lunedì 7 aprile 2008

Piccoli razzisti crescono


L'indagine sulla presenza di schemi mentali propri dell'ideologia della razza nei/nelle bambini/e, svolta in La pelle giusta di Paola Tabet, ha un esito inquietante. Attraverso i temi proposti (quali Se i miei genitori fossero neri) emerge come tutta una serie di stereotipi e pregiudizi razzisti sono precocemente e saldamente interiorizzati. E ci aiuta a vedere altro.
Come scrivevo nella mia recensione al libro, in questi scritti i "neri" si rivelano come gli "altri" per eccellenza, ma "neri" sono, spesso, per i/le bambini/e, albanesi, tunisini, marocchini, zingari, jugoslavi ed anche bambini/e italiani/e meridionali perché, come scrive un bambino [1] di IV elementare "Io un negro non saprei come definirlo ... i negri nascono di tre razze di pelle nera, gialla e bianca" [2]. Questa relativa indipendenza dal colore della pelle in questa ed altre definizioni, segnala che l'idea di "razza" preesiste alla percezione visiva ed è coerente con i criteri di definizione dei gruppi stigmatizzati nella storia del razzismo. Come scrive Tabet: "Le definizioni in termini di colore e di razza non fanno che camuffare e attribuire alla natura un rapporto politico. la 'pelle giusta', l'unica pelle giusta, è quella di chi in una misura o nell'altra detiene il potere, di chi può fissare le regole e le categorie di appartenenza, è la pelle del gruppo dominante" [3].
Ciò contribuisce a mettere in discussione la presupposizione (tenace) del carattere "naturale" o "spontaneo" delle percezioni e stereotipi razzisti dimostrandone invece il carattere "indotto": il razzismo che emerge da questi temi non ha nulla di "spontaneo" ma si rivela essere l'esito di una lunga e complessa storia di rapporti sociali caratterizzati da disuguaglianze di potere economico e politico, della definizione materiale e spesso legislativa di barriere tra "noi" (gli "umani") e "gli altri" (i "non-umani"). E questa storia, pur se spesso denegata dal persistente mito secondo il quale "gli italiani non sono razzisti", è storia anche italiana: antigiudaismo cattolico, antisemitismo e leggi razziali del '38, colonialismo e razzismo antimeridionale riattivato in anni recenti dalla Lega Nord [4]. E quest'ultimo, pur se meno appariscente, sembra essere ancora ben saldo.
Di questi giorni la notizia - che non è stata granché rilanciata dalla "stampa" nè da altri canali di comunicazione, cartacei e non - di un bambino napoletano che, nelle pagine del suo diario, meditava il suicidio. Perseguitato e deriso dai compagni di scuola, che amavano apostrofarlo con "monnezza" (Tabet in La pelle giusta, ricorda il caso di un altro bambino meridionale chiamato invece "mafiuzzo"[5]) il bambino probabilmente non vedeva altra via d'uscita. L'unica che hanno trovato i genitori, invece (vista la scarsa solidarietà ricevuta e il clima di omertà e impunità che ha circondato la vicenda) è stata quella di trasferirlo in altra scuola. Italiani, brava gente ...
L'episodio è avvenuto in provincia di Treviso e ne ho notizia da Gennaro Carotenuto. Grazie.

[1] O bambina. Nel libro non è indicato il genere di chi scrive i vari temi.
[2] P. Tabet, La pelle giusta, p. 151.
[3] p. 150.
[4] Si tratta di storia più antica. Uno dei primi testi in cui viene teorizzata l'inferiorità dei/delle meridionali, è Italiani del Nord, italiani del Sud di Alfredo Niceforo (1901). Ma ancora negli anni 60, in alcune grandi città del Nord, come Torino, era possibile trovare cartelli con su scritto "Non si affitta a meridionali".
[5] Gli esempi potrebbero essere anche altri. Magari tratti dal mio "archivio" personale.
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

il razzismo è un cavolo di virus parecchio virulento si moltiplica uffi

Anonimo ha detto...

Purtroppo ...
ma forse l'antivirus è tentare di smontare continuamente il modo in cui si propaga
v.

Anonimo ha detto...

Uno dei motivi per cui mi piace il tuo blog!!!