sabato 29 giugno 2013

Berlino Transgenial

La nostra carissima Liliana (Ellena) ci invia da Berlino qualche foto del Transgenial Christopher Street Day, la manifestazione berlinese alternativa al Pride, e ne pubblico una che mi sembra significativa delle tensioni che l'attraversano. Anche quest'anno infatti la Transgenial è stata partecipatissima ma ancora fortemente spaccata sulla questione del razzismo. Già nel giugno 2010 infatti, quando Judith Butler aveva rifiutato il Zivilcourage Prize assegnatole dal Pride di Berlino per affermare platealmente la necessità di "prendere le distanze dalla complicità con il razzismo", gli/le attivisti/e di Suspect avevano definito la Transgenial Christopher Street Day   - in un comunicato pubblicato su No homonationalism -, "Pride alternativo a predominanza bianca" rilevando come questa fosse stata l'unico spazio critico citato dalla stampa che aveva dato risalto alla semplice critica della commercializzazione del Pride piuttosto che a quella del razzismo, nonostante le parole di Butler fossero state molto chiare nell'indicare come fosse questo il tema da mettere urgentemente in primo piano nell'agenda politica anche nel movimento lgbtq.

giovedì 27 giugno 2013

Intersexioni

Con in esergo una bella frase di Milton Diamond (Nature loves variety. Unfortunately, society hates it) è online da qualche giorno, anche se ancora "in costruzione", Intersexioni, sito di un collettivo che, come si legge nel "chi siamo", è composto da "persone di diversa provenienza ed esperienza, accomunate dall’interesse per temi tra loro variamente interconnessi quali le disuguaglianze di genere e l’intersezione tra genere, etnia, ceto/classe,il sessismo, la violenza di genere, il bullismo e l’omo-trasfobia, i diritti delle persone intersex (o con differenze nello sviluppo sessuale), i diritti delle minoranze sessuali, delle persone omosessuali e transgender, le nuove famiglie, l’omo e trans genitorialità, tutto questo e anche altro nell’ottica del rispetto di ogni essere vivente e della costruzione di una società migliore, più equa, giusta e accogliente". Tra i tanti e interessanti materiali già pubblicati anche la voce Modificazioni, scritta da Beatrice Busi per Femministe a parole. Grazie a Intersexioni e buona esplorazione a tutte/i!

