E' dal 2001 che la Campagne contre les jouets sexistes (Campagna contro i giocattoli sessisti) rappresenta uno degli appuntamenti più interessanti per quant* ritengono che il sessismo (come il razzismo) non sia un'attitudine "naturale" ma, al contrario, il prodotto di un lungo e complesso processo [1].
Organizzata ogni anno da alcuni gruppi francesi (inizialmente a Parigi, ma estesa attualmente anche ad altre città) tra i quali il Collectif Contre le Publisexisme, Claaaaaash [2], Les Panthères Roses, Les Alternatifs e Mix-Cité, la campagna "tenta d'aprire gli occhi ai/alle consumatori/trici [...]: gli anni passano ma, a Natale, i colori azzurro e rosa non vanno mai fuori moda. La festa dei/delle bambini/e è anche il momento in cui i/le più giovani sono confortati nel loro ruolo di maschietto e femminuccia. Attraverso i giocattoli che regaliamo ai/alle bambini/e, noi gli inculchiamo i valori legati al loro sesso: la dominazione per i bambini e la sottomissione per le bambine. Dai cataloghi di giocattoli agli scaffali dei supermercati, regna una divisione permanente e definitiva. La scelta di un regalo è invariabilmente orientata in funzione del sesso poi dell'età del/della bambino/a [...]. Non c'è da stupirsi che i più piccoli vadano "spontaneamente" verso i giochi corrispondenti al loro genere" [3]. Il bambino o la bambina che vorranno infrangere questa "norma" saranno scoraggiati dagli adulti o (se questi ultimi li appoggiano) magari presi in giro dai/dalle compagni/e di giochi. E come meravigliarsene? Dall'infanzia bambini e bambini, attraverso immagini, giocattoli, fumetti, cartoni, libri, sono costantemente "istruiti" nei loro futuri ruoli di "vera" donna e "vero" uomo, imparando anche che "l'uomo" e "la donna" sono fatti (infine!) per innamorarsi, sposarsi e avere dei bambini, poiché dal sacro modello di famiglia patriarcale non c'è uscita ( e pazienza se in questo modo si rinforza anche l'omofobia e la lesbofobia oramai imperanti).
A Parigi la campagna di quest'anno si è articolata intorno ad una serie di appuntamenti "teorici" (tra questi la presentazione del volume collettivo Contre les jouets sexistes - in alto la splendida copertina - alla libreria Violette and Co) ed alcuni "pratici", in particolare delle azioni collettive "a sorpresa" in grandi punti vendita di giocattoli. Durante queste azioni, la rigida collocazione "per genere" dei giocattoli esposti sugli scaffali, è stata sovvertita e sconvolta attraverso lo spostamento dei giocattoli da uno scaffale all'altro seguendo altri e più creativi criteri di sistemazione ...
Fini les cadeaux qui aliènent les filles comme les garçons!
Contre les stéréotypes soyons inventifs!
Organizzata ogni anno da alcuni gruppi francesi (inizialmente a Parigi, ma estesa attualmente anche ad altre città) tra i quali il Collectif Contre le Publisexisme, Claaaaaash [2], Les Panthères Roses, Les Alternatifs e Mix-Cité, la campagna "tenta d'aprire gli occhi ai/alle consumatori/trici [...]: gli anni passano ma, a Natale, i colori azzurro e rosa non vanno mai fuori moda. La festa dei/delle bambini/e è anche il momento in cui i/le più giovani sono confortati nel loro ruolo di maschietto e femminuccia. Attraverso i giocattoli che regaliamo ai/alle bambini/e, noi gli inculchiamo i valori legati al loro sesso: la dominazione per i bambini e la sottomissione per le bambine. Dai cataloghi di giocattoli agli scaffali dei supermercati, regna una divisione permanente e definitiva. La scelta di un regalo è invariabilmente orientata in funzione del sesso poi dell'età del/della bambino/a [...]. Non c'è da stupirsi che i più piccoli vadano "spontaneamente" verso i giochi corrispondenti al loro genere" [3]. Il bambino o la bambina che vorranno infrangere questa "norma" saranno scoraggiati dagli adulti o (se questi ultimi li appoggiano) magari presi in giro dai/dalle compagni/e di giochi. E come meravigliarsene? Dall'infanzia bambini e bambini, attraverso immagini, giocattoli, fumetti, cartoni, libri, sono costantemente "istruiti" nei loro futuri ruoli di "vera" donna e "vero" uomo, imparando anche che "l'uomo" e "la donna" sono fatti (infine!) per innamorarsi, sposarsi e avere dei bambini, poiché dal sacro modello di famiglia patriarcale non c'è uscita ( e pazienza se in questo modo si rinforza anche l'omofobia e la lesbofobia oramai imperanti).
A Parigi la campagna di quest'anno si è articolata intorno ad una serie di appuntamenti "teorici" (tra questi la presentazione del volume collettivo Contre les jouets sexistes - in alto la splendida copertina - alla libreria Violette and Co) ed alcuni "pratici", in particolare delle azioni collettive "a sorpresa" in grandi punti vendita di giocattoli. Durante queste azioni, la rigida collocazione "per genere" dei giocattoli esposti sugli scaffali, è stata sovvertita e sconvolta attraverso lo spostamento dei giocattoli da uno scaffale all'altro seguendo altri e più creativi criteri di sistemazione ...
Fini les cadeaux qui aliènent les filles comme les garçons!
Contre les stéréotypes soyons inventifs!
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[1] Rinvio alla mia recensione de La pelle giusta.
[2] Collectif Libertaire Anticapitaliste, Antireligieux, Antifasciste, Antiautoritaire, Antiraciste, Antirévisioniste, Antisexiste et Antihomophobe.
[3] Dal volantino della campagna del dicembre 2007.
5 commenti:
Non c'entra molto, ma colgo l'occasione per farti gli auguri di quello che vuoi (Solstizio / Natale / Anno Nuovo / Incarnazione di Babbo Natale)
Miguel Martinez
Anzi, visto che c'ero, ti ho fatto anche un link sul mio blog http://kelebek.splinder.com.
Miguel Martinez
Scelgo Anno nuovo :-)
e ricambio!
Grazie per il link (anche Kelebek è già da tempo nella rubrica Feedback, in attesa di trovargli una più appropriata collocazione, ma non trovo mai il tempo di riorganizzare il layout di Marginalia ...)
Io non ho mai provato nessun imbarazzo a giocare con le bambole. :)
Che strano trovare questo tuo messaggio qui ora, sono appena tornata da un giretto nel tuo blog dopo essere stata un po' a pensare dopo aver letto il tuo post sul minimarket (bello interrogarsi sulla questione del "privilegio", ci lavoro da un po' non solo in termini teorici). E poi sono venuta via senza averti lasciato neanche un petit mot, sai come capita a volte, ti sembra che in quel momento puoi esprimere solo banalità ...
E allora è carino trovare questo tuo commento :-)))
Da quello che ho letto di te immagino che nel tuo giocare tranquillamente con le bambole abbia influito anche l'ambiente "colto" in cui sei cresciuto, forse tua madre?
Per molt* non è cosi semplice, talvolta anche se nell'ambiente familiare i/le bambine sono incoraggiati a giocare con quello che desiderano, poi ricevono molte pressioni dall'esterno, talvolta dagli stessi "amichetti" (o amichette) già pesantemente influenzati da una società che assegna ad ognun* il proprio ruolo.
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