martedì 23 dicembre 2008

La banda della Uno bianca e l'assalto al campo nomadi di via Gobetti

Sono passati quasi vent'anni da quel 23 dicembre 1990, quando la cosiddetta Banda della Uno Bianca assalto il campo nomadi di via Gobetti, a Bologna, uccidendo Patrizia della Santina e Rodolfo Bellinati.
Non c'è nulla da aggiungere.
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venerdì 19 dicembre 2008

Figli per la Patria ...


Mentre a CasaPound lanciano la campagna Tempo si essere madri, la ministra della Gioventù Giorgia Meloni (già presidente di Azione Giovani, organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale) intervistata da Il Giornale parla di necessario "riconoscimento della maternità", anche magari con qualche incentivo, ad esempio per ogni figlio un anno in meno verso il traguardo della pensione (che, come sapete, il governo vuole portare anche per le donne a 65 anni). Lei per intanto figli niente, ma prima o poi, assicura "un contributo alla Patria voglio darlo" (dice proprio così) ...
Ma le sinergie tra CasaPound e Azione Giovani non si limitano ai figli per la patria. Basta dare un'occhiata, per esempio, al sito di Daniele Caroleo, già presidente della "comunità militante" Terra di mezzo in quel di Crotone e recentemente nominato, proprio da Giorgia Meloni, dirigente nazionale di Azione Giovani ...
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mercoledì 17 dicembre 2008

Per Gabriella degli Esposti, partigiana

Sul greto del Panaro, in località Ca’nova di San Cesario, in provincia di Modena, c'è un monumento. Qui, il 17 dicembre del 1944, furono ritrovati i corpi di nove uomini e una donna. Quest'ultima era Gabriella degli Esposti, partigiana combattente, attiva nei primi Gruppi di difesa della donna, tra le organizzatrici delle manifestazioni di luglio che avevano visto a Castelfranco Emilia scendere in piazza centinaia di donne contro la guerra, madre di due bambine piccole, Savina e Liduina, e incinta di una terza.
Quando la ritrovarono, il suo corpo era orrendamente mutilato. Prima di fucilarla, era stata bestialmente torturata, le avevano cavato gli occhi, tagliato i seni, squarciato il ventre. La sua morte accellera il passaggio di molte donne della zona alla Resistenza. In suo nome si costituirà la formazione partigiana Gabriella degli Esposti, la prima (e credo unica) formazione partigiana costituita da sole donne.
La ricordo oggi, nell'anniversario della morte, insieme a tutte le altre partigiane uccise dai nazifascisti. Scavo nella memoria e nella storia, questa memoria e questa storia che continuamente si tenta di ricacciare nell'oblio, di mistificare, stravolgere, cancellare ... Non a caso ci penso oggi, mentre, tra le cosiddette "notizie del giorno" c'è Gianfranco Fini, osannato (anche da certa sinistra) dopo il suo discorso inaugurale al convegno “Settant’anni dalle leggi antiebraiche e razziste, per non dimenticare”, nella sala della Regina a Montecitorio. Addirittura c'è chi ha visto nel suo discorso una radicale messa in discussione del mito degli italiani brava gente ... ma l'operazione di Fini è un'altra, proprio un'altra. Peccato che la maggiornaza degli/delle italian* non se ne accorgerà ... A meno che, continuando così, non siano costrett* ad accorgersene. Ma forse troppo tardi (e sulla pelle di tutt*).
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sabato 13 dicembre 2008

Una quasi cronaca della manifestazione antirazzista, antisessista e antifascista (e di qualcuno dei suoi retroscena)

