sabato 7 febbraio 2009

Contro il tentativo di infoibare la verità. Presentazione di Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica

La storia - si legge nella quarta di copertina di Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica -, "viene usata per l'oggi, per le esigenze politiche attuali. Si tratta di una campagna di intossicazione delle coscienze con riscritture, reinterpretazioni e falsità belle e buone, funzionali, da una parte, alla mobilitazione nazionalista, alla diffusione di stereotipi sciovinisti e razzisti, assunti ormai anche da buona parte del ceto politico di sinistra; dall'altra, alla criminalizzazione di chi oggi non si piega alle compatibilità del sistema capitalista. Tale campagna si concretizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come altre. Una ideologia dell'ordine, della sicurezza, autoritaria, fatta propria da buona parte del ceto politico autodefinitosi democratico. In questi anni molti si sono resi conto del significato della Giornata del Ricordo e molte sono state le iniziative per combattere questa campagna di intossicazione. E’, però, necessario combattere con maggiore efficacia, unendo le forze e le conoscenze. Questo convegno vuole essere un contributo in tal senso, non solo per rintuzzare e sbugiardare le menzogne che vengono propagandate, ma anche per fare un passo avanti per riappropriarci, nella sua interezza, della nostra storia".
Ma la battaglia per contrastare questa "campagna di intossicazione" è violentemente osteggiata. In un articolo pubblicato lo scorso anno nel numero di Zapruder Confini senza fine, Claudia Cernigoi, testimoniava di questa difficoltà: "si è giunti al grottesco nell'individuare come 'negazionisti' (parificati a coloro che negano l'esistenza della shoah e dei crimini nazisti) gli studiosi (fra questi la sottoscritta) che hanno scoperchiato la scatola delle falsità finora dette, e, solo perchè le loro conclusioni (suffragate da documentazione accessibile a tutti, va precisato) contrastano con quella che potremmo definire la "mitologia delle foibe" finora divulgata, vengono attaccati pesantemente e condannati all'ostracismo, al punto che si sono attivate petizioni e campagne stampa per impedire loro di parlare in convegni pubblici".
Lo stesso destino non ha risparmiato il volume Fobie. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica (che raccoglie gli atti del convegno Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico al quale hanno partecipato alcun* tra i/le maggiori studios* del tema, e tra quest* la stessa Cernigoi): recentemente, ad esempio, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, a nome dell’Amministrazione comunale, ha negato l’uso di una sala per la presentazione del libro.
A questo tentativo di infoibare la verità si oppone la presentazione degli atti del convegno proposta dall'Assemblea Antifascista Permanente per il 10 febbraio (sala del Barraccano, v. S. Stefano 119 - Bologna, h. 20.30). Intervengono Rudy Leonelli (Università di Bologna), Giorgio Riboldi (Comitato promotore del convegno), Sandi Volk (Università di Trieste) e Mauro Raspanti (Centro Furio Jesi).
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7 commenti:

Serjordy ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Cara v.
la questione del Giorno del Ricordo è sicuramente una manovra politica ...ma come lo sono tutte queste giornate della "memoria", che non riusciamo a ritrovare.

Io invece rispetto alla questione "istriana" ho una memoria molto forte e non riesco a dimenticare che fino ad oggi veramente poch* sono quell* che sanno, e che hanno saputo fino in fondo (e quindi non solo attraverso il conflitto riguardo a questo tema che si sviluppa da sempre rapportando l'esodo istriano ad una questione "fascista") cosa è successo a 350 mila persone che in poco tempo hanno dovuto lasciare tutto ciò che avevano
e a come hanno vissuto poi, la loro esistenza altrove.

Molti di questi 350 mila, tra i quali la mia famglia (e quindi sia quelli che sono "scappati" che quelli che sono "rimasti") erano donne e uomini di classe molto povera, o pescatori, che provvedevano alla loro esistenza in modo autonomo, coltivando la terra e allevando bestiame e che non avevano le conoscenze sufficienti dunque ad esercitare un'attività ideologico-politica come quella che oggi si attribuisce a quella stessa comunità.

La questione politica vi si è insinuata col tempo e forse proprio per "riuscire" nell'intento di lasciare in ombra, in ogni caso, sempre una parte (diversa) di quella stessa storia ...così da tentarne la cancellazione e l'oblio.

