Il silenzio non paga, non si può più tacere. E' il momento di urlare. Domani, sabato 10 ottobre, a partire dalle ore 10 in piazza Nettuno a Bologna, il Coordinamento migranti invita alla Giornata dell'urlo. Insieme alzeremo la voce, tanto che nessuno potrà fingere di non sentire. Tutti devono sapere che il razzismo istituzionale del governo sta distruggendo vite intere. Non si tratta solo di quelle/i che sono respinti in mare o alle frontiere e che di respingimento muoiono. Si tratta anche di chi rischia ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno perché non trova più un lavoro, e di finire per sei mesi in un Cie. Si tratta di chi, magari in Italia magari da vent'anni e con un mutuo da pagare, potrebbe essere espulso se non raggiungesse un reddito sufficiente. Si tratta di chi, se non dovesse riuscire a rinnovare il permesso di soggiorno, verrebbe espulso, dovendo così rinunciare ai contributi versati in anni di duro lavoro. Si tratta di chi non potrà mandare i propri figli a scuola qualora il numero di bambini migranti in una classe superasse la soglia del 30% stabilito dal governo. a questo si è aggiunta l'illusione della sanatoria: troppo ristretti i parametri per accedere, troppi soldi da sborsare. Non vogliamo finte sanatorie, vogliamo una regolarizzazione permanente per tutti/e, slegata dal lavoro e dal salario. Mentre il reato di clandestinità non è altro che un modo per criminalizzare tutti/e i/le migranti e costringerli/e al silenzio. Per questo è importante essere domani in piazza e urlare liberamente. Qui il documento di convocazione.
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Vivre libre ou mourir. Per Mabruka, suicida in un Cie
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