Un pomeriggio plumbeo, freddo e umido, con a tratti una pioggerella sottile, in un quartiere periferico quasi deserto e verso sera addirittura spettrale. Qualcun* osserva da dietro le finestre, altr* guardano incuriositi, interloquiscono interessati, altri* sono un po' infastiditi. Da queste parti i cortei non sono all'ordine del giorno.
Non siamo in tant*, va detto. Forse, certo, avremmo potuto esserlo un po' di più se non fosse stato per la pioggia, se non ci fossero state altre iniziative in città e altrove, o se solo avessimo rinunciato (ma non volevamo rinunciarci) a venire fin qui, restando nel centro città, tra via Indipendenza e piazza Maggiore illuminate a festa. Forse saremmo stati di più se non ci fosse stato un quasi generalizzato silenzio stampa (parlo della stampa mainstream ovviamente), se si esclude l'allarmismo de Il Resto del Carlino, che stamattina ha piazzato in prima pagina una foto di manifestanti sovrastandola con una scritta in grossi caratteri neri "A volto coperto", mentre nell'editoriale (a firma Pierluigi Visci), si legge che "un clima pesante, e non solo meteorologicamente, opprime la città. Non c'è giorno, ormai che la vita dei bolognesi non sia sconvolta da cortei, manifestazioni, violenze". Le violenze sarebbero ovviamente quelle dei cosiddetti "centri sociali", non certo le aggressioni neofasciste contro migranti, donne, lesbiche, miltanti di sinistra, gay, trans, senzatetto che denunciavamo nell'appello. Si ha la spiacevole sensazione che i neofascisti di CasaPound e affini, siano trattati molto meglio.
Beh, spiace tanto per Visci&Co, ma la manifestazione è stata pacata, solidale e comunicativa, come negli intenti. Anche la musica non è stata, volutamente, assordante , si è privilegiato qualche canto di resistenza e interventi dal microfono aperto. C'erano anche i palloncini. E soprattutto c'erano tante realtà diverse, non sempre "unite" in passato, insieme per dire no al razzismo, al sessismo, al fascismo.
E non ci sono state neanche le "provocazioni" che di questi tempi si ha sempre ragione di temere. Non si sono visti i/le cosiddett* Itali/e, e neanche i loro "sponsor" (consapevoli o inconsapevoli ? ma forse è una domanda tranello). Quest* ultimi* preferiscono presentarsi alle assemblee cittadine, ventilare possibili querele, dare lezioncine di storia dell'arte e della grafica e deprecare la mancanza di senso dell'ironia di noi, presunt* poveri* "militont*".
Questa è una storia che avevo pensato di non raccontare, risale alla sera del 3 dicembre. E' successo durante l'assemblea cittadina all'Iqbal Masih per preparare la manifestazione di oggi. Erano le 23.30 circa, l'assemblea era quasi finita. Se non ricordo male si dovevano ancora decidere piccole questioni "tecniche" (chi avrebbe fatto i volantini, chi il manifesto ...), e comunque in molt* erano già andat* via. Io vado un attimo fuori dalla saletta riunioni a fumare una sigaretta. Vengo avvicinata da un giovane uomo sconosciuto: "Sei Vincenza?". Alla mia risposta affermativa chiede conferma: "Vincenza di Marginalia?". Sono un po' stupita, gli chiedo come fa a saperlo. Mi risponde che ho un nome "facilmente riconoscibile e identificabile" (e qui apro una parentesi: cosa significa che il mio nome è facilmente riconoscibile e identificabile? Forse che è un nome di chiare origini svizzere? O che è un nome "noto", scritto chiaramente qui sotto ogni post e in decine di saggi e articoli? Non posso credere sia una forma di minaccia, seppur velata ...). Mi dice che lui è "Q". Non capisco al volo, allora specifica: "Sono Lorenzo "Q" Griffi" . "Italo!", proprio non riesco a non esclamare. Eh sì, proprio il "papà" del famoso Italo che per me era da rottamare, quel Lorenzo "Q" Griffi che a suo tempo era anche intervenuto con dei commenti qui in Marginalia (questo blog ha vissuto una breve fase di celebrità, anche Alessandro Vigliani di CasaPound mi aveva "onorato" di un suo intervento) ...
Poi mi dice di non andar via, di rientrare nella saletta, che è lì con una delegazione del Comitato Pride e hanno da dirci delle cose. Quando rientro la "delegazione" (due donne e un uomo, presenti dall'inizio dell'assemblea) ha già cominciato a parlare. Sembra siano venuti per denunciare il fatto che nell'ultimo dossier dell'Assemblea antifascista permanente, "Monitoraggio antifascista a Bologna", Lorenzo "Q" Griffi sarebbe annoverato tra i "fiancheggiatori" di CasaPound, che è ora di finirla, che sono venuti per avvertirci, che dobbiamo smetterla con il linciaggio di "Q", che la campagna del Pride è stata approvata da tutto il Comitato e che la rivendicano, che è ora di smetterla di dire falsità su "Q", di trattarlo come un fascista, che ci siamo bevuti le idiozie pubblicate su Indymedia ...
Le loro affermazioni vengono contestate una per una. Qualcun* fa notare che nel dossier dell'APP non si dice che Griffi è un "fiancheggiatore di CasaPound", ma (testualmente) che "Il progetto 'futurista' di CasaPound è quello di unire violenza concreta e violenza artistica, squadrismo reale e simbolico. Come Blocco Studentesco, fanno campagna nelle scuole. Promuovono Radio Bandiera Nera. Vogliono passare per fascisti creativi, patriottici e socialmente impegnati. In questo, dà loro una mano Lorenzo 'Q' Griffi che, per publicizzare il Gay Pride del 2008, inventa la figurina di Italo, omosessuale fascista che frequenta CasaPound" ... Altr* ricordano i fatti del Pride, il vergognoso arresto di una compagna, gli interventi di "Q" su siti della destra estrema come VivaMafarka, dell'assenza, nel comunicato per il Pride, di ogni accenno all'antifascismo ...
Altr* ancora fanno presente che comunque quella non è un'assemblea dell'AAP, ma un'assemblea cittadina composta da diverse realtà come diverse, del resto, sono le realtà che hanno criticato e contestato Italo. Ma la "delegazione" continua imperterrita, avverto distintamente la ferocia tutta animale di chi si avventa su chi ritiene in quel momento più "debole" (sull'APP, su istigazione di Vigliani di CasaPound, la Procura aveva da poco aperto un fascicolo per istigazione a delinquere) , provocatoriamente srotolano un manifesto di Italo (enorme), la prima cosa che vedo é la celtica seminascosta dalla maglietta ... Loro ne decantano le qualità "artistiche" che solo il nostro essere "rozz*" non riesce a cogliere ...
Il clima rischia veramente di degenerare. Li invitiamo ad andare via ...
Vi chiederete perché ne scrivo solo ora. Non avevo voglia (come del resto altr* partecipanti all'assemblea), di fare "eco" e/o creare tensioni, soprattutto prima della manifestazione. E del resto, caratterialmente, ho la tendenza a giudicare meno "gravi" episodi che mi coinvolgono direttamente e/o personalmente. Solo stasera a iniziativa (ben) conclusa, accolgo l'invito , che in tant* mi hanno rivolto, di scriverne.
Sono effettivamente cose che è bene si sappiano.
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giovedì 11 dicembre 2008