Altri erano impiegati comunali o maestri, e qui le cose si complicano ...ma in ogni caso la maggior parte di questa gente non è scappata da quelle terre per una questione ideologico-fascista, bensì per una questione di vera sopravvivenza rispetto alle atrocità che si scatenano e che dividono un territorio quando questo territorio diventa terreno su cui dimostrare la propria forza.

Non posso essere d'accordo con il tono attraverso il quale hai pubblicato questo post.

E t'invito a riflettere sulla questione senza vecchi pregiudizi, forse oltretutto ormai inefficaci.

Rispetto ad una questione d'esilio bisognerebbe cercare "al di fuori" delle diverse comunità d'appartenenza e bisognerebbe cercare quindi di riflettere con più coraggio su quelle "voci sole" che non trovano mai alcuno spazio, nè tempo.

Ti auguro di continuare al meglio le tue riflessioni, anche attraverso "marginalia" ...che è uno spazio importante attraverso il quale fare luce su diverse questioni spesso in ombra.

Quella dell'esilio istriano purtroppo è una tra queste.

Buon lavoro
jordana

http://www.ideadestroyingmuros.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Cara Jordana, grazie davvero del tuo contributo. Hai ragione a sottolineare la complessità delle questioni legate alla vicenda foibe/esodo (anche se, credo, non sempre questi due fenomeni sono coincidenti, e il post era riferito solo alla questione "foibe").
E so bene che anche la "memoria" può essere una memoria "divisa". Non avevo nessuna volontà di guardare alle cose in maniera "ideologica", forse un limite di un breve post per segnalare una serata secondo me importante, ma che appunto riguardava nelle specifico la questione foibe.
Sull'esodo dall'Istria ho trovato veramente illuminante (anche perché si serve di diverse testimonianze) l'articolo di Sandi Volk (che era tra i relatori durante la serata sulle foibe), articolo pubblicato sullo stesso numero di Zapruder che citavo nel post. Un articolo che dimostra come "l'esodo è indubbiamente un momento cruciale nella storia delle regioni del confine orientale italiano, e può essere la chiave per la comprensione della storia generale di quelle terre, a patto però che venga liberato da pregiudiziali politiche" (S. Volk, Italiani tra due rive, in Zapruder, Confini senza fine, p. 20)
Continuerei volentieri il confronto con te
grazie ancora e buona giornata
v.

Anonimo ha detto...

Essendo nata proprio da questa storia di "perdita" e "abbandono" (che poi è stata senza fine strumentalizzata fino ad oggi e che continua ad esserlo) ed avendo vissuto personalmente attraversata dai vari conflitti ed i giochi di potere messi in scena rispetto a questa tragedia durante gli anni, da parte dello Stato,

non riesco a credere quasi a nient'altro

se non alla ricerca di quelle "voci sole" e ai loro racconti e alle loro verità ...quando si sia verificata, per qualche caso strano ed incredibile, per loro la possibilità di scrivere o di raccontare.

Non credo che l'opposizione, esercitata contro chi vuole della storia istriana farne un baluardo neo-fascista, lasci spazio in altro modo ad una visione più libera e "vera" di tutto ciò che si è cercato di cancellare.

Non lo è stato finora.

...e visto che attribuisci una differenza tra la questione dell'esodo e quella delle foibe

per "esodo" io intendo quel fiume di gente, di bambin*, di donne, di uomini che è scappato per mare e per terra agli interrogatori, alle esecuzioni pubbliche, alle foibe, alla nazionalizzazione e a quella che chi è rimasto ha dovuto chiamare "liberazione" con la L maiuscola.

Quel fiume di gente in fuga, quelle bambine e quei bambini (mia nonna è scappata con solo il suo vestito addosso ad esempio) non ha mai trovato un'altro luogo dove ricordare e scoprire e quindi dove poter davvero ri-vivere, si è sparso nel mondo e si è perso ...le comunità che si sono formate in seguito si sono consolidate intorno a modelli ancor più rigidi di quelli dai quali provenivano e questo a causa della perdita di tutto e del dovere costante di dimostrare di non essere nè stranieri, nè fascisti.

Ci sarebbero molte altre cose da dire, un giorno so che formulerò meglio tutto quello che ho dentro di questa storia cancellata e ne ricucirò un pezzo.