martedì 25 giugno 2013

Pinkwashing, omonazionalismo e normalizzazione

Pinkwashing, omonazionalismo e normalizzazione. Le contraddizioni dei Pride è un testo pubblicato qualche giorno fa su Un altro genere di comunicazione, e che, a partire dal Pride palermitano, offre ulteriori spunti di riflessione sull'attualità di temi quali pinkwashing, omonazionalismo e normalizzazione. Prima di lasciarvi alla lettura vi segnaliamo, oltre ai materiali di approfondimento già segnalati in coda all'articolo di Un altro genere di comunicazione, l' intervento di Jamila Mascat  pubblicato qui (e violentemente contestato) in occasione della manifestazione organizzata a Parigi dall'Inter-lgbt il 27 gennaio scorso. Buona lettura e riflessioni!  // "Oggi è il giorno del Pride di Palermo, il Pride nazionale. Questo Pride e tutti gli altri che si sono svolti e si svolgeranno nelle diverse città italiane sono carichi di contraddizioni politiche. Contraddizioni tra le legittime richieste di diritti, tra cui matrimonio e adozioni, e la necessaria istituzionalizzazione attraverso la quale si dovrebbe passare per veder riconosciuti tali diritti. Contraddizioni tra la partecipazione della segretaria Boldrini e della Ministra delle Pari Opportunità e dello Sport Idem, il patrocinio di comuni e regioni, e pure degli Stati Uniti, e la necessità di non farsi inglobare in un processo di normalizzazione, che il riconoscimento e i diritti te li fa pagare cari. Molti collettivi e associazioni Gltbiq si sono dissociati o hanno previsto la presenza di spezzoni alternativi per la partecipazione ai Pride. È successo a Torino dove, un Pride fortemente incentrato sul tema della famiglia, è stato messo in discussione da diverse associazioni che hanno dato vita al Famolo-Pride proprio per la paura che, con il rapporto matrimoniale diventato norma, continuerebbero a essere escluse tutte quelle “marginalità” che non si riconoscono in quella istituzione. Che scenario per loro? I gay, le lesbiche, i/le trans single, i non monogami, coloro che non si vogliono sposare, quali diritti per loro? Il riconoscimento dei diritti non può passare solo attraverso il riconoscimento dell’istituzione matrimoniale. Appiattite le contraddizioni, fatte rientrare le “marginalità” nella norma, inglobate nel sistema di produzione e ri-produzione. Questo è il prezzo da pagare. Dentro se ti normalizzi, fuori se non ti sottoponi a questo processo di istituzionalizzazione della tua differenza che, inglobata nella massa, non sarà più tale. Il Palermo Pride, oltre a questa, vive anche un’altra contraddizione, alla prima comunque collegata. Il patrocinio degli Stati Uniti d’America ha portato molti collettivi e associazioni locali a declinare l’invito al Pride nazionale perché il patrocinio americano è stato avvertito, su un territorio che sta combattendo contro il Muos e altre devastazioni del territorio per scopi militari, come una delegittimazione delle lotte. Confindustria, Croce Rossa, Stati Uniti d’America finanziano il Pride per ripulirsi faccia e coscienza, in quell’operazione che prende il nome di pinkwashing. Il termine Pinkwashing è nato per definire il comportamento dello stato di Israele nei confronti delle comunità Gltbq. Tel Aviv capitale del turismo gay, spot e campagne genderfriendly, finanziamenti a festival gay/lesbo/queer internazionali, tutto questo per ripulirsi la faccia e nascondere sotto il lenzuolo gltbiq friendly i crimini di guerra nei confronti dei palestinesi. Palestinesi e mondo arabo che verranno fatti apparire come omofobi e incivili da un governo nazionalista che ha strumentalizzato le conquiste delle comunità gltbiq locali trasformandole in omonazionalismo razzista. Il termine pinkwashing si è poi allargato a comprendere tutte quelle operazioni che con una “spruzzata di rosa” intendono lavare via i propri “crimini” usando in maniera strumentale le rivendicazioni e le richieste dei soggetti gltbiq. A questo proposito lo spot del Palermo Pride mi sembra abbastanza evocativo. Riporto la parte conclusiva di questo articolo del collettivo Le Ribellule, perché questo post ne condivide gli scopi. Pur riconoscendo l’importanza e la necessità di manifestazioni come i gaypride è necessario far emergere e far conoscere tutte le contraddizioni. Abbiamo deciso di informare chi sta attraversando il Pride su quali sono i processi che si stanno verificando sui nostri corpi e di ripulire il Pride dal Pink Market che controlla i corpi e omologa i desideri e per spazzare via l’immagine gay-friendly che Confindustria, Ambasciata USA e anche la Croce Rossa utilizzano per distrarre dalle violazioni, violenze e i crimini che compiono" //Link per approfondire su pinkwashing e omonazionalismo: Pinkwashing: un incontro-dibattito, Omonazionalismo, Il pinkwashing del governo israeliano ai tempi dell'omonazionalismo,

lunedì 17 giugno 2013

Silvia Federici e il punto zero della rivoluzione

Hobo. Laboratorio dei saperi comuni invita alla presentazione del volume di Silvia Federici Revolution at Point Zero. Housework, Reproduction, and Feminist Struggle (PM Press, 2012). Si discuterà di lavoro di riproduzione , valorizzazione capitalistica e spazi delle lotte nella crisi con l'autrice e il Laboratorio Sguardi sui Generis, mercoledì 19 giugno alle ore 19 a Bologna, presso l'anfiteatro dei Giardini di Filippo Re