Contro la violenza sessista e razzista, contro vecchi e nuovi fascismi, tutte unite: rivolta!




ضد العنف الجنسي و العنصرية

ضد الفاشية الجديدة و القديمة

لنتحد جميعا : انتفاظة


Impotriva violentei sexiste si rasiste
impotriva fascismului vechi dar si a celui nou
toate unite: revolta!


Contre la violence sexiste et raciste
contre les vieux et les nouveaux fascismes
toutes unies : révoltons-nous!

Contra la violencia sexista y racista
contra los viejos y los nuevos fascismos
unàmosnos todas: revuelta!

Protiv rasnog e seksualnog nasilja
protiv starih i novih fasizama
Sve zajedno:pobuna!


CONTRA A VIOLÊNCIA SEXISTA E RAÇISTA
CONTRA VELHOS E NOVOS FASCISMOS
TODAS UNIDAS: REBELIÃO


Contro la violenza sessista e razzista
contro vecchi e nuovi fascismi
tutte unite: rivolta




MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA, ANTISESSISTA E ANTIFASCISTA
BOLOGNA 13 DICEMBRE 2008

LABORATORIO FEMMINISTA KEBEDECH SEYOUM
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martedì 9 dicembre 2008

Bologna, sabato 13 dicembre 2008: appello per un corteo antirazzista, antisessista e antifascista

Il 12 dicembre saranno passati 39 anni da quando una bomba piazzata da un gruppo di neofascisti spalleggiati dai servizi segreti fece 16 morti e 87 feriti nell’atrio della Banca dell’Agricoltura, a Milano. Tre giorni dopo un “malore attivo” e un volo dalla finestra della Questura suicideranno il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. Il 6 novembre 2008, a Genova, al riparo dai riflettori della Storia, un migrante algerino accusato di borseggio, Aufi Farid, è volato dalla finestra di una stazione dei carabinieri ed è morto.

