martedì 5 maggio 2009

Ammiccamenti razzisti al muro


Probabilmente chi ha pensato e realizzato questo manifesto pubblicitario si trastulla evocando (consapevolmente o "spontaneamente") il fantasma dell'epurazione a mezzo sterminio. Come posso non pensare, guardando questo manifesto, al razzismo nazista per il quale gli/le ebre* erano "parassiti" (come del resto anche i cosiddetti "zingari") da eliminare a tutti i costi per evitare la contaminazione della "pura razza ariana", "pidocchi" da sterminare con lo Zyklon B? E come posso non rivedere in questi ammiccamenti razzisti al muro la cartolina di De Seta Armamenti, che ben esemplifica l'atteggiamento del fascismo italiano verso gli/le african*, considerati alla stregua di insetti per sterminare i quali l'insetticida è "l'arma più opportuna"? E, più recentemente, come posso non pensare ai deliri xenofobi e razzisti dei vari Calderoli (per non parlare dei rosari di Forza Nuova) contro la cosiddetta "invasione islamica"e le "orde di clandestini"?
Per me questo manifesto è intollerabile.

________________________

La foto l'ho scattata ieri a Bologna. Ma presumo che lo stesso manifesto sia stato affisso anche in altre città

9 commenti:

  1. mi sembra eccessivo pensare a questo.

    RispondiElimina
  2. Non so se è eccessivo, ma mio figlio (14 anni) mi ha fatto notare la stessa cosa pochi giorni fa...

    RispondiElimina
  3. No, per me non è eccessivo pensare a questo. E lo confermanole reazioni di tant* altr* e l'articolo (giustificatorio) di Il Giornale di oggi, che ti copio incollo sotto:

    Cartelloni-choc sui muri della città "Invasione degli insetti clandestini"
    di Alberto Giannoni

    «Insetti clandestini?», un insetticida «ferma l¹invasione». Ma cosa avete
    capito? Si parla solo di animaletti fastidiosi in quei mega-cartelloni
    pubblicitari affissi a Milano, come anche a Roma e a Bologna. Almeno è
    quello che assicurano i responsabili dell¹azienda emiliana che vende una
    linea di prodotti per la disinfestazione - della zanzara tigre e non solo:
    «Non vogliamo fomentare o dare indicazioni sbagliate. Gli immigrati non
    c¹entrano». Eppure molti hanno fatto un salto sul sedile dell¹auto, notando
    i manifesti in giro per la città. Non solo i «soliti» militanti dei centri
    sociali, che nel loro tam-tam telematico fanno volare parole grosse,
    mobilitandosi contro quelli che definiscono «slogan razzisti». Anche
    cittadini politicamente più moderati sono rimasti sbigottiti: «Questo
    messaggio è pericoloso come indizio di una mentalità diffusa - protesta per
    esempio Felice Besostri, avvocato ed ex parlamentare ulivista - e può
    rafforzare, banalizzandole, tentazioni inconsce. Da questa pubblicità è
    facile passare ad un altro messaggio: ³Clandestini? Da schiacciare come
    insetti²».
    «Ci aspettavamo che qualcuno potesse azzardare questo paragone e parlare di
    razzismo o di xenofobia, ma non è giustificato», replica Enrico De Nora, uno
    degli ideatori della campagna, nonché figlio del titolare della (media)
    azienda emiliana che produce la linea di insetticidi. «Si parla - spiega -
    della zanzara tigre e di altre cinque specie, tutte raffigurate. E l¹unica
    parola capace di descrivere tutte queste specie era proprio ³clandestini²,
    cioè insetti nascosti. Solo una distorsione lessicale fa coincidere questa
    parola con gli immigrati. Clandestino è tutto ciò che è nascosto».
    Non si voleva per caso creare un «corto circuito» che scatenasse delle
    polemiche, per aumentare l¹impatto della campagna? «Assolutamente no».
    L¹interpretazione maliziosa starebbe in chi legge: «Se si vuol vedere il
    marcio ovunque non è colpa nostra - attacca De Nora - quella è la parola più
    calzante, ed è giustificata dalla letteratura scientifica. Leghisti noi?
    Assolutamente no. Noi non abbiamo etichette o legami politici, diamo lavoro
    a dipendenti di ogni nazionalità, e abbiamo progetti nei Paesi in via di
    sviluppo, come asili in Brasile o in Africa». Il «caso» è complicato da un
    dettaglio ulteriore: su alcuni dei 400 manifesti affissi nelle tre città è
    evidente che lo slogan è stato corretto da una fascia incollata
    successivamente. «È vero - confermano dall¹azienda - l¹errore è stato della
    tipografia, che aveva stampato la versione del manifesto scartata dalla
    direzione aziendale». Questa: «No ai clandestini: ferma l¹invasione».
    «Abbiamo scelto l¹altra - la spiegazione - proprio per fugare ogni dubbio, e
    la presenza delle immagini esclude comunque ogni interpretazione scorretta».
    «Il Comune non può sindacare il contenuto degli slogan - spiega l¹assessore
    Maurizio Cadeo - certo la fantasia dei creativi non si pone limiti, e a
    volte ricorre a soluzioni poco felici. Io posso dire che il governo per i
    clandestini ha messo in campo l¹esercito, gli insetticidi non c¹entrano».

    RispondiElimina
  4. Ripubblico (io, Marginalia) un commento (che stabilisce un rapporto piuttosto inquietante) che Raffaele di Accidenti-Incidenti ha scritto a proposito di questo mio post in Giornalismo partecipativo:


    "ehhhh già……Sandokan, alias Francesco Schiavone……sembra(E’) una robaccia mafioso camorrista….se si fosse limitato agli insetti….ma l’aggiunta dell’aggettivo…davvero qualcuno pensava di essere spiritoso…bisognrebbe trovare qualche produttore di veleno per RATTI….NON LI FA STARE TRANQUILLI NEPPURE NELLE FOGNE, così tanto per par condicio…SPARTACUS NON PERMETTE AI RATTI DI FAR DA PADRONI…

    in realtà è tutto deprimente, assai, assai, e neppure sforzandomi riesco a sorridere"

    RispondiElimina
  5. 'Sta zozzeria compeggia pure nella via di casa mia, proprio accanto al mio portone. Volevo denunciare anch'io la cosa, ma sono privo di fotocamera, quindi sono contento che ci abbia pensato tu.
    Ho pensato più o meno le stesse cose che hai scritto tu. Inoltre, essendo io pure antispecista e dunque vegano, questo cartellone mi fa schifo anche nei confronti degli animali.

    RispondiElimina
  6. Grazie dell'info e delle suggestioni Claudio, ma in che città abiti? Io so che questi manifesti sono stati affissi oltre che a Bologna, a Roma e Milano ...

    RispondiElimina
  7. Ah, vero, scusa, ho omesso di specificare la cosa più importante, la città :-D
    Roma, vicino la Stazione Tiburtina.

    RispondiElimina
  8. Qui a Velletri è stato esposto un manifesto della Sandokan che a detta di qualcuno era censurato... Ecco il link dove è possibile apprezzare lo schifo.

    RispondiElimina