Un dizionario razzista per Cécile Kyenge

"Se lo Stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto, e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse". Questo l'incipit dell'editoriale contro Cécile Kyenge e lo ius soli che Giovanni Sartori - il "politolo" che per le sue posizioni in materia di immigrazione ha trovato consensi anche in siti neonazisti come quello di Storm Front - scrive oggi sul Corriere della Sera . Per l'articolo completo rinviamo a Giornalettissimo // Immagine: Wangechi Mutu, Primary syphilitic ulcers of the cervix (2005) // Alcuni articoli correlati  in Marginalia :Chi ha paura della donna nera ?, L'integrazione è un campo di battaglia, Cécile Kyenge e lo stupro

Colonizzatrici e colonizzate: le donne nell'Etiopia del 1936 negli scritti e nelle foto di Ciro Poggiali

Avevo già segnalato che è da poco online il sito che raccoglie le registrazioni audio del convegno internazionale Femmes et genre en contexte colonial. Non so voi ma io - vista la cronica mancanza di tempo - sto procedendo abbastanza lentamente nell'ascolto degli interventi, ma per intanto oltre quello di Barbara Spadaro - di cui avevamo qui già pubblicato l'abstract - ho ascoltato e segnalo la relazione di Monica Di Barbora, Colonisatrices et colonisées : les femmes dans l’Éthiopie de 1936 à travers les écrits et les photos de Ciro Poggiali

sabato 15 giugno 2013

Bella Ciao direngezi Taksim Square

Tramite la mailinglist di Rivistoriantago: Ancora una volta Bella ciao a Istanbul, nella versione suonata al pianoforte da Yiğit Özatalay e Davide Martello e cantata dalle/dai manifestanti. Video su YouTube

Cécile Kyenge e lo stupro

Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha annunciato durante una trasmissione Rai che la leghista Dolores Valandro - che qualche giorno fa aveva scritto nel suo profilo fb, riferendosi a Cécile Kyenge: "ma mai nessuno che se la stupri… -, sarà espulsa poiché "Nei grandi numeri la persona che si comporta in maniera scorretta c’è, ma non rappresenta un gruppo o una linea di pensiero". Peccato per Tosi che, al di là delle sue dichiarazione e speranze, abbiamo perfettamente memoria della "linea di pensiero" celodurista del suo partito e del tipo di cultura sessista e razzista che questa ha contribuito a consolidare in Italia in questi anni. Sappiamo anche che per tutta una variegata galassia di destra (verso cui alcune delle sue espressioni lo stesso Tosi ha mostrato spesso "simpatia" politica) non è insolito evocare lo stupro per scopi educativi / punitivi. L'espulsione di Dolores Calandro non serve  a cancellare questa cultura e neanche è sufficiente ad interrompere la spirale di odio potenzialmente innescata dalla sua frase. Solidarietà a  Cécile Kyenge  // (Alcuni) articoli correlati : Chi ha paura della donna nera?, L'integrazione è un campo di battaglia, Igiaba Scego e le domande imbarazzanti

Razzismo, sessismo e arte / Portrait d'une négresse

Scambio notturno di mail con Rosa (che ringrazio per la segnalazione) a proposito di Portrait d'une négresse, della pittrice francese Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville presentato al Salon del 1800 e oggi conservato al Musée du Louvres. Secondo alcune letture critiche con questo ritratto l'artista mette in discussione le imbricazioni di sesso, razza e classe vigenti all'epoca in Francia, quando forti sono le resistenze al decreto sull'abolizione dello schiavismo da parte della Convenzione nel 1894. Per altre/i il quadro di Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville è comunque frutto dello sguardo di una donna-artista bianca ancora impregnato di un immaginario coloniale. Di questo quadro si torna a parlare lo scorso anno, quando sul supplemento del quotidiano spagnolo El Mundo viene pubblicato un fotomontaggio dell'artista statunitense Karine Percheron-Daniels, dove al posto del volto della "négresse" di Marie-Guilhelmine Leroux-Delaville vi è quello di Michelle Obama. A questo proposito Yves Ekoué Amaïzo scrive: Karine Percheron-Daniels devrait ouvrir un Zoo humain comme au 19e et début du 20e siècle avec ses œuvres de bas niveau (tableaux et images) comme l’avaient fait ses ancêtres racistes avec les « Vénus hottentotes ». Elle devrait montrer la nudité des ancêtres de la reine Elizabeth ou du roi d’Espagne à côté des massacres coloniaux dont ils portent la responsabilité et qui semblent lui avoir échappé. La femme noire esclave ne l’aurait jamais été si les ancêtres de cette peintre sans culture n’avaient pas eu des ancêtres esclavagistes qu’elle tente maladroitement de justifier, réhabilitant, voire promouvant ainsi, l’esclavage des temps modernes. L’ambigüité de ce tableau relève moins de la demi-nudité de Michelle Obama que de la capacité de cette artiste faussement non-raciste à réveiller la nostalgie de la bonne vieille époque de l’esclavage où la femme noire servait de variable d’ajustement pour les défaillances des femmes blanches auprès de leur mari esclavagiste.