Buon lavoro anche a te.

j

Anonimo ha detto...

Cara Jordana, non nego nè ignoro che ci sono state violenze, espulsioni, uccisioni (anche se non commessi solo contro italian*), come non lo negano gli/le storic* (come Claudia Cernigoi che citavo nel post)che si sono occupati con serietà di questa questione. E come ti dicevo capisco anche che la memoria possa essere una memoria "divisa" e dolorosa. Ma possiamo non opporci a quanti (vedi anche i recenti fatti di cronaca a ridosso della Giornata del Ricordo) hanno strumentalizzato questa vicenda, gonfiando paurosamente i numeri in barba a ogni riscontro storico e documentario ( come anche a testimonianze) e parlando di vero e proprio genocidio perpetrato dagli "slavocomunisti"?
Non credo che si possa imputare alla lotta contro simili strumentalizzazioni il fatto che alcune storie ed esperienze di quella fase storica siano cancellate. Le storie cancellate del resto sono tante e diverse, come i tanti "slavi" che hanno combattuto contro il nazifascismo in Italia e dei quali si vorrebbe cancellare ogni memoria
Per "ricucire" questo pezzo di cui parli bisogna necessariamente lasciare via libera alle strumentalizzazioni e dimenticare gli "altri pezzi"?

Anonimo ha detto...

Se credi che opponendoti in questo modo, alle strumentalizzazioni politiche rispetto alla questione dell'esodo e delle foibe, qualcosa di autentico venga a galla ...appoggia pure tale opposizione.

Ho vissuto diversamente e profondamente l'intera vicenda ...ed è per questo che, rispetto alla questione, ho sempre dovuto sopportare la riproduzione all'infinito di quello che stai riproponendo anche tu

(all'interno dell'istituzione, della scuola, del dibattito pubblico e della vita sociale e culturale italiana ecc.ecc.)

cioè ho sempre dovuto assistere alla competizione tra la destra (tramite molteplici strumentalizzazioni della vicenda) e l'opposizione di sinistra, alle varie strumentalizzazioni della destra (e questo comunque e solo dopo 60 anni di oscurantismo, di sinistra, sulla questione).

Ho sempre notato entrambe occupare lo spazio che invece era ed è necessiario alla comprensione di tutto ciò che da questa tragedia è nato, di tutto ciò che nel frattempo si è rotto, del cambiamento dell'idea di Stato, di "radicato" ecc.ecc.

...Ho sempre notato entrambe OCCUPARE questo spazio e GESTIRLO basando (di nuovo e così all'infinito) la verità assoluta sullo scontro.

E ho sempre visto entrambe le posizioni generare "false verità" ed alimentare un conflitto politico che non teneva più conto della "vita" in se, nè della questione dell'esilio.

Se credi che invece "continuare" sia d'obbligo, fallo pure.

Credo che tutto, anche questa binarietà, debba cambiare ...e credo semplicemente non cambi in questo modo.

Ti auguro perciò buon lavoro

nonostante tutt* quell* che da ogni categoria e posizione rimarranno sempre esclus*...

Anonimo ha detto...

Comprendo la tua volontà di opporti a tali strumentalizzazioni
che dopo tutto è anche la mia (ma in entrambi i sensi) rispetto ad entrambi gli schieramenti politici che appoggiano e hanno appoggiato sempre o una "verità"
o l'altra.

La mia rabbia vive e si sviluppa contro la scena politica che ha fatto di un Esodo (dal quale potevano nascere molte idee completamente nuove e critiche rispetto, come ti ho detto, ai concetti di Stato, di radicamento al territorio ecc.ecc.)
una storia "cancellata".

Mi oppongo a questa cancellazione da sempre attraverso ogni mio segno, gesto, con amore ...e percorro ogni mia attrazione cercando disperatamente la sopra-vvivenza a tutto questo.

Vorrei dirti infine quindi che apprezzo profondamente gran parte del tuo lavoro (cosciente che rispetto ad un panorama come quello italiano, sia molto molto dura perseguire un lavoro come quello che stai facendo tu ...e che stiamo facendo anche noi) ed è per questo che questa volta mi sono trovata in disaccordo così "violentemente".

Speriamo sempre, tutto cambi.

Un bacio
j