Quello che si sta chiudendo è stato un anno insanguinato da xenofobia e squadrismo: Nicola Tommasoli ucciso dai fascisti a Verona, Abdoul Guibre massacrato per un pacco di biscotti a Milano, Emmanuel Bonsu pestato brutalmente dai vigili urbani a Parma, gravi aggressioni ad attivisti dei movimenti a Roma, Pesaro, sul treno Ancona-Rimini... A Bologna la notte tra il 14 e il 15 novembre, sotto le due torri, quattro bonehead forzanovisti – tra i quali alcuni appartenenti al gruppo nazirock Legittima offesa - hanno ferito due ragazzi, uno in modo grave, colpevoli di un look sgradito e di essersi dichiarati comunisti e aggredito una ragazza che era con loro minacciandola di violenza sessuale. La notte del 15 novembre durante una festa di donne e lesbiche al centro sociale Atlantide, all’ingresso due ragazze sono fatte oggetto di insulti e lanci di sassi da parte di un gruppo di sconosciuti in auto. Il 27 novembre nella centralissima via Indipendenza, in pieno giorno e tra l’indifferenza dei passanti, un militante di Rifondazione Comunista viene aggredito con un coltello da un neofascista...

A tutt* gli/le aggredit* va la nostra solidarietà!

La violenza dei pubblici poteri e la violenza fascista non hanno mai allentato la loro stretta. Se ieri era la Strategia della Tensione, oggi è una Strategia della Paura ad alimentarle. Paura che la retorica securitaria scatena verso chiunque appaia diverso, perché “straniero”, per la sua identità di genere e/o orientamento sessuale, per una maglietta sbagliata, per il suo modo di vestirsi o di tenere i capelli.
E “dalla strategia della tensione alla strategia della paura”, raccogliendo una proposta della Rete Antifascista Metropolitana di Roma, è stato il filo conduttore di iniziative diffuse in varie città italiane il 12 dicembre 2007. A Bologna un corteo comunicativo ha attraversato i quartieri Barca e S. Viola, dove i movimenti operai, antagonisti e libertari bolognesi mancavano da decenni. Quest’anno riteniamo più che mai urgente e necessaria una presenza di piazza antirazzista, antisessista e antifascista nell’anniversario della strage di Piazza Fontana.

Proponiamo a reti, collettivi, singoli, di partecipare sabato 13 dicembre a una mobilitazione cittadina e plurale che attraversi nuovamente i quartieri S.ta Viola e Barca. Un momento di comunicazione e presa di parola perché non prevalga il silenzio dell’oblio e dell’intolleranza.

Circolo Arci Iqbal Masih
Lista Reno per il rilancio dello stato sociale
Assemblea Antifascista Permanente
Circolo anarchico Camillo Berneri
Associazione Politica e Classe di Bologna
Collettivo femminista universitario Figlie Femmine
Laboratorio femminista Kebedech Seyoum
Vag61
Confederazione Cobas Bologna
Fuoricampo Lesbian Group

LAI - Lesbiche Antifasciste in Italia

(adesioni aggiornate al 7/12/08)

per adesioni: aap-bologna at riseup punto net

Intenti e modalità della manifestazione del 13 dicembre


Vorremmo che la manifestazione del 13 dicembre fosse comunicativa, pacata e solidale.
In questi ultimi mesi a Bologna i neofascisti hanno esercitato la loro violenza e le loro intimidazioni sui soggetti più diversi: migranti, studenti, donne, lesbiche, gay, trans, compagni, tifosi, senzatetto. Noi crediamo che si tratti di dare un segno di unità e di solidarietà dell’antifascismo. Crediamo che si tratti di perseguire l’apertura allapiù larga partecipazione possibile, al di là delle divisioni e dei settarismi. E ciò vuol dire fare in modo che sia accettabile manifestare anche per chi non è garantito, per chi è un “cittadino a metà”, per chi si vive il clima di paura che lo Stato cerca di diffondere anzitutto nelle periferie.
Auspichiamo pertanto che chi viene alla manifestazione del 13 dicembre lo faccia con questo spirito unitario e solidale. I nostri interlocutori non sono i poliziotti o i giornalisti, ma la gente del quartiere che vive la violenza e la crisi di questa società. Se oggi la “strategia della tensione” è stata sostituita da una “strategia della paura”, occorre agire di conseguenza e non perseguire comportamenti che possano intimorire e allontanare chi è digiuno di pratiche di piazza. Prassi legittime e che in altri contesti possono risultare utili (come petardi, bardature, cori o insulti contro altre formazioni politiche più o meno antifasciste), ci paiono in questo caso controproducenti, e chiediamo a chi sarà in piazza con noi di riservarle ad occasioni migliori.
Vorremmo insomma dar vita a un momento di comunicazione e di presa di parola perché, anche nei quartieri, non prevalga il silenzio dell’oblio e dell’intolleranza.