giovedì 13 giugno 2013

No al ritorno della dittatura in Grecia

Una lettera-appello firmata - tra le/gli altre/i - da Étienne Balibar, Wendy Brown, Judith Butler, Sara R. Farris, Éric Fassin, Sandro Mezzadra, Beatriz Preciado, Joan W. Scott, sulla situazione in Grecia che rischia di precipitare verso una nuova dittatura: su Libération il testo (in francese), Non au retour de la dictature en Grèce

Con (philo) Sophia

E dopo le altre non poteva proprio mancare Sophia Loren, anche perché qui in Marginalia  le siamo affezionate...

Guerre del sesso

Féminismes et «guerres du sexe». Autour de Gayle Rubin è la giornata di studio che si terrà all'Ehess (amphithéâtre F. Furet, 105 boulevard Raspail - Paris) venerdì 21 giugno, dedicata al lavoro di Gayle Rubin, antropologia e militante femminista che nel 1985 - con The Traffic in Women - getta le basi teoriche di un'articolazione tra sesso e genere e nel 1984 - con Thinking Sex. Notes for a Radical Theory of the Politics of Sexuality -, di una "teoria radicale della sessualità". In questo ultimo testo Rubin infatti ritorna criticamemte sullo stesso concetto di "sistema di sesso/genere" da lei elaborato in The Traffic in Women, sostenendo che è essenziale separare analiticamente il genere e la sessualità per meglio riflettere sulla loro esistenza sociale separata. Sono questi gli anni in cui, negli Stati Uniti, violenti dissidi esplodono all'interno dei diversi femminismi a proposito della prostituzione, della pornografia, delle relazioni sado-masochiste e dei ruoli butch/femme. In questo contesto Rubin - che è stata tra le fondatrici di alcuni tra i primissimi gruppi di femministe sadomaso negli Stati Uniti come Samois e qualche anno più tardi The Outcasts -, rifiuta di ridurre la sessualità alla dominazione e denuncia il moralismo e il puritanesimo di larghi settori del movimento femminista. Questa giornata di studi è l'occasione - a partire dal lavoro di Gayle Rubin - per riflettere sull'attualità delle "sex wars", ovvero di quei conflitti in cui l'oggetto dello scontro è la sessualità, conflitti che continuano a definire la politica femminista ancora oggi negli Stati Uniti come altrove. Con interventi di Gayle Rubin, Mathieu Trachman, Anne E. Berger, Éric Fassin e Elsa Dorlin (programma completo qui)

martedì 11 giugno 2013

La passione di Isabella Rauti

Mara Carfagna, portavoce del Pdl alla Camera, ha dichiarato in una nota che Isabella Rauti - appena nominata consigliere per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano -, è tra le persone più indicate e più competenti per ricoprire questo ruolo poiché "si è sempre distinta per passione e per un impegno constante nella difesa delle donne e dei più svantaggiati". Bien sur la "passione" a cui fa riferimento Carfagna è quella con cui Isabella Rauti ha sostenuto la proposta di legge Tarzia per la riforma dei consultori, le marce per la vita e gli ideali di famiglia ... // (Alcuni) articoli correlati: Nel nome del padre (e della famiglia), Fascisti in lutto, Signore di destra

