mercoledì 23 novembre 2011

Politiche di pinkwashing e strategie di resistenza

Facciamo Breccia pubblica la traduzione di un appello di Palestinian Queers for Boycott, Divestment & Sanctions, in cui si chiede all'IGLYO - uno dei principali network di associazioni GLBT internazionali - di non essere complice delle politiche di pinkwashing israeliane svolgendo - senza prendere in questo modo posizione - la propria assemblea generale, prevista per dicembre, a Tel Aviv. L'invito, sempre sottinteso quando si pubblicano appelli di questo tipo, è di far circolare il più largamente possibile.

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5 commenti:

ilGrandeColibrì ha detto...

Ti segnalo un altro appello molto importante (sebbene disatteso), con il quale quasi una ventina di associazioni queer arabe e/o musulmane hanno chiesto all'associazione Homos Musulmans de France di non svolgere un viaggio per il dialogo tra le fedi in Israele (Persino il viaggio del dialogo suscita polemiche...).

Credo che lo scontro nato all'interno dell'associazionismo arabo/musulmano queer intorno a questa iniziativa sia molto interessante anche per chi non si occupa principalmente di gay, lesbiche e transgender.

Comunque grazie per la tua interessantissima segnalazione: abbiamo fatto bene ad aggiungerti già da tempo ai nostri link preferiti :-)

liadiperi ha detto...

Come mio solito, oltre a postare la notizia sul mio sito,l'ho anche tras-portata in quel di fess(bucc): completamente ignorata o, come scrive Pier, "disattesa". Inoltre, da qualche giorno ho voluto 'sperimentare' in vista del 25 novembre, dove tutti e tutte cecano di assumere la visibilità della violenza di genere e del femminicidio ( un pò come a natale, quando ci si sente tutti un pò buoni/ne)e si scambiano effusioni,inviti a convegni, mostre,video e quant'altro, di pubblicare nella mia pagina, le storie e i femminicidi che io ho chiamato " dimenticati". Una foto,una piccola didascalia,insignificanti croci di donne( molte delle quali straniere, per mano di italiani) uccise(dall'odio di genere e completamente dimenticate. Ebbene, non solo queste donne continuano a rimanere nell'oblio,ma anche 'scansate'. Tra inviti, riflessioni, iniziative,vetrine tirate a lucido contro la violenza di genere.

Un besos.

Unknown ha detto...

un articolo davvero interessante, mi hai fatto scoprire il pinkwashing. Approfondisco la lettura.

Marginalia ha detto...

@Pier: Grazie, non sapevo di questo altro appello e non o neanche quali associazione vi siano coinvolte. Andrò sicuramente a leggere l'articolo che segnali, del resto è una questione intorno alla quale ultimamente stanno nascendo tante forme di mobilitazione, che non sempre però parono da identici (e talvolta condivisibili) presupposti.

@Lia:verrò a leggere sicuramente il tuo post e grazie per continuare a portare dove io non arrivo (o non sono) le cose pubblicate qui. Mi spiace la tua amarezza, le vetrine tirate a lucido non sono mai piaciute molto neanche a me, ma il rischio è quello di contribuire allo "scansamento" (?). Dovremmo parlarne in maniera un po' più articolata ed esplicita, forse.

@TuristaDiMestiere: averti fatto scopriere qualcosa è molto bello

liadiperi ha detto...

Carissima, come hai rilevato, dovremmo parlarne ( o ritornare a parlarne?),senza forse.
Per quanto riguarda l'ultima parte del mio commento, devo sottolineare che tenere conto dei contesti e dei 'luoghi' è sicuramente rilevante. Senza anticipare nulla , sto tentando (per la complessità della traduzione derivante da certe differenze linguistiche non sempre adattabili) un articolo dell'antropologa argentina Sibila, che spiega come i social-network - Fb e twitter- abbiano cambiato il nostro di essere. Partendo dall'accezione dell'essere,e dello 'stare'/ci,essere visibili, ecc...la docente rileva la trasformazione da" soggetto moderno" in soggetto che esiste in quanto "sta" ( in spagnolo il verbo essere ha due accezioni 'ser' ed 'estar')è visibile. L'ideologia degli "amici", dei "fans" ( o seguaci come li chiama l'antropologa), i " mi piace", i commenti, danno la misura della visibilità e della presenza:l'ideologia del successo di Fb e (anche se in misura minire) di Twitter.
Un abrazo.