L’assemblea organizzativa riunita presso il circolo arci Iqbal Masih, 3 dicembre 2008.
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domenica 7 dicembre 2008

Le mamme di CasaPound

Il 3 maggio scorso si era tenuto a Bologna un incontro del movimento di donne neofasciste DEA, Donne e Azione (un trafiletto su un quotidiano locale, mi sembra, parlava della nascita di un "femminismo" di estrema destra). La portavoce è tal Maria Bambina, per la cronaca moglie di Gianluca Iannone, dicono ex-picchiatore (ma recentemente ha subito una condanna dal tribunale di Sulmona ...), ex dirigente nazionale della Fiamma Tricolore (poi espulso), candidato, poi non eletto, per La Destra, presidente di CasaPound Italia, ideatore e fondatore di Radio Bandiera Nera e cantante del gruppo nazirock ZetaZeroAlfa ...
Le "rivendicazioni" di DEA (gruppo che può contare sulla trasmissione radiofonica FuturArdita in onda ovviamente su Radio Bandiera Nera e che si è già distinto, mi dicono, in opere caritatevoli come la distribuzione di abiti usati ai poveri in quel di Roma) come riassumeva il suddetto trafiletto (che a suo tempo si era fatto girare anche in varie mailing list) sono il totale appoggio e partecipazione alle iniziative di CasaPound e Blocco Studentesco, ma soprattutto l'attenzione alle tematiche "femminili". Ovvero: richiesta di sostegni da parte dello stato alla maternità, possibilità di mantenere il lavoro in caso di gravidanza, riconoscimento lavorativo dei permessi per l'allattamento e riduzione dell'orario di lavoro delle donne (mamme) da 8 a 6 ore (con stipendio all'85%) per consentire alla donna di meglio accudire i figli, accompagnarli a scuola eccetera eccetera ...
Recentemente quest'ultima proposta è stata rilanciata in grande stile, con la creazione del comitato Tempo di essere madri, che lancia una vera e propria campagna con tanto di raccolta firme (presumibilmente nelle varie sedi di CasaPound oramai sorte in tutta Italia) per "sostenere la proposta di legge del part time alle madri lavoratrici mantenendo lo stipendio pieno". Sorvolo sulle perle stile Omni di memoria fascista presenti nel testo ( "il ruolo della donna nella sua interezza e completezza, nella sua essenza più bella, nella grande potenzialità umana e sociale che esprime ...") e mi soffermo basita a pensare che le "mamme di CasaPound" vivono proprio su di un altro pianeta ... sicuramente non il mio.

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Volutamente questo post è senza link, ma rinvio a :

CasaPound Superstar
CasaPound: il volto attraente dei nuovi fascisti
Ave Italo!
Chi è veramente CasaPound
Un Italo da rottamare
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mercoledì 3 dicembre 2008

Toate unite: revolta! (Contro fascismo, sessismo, razzismo)

Impotriva violentei sexiste si raciste
impotriva fascismului vechi dar si a celui nou
toate unite: revolta!