Una donna di troppo

A sei mesi dalla pubblicazione del libro di Daniela Pellegrini, Una donna di troppo, molte hanno scritto commenti, molte hanno chiesto un incontro per entrare nel merito ... Se ne parleràgiovedì 13 giugno ore 19.00 al Cicip&Ciciap (via Col di Lana 8, Milano). Sul sito de Il paese delle donne il programma completo della serata

lunedì 10 giugno 2013

Chi è Sara Baartman? / Who Is Sara Baartman?

 
Who Is Sara Baartman? Every black woman should know her name, un video sulla cosiddetta "Venere ottentotta", Saartjie (Sarah) Baartman,  via Sunleo0778's Blog // Artcoli correlati in Marginalia: Women and gender in a colonial context, Saartjie Baartman, la Venus Noire, Caster Semenya, ermafrodito o nuova Venere ottentotta?

Pinar Selek / Devenir un homme en rampant

E' di imminente pubblicazione per L'Harmattan il volume di Pinar Selek Devenir un homme en rampant, sul servizio militare in Turchia. Ne scrive l'introduzione - dal titolo Au-delà des larmes des hommes - Jules Falquet, tra l'altro docente all'università di Paris Diderot- Paris 7 di Parigi, redattrice delle riviste Nouvelles Questions Féministes e Cahiers du Genre e autrice di numerosi saggi e articoli sull'imbricazione di genere/classe/razza (alcuni dei quali trovate nel suo blog: http://julesfalquet.wordpress.com/), questione sulla quale ha anche co-curato alcuni anni fa un numero monografico dei Cahiers du Cedref - (Ré)articulation des rapports sociaux de sexe, classe et "race" - alla quale ho avuto il piacere enorme di essere stata invitata a collaborare con un articolo sulle categorie di "sesso" e "razza" nel femminismo italiano, in un periodo in cui mi sembrava che in Italia non ci fosse alcun spazio per la mia ricerca. Oggi ringrazio Jules per avermi fatto leggere in anteprima questa sua introduzione al volume di Pinar Selek e averne autorizzato la pubblicazione online per lettrici/lettori di Marginalia. Potete quindi leggere/scaricare il pdf dell'articolo direttamente dalla mia biblioteca in Scribd cliccando qui: Au-delà des larmes des hommes

domenica 9 giugno 2013

Transfemminismi / Transféminismes

Dopo Du côté obscur: Féminismes Noirs - la cui uscita è prevista per il prossimo ottobre -, la rivista internazionale di filosofia femminista e teoria queer Comment S'en Sortir, lancia il cfp per il numero successivo, Transféminismes : politiques des transitions féministes, numero che intende cartografare le alleanze, le lotte comuni e le traduzioni di concetti tra movimenti e teorie trans, femministe, anti-razziste e queer

Black Panthers ad Atene

Come già è accaduto in Ungheria con la resistenza dei Rom contro le milizie fasciste di Jobbik, ora anche in Grecia un gruppo di africani residenti ad Atene si organizza per rispondere alle ronde xenofobe dei neonazisti di Alba dorata. È un movimento di autodifesa che prende lo stesso nome adottato dal movimento afro-americano negli Stati Uniti d’America negli anni ’60 e ’70: «Black Panthers». Un po’ dappertutto non si vuole più subire senza dir nulla le continue istigazioni all’odio razzista della destra xenofoba. Fosse anche un partito in via d’estinzione come la Lega Nord che ogni sabato mattina fa il suo banchetto in via Orefici contro l’«invasione straniera» e raccoglie ogni volta lo sdegno dei passanti (da Staffetta)

venerdì 7 giugno 2013

La maschera di Dalì

Un'altra foto di Carl Van Vechten, un ritratto di Salvator Dalì del 1939 con la stessa "black head" utilizzata nel ritratto di Bessie Smith // La fotografia, con il titolo di Portrait of Salvador Dali with carved black head adjacent to his face, è conservata presso la Library of Congress, Prints and Photographs Division, Washington, D.C. 20540 Usa

Italiani brava gente / Adrian Cosmin

Chi si ricorda ancora di Adrian Cosmin, migrante rumeno, che il 7 giugno di qualche anno fa i suoi datori di lavoro (una coppia di "italiani brava gente") narcotizzarono, cosparsero di benzina e poi lasciarono morire carbonizzato, per incassarne la polizza sulla vita?

