arrogare il rispetto e il dolore per delle morti all'acritica apologia di una missione che legittimamente disapproviamo. Siamo solidali con quanti hanno disertato la direttiva del Ministero, e in particolare con chi ha pubblicamente motivato questa scelta, come il corpo docente e dirigente delle scuole romane Iqbal Masih, Pietro Maffi e Marconi, celermente minacciato di sanzioni disciplinari (si veda No al minuto di silenzio nelle scuole).
Invitiamo a diffondere e firmare questo appelloFirmatarie/ri: Antonella Selva, Vincenza Perilli, Mohamed Rafia Boukhbiza, Rudy M. Leonelli, Giusi Sasdelli, Alberto Masala, Sandra Cassanelli, Leo Rambaldi, Daniela Spiga, Enrica Capussotti, Silvana Sonno, Daniela Danna, Lidiamaria Cirillo, Graziella Bertozzo, Flavia Branca, Gabriella Cappelletti, Sara Farris, Antonella Caranese, Marco Poggi, Maria Grazia Negrini, Stefania Biondi, Donatella Breveglieri, Alice Bruni, Marinella Zaniboni, Donatella Mungo, Norma Bertullacelli, Eugenio Lenardon, Rossella Cecchini, Claudio Cantù, Patrizia Ottone, Carla Govoni, Ilaria Turrini, Larissa Cioverchia, Irene Patuzzi, Alessandro Paesano, Marina Sammarchi, Mariangela Casalucci, Anna Acacci, Gaetano Apicella, Marco Trotta, Andrea Coveri, Marinella Gondoni, Lisa Prandstraller, Giovanna Garrone, Stefano Pezzoli, Grazia Bollin, Piero Cavina, Stefano Tampieri, Gerlando Argento, Andrea Martocchia, Vincenzo Zamboni, Massimiliano Garlini, Gabriele Spadacci, Cristina Tagliavini, Franco Sacchetti, ...
Per adesioni: nosilenzio chiocciola gmail.com
Adesioni in aggiornamento su Marginalia
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7 commenti:
"E' la prima volta che in Italia viene imposto un "minuto di silenzio" per dei militari morti ".
Non è vero. Quando ci fu l'attentato a Nasiriya ero in quinta superiore, e anche allora ci fecero osservare un minuto di silenzio.
Vorrei recuperare la memoria storica (parlarò con qualche docente) per capire se fosse stato imposto anche allora tramite circolare obbligatoria come è avvenuto stavolta.
Grazie Donatella, io proprio non me ne ricordo.Ma può anche darsi che (come questa volta) in alcune scuole fu fatto e in altre no? Se sai qualcosa di preciso facci sapere!
Sono un insegnante di scuola media e ricordo benissimo che per Nassyria il minuto di silenzio c'è stato. Naturalmente non tutte le scuole lo avranno osservato, ma l'indicazione ministeriale era stata trasmessa. Se i soldati morissero per difendere un Paese, si potrebbe capire. Ma siamo in Afghanistan per una guerra d'aggressione. Io l'altro giorno ero a scuola; sono stato mandato in una prima media non mia per una supplenza all'ultimo istante. Potevo non fare il minuto di silenzio? Hanno persino suonato la campanella prima e dopo: come glielo avrei spiegato perché non volevo "onorare" i soliti «eroi»? Ho cercato di rimediare parlando anche di tutti i morti afgani. Il che è stato doppiamente doveroso, anche perché si trattava di una classe con diversi bambini musulmani che - giustamente - si chiedevano che cosa facciano gli italiani a Kabul.
Grazie Mario. Anche altri ci hanno fatto notare che per l'attentato a Nassyria ci fu ugualmente indicazione ministeriale per un minuto di silenzio, rettificheremo l'appello a breve. Per quanto riguarda il minuto di silenzio imposto nelle scuole per i militari italiani morti a Kabul, siamo consapevoli che sul "campo" ognuno ha preso la decisione che riteneva più opportuna, e nel tuo caso specifico la scelta era ben poca. In ogni caso riteniamo ch sia stato giusto sollevare il problema e soprattutto offrire ora appoggio a quanti/e rischiano pesanti sanzioni per aver deciso di non accettare la direttiva del ministero.
La libertà che voi tanto chiedere, dovrebbe essere rispettata anche per i genitori che sono in pieno accordo con il minuto di silenzio e chiedono che i propri figli lo rispettino.
Cadere nell'idiologia fascista anche se si indossa una maglietta rossa e un attimo.
ma caderci se si indossa una maglietta nera è ancora più veloce
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