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Per "stanziali", "pseudo-stanziali" e "nomadi": stasera a Bologna alle ore 21 presso il circolo Iqbal Masih (via della Barca 24/3, bus 14) assemblea cittadina per costruire insieme la manifestazione antifascista e antirazzista del 13/12, alla quale il Laboratorio Kebedech Seyoum parteciperà per dare forza e sostanza (anche) alle istanze antisessiste. E per chi invece è (o si appresta ad andare) oltreconfine, e precisamente a Parigi, segnalo Police, personne ne bouge. Visto che dubito avrò il tempo di tornare a scrivere qui nei prossimi giorni, vi segnalo che ci sono tantissime iniziative interessanti/importanti in giro, soprattutto per il fine settimana, dall'assemblea dei/delle migranti al seminario di Storie in Movimento (sempre a Bologna), fino alla ricca rassegna di Almateatro a Torino. Comunque trovate tutto nel blogroll nella rubrica Bacheca, basta fare "clic" ;-)
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lunedì 1 dicembre 2008

Un'altra Rosa Parks



In molt*, quando qualche mese fa una ragazzina italiana di origini marocchine è stata picchiata selvaggiamente da un gruppo di coetanei/e per non aver ceduto il post in autobus, abbiamo pensato (scrivevo "forse non inutilmente") a Rosa Parks, un'icona della lotta per i diritti civili. Eppure ancor oggi il gesto di "disobbedienza" di questa donna ci è consegnato dalla storia come un atto "eroico", ma individuale e quasi spontaneo messo in atto da una modesta sartina afro-americana che, un bel giorno (era il primo dicembre del 1955), rientrando stanca dal lavoro, rifiuta di alzarsi da un posto riservato ai/alle "bianchi/e" su un autobus della razzista e segregazionista cittadina di Montgomery, in Alabama, scatenando con il suo arresto il famoso Montgomery Bus Boycott.
Ma il "rifiuto" di Rosa Parks non nasce dal "nulla". Le lotte antisegregazioniste avevano già una lunga storia: già l'anno prima, ad esempio, la Corte Suprema aveva dovuto dichiarare non costituzionale la segregazione scolastica (che di recente ha ispirato la proposta della Lega Nord di "classi separate" in Italia). La stessa Rosa Parks era del resto attiva, dal 1943, nel
movimento per i diritti civili: segretaria della sezione di Montgomery della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP, fondata nel 1909) era assidua frequentatrice della Highlander Folk School, un centro educativo per i diritti dei lavoratori e per l'uguaglianza razziale. Del resto, quel giorno del 1955, furono arrestate con lei altre due attiviste afroamericane, Claudette Colvin e Mary Louise Smith, che già in precedenza erano state tratte in arresto e multate per essersi rifiutate di cedere i posti "per bianchi". La sera stessa dell'arresto, inoltre, fu un'altra donna (bella figura di intellettuale/militante come oggi non esistono quasi più), Jo Ann Robinson - docente universitaria e attivista della Women's Political Council, un'organizzazione di donne afro-americane -, a scrivere, fotocopiare e distribuire con altre militanti della WPC un volantino che invitava a un giorno di boicottaggio dei mezzi pubblici . Iniziato qualche giorno dopo l'arresto di Parks, Colvin e Smith, il boicottaggio si estese coinvolgendo anche altre organizzazioni come il Civil Rights Movement (guidato da un allora ancora pressochè sconoscuto Martin Luther King) : in migliaia nei mesi successivi (precisamente per 381 giorni) non salirono sugli autobus, e poiché quasi i 3/4 degli utenti degli autobus di Montgomery erano "negroes", il boicottaggio causò anche un danno economico notevole. In seguito al protrarsi e al diffondersi della protesta, nel 1956 il caso approdò alla Corte Suprema degli Stati uniti che decretò incostituzionale la segregazione sui mezzi pubblici.
Seppure lontana nel tempo questa storia (raccontata in questa maniera) mi sembra ancora utile e ricca di spunti per quant* intendono opporsi (attivamente) a razzismo, sessismo e fascismo , in un contesto come quello odierno caratterizzato (qui e altrove) dal moltiplicarsi di aggressioni fasciste contro militanti, migranti e soggetti "fuori della norma", esacerbato e violento sessismo, strapotere degli apparati polizieschi e repressivi (per i quali anche aver protestato contro il summit di Vicky sull'immigrazione diventa prova a carico per l'accusa di "terrorismo").
E allora se le cose non nascono dal nulla, se il gesto individuale fuori da un contesto di lotta non basta e soprattutto se un blog è, e resta, un blog (ma se sono - anche - qui a scrivere penso possa servire a qualcosa, finché potr
ò ancora farlo) ... ATTIVIAMOCI.

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Rinvio all'articolo di Alessandro Portelli, Il gran rifiuto di Rosa Parks.

La foto segnaletica di Rosa Parks è presa dal sito di Crossmode

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