Mascolinità egemoniche

Les masculinités au prisme de l’hégémonie è un convegno internazionale che si terrà all'Ehess di Parigi (programma completo qui) il 13-14 giugno prossimi e che si propone, a partire dal concetto di mascolinità egemonica elaborato a metà degli anni Ottanta dalla sociologa australiana Raewyn Connell, di analizzare i processi di gerarchizzazione, normalizzazione e marginalizzazione delle mascolinità, cercando nello stesso tempo di problematizzare questa categoria facendo dialogare l'approccio proposto da Connell con altri metodi di analisi delle forme di dominazione  (basate su diversi assi di differenziazione, quali la classe e la "razza") e che fanno riferimento anche alla concettualizzazione di egemonia in Antonio Gramsci. Grazie a Valeria Ribeiro Corossacz per la segnalazione

mercoledì 5 giugno 2013

Gezi Park canta Bella Ciao

Internazionalismo: via Staffetta, il blog curato dal Nodo Sociale Antifascista, un video dalle rivolte in Turchia, in cui le/i manifestanti  al Gezi Park di Istanbul cantano Bella Ciao

Veli e trasgressioni

Dopo Vicky Lane, Nina Simone e Marilyn Monroe la scelta di questa immagine (via PlanetBarberella), ha qualcosa di inquietante ...

Sylvia Pankhurst / Ex-Italian Somaliland

All'interno del ciclo di incontri intorno alla storia e attualità della Somalia (e di cui vi avevamo già segnalato Haween, Percorsi e volti di donne nella storia della Somalia con Suad Omar)domani - giovedì 6 giugno 2013, ore 17,30 - a Torino (Sala Gandhi – Centro Studi Sereno Regis - Via Garibaldi 13), Vanessa Maher, antropologa,presenta e discute il libro di E. Sylvia Pankhurst, Ex-Italian Somaliland (1951). Il libro documenta con grande rigore un tentativo di influire sui destini della Somalia che nel 1950 le Nazioni Unite avrebbero dovuto decidere di affidare a un paese straniero (Italia o Gran Bretagna) per raggiungere l’indipendenza nel 1960. La Pankhurst argomenta contro l’affidamento ad uno dei due Paesi candidati con l’ausilio di una gran mole di testimonianze e documenti ufficiali sulla storia del colonialismo italiano e dell’amministrazione britannica nel Corno d’Africa, proponendo una terza soluzione. Sull'impegno anti-coloniale di Sylvia Pankhurst, in particolare in Etiopia, rinvio al saggio di Rita Pankhurst, Sylvia Pankhurst and Ethiopia .

Bianco e nero al Modo InfoShop

Venerdì 7 giugno al Modo InfoShop (clicca per maggiori info) presentazione del volume di Gaia Giuliani e Cristina Lombardi-Diop Bianco e nero. Storia dell’identità razziale degli italiani, organizzata dal gruppo locale di Storie in movimento. Il volume che ricostruisce la storia culturale e politica dell’identità razziale degli italiani dal periodo unitario al boom economico, passando per il fascismo e il dopoguerra. Esso unisce la ricerca e le competenze di due studiose italiane di formazione diversa e complementare: muovendo entrambe dagli studi culturali, dagli studi critici su razza e bianchezza e dagli studi di genere, Gaia Giuliani esamina le teorie scientifiche e politiche sulla razza al fine di tracciare i processi di identificazione razziale in atto nel discorso pubblico dall’Unità al 1936; Cristina Lombardi-Diop prende in considerazione le pratiche discorsive medico-scientifiche, la letteratura coloniale e l’iconografia legata ai consumi e alle pratiche del quotidiano allo scopo di mappare i processi di razzizzazione che dal 1936 al 1965 si affermano nella cultura diffusa e di massa. L’obiettivo del volume è quello di fornire uno strumento interpretativo fondamentale per la comprensione delle radici storiche e culturali e delle forme attuali del razzismo in Italia

