«Facciamo sempre di tutto per frapporre distanze incolmabili tra un "noi" e un "loro". Fuggono dalla fame, dalla guerra, dalla disperazione. Sono profughi, rifugiati, clandestini. E così finisce che non pensiamo mai alle cose normali. Al desiderio, alla follia della gioventù, al gusto dell'avventura e perché no all'amore. Chi l'avrebbe detto, ad esempio, che dietro alla più violenta rivolta del centro di identificazione e espulsione di Chinisia, a Trapani, ci fosse una bellissima e commovente storia d'amore?». Cominciava così l'articolo con cui Fortress Europe presentava il film L'amore ai tempi della frontiera di Alexandra D'Onofrio (2012) sulla storia d'amore di Winny e Nizar, una storia che si snoda tra l'Olanda, la Tunisia e il Cie di Chinisia, in Italia. Di amori migranti parla anche il saggio di Isabella Peretti, Amore migrante, contenuto nel volume collettaneo Infiniti amori, edito recentemente da Ediesse nella collana sessismoerazzismo, un volume che, attraverso i saggi di Barbara Mapelli, Alessio Miceli, Lea Melandri, Maria Grazia Manfredonia, Laura Menin, Andrea Pini, Isabella Peretti, Porpora Marcasciano, si interroga sull'amore, questione "spesso trascurata o pericolosamente banalizzata" (p. 12), partendo dalla domanda "Quanti sono gli amori possibili?" (p. 11), domanda che trova già una risposta con gli "infiniti amori" del titolo. Infiniti non solo per le diverse soggettività coinvolte (amori tra donne e uomini, donne e donne, uomini e uomini, amori trans), ma anche per i diversi contesti e condizioni materiali in cui questi amori nascono, dalla precarietà all'omotransfobia fino alle leggi sull'immigrazione, che spesso rendono ardui - come nel caso di Winny e Nizard - se non addirittura tragiche - come nel caso di Amor knis, morto soffocato nel bagagliaio dell'auto delle fidanzata italiana - anche le storie d'amore.
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