Un reportage di Antonio M. Morone sulla Libia post-Gheddafi dove - al di là del passaporto -, è il colore della pelle ad essere un discrimine: la guerra ha infatti liberato un forte pregiudizio razzista contro i neri, che negli anni passati era già stato rilevato da studi internazionali basati sulla percezione dei libici verso il milione e mezzo, forse due milioni, di africani residenti nel paese negli ultimi anni dell’era Gheddafi. Continua a leggere l'articolo su Linkiesta.
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