lunedì 3 giugno 2013

Judith Butler / Questione di genere

In occasione dell'uscita della nuova edizione italiana di Gender Trouble di Judith Butler (Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell’identità, traduzione e cura di Sergia Adamo, Laterza 2013), sul sito Le parole e le cose è stata pubblicata una lunga conversazione inedita - che ha avuto luogo nel 2006 alla Cornell University - tra la traduttrice/curatrice del volume e la stessa Butler che illustra e discute alcuni dei temi fondamentali della sua opera: Genere, identità, violenza. Una conversazione con Judith Butler

Istanbul d'autore

Mentre la protesta contro Erdogan dilaga e da Istanbul ci arrivano immagini e notizie sempre più drammatiche, a Bologna - dopo la manifestazione di sabato scorso con la comunità turca - di Istanbul se ne parla anche così ... Segni dei tempi?  (Foto via Photographium, Istanbul 1860-1890)

La Calabria e la provincia afghana

Ovviamente anche la storia della quindicenne pugnalata e poi bruciata viva dal "fidanzato" la scorsa settimana ha seguito i tempi classici del "fare informazione" e alla sovraesposizione mediatica dei primi giorni - in quel coacervo ributtante di vuoyerismo, sessismo e razzismo di cui ha parlato anche Sonia Sabelli - è seguito il silenzio della stampa mainstream e non. Semplicemente questa morte non fa più "notizia" e finirà presto nel dimenticatoio insieme a tutti quegli articoli che hanno contribuito alla costruzione e (ri) produzione di un discorso pubblico/mediatico inficiato da stereotipi e pregiudizi violentemente razzisti/sessisti quali la presunta "specificità calabrese" dell'omicidio. Tra questi articoli mi sembra che valga la pena ricordare, a futura memoria, quello pubblicato su Donne di fatto, la pagina "rosa" de Il Fatto Quotidiano, dal titolo Calabria, la donna non vale nulla. L'autore - che utilizza una formula retorica consolidata, ovvero quella di dichiarare il suo "essere calabrese" come prova dell'autenticità/verità di quanto afferma - si lancia in una sorta di indagine sociologica/antropologica sulla "condizione delle donne calabresi". Dopo un fiume di commenti che contestano quanto scrive, il giornalista pubblica qualche giorno dopo un altro articolo per spiegare  e giustificare, punto per punto, quanto scritto in precedenza, ma le sue spiegazioni e giustificazioni non fanno che confermare la fitta ragnatela di immaginari razzisti e sessisti in cui l'autore si dibatte

sabato 1 giugno 2013

Smoking Marilyn

Dopo Vicky Lane e Nina Simone non poteva mancare la sigaretta di Marilyn ...

Storie in movimento / SIMposio 2013

Dal 25 al 28 luglio a Monte del Lago (Magione - Perugia), si terrà il nono SIMposio estivo di storia della conflittualità sociale, organizzato da Storie in movimento (Sim) e da Zapruder. Il SIMposio nasce all’interno dell’associazione Storie in movimento come occasione di confronto e discussione che si affianca alla rivista Zapruder. Esperienza originale in un panorama sempre più asfittico, il SIMposio è pensato come un laboratorio che mira a rimettere in comunicazione luoghi e soggetti diversi attraverso cui si articola la produzione del sapere storico. Liberare e far circolare i saperi in uno spazio di discussione critica comune e orizzontale: questa è la nostra scommessa politica. Il SIMposio è immaginato in modo pluridimensionale. Durante quattro giornate affronteremo diversi snodi storiografici in una rara occasione di confronto interdisciplinare dove però l’elaborazione collettiva del sapere non è mai disgiunta dalla sua dimensione politica ma anche ludica: ci riuniremo infatti in un ambiente ideale, circondati dalla natura e con a disposizione una struttura ricettiva solitamente destinata allo svago. In questo senso, il SIMposio è un’opportunità per incontrarsi, discutere e divertirsi. Il SIMposio di quest’anno si apre con un dialogo di respiro internazionale giocato sulla tensione fra “trasformazione” e “rivoluzione” che attraversa la pratica teorica dei movimenti femministi e lgbtqi. La sera sarà invece il momento del “sogno e combattimento” con la musica di Marco Rovelli. Nella giornata di venerdì ci concentreremo sul Novecento in due diversi dialoghi: la mattina sul tema dell’immaginario e delle immagini che ne costituiscono il tessuto, mentre il pomeriggio tematizzeremo un confronto fra nazionalismi europei. La mattina del sabato sarà dedicata alla prima edizione di un laboratorio annuale sulle fonti che inizia quest’anno con una riflessione sull’uso delle interviste nella ricerca etnografica. Il sabato si chiude con un dialogo che esplora il concetto della “classe” a partire da un recente libro di Andrea Cavalletti. La domenica, come ogni anno, ci saluteremo con un’assemblea fra tutte le persone che hanno preso parte a questa edizione del SIMposio. Programma // Giovedì 25 luglio: 13.30-15:00 Arrivo, registrazione e sistemazione dei/delle partecipanti. 15:00-15:30 Saluti e presentazione dei lavori del SIMposio 15:30-19.00 Primo dialogo Transformations without revolution? Come femminismi e movimenti lgbtqi hanno cambiato il mondo. Introducono: Elena Petricola e Vincenza Perilli. Dialogano: Valeria Ribeiro Corossacz, Elisabetta Donini, Cesare Di Feliceantonio, Sara Garbagnoli e Giulia Garofalo Geymonat. 20:00-24:00 Cena e recital musicale “Inattitudine di sogno e di combattimento” di Marco Rovelli // Venerdì 26 luglio: 08:00-09:30 Colazione. 09:30-13:00 Secondo dialogo Immagini/Immaginario. Per un’iconologia del presente. Introduce: Vanessa Roghi. Dialogano: Damiano Garofalo, Luca Peretti, Giorgio Vasta e Marco Rovelli. 13:30-14:30 Pranzo. 15:30-19:00 Terzo dialogo Nazionalismo e rivoluzione nel XX secolo. Autodeterminazione nazionale e conflitti sociali tra passato e futuro. Coordina: Paolo Perri. Dialogano: Fabio de Leonardis, Francesca Zantedeschi, Francesco Sedda, Andrea Geniola, Adriano Cirulli e Marco Laurenzano. 20:00-23:30 Cena // Sabato 27 luglio: 08:00-09.30 Colazione. 09:30-13:00 Laboratorio sulle fonti Etnografia. Coordina: Sabrina Marchetti. Dialogano: Silvia Cristofori, Paolo De Leo e Francesco Della Puppa. 13:30-14:30 Pranzo. 15:30-19:00 A partire da un libro “Classe” di Andrea Cavalletti (Boringhieri 2009). Coordina: Andrea Brazzoduro. Dialogano: Andrea Cavalletti, Christian De Vito, Rudy Leonelli e Franco Milanesi. 20:00-24.00 Grigliata (non solo carne) e a seguire festa di chiusura con musica // Domenica 28 luglio: 08:00-10.30 Colazione. 10:30-13:00 Assemblea finale Idee e proposte per il prossimo SIMposio. Coordina: Eros Francescangeli. Dialogano: i/le partecipanti alla nona edizione del SIMposio. 13:30-14:30 Pranzo e, a seguire, partenza dei/delle partecipanti // Per ulteriori info su modalità iscrizione, costi, borse di soggiorno ed altro rinviamo al sito si Storie in movimento. Vi aspettiamo!